Nativi americani
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce è parte della serie Storia degli Stati Uniti |
[modifica] |
![]() |
« È un sogno così grande, che non riesco a vederlo tutto! » |
Per Nativi americani (chiamati anche in modo più o meno consono Indiani d'America, Pellerossa, Amerindi, Amerindiani, Prime Nazioni, Aborigeni americani, Indios) si intendono tutti i popoli indigeni che vivevano in America prima della colonizzazione degli europei.
L'uso del termine Indiani (o Indios, termine spagnolo utilizzato tutt'oggi internazionalmente per riferirsi alle popolazioni indigene dell'America latina), risale alle prime fasi dell'esplorazione del sub-continente nordamericano. Si giustificava col fatto che Cristoforo Colombo, col suo viaggio transoceanico intendeva trovare una rotta alternativa per giungere sulle coste del subcontinente indiano, sì da far chiamare le nuove terre scoperte, Indie occidentali.
L'espressione pellerossa, utilizzata, spesso in senso semanticamente negativo, per riferirsi alle popolazioni indigene nordamericane, è oggi considerata non politicamente corretta, in quanto fa riferimento al colore della pelle dei nativi di quell'area del continente.
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Classificazione dei nativi americani. |
Indice | |
---|---|
|
[modifica] Storia del popolamento americano

Il problema della provenienza della popolazione amerindia è ancora una questione aperta. I tentativi di definire l'albero migratorio dell'uomo dalla sua comparsa sulla terra a oggi da comunque e sempre risultati altamenti ipotetici, poiché le ricostruzioni genetiche e linguistiche sono poco compatibili tra di loro, mentre le investigazioni sulle diverse culture sono pari a cercare il classico ago nel pagliaio.
Attualmente, in base alle ricerche di Cavalli Sforza e collaboratori, si suppone che i primi umani siano arrivati nel continente intorno a 40 mila anni fa dall'Asia attraverso lo stretto di Bering, via mare.
Il modello precedente, il cosiddetto modello Clovis, invece individuava tre ondate migratorie avvenute circa 12 mila anni fa, dall'Asia attraverso le terre emerse dello stretto di Bering, la Beringia. Questa ipotesi è stata contestata per il ritrovamento di scheletri con il cranio dai tratti caucasoidi e a molte altre ricerche archeologiche, linguistiche e di biologia molecolare. Una prova a riguardo, è stata pubblicata su Nature nel settembre 2003[1]: grazie al ritrovamento di 33 crani nella bassa California, si è potuto ipotizzare che vi erano paleo-americani imparentati con le popolazioni dell'Asia meridionale e non con le popolazioni della Siberia. Un'altra prova è emersa nel luglio 2005, quando è stato reso noto il ritrovamento di un'impronta fossile in Messico risalente a circa 40 mila anni fa.
Alcuni studiosi sostengono invece la migrazione dall'Oceania (attraverso l'Antartide?) in un periodo di ghiacci; altri propongono un flusso migratorio dal Pacifico per mare; altri ancora vedono un possibile approdo dall'Europa attraversando l'Oceano Atlantico a Nord.
[modifica] Nativi americani nel nord America
[modifica] Regione artica

La regione artica (coste dell'Alaska e Canada settentrionale) è, per motivi climatici, un territorio scarsamente popolato, in cui l'agricoltura è praticamente impossibile: qui le popolazioni vivevano cacciando foche, caribù e, in alcune zone, balene. Durante l'estate abitavano in tende e in inverno in capanne costruite con blocchi di ghiaccio o blocchi di terra ricoperti di pelli. Anche ai nostri giorni i gruppi presenti hanno scarsi rapporti con altre popolazioni e sono molto legati alle loro tradizioni. In Alaska vivono gli Inuit e gli Yupik (entrambi i gruppi vengono spesso definiti Eschimesi), una parte dei quali emigrò intorno al 1000. in Groenlandia; la zona a Sud Ovest è abitata dagli Yuit, presenti anche in Siberia, mentre gli Aleutini vivono nelle isole omonime.
