Corbara (SA)
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Corbara | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 232 m s.l.m. | ||
Superficie: | 6,66 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 370,3 ab./km² | ||
Comuni contigui: | Angri, Lettere (NA), Sant'Egidio del Monte Albino, Tramonti | ||
CAP: | 84010 | ||
Pref. tel: | 081 | ||
Codice ISTAT: | 065047 | ||
Codice catasto: | C984 | ||
Nome abitanti: | corbaresi | ||
Santo patrono: | San Bartolomeo | ||
Sito istituzionale | |||
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Corbara è un comune della provincia di Salerno, che conta 2.534 abitanti. È situato nell'Agro Nocerino Sarnese, in prossimità della Costiera Amalfitana, ed è famoso per il suo caratteristico pomodorino e, in passato, per gli inserti di montagna. Patrono del paese è San Bartolomeo, co-patrono Sant'Erasmo. Da più di 150 anni, nel mese di luglio si mette in scena la cosiddetta Calata dell'Angelo: una persona vestita da angelo è fatta scendere, tramite un inserto (una sorta di teleferica), da una chiesa che si trova su una roccia fino ai piedi della stessa, per ricordare l'angelo che salvò Sant'Erasmo dal suo martirio.
Indice |
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
Le prime testimonianze relative ad una presenza umana nel territorio vanno ascritte al II secolo a.C.. E’ abbastanza probabile che il primo insediamento in questa parte della valle sia da mettere in diretta conseguenza della distruzione di Nocera, avvenuta nel 216 a.C. ad opera di Annibale, e della dispersione dei suoi abitanti che migrarono in varie località della Campania, in attesa della ricostruzione della città, operata alcuni anni dopo, grazie anche agli stanziamenti del Senato romano.
[modifica] Il Medio Evo
[modifica] I primi documenti scritti
Il primo documento scritto relativo a Corbara è un atto del Codex Diplomaticus Cavensis (una raccolta di oltre 15.000 pergamene di epoca longobarda conservate nell'Abbazia benedettina di Cava de' Tirreni), datato novembre 1010, il quale riferisce che un certo Amore, figlio di Pietro, alla presenza di Maione, prete e abate della Chiesa di S.Massimo (di Salerno) affida a Maranco, figlio di Giovanni, del luogo di Angri, perché la possegga e la lavori, una terra sita in Corbara, sopra Angri.
Un secondo documento risale al dicembre del 1045 e in esso si fa menzione di una strada che da Corbara conduce al territorio di Tramonti.
[modifica] Il nome
Il nome antico, quello che si trova nei documenti di epoca longobarda, è Corvara e, cioè, luogo dei corvi, uccello che, ancora oggi, è abbastanza frequente veder volare nei cieli sopra il paese.
[modifica] L'Età Moderna
[modifica] La Confederazione nocerina
Il casale di Corbara amministrativamente faceva parte della Civitas Nuceriae. La città di Nocera, dopo la distruzione subita ad opera di Ruggiero II, detto il Normanno, nel 1137, a differenza di quanto era avvenuto nel 216 a.C., non fu più ricostruita dai suoi abitanti, i quali, ridistribuitisi in una serie di villaggi, si accontentarono di mantenerne vivo il ricordo attraverso la costituzione di una confederazione di casali, passata alla storia come Civitas Nuceriae. La Civitas era divisa in due Dipartimenti, denominati Nocera Soprana (di cui facevano parte i casali che col tempo avrebbero dato origine alle odierne cittadine di Nocera Inferiore e Nocera Superiore) e Nocera Sottana, di cui fecero parte le Università di S.Egidio (il termine Università in epoca medievale era l’equivalente dell’odierno Comune) e quelle di Pagani e Corbara.
