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Gorla Maggiore - Wikipedia

Gorla Maggiore

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Gorla Maggiore
[[Immagine:{{{panorama}}}|300px|Panorama di Gorla Maggiore]]
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lombardia
Provincia: stemma Varese
Coordinate: 45°42′N 8°55′E / 45.7, 8.91667
Altitudine: 254 m s.l.m.
Superficie: 5 km²
Abitanti:
5.001 31-12-04
Densità: 967 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Carbonate (CO), Fagnano Olona, Gorla Minore, Locate Varesino (CO), Mozzate (CO), Solbiate Olona
CAP: 21050
Pref. tel: 0331
Codice ISTAT: 012078
Codice catasto: E101 
Nome abitanti: gorlesi 
Santo patrono: Santa Maria Assunta 
Giorno festivo: 15 agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Gorla Maggiore (Gòrla in insubre) è un comune di 5.001 abitanti della provincia di Varese.

Indice

[modifica] Lo stemma comunale

Collabora a Wikiquote « ...vuolsi adunque che ivi esistesse una Abbazia del Frati Carmelitani e che questi avessero come obbligo di mantenere sempre accesa una lampada, posta su di un cippo perché fosse di guida al viandante per trovare rifugio. Vuolsi che la famiglia Pusterla avesse quivi goduti dei privilegi, ma nulla indica che i tre castelli, di cui ormai non esitono che scarse vestigia colle mura, fossero trasformate in case di loro abitazione. In una di quelle case.....trovasi dipinto uno stemma....Esso ha un aquila ed alcune monete d'oro.....Parve quindi opportuno nella composizione nella composizione dello stemma per il Comune riprodurre l'Aquila e le Monete, nonché i tre Castelli che sono un ricordo di quelli ivi esistenti...Non si è voluto dimenticare il cippo con la lampada... »
(Definizione dello stemma comunale da parte dell'Archivio Araldico Vallardi di Milano)

Fu nel 1920 con la ricostituzione del comune autonomo che l'amministrazione comunale richiese alle autorità superiori la possibilità di fregiarsi di uno stemma. Per la costruzione dello stemma venne incaricato l' Archivio Araldico Vallardi di Milano il quale fornì notizie ed indicazioni per la composizione del suddetto.

Alcune precisazioni si possono fare riguardo all'effige dell'aquila che veniva concessa alle famiglie che godevano di privilegi imperiali tra le quali la famiglia Pusterla, conti dal 1210. Il simbolo delle monete connesso con il leone rappresenta invece la nobile famiglia dei Moneta, presente a Gorla e dintorni. Per concludere la presenza di tre torri lasciano pensare a Gorla come un luogo fortificato.

[modifica] Etimologia

Il primo documento al quale ci si può riferire per uno studio etimologico risale al 1046 nel quale viene riportato il nome latino di "Gorla Maior" che è seguito da un altro detto "Minor". I punti da risolvere sono il significato della parola Gorla ed il perché dell'aggettivo Maior, dato che in molti altri casi viene usata la terminologia Superiore-Inferiore o Nuovo-Vecchio.

Un primo significato attribuito è quello dell'Olivieri[1] dove si ipotizza un diminutivo della parola romana "gulula" che sta a significare "gola" o "anfratto", o una derivazione da "gurgula" (vortice, gorgo) in riferimento all'agitarsi delle acque dell'Olona, ipotesi peraltro consivisa dal Lurati[2]. Un ipotesi più moderna invece propone il significato di "radura" o "campo dell'esercito".

La prima ipotesi si basa su dati orografici ed in effetti in entrambe le Gorla varesine sono presenti delle gole nelle quali sono state ricavate delle vie che collegano il centro storico con il fondovalle. La seconda ipotesi sebbene si basi su dati diversi è riconducibile alla prima dal fatto che una gola può risultare strategica per il posizionamento di un esercito.

