Ricigliano
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Ricigliano | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 560 m s.l.m. | ||
Superficie: | 27 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 50 ab./km² | ||
Frazioni: | Cutruzzone, Santa Maria | ||
Comuni contigui: | Balvano (PZ), Muro Lucano (PZ), Romagnano al Monte, San Gregorio Magno | ||
CAP: | 84020 | ||
Pref. tel: | 0828 | ||
Codice ISTAT: | 065105 | ||
Codice catasto: | H277 | ||
Nome abitanti: | riciglianesi | ||
Santo patrono: | San Cristoforo | ||
Giorno festivo: | 25 luglio | ||
Sito istituzionale | |||
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Ricigliano è un comune di 1.339 abitanti della provincia di Salerno.
Indice |
[modifica] Onorificenze
Il Comune è stato insignito della Medaglia d’oro al merito civile .
[modifica] Geografia
Si trova a 560 metri sul livello del mare e dista 77 Km dal capoluogo di provincia. La popolazione, al censimento 1981, è di 1439 abitanti. La Compagnia dei Carabinieri è ad Eboli, dove sono anche l'Ufficio Distrettuale delle Imposte e l'Ufficio del Registro, mentre la Stazione dei Carabinieri si trova a San Gregorio Magno. Il Tribunale è a Salerno ove è anche la Conservatoria dei Registri Immobiliari; la Pretura ed il Distretto Censuario sono a Buccino. La stazione ferroviaria (Balvano-Ricigliano) dista 6 Km; il Distretto Militare è a Salerno.
Disteso sulle falde dell'Appennino campano-lucano a destra della valle del fiume Platano, il territorio di Ricigliano sovrasta la profonda forra di Romagnano al Monte, mentre a nord guarda i massicci montuosi di Marzano (1.530 metri), si trova ai limiti della provincia di Salerno, tra la Campania e la Basilicata e sorge in amena posizione su d'un colle.
I comuni limitrofi della Campania sono San Gregorio Magno e Romagnano al Monte; quelli della Basilicata Balvano e Muro Lucano (la cui frazione più vicina è Casale San Giuliano).
- REDIRECT []==Evoluzione demografica==
Abitanti censiti
Il rapido decremento della popolazione riciglianese è sintomo dell' emigrazione in America che colpi soprattutto il Sud-Italia alla fine dell'800 fino all'inizio del 900. Da allora Ricigliano ha avuto un lieve incremento di popolazione che non ha mai superato la soglia dei 1500 abitanti.
A tal proposito si narra una antica leggenda che ha come protagonista Gesù Cristo, il quale si trovò a calpestare il suolo di Ricigliano quando contava 1500 abitanti. Esausto per il suo lungo viaggio chiese un pò d'acqua e un riparo bussando alla porta di alcune abitazioni, in cui, però, non fu accolto. Comprensibilmente sfinito si avviò per una via molto ripida lungo la quale trovò una fontana dove si poté dissetare. Placata la sete, profondamente deluso dagli abitanti che gli avevano negato ausilio, disse:
<< Funduana puozz semb mnà, pais nùn é mai aumndà!>>
<< Fontana [che la tua acqua] possa sempre sgorgare, ma [la popolazione del] paese non dovra mai aumentare [più di tanto]!>>
Questa leggendaria fontana è ancora presente lungo la "discesa della spina", da cui prende il nome di fontana della spina, la sua acqua sgorga ancora e Ricigliano da più di un secolo non ha mai superato i 1500 abitanti.
[modifica] Origine del nome
Il toponimo deriva dal personale latino Ricilius o, secondo altri studiosi, Recillus. Secondo la tradizione, invece, il nome del paese deriverebbe da un antico “recintum Iani”, ossia da un luogo sacro a Giano, un tempo presente nella zona
[modifica] Storia
Ricigliano ha un' origine molto antica: i primi insediameneti risalgono all'epoca preistorica, come attestano i vari reperti rinvenuti sul territorio del comune. Di particolare interesse sono alcune tombe a fossa rinvenute nella contrada Cutruzzone o Cutruzzole.
