Club Nacional de Football
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Tricolores, Bolsos, Albos, Bolsilludos, Nacionalófilos, Parquenses, El Decano, La Blanca | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Segni distintivi | |||||||||||||||||||||||||||||||||
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Colori sociali: | ![]() |
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Dati societari | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Città: | Montevideo | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Paese: | ![]() |
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Confederazione: | CONMEBOL | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Federazione: | ![]() |
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Fondazione: | 1899 | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Presidente: | ![]() |
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Palmarès | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Titoli nazionali: | 41 campionati 7 tornei Apertura 6 tornei Clausura altri 68 titoli minori |
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Trofei Internazionali: | 3 Coppe Libertadores 3 Coppe Intercontinentali 2 Coppe Interamericane 1 Recopa Sudamericana altri 12 coppe minori |
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Stadio | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Estadio Gran Parque Central (20,000 posti) Estadio Centenario (76,109 posti) |
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Contatti | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Club Nacional de Football Avenida 8 de Octubre 2847 Montevideo (URY) sito: www.nacional.com.uy |
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www.nacional.com.uy |
Il Club Nacional de Football, noto nel mondo come Nacional Montevideo, è una squadra di calcio di Montevideo (Uruguay).
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Gli albori
La lunga storia di quello che, assieme ai grandi rivali del Peñarol, è il più celebre e prestigioso club calcistico uruguayano inizia il 14 maggio 1899. Quel giorno due piccole società calcistiche di Montevideo, il Montevideo Football Club e l'Uruguay Athletic de la Union, si fondono per dare vita ad una nuova compagine interamente uruguayana, in risposta allo strapotere delle squadre fondate nella capitale dagli inglesi ivi residenti. Tra queste si annoverano soprattutto l'Albion e il Central Uruguayan Railway Cricket Club (o semplicemente CURCC) che nel 1913 prenderà il nome di Peñarol.
Il nuovo club viene chiamato Nacional proprio per evidenziare la sua origine locale e il suo motto sarà, a dimostrazione della voglia di rivalsa verso l'arroganza dei johnnies (come erano spregiativamente chiamati gli inglesi di Montevideo), «Abbasso gli inglesi, viva il football criollo». Per la verità il calcio uruguayano è all'epoca appannaggio delle classi più elevate: i palloni da calcio, l'affitto di un terreno di gioco e le divise costano troppo per giocatori che, essendo ben lungi dal professionismo, devono fare una colletta per mantenere le spese del proprio club. Il Nacional è sì rappresentante degli uruguaiani, ma i suoi membri sono tutti dell'alta borghesia di Montevideo.
Al Nacional si aggregano subito figure leggendarie degli albori del calcio uruguayano, in primis i fratelli Amilcar, Bolívar e Carlos (detto "Carlitos") Céspedes. Il primo grande match è il derby con il CURCC (15 luglio 1900), perso 0-2. La rivincita avverrà due anni dopo, quando il Nacional batte i rivali per poi avere la meglio, in rappresentanza della "Liga Uruguaya", di una selezione argentina. Con tali imprese nasce la popolarità di una squadra che di lì a poco inizia a dominare la scena del calcio uruguayano. Nel 1902 il Nacional vince il suo primo storico titolo nazionale, bissato già l'anno successivo. Trascinatore è Angel Landoni, talentuoso studente di origini italiane che dà tutto sé stesso per il calcio. Landoni non manca di giocare neanche una partita, anche all'estero, e sostiene la squadra soprattutto quando, sul finire della prima decade del novecento, entra in una lunga crisi societaria dovuta alla richiesta, da più parti, dell'apertura anche a calciatori di estrazione popolare.