La questione dell'aggettivo Maior ha portato ad una spiegazione che si rifà al corso del fiume Olona il quale disegna una grande ansa in corrispondenza di Gorla Maggiore e di conseguenza viene detta Minore l'altra Gorla. La spiegazione risulta essere troppo semplicistica e si è cercato di mettere a confronto altri luoghi che portano lo stesso aggettivo. In conclusione, nonostante la carenza di notizie, si può dire che l'aggettivo "Maggiore" spetta ad un luogo che è sorto per opera di un altro centro omonimo acquisendo in seguito "maggiore" importanza sociale e politica. Si potrebbe, quindi, affermare che in epoca romana era più importante Gorla Minore mentre successivamente, con l'avvento dei Longobardi, si è sviluppata una predominanza dell'altro centro, il quale sarà denominato "Maggiore". I fattori che riconducono al cambiamento portato dai longabardi si possono trovare nel toponimo Canton Lombardo (una zona cittadina), dalla forma del centro storico e dai rinvenimenti archeologici.

[modifica] Storia

[modifica] Dall'età romana al 1535

In età romana Gorla si trovava nella fascia di confine tra i municipia di Comum e Mediolanum, del quale si possono trovare delle delimitazioni del suolo che scendono verso sud ed inoltre un'estesa fascia boschiva alla quale si poteva appoggiare il confine municipale, i cui residui arborei erano ben visibili fino al XIX secolo. Non vi è dubbio, dopo gli studi archeologici[3] sui vari decumani della zona, che l'area di Gorla Maggiore sia stata centuriata ma considerati gli scarsi ritrovamenti archeologici e la natura del terreno appare improbabile che già in età romana possa esservi risieduto uno stabile insediamento di coloni. Le abitazione erano sporadiche e si trattava di gente che viveva in capanne isolate dedicandosi all'allevamento di suini ed ovini o alla coltivazione cerealicola puramente per autosostentamento.

Riguardo all'etnia degli stessi abitanti è improbabile che si trattasse di immigrati di provenineza italica mentre appare assai più verosimile la presenza di schiavi o liberti di origine gallica. Il periodo di massima frequentazione dovrebbe essere stato quello tra il I ed il II secolo d.C., fatto testimoniato dal ritrovamento di una moneta di Traiano dell'anno 103. Una nuova ripresa dell'insediamento si potrebbe ipotizzare con l'avvento di Diocleziano (III secolo) quando Milano divenne la capitale dell'Impero Romano d'Occidente e tutti i territori circostanti videro lo stanziamento di nuovi coloni e militari.

I ritrovamenti più importanti nella zona sono due are di epoca romana, una dedicata a Diana con un'apposita patella sulla quale si poneva l'incenso per i sacrifici ed una dedicata a Giove Ottimo Massimo. Nel primo caso l'ara riporta un'iscrizione secondo la quale una certa Rivasia offre l'altare a Diana per lo scampato pericolo del padre Mieco. La seconda è stata ritrovata durante i lavori di restauro della Chiesa dei SS. Vitale e Valeria e reca un'iscrizione votiva di tale Meserius Verus a Giove avendo beneficiato di una grazia. Quest'ultima si può far risalire al I secolo d.C., cioè quando la zona era già ampiamente romanizzata.

Sul territorio di Gorla Maggiore non passarono di certo le grandi vie romane ma solo qualche strada campestre. Una strada, invece, di una certa importanza che interessò il territorio, sebbene indirettamente, fu la Milano-Castel Seprio-Varese, la quale metteva in comunicazione i centri abitati sulla costa est ed ovest della valle Olona.