[modifica] Regione subartica
A causa dell'inclemenza del clima e quindi dell'impossibilità di praticare l'agricoltura, le popolazioni dell'area subartica (comprendente quasi tutto il Canada dalla tundra quasi fino al confine con gli Stati Uniti) erano nomadi e vivevano in tende o in case interrate, dedicandosi alla pesca o alla caccia di alci e caribù. A Est vivevano popolazioni di lingua algonchina, tra cui i Cree e gli Ojibway o Chippeway; a Ovest, gruppi di lingua athabaska (Carrier, Ingalik, Dogrib, Han, Hare, Koyukon, Kutchin, Mountain, Slave, Tanaina, Yellowknife e altri). Queste popolazioni venivano generalmente guidate dai capifamiglia ed i conflitti tra le varie tribù erano molto rari. Per quanto riguarda la religione erano molto diffuse le credenze negli spiriti guardiani e nella stregoneria. Molti di questi popoli ora sono sedentari e tuttora vivono di caccia e pesca.
[modifica] Costa nordoccidentale
Nonostante la ristrettezza della zona abitabile (limitata ad Est delle montagne) la costa nordoccidentale del Pacifico ha fornito un ambiente ideale per gli abitanti indigeni, grazie ai fiumi Colombia e Fraser eccezionalmente ricchi di salmone. Questo habitat particolarmente ricco, insieme al contributo di quello collinare, consentì l'incremento della popolazione che dette vita ad una cultura molto elaborata, organizzata in grandi case di legno e caratterizzata da ricche cerimonie e da un raffinato artigianato in legno. I villaggi solitamente erano composti da cento o più abitanti imparentati fra loro secondo una modalità gerarchica: i vari membri venivano ordinati in base al grado di parentela col capo. Solo i prigionieri di guerra e gli schiavi erano esclusi da questa classificazione. Di fondamentale importanza era considerata la ricchezza individuale o di gruppo, che veniva ridistribuita durante il potlatch, una cerimonia nella quale il capo e il suo gruppo regalavano i loro beni. Tutto ciò avveniva per consolidare o accrescere il proprio status, per ricevere l'invito ad altri potlatch e per equilibrare la distribuzione dei beni tra i vari gruppi. La religione era basata principalmente sul culto degli antenati mitici: le loro rappresentazioni stilizzate erano ovunque: sui pali totemici, sulle facciate delle case, le prore delle barche, le maschere e le coperte. I gruppi più importanti di quest'area sono i Tlingit, gli Tsimshian, gli Haida, i Kwakiutl, i Nootka e i Chinook. La maggior parte delle lingue parlate in quest'area appartenevano alle famiglie atabasca, penutiana o mosana.
[modifica] Altopiano
Nell'altopiano compreso tra l'Idaho, l'Oregon orientale, lo stato di Washington, il Montana occidentale e il Canada vivevano numerosi piccoli gruppi molto pacifici (tra cui i Nez Percé (Nasi Bucati), i Wallawalla, gli Yakima, i Flathead e i Cayuse). Sopravvivevano grazie alla caccia, alla raccolta di frutti e alla pesca al salmone. La loro cultura era simile a quella dei loro vicini della costa nord-orientale, del Gran Bacino e della California. Le lingue appartenevano per lo più alle famiglie penutiana e mosana.
[modifica] Gran bacino
L'area del Gran bacino, comprendente le catene montuose e le vallate dello Utah, del Nevada e della California, è stata abitata da popolazioni il cui stile di vita arcaico rimase quasi invariato fino al 1850; le più conosciute sono i Paiute, gli Ute e gli Shoshoni, insieme ai Klamat, ai Modoc e agli Yurok. Si trattava di piccole bande di raccoglitori, composte a volte da un'unica famiglia, ed erano distribuite su un territorio inospitale con una densità abitativa estremamente bassa. In estate si nutrivano di semi, radici, frutti di cactus, insetti, rettili e piccoli roditori, insieme a occasionali antilopi e cervi; i coyote invece non venivano mangiati perché li si credeva dotati di poteri soprannaturali. In inverno si dovevano affidare alle provviste estive perché la disponibilità di cibo era scarsissima e la minaccia della fame era sempre incombente. Nei periodi in cui il cibo era abbondante i vari gruppi si riunivano in bande più numerose, composte quasi esclusivamente da individui imparentati bilateralmente. Il riconoscimento della leadership avveniva in maniera informale e raramente sorgevano conflitti fra tribù, causati di solito da accuse di stregoneria o da rivalità sessuali. La religione formale era poco praticata; veniva soprattutto ricercata l'alleanza con gli spiriti, conosciuti attraverso sogni e visioni, che era ritenuta capace di conferire poteri connessi con la medicina, la caccia e il gioco d'azzardo.