[modifica] Il primo grande Nacional e la tragedia di Abdón Porte
Agli inizi degli anni '10 i soci altolocati e conservatori lasciano il direttivo del Nacional. Ne esce una società rinnovata, aperta a calciatori di umili origini, che arricchiscono la rosa del talento di vari campioni. Tra essi si annoverano Alfredo Foglino, Francisco e Manuel Varela, Pedro Zibechi, Santiago Demarchi e soprattutto Abdón Porte. Dalla seconda metà del decennio il Nacional domina la scena del calcio nazionale, vincendo il titolo prima nel 1912, quindi dal 1915 al 1917. Soprattutto Porte ne è la bandiera, ma nel 1918 qualcosa cambia. L'idolo delle folle, che aveva vestito per oltre 200 partite la maglia del Nacional, inizia ad entrare nella via del tramonto. L'allenatore lo tiene in panchina, si fanno strada voci che lo vogliono escluso dalla rosa dei titolari e sostituito con nuovi arrivati. Lui, abituato ad essere osannato dalle folle, sente venir meno la sua principale ragione di vita e viene colto da crisi depressive. Finché, la notte del 5 marzo 1918, Abdón Porte si reca al Parque Central, lo stadio del Nacional che lo aveva visto protagonista di grandi imprese. Cammina fino al centro del campo, tenendo in mano una pistola: poi si spara un colpo al cuore. La mattina viene trovato da un guardiano, riverso in una pozza di sangue, con la pistola in una mano e un foglietto nell'altra, in cui chiede di essere seppellito vicino ai mitici fratelli Bolivar e Carlitos Céspedes, morti pochi anni prima di vaiolo (solo Amilcar era sopravvissuto).
Il Nacional riesce comunque a risollevarsi dalla tragedia, vincendo cinque titoli in sei anni dal 1919 al 1924. I grandi campioni che compongono le file dei "Tricolores" (com'è chiamato il Nacional per i suoi tre colori bianco, blu e rosso) rispondono negli anni '20 ai nomi di Angel Romano, Antonio Urdinaran, Héctor Castro, Pedro Cea, Lorenzo Fernández, Andrés Mazali, Héctor Scarone, il futuro fiorentino Pedro Petrone e il mitico José Leandro Andrade, il primo grande calciatore di colore della storia. Essi formeranno l'ossatura nella Nazionale destinata a dominare il mondo calcistico con i due successi olimpici (1924 e 1928) e il titolo mondiale nel 1930.
[modifica] I fantastici anni '30 e '40
Negli anni '30 il calcio diventa professionistico: il Nacional, da sempre club ricchissimo, prima acquista il capitano della nazionale uruguayana José Nasazzi, poi vi allinea in difesa il primo straniero, il brasiliano Domingos Da Guia. Nasazzi e Da Guia formeranno il baluardo difensivo di una squadra cui si aggiungono grandi nomi, quali Aldo Faccio, Pedro Duhart, Roberto Porta e il goleador argentino Attilio Garcia (capace di realizzare 464 gol in 435 partite disputate con la maglia del Nacional). Tra il 1939 e il 1943 il Nacional, guidato dalla vecchia gloria Héctor Castro, vince 5 titoli consecutivi. Il Nacional riporta ruolini di marcia paurosi, grazie soprattutto ai nuovi attaccanti che, accanto a Garcia e Porta, formano un micidiale quintetto d'attacco: si tratta di Luis Ernesto Castro, di Aníbal Ciocca e di Bibiano Zapirain. Fulcro del gioco è il regista mediano Schubert Gambetta.
Sotto la spinta dei grandi campioni il Nacional fa incetta di vittorie anche negli anni '40, grazie anche all'arrivo di Walter Gomez e del brasiliano Ondino Viera. La storia si ripete anche nel ventennio seguente, dove la scena del campionato uruguaiano è dominata da Nacional e Peñarol.
[modifica] La gloria internazionale
Gli anni '60 sono alquanto difficili. Il Nacional vince solo tre titoli, di fronte a un Peñarol capace di vincere 7 campionati in 10 anni e nello stesso periodo 3 Coppe Libertadores e 2 Coppe Intercontinentali.
La gloria internazionale giunge comunque ben presto anche per l'altra grande di Montevideo. Nel 1971 il Nacional, dopo 2 finali perse contro Independiente (nel 1964) e Racing Club de Avellaneda (nel 1967), torna in finale ancora contro una squadra argentina. Si tratta dell'Estudiantes de La Plata, campione in carica da 3 anni consecutivi, con cui si gioca una finale mozzafiato. All'andata a La Plata l'Estudiantes si impone 1-0 con goal di Romeo, ma al ritorno a Montevideo il Nacional pareggia i conti con Masnik. Nello spareggio a Lima il Nacional pone in essere una straordinaria prova di forza, vincendo 2-0 (goal di Víctor Espárrago e Luis Artime) e facendo propria la Coppa.