Con l'avvento dei Longobardi a Milano nel 569 ebbe luogo una ridistribuzione territoriale che interessò anche l'Alto-milanese ed il Seprio. Si ebbe l'istituzione delle arimannie, beni patrimoniali appartenenti alla corona dati in usufrutto alle fare (gruppi guerrieri) in cambio di un servizio di guardia. Pare proprio che anche a Gorla Maggiore si sia stanziato uno di questi gruppi. I dati che lo fanno presupporre sono di tipo toponomastico. Qualche studioso vorrebbe far derivare Gorla dal nome longobardo "Worila" (gora) o dal diminutivo "Wora" (chiusa)[4] anche se il segno più probante della loro presenza è il toponimo indicante la zona del "Canton Lombardo", che starebbe a designare dove originariamente si insediarono quelle genti. Le testimonianze archeologiche non ci aiutano a dare delle conferme ma è pur certo che gli abitanti di Gorla nel XII secolo vivevano secondo leggi e consuetudine proprie dei Longobardi.

La tradizione locale vuole che il Canton Lombardo sia sorto come postazione di difesa, attestato per altro dalle fondamenta della torre detta "Colombera" che risalgono al medioevo, probabilmente al tempo delle invasioni ungariche (X secolo). Quest'ultima era usata come dimora fortificata probabilmente dalla famiglia locale di origine arimannica, i "da Gorla". Per capire chi fossero i signori (domini loci) di Gorla Maggiore dobbiamo andare per supposizioni, dato che non ci è dato sapere a quale famiglia capitaneale milanese venne assegnata la Pieve di Olgiate Olona nella cui giurisdizione ecclesiastica rientrava Gorla Maggiore; su tale documento sarebbe stato riportato il nome del dominus loci di Gorla Maggiore che si può supporre, dato i grandi possedimenti ed atti di compravendita nell'area, sia stata la famiglia dei "Bacicaza".


I "Molendina"
I Molendina (vale a dire mulini ad acqua) vennero insediati a Gorla Maggiore, sul fiume Olona, in epoca antica quando subentrarono novità tecniche atte a sostituire la mano d'opera servile. Il primo documento che riporta la presenza di un mulino risale al 1193 ma in seguito altri documenti ne confermano l'esistenza. Un documento del 1574, riguardante un passaggio di proprietà alla famiglia Pusterla, ci dà notizia riguardo ad uno sdoppiamento del mulino e ad un suo rafforzamento di ruote.
Nel 1650 Gorla è infeudata dai Terzaghi i quali hanno diritto di macina e di conseguenza le strutture dei mulini seguono le vicende della suddetta casata. Tra vari passaggi di proprietà si arriva al 1787 quando i mulini vengono rifatti ex-novo in seguito a migliorie tecniche che porteranno all'industrializzazione della valle Olona.
Nel 1825 i mulini passano nelle mani dei Gadda i quali apportano varie modifiche tra le quali un apparato a "lanterna" ed una "pista d'olio" detta anche "frangia" che servirà alla spremitura dell'olio di semi dal ravizzone o dal lino. Fu nel 1822 che si fecero avanti i Ponti, mercanti ed imprenditori di Gallarate, i quali pensarono di sfruttare maggiormente l'enegia idrica trasformando le ruote dei mulini in meccanismi per la filatura del cotone[5]. Dopo aver acquistato i mulini di Solbiate acquistarono anche i mulini di Gorla Maggiore rendendoli inoperosi e sfruttandoli solo per ricavare energia per l'espansione di quelli solbiatesi.
Dall'inizio del XIX secolo in tutta la vallata ebbe inizio la corsa al "rodigino", dove tutti i borghesi arricchiti si gettarono rapidamente nell'acquisto di questa nuova forza di sfruttamento energetica che furono i mulini per trasformarla in un attività non solo agricola ma anche industriale.
L'espandersi della zona industriale solbiatese ed alcune modifiche viarie incorse verso la metà del 1800 portarono all'isolamento geografico ed economico della zona valligiana di Gorla Maggiore. I mulini diventarono così abitazioni per numerosissime famiglie che vissero in totale tranquillità fino all'arrivo della linea ferroviaria della Valle Olona nel 1907.