Fu edificato dai greci, i quali dalla città di Tegna nel Peloponneso vennero in epoca remotissima a popolare la Lucania, di cui ne fece sempre parte. In tempi storici Ricigliano fu un vicus della vicina Volcei (Buccino). Sotto i Romani era una città piuttosto importante a giudicare dal fatto che essa fu eretta a colonia latina. Tra i reperti di questo periodo è da segnalare, in località Santa Maria, la presenza di resti di una villa rustica romana.
Alarico re dei Goti distrusse dalle fondamenta l'antica Ricigliano e disfece i sette suoi casali che portavano il nome di S. Elia, S. Calogero, S. Jorio, S. Janni, S. Leucio, S. Pietro e San Zaccheria; i quali non furono più riedificati, il suo territorio venne affidato a Tancredi di San Fele. Nel secolo successivo l'imperatore Federico II indicò anche Ricigliano tra i borghi che dovevano contribuire a riparare il Castello di Buccino.
Dopo essere stato appannaggio di Pandolfo Fasanella e di altri feudatari, Ricigliano passò ai D'Alemagna e in seguito alla famiglia Caracciolo con Giacomo, marchese di Brienza.
Intorno alla fine del XVII secolo, a seguito di un'asta bandita dal Sacro Regio Consiglio, divenne feudataria del paese la famiglia De Marinis, alla quale il territorio rimase fino all'ultimo titolare, Michele.
[modifica] Cenni artistici
Significativi sono alcuni reperti archeologici della zona, tra cui un' ara funeraria databile intorno al III secolo e i già ricordati resti di una Villa romana, distante circa due chilometri dal centro dell'odierna Ricigliano. Dell'edificio sono ancora visibili alcuni pavimenti a mosaico di pregevole fattura; si possono inoltre ammirare un atrio tetrastile con impluvium, consistenti resti di ambienti termali, pavimenti a opus spicatum e vari altri manufatti risalenti al II secolo a. C.
Su parte dell'area della villa romana sono resti della Chiesa della Madonna Incoronata, che il sisma del 1980 ha ridotto quasi ad un rudere. La sua fondazione è di probabile ascendenza basiliana, giacché l'edificio era al centro di un'area in cui il culto di santi orientali era notevolmente diffuso. Come tutte le chiese basiliane, aveva anch'essa un orientamento est-ovest.
Nel centro del paese sorge invece la Parrocchiale di San Pietro Apostolo, a tre navate.
Del periodo medioevale assai poco rimane, avendo il terremoto del 1980 distrutto buona parte del paese: si segnalano i resti dell'antico Castello e dell'ex Convento di Santa Caterina o San Salvatore.
[modifica] Economia
Fiorente è l'allevamento ovino, caprino e suino: assai ricercate sono le cardi d'agnello, i formaggi e i prosciutti. Per quanto riguarda la produzione agricola, ottimi sono i vini e l'olio d'oliva ma, il suolo molto fertile, produce altresì cereali, legumi e frutta saporitissima. Non manca la selvaggina (cinghiali)
[modifica] Frazioni
Le frazioni e le località sono Santa Maria e Cutruzzone.
[modifica] Manifestazioni
Il Santo Patrono è San Cristoforo che si festeggia il 25 luglio. Altre festività sono la Turniata di San Vito (protettore degli animali), molto folcloristica è la festività della Madonna di settembre per la quale c'è una grande devozione.
Il Mercato viene allestito la prima domenica del mese e la fiera il 24 luglio in onore del Santo Patrono.
[modifica] Blasonatura dello stemma e del gonfalone
Lo stemma di Ricigliano è stato rinvenuto ed estratto dall'Archivio di Stato di Napoli “ Fondo Regia Camera della Sommaria”, Catasti Onciari, Vol.4.186, fol.6 V, come da documento autenticato dal Direttore dell'Istituto Statale stesso che si acclude.
Ha la seguente blasonatura: D'argento, a San Cristoforo, Patrono di Ricigliano, di carnagione, col viso di tre quarti, con mantello di rosso, sostenente sulla spalla sinistra il Divino Figliolo, di carnagione, con il braccio destro levato al cielo, entrambi aureolati d'oro, impugnante in sbarra alzata una palma naturale, fogliata, attraversante un fiume di azzurro.
Gonfalone: drappo troncato di azzurro e di rosso caricato dell'Arma sopra descritta ed ornato di ricchi fregi d'argento.