Il trionfo continentale costituisce il visto per giocarsi la Coppa Intercontinentale. In Europa la grande Ajax di Johan Cruyff ha declinato l'invito, lasciando così via libera al Panathinaikos, battuto in finale dagli olandesi. All'andata in Grecia il Nacional strappa un 1-1 preziosissimo, grazie al goal di Artime. Il bomber argentino si ripete nel ritorno e, ispirato dal grande Luis Cubilla, sigla il 2-0 che proietta il Nacional sul tetto del mondo.
La seconda Coppa Libertadores giunge nel 1980, contro i brasiliani dell'Internacional di Porto Alegre. I tricolores pareggiano 0-0 in Brasile, per poi passare nel ritorno di Montevideo con la rete del poderoso centravanti Waldemar Victorino.
La Coppa Intercontinentale, che l'11 febbraio 1981 va per la prima volta in scena a Tokyo sponsorizzata dalla Toyota, pone di fronte al Nacional il Nottingham Forest ed è ancora Victorino che dopo 10 minuti realizza il goal che regala il titolo mondiale ai sudamericani.
Negli anni a seguire nuovi giocatori si fanno strada nelle file del Nacional: sono il caudillo Hugo De Léon e l'ariete Santiago Ostolaza. I due saranno i protagonisti del terzo trionfo nella Libertadores nel 1988. Giunto in finale, il Nacional si trova di fronte agli argentini del Newell's Old Boys. Dopo la sconfitta a Rosario per 1-0, il Nacional si riscatta a Montevideo, dove travolge gli avversari per 3-0 (reti di Ernesto Vargas, Ostolaza e De Léon).
Nell'Intercontinentale, l'11 dicembre 1988, contro gli olandesi del PSV Eindhoven di Romario e Ronald Koeman va in scena una partita altamente emozionante. Passato in vantaggio dopo appena 7' con Ostolaza, il Nacional viene raggiunto da Romario al 75'. Nei supplementari Koeman porta in vantaggio i suoi, ma a meno di un minuto dal fischio finale Ostolaza pareggia i conti. Nella lotteria dei penalties pesa l'errore dell'olandese Barry Van Aerle, cui risponde la rete di Andrés Gomez che dà agli uruguayani la loro terza Coppa Intercontinentale.
[modifica] I tempi attuali
Gli anni '90 hanno portato solo due titoli al Nacional, di fronte invece allo strapotere dei cugini del Peñarol, capaci di conquistare 6 titoli.
Il nuovo millennio è invece stato di tutt'altra musica e attualmente il Nacional sta dominando il calcio nazionale: dal 2000 a oggi i tricolores si sono aggiudicati ben 5 campionati su 8, fissando il proprio palmares a 41 titoli.
[modifica] Rosa 2006/2007
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Difensori | |
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Attaccanti | |
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Staff Tecnico | |
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Formazione tipo 2006-07 |
[modifica] Palmares
- 41 titoli uruguaiani: 1902, 1903, 1912, 1915, 1916, 1917, 1919, 1920, 1922, 1923, 1924, 1933, 1934, 1939, 1940, 1941, 1942, 1943, 1946, 1947, 1950, 1952, 1955, 1956, 1957, 1963, 1966, 1969, 1970, 1971, 1972, 1977, 1980, 1983, 1992, 1998, 2000, 2001, 2002, 2005, 2005-06.
- 3 Coppe Libertadores: 1971, 1980, 1988;
- 3 Coppe Intercontinentali: 1971, 1980, 1988.
- 2 Coppe Interamericane: 1972, 1989
- 1 Recopa Sudamericana: 1989.
[modifica] Celebri calciatori del passato
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[modifica] Record dei calciatori
- Record di presenze: Emilio Álvarez, 511 partite disputate;
- Record di anni di militanza: Héctor Scarone, 21 anni, dal 1917 al 1939;
- Record di goal: Atilio García, 465 goal;
- Record di imbattibilità tra i pali: Gustavo Munúa, 963 minuti.
[modifica] Collegamenti esterni
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