[modifica] Dal 1536 al 1800

La presenza della famiglia viscontea nella zona si fece notare con atto portante data 17 agosto 1536 rogato da Galeazzo Visconti che stabiliva un accordo tra il Conte Vitaliano Visconti-Borromeo e diversi uomini della comunità gorlese circa il versamento di un censo nel giorno di S. Martino da parte di quest'ultimi. Venne inoltre decisa la nomina di un podestà per avere così un autorità direttamente sul luogo. Il pagamento del censo si ripeté fino al 1599 quando le famiglie gorlesi si rifiutarono di pagare in quanto secondo loro la giurisdizione territoriale era tornata sotto il Vicario del Seprio, residente a Gallarate. I successivi 50 anni videro l'alternarsi di una serie di cause, peraltro in un periodo già devastato da guerre e peste, che si concluse con un accordo secondo il quale solo la nobile famiglia dei Moneta diventava esente dal pagamento[6] ed inoltre sarebbero dovuti essere corrisposti i pagamenti arretrati. La disfatta del popolo gorlese però non fermò la propria tenacia e fu così che nel 1603 si radunò in convocato al suono delle campane e diede mandato al proprio console di notificare un ricorso alla Regia Camera. La sentenza di quest'ultima, datata 1606, sembra dar ragione al popolo gorlese dicendo chiaramente che "non è tenuta a fornire nessun versamento di censo in quanto il nobile Pietro Francesco (Visconti-Borromeo) non risulta essere feudatario della terra di Gorla Maggiore". Nonostante la suddetta sentenza i Visconti riuscirono ad ottenere il pignoramento di svariati beni da molte famiglie gorlesi in sostituzione delle quote arretrate. Quando in seguito, nel 1650, la terra verrà infeudata dalla famiglia Terzaghi rimarranno così evidenti le ingiustizie e soprattutto i sacrifici economici subiti dalla comunità gorlese.

Il 1603 vede l'inizio della costruzione della chiesa di S. Carlo, sovvenzionata dalla famiglia Varedeo, che ebbe fine nel 1612 con l'apporto delle reliquie del santo patrono. La comunità deve provvedere al sostenimento delle truppe ma non avendo la quota da versare si rivolge ai domini loci di Lonate Ceppino. Questo debito verrà estinto solo agli inizi del XX secolo. Siamo nel 1630 quando la peste arriva nel bustese (nota come la "peste di Busto Arsizio") ed a Gorla vengono raccolti gli aiuti che verrano portati ai bisognosi. Ma il contagio già a luglio arriva nella valle e tocca anche Gorla Maggiore eliminando il 60% della popolazione. La situzione economico-sanitaria di quel periodo non fece che aiutare il diffondersi della peste cosicché venno costituito un lazzaretto nella zona boschiva a nord del comune, oggi ricordato solo dalla presenza di una croce piantata nel terreno. La liberazione dalla peste verrà comunicata ufficialmente il 7 dicembre del 1631.

Siamo nella metà del XVII secolo quando il Ducato di Milano decide di mettere all'asta tutti quei territori "liberi" perché fossero infeudati. Come citato sopra il territorio di Gorla era stato riconosciuto libero dalla signoria dei Visconti-Borromeo e quindi oggetto d'asta. Fu la famiglia Terzaghi nella persona di Mons. Carlo Gio Giacomo Terzaghi, creditore dello Stato Milanese, a volgere lo sguardo sulle terre adiacenti ai loro possedimenti. Furono evitati gli ostacoli burocratici per il fatto che egli fosse un ecclesiastico e fu così che nel 1650 i Terzaghi infeudarono il territorio di Gorla Maggiore. Il sopracitato Mons. Terzaghi sentendosi in condizioni di vita precarie redigerà nel 1664 un testamento che deciderà la successione del feudo all'interno della famiglia.