[modifica] California
L'area culturale californiana comprende approssimativamente la superficie dello Stato attuale, con l'esclusione della zona sud orientale lungo il fiume Colorado. La popolazione nativa, che secondo le stime contava più di 200.000 abitanti, parlava più di 200 linguaggi distinti. Fra i gruppi più importanti vi erano i Pomo, i Modoc, gli Yana, i Chumash, i Costano, i Maidu, i Miwok, i Patwin, i Salinan, i Wintun, gli Yokut, gli Yuki e i cosiddetti Mission Indians (Indiani delle Missioni), Cahuilla, Diegueño, Gabrileño, Luiseño e Serrano. Tutti gli Indiani californiani erano principalmente raccoglitori di ghiande, semi erbacei e altri vegetali commestibili. Pesci e frutti di mare avevano importanza sulla costa, mentre nell'interno si cacciavano cervi, orsi e piccoli mammiferi vari. Il villaggio, composto anche da più di 100 persone, col suo particolare dialetto, era spesso la più ampia unità politica esistente. Diffusa era l'usanza delle metà esogame, che consentiva l'endogamia, pratica secondo la quale i matrimoni avvenivano solo all'interno del villaggio però diviso a sua volta in due metà, per cui i membri di un gruppo dovevano combinare il loro matrimonio con un membro dell'altro gruppo. I capi, a volte ereditari, organizzavano la vita sociale e cerimoniale, ma avevano scarso potere politico. I conflitti organizzati fra villaggi erano rari. Frequenti erano i riti di cura, le cerimonie della pubertà maschile e l'uso rituale delle droghe.
[modifica] Pianure

La zona delle Pianure (ovvero le praterie che si estendono dal Canada centrale fino al Messico e dal Midwest alle Montagne Rocciose) è sempre stata abitata da popolazioni che vivevano in piccoli gruppi nomadi al seguito delle grandi mandrie di bisonti, in quanto la caccia ha costituito la principale risorsa alimentare fino al 1890, anche se lungo il Missouri e altri fiumi delle pianure erano presenti forme di agricoltura stanziale. Tra i primi abitanti delle praterie possiamo ricordare i Blackfeet (cacciatori), i Mandan e gli Hidatsa (agricoltori); in seguito, quando i coloni europei conquistarono le foreste orientali, molte popolazioni del Midwest si spostarono nelle Pianure: tra questi i Sioux, gli Cheyenne e gli Arapaho, preceduti dagli Shoshoni e dai Comanche.
Quando il cavallo fu introdotto dagli europei (XVII secolo) e poi si diffuse in tutte le Grandi Pianure (XVIII secolo), nella zona si mescolarono tutta una serie di popoli precedentemente sedentari, disturbati dai cacciatori-guerrieri a cavallo delle zone vicine. Gli antichi raccoglitori e agricoltori d'estate iniziarono ad organizzarsi in accampamenti di dozzine di tipi trasportabili disposti in cerchio, per praticare la caccia al bisonte in maniera intensiva. Le cerimonie pubbliche, in particolare la danza del Sole, servirono a creare nei gruppi legami più saldi e un obiettivo comune.
Il potere individuale, perseguito in primo luogo con la ricerca della visione, accompagnata da automutilazioni e severe ascesi, veniva manifestato tramite la partecipazione alle incursioni belliche contro i nemici. Le società guerriere, alle quali gli individui aderivano in gioventù, divennero in breve tempo organizzazioni specializzate nella guerra, spesso con funzioni di controllo dell'ordine all'interno dei grandi accampamenti. Il successo nelle incursioni (condotte di solito da meno di una dozzina di uomini), il possesso di molti cavalli e il potere ottenuto attraverso le visioni o la danza del Sole erano i segni del rango fra gli indiani delle Grandi Pianure.
[modifica] Foreste orientali
Coperta in origine da una fitta vegetazione, l'area delle foreste orientali (comprendente le regioni temperate degli Stati Uniti e del Canada orientali, dal Minnesota e Ontario fino all'oceano Atlantico a Est e fino alla Carolina del Nord a Sud) era abitata inizialmente da cacciatori: intorno al 7000 a.C. vennero introdotte l'agricoltura, la pesca, la lavorazione della pietra e, nella zona dei Grandi Laghi, del rame. I nativi di quest'area comprendevano gli Irochesi e popolazioni di lingua algonchina, tra cui i Lenape (o Delaware), i Micmac, i Narragansett, gli Shawnee, i Potawatomi, i Menominee, gli Illinois. Alcuni di questi gruppi emigrarono a Ovest nel IX secolo, altri invece rimasero nella regione, raccolti di solito in piccole comunità.