[modifica] L’ordinamento amministrativo delle Università
Amministrativamente le singole università, pur facendo parte della confederazione, godevano di una loro autonomia politica ed economica, tanto è vero che, ogni anno, nel mese di agosto, i loro abitanti (maschi e maggiorenni) nel corso di una assemblea pubblica eleggevano un proprio Sindaco Particolare e due o più Eletti (assimilabili agli attuali Assessori), oltre ad altri magistrati con funzioni varie, come i Razionali (Revisori dei Conti). Nel corso di una diversa assemblea, gli abitanti di Nocera Sottana eleggevano poi un Sindaco Universale, che, insieme con gli altri due Sindaci Universali eletti da Nocera Soprana, formava una sorta di Triumvirato, cui era affidato il compito di occuparsi delle problematiche comuni a tutta la confedarazione. Questo modello piuttosto avanzato di governo durò fino al cosiddetto Decennio Francese, quando il Regno delle Due Sicilie cadde sotto la dominazione napoleonica. Il 18 ottobre 1806, infatti, con la legge n. 211, il Re di Napoli, Giuseppe Bonaparte, abolì gli Antichi Regimenti Municipali e, quindi, anche la Civitas Nuceriae con le sue Università, in sostituzione delle quali ed in analogia con quanto era previsto nell’ordinamento amministrativo francese, nacquero i Comuni.
[modifica] Gli avvenimenti salienti del '500
Fino alla seconda metà del 1500, Corbara faceva parte dell'Università di S.Egidio, che era formata dai villaggi di S.Egidio, S.Lorenzo e, appunto, Corbara. I due casali minori, oltre che amministrativamente, dipendevano da S.Egidio anche dal punto di vista ecclesiatico, nel senso che l'unica parrocchia del territorio era quella di S.Maria Maddalena. Fu intorno al 1570 che gli abitanti di Corbara si autodeterminarono a costituirsi in Università autonoma.
[modifica] Le grandi famiglie
I Giordano furono certamente il clan familiare più rappresentativo della cittadina. Di loro si ha notizia fin dalla fine del 1400, grazie ad un atto del notaio Stefano Grimaldi del 15 maggio 1480 , col quale un gruppo di ben otto fratelli Giordano, e precisamente Martino, Bartolomeo, Giacomo, Matteo, Giovanni, Francesco, Vulgenzio e Felice, si divisero una proprietà terriera posta nelle vicinanze del vallone. A loro fanno capo, sin dalla fine del 1500, il maggior numero di Sindaci (Particolari ed Universali) del casale. Ai Giordano seguivano i Padovano, i Nasta, i Troiano, gli Orlando, i Capriglione, gli Amarante.
[modifica] Il XVIII secolo
La numerazione dei fuochi del 1732 (in pratica, una conta delle famiglie ai fini fiscali) ci dice che l'Università di Corbara contava 152 fuochi (stimabili intorno ai 600 abitanti). Da un atto del notaio Nicola Giordano del 3 aprile 1740, apprendiamo, poi, che la comunità di Corbara si approvvigionava d'acqua da due grosse conserve, poste al di sopra del villaggio, le quali venivano riempite grazie all'acquedotto del Cifurno e da quello, più antico, della Gragnana. Da vari atti dello stesso notaio, apprendiamo, poi, che, a quel tempo, era diffusissima la pratica del fitto del legname di montagna a crescere. Privati cittadini, la Chiesa di S.Bartolomeo e l'Università, per i terreni del suo demanio (quale era quello denominato Ceraso), concedevano, a chi ne faceva richiesta, il diritto di tagliare gli alberi di montagna ogni dodici anni. Il contratto comportava, non solo l'obbligo di versare annualmente un canone al proprietario, ma anche quello di aver cura degli alberi in crescita e quello della rimozione delle eventuali radici residue dei tagli effettuati in precedenza.
Un fenomeno abbastanza diffuso in quegli anni fu il brigantaggio. E, a bande rimaste famose, come quella di Fra' Diavolo, se ne accompagnarono altre, meno note, ma non meno pericolose per la società del tempo. Un gruppo, formato per lo più da abitanti di Lettere, ad esempio, imperversò nelle campagne di Angri. Un secondo gruppo, formato quasi interamente da corbaresi e guidati da tal Antonio Padovano di Fortunato, detto Ficuciello, divenne tristemente noto per una serie di delitti, che andavano dallo stupro alla rapina, dalle lesioni all'omicidio.