[modifica] Dal 1800 al 1945

I primi decenni del XIX secolo videro dei cambiamenti in valle Olona dato che molti borghesi arricchiti dalla vicende napoleoniche pensarono di investire nei mulini già presenti nella valle trasformandoli in vere e proprie industrie attuando i cambiamenti tecnologici che si erano appena sviluppati. Gorla Maggiore vide i suoi mulini scomparire a favore dell'industria valligiana nascente nella vicina Solbiate. Fu la famiglia industriale gallaratese dei Ponti che, intorno al 1821, acquistò beni e terreni della valle e le tramutò in opifici dediti alla filatura del cotone. Con la costituzione del Regno d'Italia Gorla continuò ad operare con autonomia come in passato adeguandosi alle leggi statali. Nel 1861 vede nel ruolo di sindaco Carlo Terzaghi al quale spetta il titolo nobiliare di marchese di Gorla Maggiore. Il Consiglio Comunale viene eletto dai cittadini maschi proprietari di fondi nella comunità e svolge ruoli civici, sanitari e statistici. Per Gorla il 1860-70 è un decennio che vede un grande interessamento verso i lavori pubblici tra i quali l'ampliamento della piazza centrale, l'allargamento di alcune strade principali con conseguente abbattimento di vari edifici di proprietà della famiglia Terzaghi, della quale venne dichiarato il fallimento nel settembre del 1868. Il marchese Terzaghi perde il titolo nobiliare e la carica a sindaco e la presenza della sua famiglia da allora verrà a mancare nelle vicende gorlesi.

Le spese di amministrazione furono molto pesanti in quel periodo, dove peraltro lo sviluppo industriale sul terreno comunale era pressoché nullo e le difficoltà sorte nella convocazione dei Consigli Comunali portarono al diposto governativo che prevedeva l'unione dei piccoli comuni. Fu così che il decreto del 1870 annesse Gorla Maggiore come frazione al vicino comune di Gorla Minore. Inizia da questo momento un duro periodo sanitario ed economico sancito dall'arrivo nel 1878 della filossera, una malattia che colpì tutti i vitigni della valle distruggendoli completamente. A ciò si aggiunsero dei gravi dissidi tra i Consigli Comunali circa la gestione delle spese nonché riguardo alla dipendenza sanitaria di Gorla Maggiore da Gorla Minore. In questa situazione l'aumento di popolazione di Gorla Minore si ripercosse in una perdita di potere decisionale da parte del Consiglio Comunale delle frazioni e viene anche proposta una divisione patrimoniale tra il comune principale e le frazioni. Con le elezioni comunali del 1905 che vede la completa mancanza di rappresentanti degli operai e dei contadini, come già accadeva da anni, si sviluppa un movimento di protesta. Viene quindi costituita una commissione che reclemerà un'effettiva separazione tra i comuni e condurrà avanti con tenacia le proprie idee tra varie guerre economico-burocratiche che porteranno ad ottenere una legge nel 1916 che permetterà a Gorla Maggiore di diventare un comune autonomo, anche se per l'effettiva applicazione bisognerà attendere altri 6 anni.

Collabora a Wikiquote « Legge 16 aprile N° 458 - la frazione di Gorla Maggiore è distaccata dal Comune di Gorla Minore ed eretta in Comune Autonomo »
(Gazzetta Ufficiale del 1°Maggio 1916 n°102)

Lo scoppio della Grande Guerra richiese un enorme contributo umano, così come nel resto della nazione. Su una popolazione di 2.100 abitanti le assenze dal paese furono superiori ai 500 giovani che si tradussero in 34 caduti e vari mutilati ed invalidi. Il periodo seguente alla guerra vide uscire vincitori dalle elezioni comunali i socialisti nel 1919. Gli scioperi nelle industrie e le sollevazioni dei contadini per rivendicare una più giusta assegnazione dei fondi boschivi aumentano le divisioni sociali. Fu così che nelle elezioni successive fa la sua apparizione la lista fascista. Gli anni che vanno dal 1920 al 1922 sono anni di continui disordini colmi di repressioni e intimidazioni fasciste con regolamenti di conti anche tramite bombe e colpi di rivoltella.