Il clima freddo del Nord Est e dei Grandi Laghi tendeva a limitare l'orticoltura e a costringere alla raccolta delle piante selvatiche; i cibi più importanti erano il pesce, gli animali da caccia, lo sciroppo d'acero e il riso selvatico. Fra i coltivatori gli uomini si limitavano in genere a preparare il terreno per la coltivazione, che era opera essenzialmente femminile. I popoli di lingua irochese erano organizzati in villaggi matrilineari guidati da un consiglio: le donne avevano un ruolo importante nel governo dei villaggi.
Fra la costa orientale dei Grandi Laghi vivevano i popoli di lingua algonchina, organizzati per lo più in piccoli villaggi semisedentari fortemente influenzati dai loro vicini meridionali. Le attività orticole erano in genere poco sviluppate lungo la costa, dove la raccolta dava un prodotto assai abbondante. La leadership era in genere debole, il territorio mal definito e l'organizzazione politica somigliava a quella delle piccole tribù di altre zone. Queste furono fra le prime culture a subire la distruzione da parte degli europei e molte di esse erano già scomparse prima dell'inizio del Settecento.
[modifica] Sud-est
La regione a clima semitropicale che si estende a Nord del golfo del Messico, dalle coste dell'Atlantico al Texas centrale, era originariamente coperta di foreste di pini e popolate da daini. Nel 3000 a.C. in quest'area fu introdotta l'agricoltura che determinò un forte incremento demografico, mentre intorno al 1400 a.C. furono costruite le prime città. Al momento dell'arrivo degli europei, però, le epidemie cominciarono a decimare la popolazione. Alcune popolazioni native di questa zona, che includevano anche i Cherokee, i Creek e i Seminole, erano conosciute come le Cinque Nazioni Civilizzate, in quanto la loro economia e la loro organizzazione sociale erano più articolate e in qualche modo simili a quelle europee. Nella stessa area erano insediati anche i Natchez, ma la loro cultura, molto elaborata, fu distrutta dagli europei alla fine del XVIII secolo. Fra i gruppi più importanti del Sud Est sono da segnalare anche gli Alabama, i Caddo, i Chickasaw, i Choctaw, i Quapaw, i Biloxi, i Chitimacha, i Timucua e i Tunica. Molti di questi popoli raggiunsero i più alti livelli culturali a Nord della Mesoamerica, che influenzò fortemente le loro culture. Una orticoltura produttiva integrata dagli abbondanti prodotti delle foreste fornì la base materiale ai loro grandi insediamenti sottoposti all'autorità centralizzata di un capo. Ebbero villaggi di centinaia di abitanti fortificati con palizzate, che contenevano grandi tumuli sui quali sorgevano i templi al cui interno ardeva il fuoco perenne e le abitazioni delle classi superiori. I capi e i re esercitavano il potere assoluto sui sudditi, nobili e popolani, e in alcuni casi comandavano più di una dozzina di villaggi. Frequenti erano le guerre e le incursioni.