[modifica] L’Età contemporanea
[modifica] La strada Corbara-Chiunzi
Sin dal 1861, il Comune di Corbara si era prefisso di realizzare un comodo accesso alla via Stabiana e, nonostante le difficoltà di bilancio, già nel 1864, erano iniziati i lavori di costruzione della Strada Nuova di Corbara, che dalla località Acquapendente arrivava sino al limite sud del territorio comunale e di lì, col consenso dell'Amministrazione di San'Egidio, che aveva promesso di contribuire alle spese, giungeva sino alla località Boccarezza, dove si immetteva sul tronco stradale, detto oggi via Orazio, in prossimità della Chiesa della Madonna delle Grazie. Nel 1877, la strada era finita, anche se restavano pendenti alcune questioni fra i due Comuni circa la sua manutenzione.
In quegli stessi anni era in corso di realizzazione un progetto, redatto dall'ing. Giuseppe Bellotti, per la sistemazione della strada, nata all'epoca di Gioacchino Murat, collegante Maiori a Chiunzi, che prevedeva la realizzazione di un tronco viario Chiunzi-Pagani, attraverso il territorio del Comune di S.Egidio, al fine di realizzare una comoda viabilità tra la Costiera di Amalfi e l'Agro nocerino. Sollecitato dall'Amministrazione di Corbara, l'ing. Bellotti, prese in considerazione la possibilità di apportare una variante al progetto, che prevedesse di includere l'abitato di Corbara nel tracciato a realizzarsi. Dopo opportuni sopralluoghi, il tecnico si convinse che il nuovo tracciato presentava una serie di vantaggi: primo fra tutti Valutato positivamente il fatto che il dislivello tra la quota del Valico e la località Acquapendente di Corbara era molto più contenuto rispetto a quello esistente tra il Valico e la strada per Castellammare, il 23 agosto 1877, l'ing. Bellotti predispose un nuovo elaborato, che fu approvato subito dopo. Va detto, però, che la sua realizzazione, venti anni dopo, era ancora in corso, sia per lo scarso interesse mostrato dal Comune di Sant'Egidio verso l'opera, sia perché fu necessario apportare una variante importante al progetto Bellotti, nella parte di tracciato compresa tra la località Torricchio e il belvedere che guarda verso la grande parete rocciosa di Chiunzi.
[modifica] Lo stemma civico
Trae origine dal nome del paese, esso infatti rappresenta un corvo appollaiato sulla cima di una montagna.
[modifica] Luoghi d'interesse
[modifica] La Chiesa di San Bartolomeo
L'Università di Corbara nacque, come si è detto, intorno al 1570, però, dal punto di vista ecclesiastico, il villaggio continuò a restare sotto la giurisdizione di S.Maria Maddalena, parrocchia di Sant'Egidio del Monte Albino. Tuttavia il desiderio di avere una propria parrocchia spinse gli abitanti di Corbara a rivolgere una petizione al Vescovo del tempo, mons. Sulpicio Costantino, affinché li autorizzasse ad erigere una Chiesa in onore di San Bartolomeo e a riconoscere a questa il titolo di parrocchia. Le motivazioni a sostegno della richiesta furono essenzialmente due: la distanza di oltre 5 miglia dalla Chiesa di S.Maria Maddalena e la difficoltà di somministrare i sacramenti ai moribondi, specie nei periodi invernali, durante i quali il displuvio delle acque verso valle rendeva quasi impossibile il collegamento tra i due centri. La petizione, sottoscritta dal Sindaco Gio.Angelo Giordano e da altri cittadini, riuniti in deputazione, fu accolta favorevolmente dalla Curia nocerina e, con un atto del giugno 1587, furono stabilite le condizioni per un regolare svolgimento delle funzioni ecclesiastiche ed amministrative. L'attestazione che l'edificio era completo e funzionante la si ricava dagli atti della visita pastorale del 20 aprile 1599.
[modifica] Bibliografia
- Salvatore Silvestri - Salvatore Vollaro, S.Egidio, S.Lorenzo e Corbara (La Storia e le Famiglie), 2001