Durante la seconda guerra mondiale, come il resto d'Italia, Gorla Maggiore è allo stremo. L'8 settembre del 1943 vengono aperti i magazzini militari che contenevano scorte di guerra e la popolazione affamata accorre accapparrandosi tutto ciò che gli è possibile, dal cibo ai vestiti. Per mesi ogni merce è oggetto di scambio nella borsa nera della zona. La "festa" però dura pochi giorni perché con l'arrivo dei tedeschi tutto ha termine. All'arrivo del freddo gelido dell'inverno del 1943/44 la gente, insofferente per la mancanza di legna, inizia a saccheggiare i boschi senza alcun rispetto per nulla. La primavera del 1944 si annuncia drammatica con i bombardamenti che arrivano anche in zona. In questo periodo l'aiuto dato dai patrioti gorlesi ai partigiani sulle montagne è enorme. Vengono inoltre ospitati molti sfollati che scappano da Milano coperta dai bombardamenti. La notte tra il 24 ed il 25 aprile del 1945 comunque si subodora la fine e molti partigiani si riuniscono e si distribuiscono le armi per dare il proprio aiuto contro una colonna tedesca a San Vittore. Nessuno si accorse che un Thunderbolt li seguiva credendo fosse un carro tedesco. Una raffica di mitra e la maggior parte dei trasportati muore. La festa per la liberazione a Gorla Maggiore viene vissuta con il popolo vestito a lutto. Qualche giorno dopo, durante i funerali, tutte le forze partigiane della zona accorsero a salutare tutti quei giovani che avevano sognato la libertà senza poterla gustare.

[modifica] Le chiese

Goffredo da Bussero elenca nel suo manoscritto, databile alla fine del XIII secolo, tra le chiese della diocesi di Milano quelle esistenti a Gorla Maggiore con i loro altari annessi:

  1. Gorla Maior.Ecclesia Sancte Marie.
  2. In plebe Olzate:Loco Gorla Maior.Ecclesia sanctorum Vitalis et Valeria.
  3. In plebe Olzate.Loco Gorla Maior.Ecclesia sancti Victoris.
  4. In plebe Olzate.Loco Gorla Maior.Altare Sancti Christofori.In ecclesia sancte Marie.
  5. In plebe Olzate.Loco Gorla Maior.Altare sanctorum Johannis et Pauli.In ecclesia sancti Vitalis.

Da ciò deduciamo che nel XIII secolo esistevano tre edifici di culto: la chiesa di S. Maria, la chiesa dei SS. Vitale e Valeria e la chiesa di S. Vittore (oggi non più esistente).[7]

[modifica] La Chiesa di S. Maria Assunta

La chiesa di Santa Maria Assunta nello stato attuale risale al 1850. Di ciò che era in precedenza rimane solo il campanile (ad esclusione della cella campanaria) di fattura romanica. Il campanile vecchio invece rimane uno dei rari esempi nella pianura del varesotto risalenti al medioevo. La piazza relativa alla chiesa, che ha cambiato nome a seconda dei periodi storici (oggi é P.zza Martiri della libertà), è considerabile come il centro del nucleo antico. La facciata della chiesa é rivolta verso est seguendo degli orientamenti canonici che volevano l'altare rivolto ad oriente, mentre una scelta urbanistica l'avrebbe preferita rivolta a nord.
La chiesa subì vari restauri e cambiamenti sia interni che esterni con l'aggiunta di statue ed affreschi. Furono gli anni'50 del XIX secolo che videro però il maggiore intervento con una riedificazione particolarmente costosa che dovette unire gli sforzi economici della famiglia Terzaghi, del parroco e dei cittadini stessi per far fronte alle spese.