[modifica] Sud-ovest
L'area culturale del Sud Ovest si estende su una regione calda e arida di montagne e bacini cosparsi di oasi: gli abitanti di quest'area comprendente l'Arizona, il New Mexico, il Colorado meridionale e l'adiacente Messico settentrionale, dapprima cacciatori di mammut e poi del bisonte, diedero origine a una cultura, definita arcaica, sviluppatasi tra l'8000 a.C. e il 300 ca. a.C. Sono state ritrovate tracce di culture precedenti, come i Clovis, risalenti addirittura ad epoche precedenti (11.000 anni fa) Nel Sud Ovest vissero tanto popoli di cacciatori-raccoglitori (fra cui gli Apache, gli Havasupai, i Seri, i Walapai, gli Yavapai) quanto popoli di orticoltori, come i Mojave, i Navajo, i Papago, i Pima, i Pueblo (fra cui gli Hopi e gli Zuñi), gli Yaqui, gli Yuma, i Cocopa e gli Opata. Nonostante la sua aridità, la regione offriva considerevoli quantità di cibi selvatici, sia animali che vegetali, che fornivano il sostentamento necessario ai numerosi insediamenti, organizzati patrilinearmente o matrilinearmente. Erano frequenti le incursioni contro gli orticoltori vicini. Intorno al 300 a.C. alcune popolazioni del Messico, a economia basata sulla coltivazione di mais, fagioli, zucche e meloni in terreni irrigati, emigrarono nell'Arizona meridionale. Chiamati Hohokam, furono gli antenati degli odierni Pima e Papago. L'agricoltura fu praticata anche dagli Anasazi: i loro discendenti sono gli attuali Pueblo, cui si aggiunsero in seguito gli attuali Navajo e vari gruppi di Apache. Risalgono al 1000 a.C. le prime caratteristiche tombe coperte da tumuli sepolcrali, diventate in seguito centri di culto, tipiche della prima civiltà Hopi.
[modifica] Cronologia
- 40.000 a.C. - Probabile attraversamento via mare dello Stretto di Bering.
- 20.000 a.C. - 11.000 a.C. - Attraversamento delle terre emerse del Beringia.
- 1000 - In America settentrionale giungono i Vichinghi.
- 1492 - Cristoforo Colombo approda nell'arcipelago caraibico.
- 1497 - Amerigo Vespucci approda nel continente sud-americano, nella penisola della Guayira.
- 1497 - Giovanni Caboto approda nella Nuova Scozia.
- 1513 - Juan Ponce de León giunge in Florida.
- 1525 - Viene fondata Santa Marta, la più antica città ancora esistente, in Colombia.
- 1607 - I Britannici arrivati in Virginia vengono accolti pacificamente dai Powhatan.
- 1620 - Sulla costa orientale, affacciata sull'Atlantico, viene fondata la prima colonia inglese.
- 1625 - Vengono ceduti, pacificamente, 12.000 acri di terra ai bianchi da Samoset, capo della tribù dei Pemaquid. È questa la prima cessione di terra indiana a coloni inglesi.
- 1755 - Inizia la guerra dei Sette Anni tra Britannici e Francesi.
- 1770 - Gli Irochesi sono costretti a firmare il trattato di Stanwick.
- 1787 - Nascono gli Stati Uniti d'America.
- 1795 - I Capi delle tribù Shawnee e Miami sono costretti a firmare il trattato di Greenville.
- 1830 - Il Congresso degli USA approva l'"Indian Removal Act".
- 1834 - Gli USA fissano i loro confini occidentali nel 95° meridiano.
- 1838 - I Cherokee vengono rinchiusi in campi di concentramento per evitare che si ribellino alla notizia che il loro territorio è stato loro sottratto perché in quei luoghi è stato scoperto l'oro.
- 1842 - Viene tracciata la "Oregon Trail", la prima pista ad attraversare i territori indiani.
- 1848 - In California viene scoperto l'oro.
- 1850 - La California diventa il 31° stato dell'Unione.
- 1858 - Il Minnesota diventa uno stato e i suoi confini si oltrepassano il 95° meridiano di un centinaio di chilometri.
- 1861 - Inizia la guerra di secessione.
- 1864 - L'esercito U.S.A. stermina gli Cheyenne del villaggio di Sand Creek in risposta all'attacco di un treno merci. Dodici anni dopo i Sioux considereranno vendicata la strage di Sand Creek, nella quale erano morti principalmente donne e bambini, per assenza dei guerrieri, nella battaglia di Little Bighorn
- 1865 - Finisce la guerra di secessione.
- 1868 - Gli Cheyenne sopravvissuti a "Sand Creek" vengono sterminati da Custer sul fiume Washita. I Sioux firmano il Trattato di Fort Laremie che assegna loro il territorio delle "Black Hills".
- 1874 - Gli Statunitensi scoprono l'oro nelle Black Hills, territorio diventato sacro per i Sioux. Scoppia una guerra tra bianchi e Sioux per il controllo di questo territorio.
- 1876 - I Sioux e gli Cheyenne fanno una grande cerimonia detta "Danza del Sole" presso il fiume Rosebud dove vengono attaccati dal gen. Crook ma hanno la meglio. In una successiva controffensiva americana guidata da George A. Custer, gli americani vengono sconfitti e lo stesso Custer cade sul campo, è la più grande vittoria dei Nativi americani, la battaglia di Little Bighorn.