[modifica] La Chiesa dei SS. Vitale e Valeria

Chiesa dei SS. Vitale e Valeria
Chiesa dei SS. Vitale e Valeria

La chiesa dei SS. Vitale e Valeria è la più piccola e la più antica delle tre e si trova in posizione periferica a ridosso del ciglio vallivo. Nonostante l'aspetto l'edificio è molto antico, come prova il ritrovamento di un'ara romana utilizzata come materiale da costruzione e di due tombe, una interna e l'altra esterna risalente al periodo medievale. Nel 1580 una planimetria riporta la forma della chiesa nella prima fase. In totale la chiesa ha subito varie espansioni e modifiche, nel 1580, nel 1619 e l'ultima nel 1900 che rispecchia la forma nella quale si trova oggi.

[modifica] La Chiesa di S. Carlo

La costruzione di questa chiesa, situata nell'omonima piazza, risale al 1622. Il fatto che in quell'anno fossero già presenti sul territorio comunale la parrocchiale di S. Maria Assunta e la più diroccata chiesa dei SS. Vitale e Valeria fa sorgere dei quesiti riguardo ai motivi della sua costruzione. Vi sono varie ipotesi che vanno da quella leggendaria, la quale vorrebbe che San Carlo durante le sue visite pastorali si sia fermato a riposare all'ombra di un gelso e proprio lì venne eretto l'edificio, a quella più terrena che vuole la creazione della chiesa legata ai rapporti ecclesiastici delle principali famiglie gorlesi del tempo, i Moneta ed i Terzaghi. Non si sa con certezza quale sia quella vera ma è molto probabile che venne edificata per far fronte all'incremento demografico che era in atto in quel periodo nel gorlese. In quegli anni le famiglie sopracitate dei Moneta e dei Terzaghi, donarono alla chiesa delle reliquie relative al santo delle quali però in seguito nessun documento ci indica nulla riguardo ad una loro distruzione o traslazione.

In seguito alla peste del 1630 la tradizione vuole che le salme vennissero sepolte nei sotterranei della chiesa anche se nessun documento lo attesta. È molto probabile invece che i sotterranei siano serviti da lazzaretto durante l'epidemia di colera scoppiata nell'anno 1854 che provocò ben 101 morti (un decimo della popolazione di allora). Il riscontro si ebbe nel 1927 quando vennero fatti degli scavi atti alla pulizia dei sotterranei per eliminare i continui miasmi provenienti da essi. In quell'occasione vennero trovati vari scheletri, alcuni dei quali in strane posizioni (tra i quali perfino uno seduto su una sedia in attesa), il che lascia presupporre che elementi colpiti da un grave male venissero in casi estremi isolati.

La storia della chiesa ha visto molti restauri (1863 - 1907 - 1979) e tuttora l'ultimo è in fase di completamento.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Sport

  • Calcio - F.C. Gorla Maggiore (1° Categoria) - OSC Gorla Maggiore (Calcio a 7 -serie D nel campionato CSI) - CSI Gorla Maggiore (Calcio a 7 -serie B nel campionato CSI)
  • Pallacanestro - Cestistica Gorlese (C1)
  • Pallavolo - OSC Gorla Maggiore

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Fabrizio Rosangelo Caprioli (lista civica) dal 05/04/2005
Centralino del comune: 0331 617121
Email del comune: urp@gorlamaggiore.org

[modifica] Note e Fonti

  1. ^ Dante Olivieri - Dizionario di toponomastica lombarda - Ceschina 1961
  2. ^ Ottavio Lurati - Natura e cultura nei nomi di luogo a Castel S. Pietro - 1983
  3. ^ M.V. Antico Gallina - A proposito del confine settentrionale del municipium di Mediolanum, in "Sibrium", Vol.XVI - 1982
  4. ^ P.G. Sironi - I Longobardi fra noi, in "Sibrium", Vol.XVIII - 1985-86
  5. ^ F. Peluso - L'olona e la sua storia - 1871
  6. ^ C. Menaresi - Orientamenti sulla ricerca della Nobiltà
  7. ^ Magistretti-Monneret de Villard - Liber Notitiae Sanctorum Mediolani - 1917

[modifica] Collegamenti esterni

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