- 1890 - Il capo Toro Seduto viene ucciso. I Sioux vengono massacrati a Wounded Knee, l'ultimo evento bellico tra bianchi e Nativi.
- 1924 - Tutti i Nativi americani ottengono la cittadinanza statunitense.
- 1980 - Gli Oglala (Sioux) riescono finalmente ad ottenere 100 milioni di dollari per compensare la perdita delle "Black Hills".
[modifica] Aspetti culturali
Benché le caratteristiche culturali, come la lingua, i costumi e le usanze varino enormemente da una tribù all'altra, ci sono alcuni elementi che si possono incontrare frequentemente e sono condivisi da molte tribù.
[modifica] Religione
La religione attualmente più diffusa è conosciuta con il nome di Chiesa nativa americana. È una chiesa sincretistica che unisce elementi dello spiritualismo nativo provenienti da un numero di differenti tribù con elementi simbolici tipici del Cristianesimo. Il suo rito principale è la cerimonia del peyote. La chiesa ha riportato significativi successi nella lotta contro molti vizi portati dalla colonizzazione, come l'alcolismo e la criminalità. Nell'America Sud-occidentale, specialmente nel Nuovo Messico, il sincretismo tra il Cattolicesimo portato dai missionari spagnoli e la religione nativa è piuttosto comune; i tamburi, i canti e le danze dei Pueblo sono regolarmente parte della Messa.
[modifica] Musica e arte
La musica dei nativi americani è quasi interamente monofonica anche se ci sono notevoli eccezioni. La musica nativa tradizionale spesso prevede i tamburi ma pochi altri strumenti, anche se i flauti vengono impiegati da alcuni gruppi. La tonalità di questi flauti non è molto precisa e dipende dalla lunghezza del legno usato e dalla grandezza della mano del suonatore.
La forma più diffusa di musica pubblica tra i nativi americani negli Stati Uniti è il pow-wow. Durante questa manifestazione, così come nell'annuale Gathering of Nations ad Albuquerque nel Nuovo Messico, membri di gruppi di suonatori di tamburi si siedono in cerchio intorno ad un grande tamburo, mettendosi a suonare all'unisono mentre cantano nelle loro lingue native e i danzatori colorati ballano in senso orario intorno ai suonatori. Le attività musicali ed artistiche scandiscono la vita degli indiani molto più del lavoro, che è ridotto al minimo necessario per la sopravvivenza.
Le sonorità dei nativi americani sono state riprese anche da molti artisti di musica pop e rock.
L'arte dei nativi americani costituisce una categoria importante nel panorama dell'arte mondiale. Il contributo dei nativi americani include stoviglie di terracotta, dipinti, gioielli, vestiti, sculture e cestini.
[modifica] Personaggi
- Cavallo Pazzo (Tašunka Witko)
- Geronimo (Goyathlay)
- Toro Seduto (Tatanka Yotanka)
- Nuvola Rossa (Makphya Luta)
- Alce Nero (Hehaka Sapa)
- Uomo-Che-Teme-Il-Suo-Cavallo (Tašunka-kokipapi)
[modifica] Nativi americani nel Mesoamerica

Fin dal 1400 a.C. in Messico e nella parte settentrionale dell'America centrale fiorirono civiltà di notevole importanza: sulla costa orientale del Messico gli Olmechi eressero templi e imponenti palazzi fino a cadere in declino intorno al 400 a.C.. In seguito il Messico centrale fu dominato per circa duecento anni dalla civiltà di Teotihuacán e nel sud-ovest e nello Yucatán fiorì l'impero Maya. Nell'XI secolo il Messico era controllato dai Toltechi, ai quali fecero seguito gli Aztechi e poi gli spagnoli. Le popolazioni che risiedevano nel Mesoamerica (Messico, Guatemala, El Salvador e la parte occidentale dell'Honduras e del Nicaragua), con la loro produzione agricola, alimentavano i grandi mercati cittadini. Erano inoltre dotate di strutture sociali complesse e svilupparono un'arte e una cultura raffinate, però distrutte quasi interamente dalla conquista spagnola. Le civiltà mesoamericane ebbero una scrittura geroglifica, libri di carta di corteccia, carte geografiche, la matematica posizionale e il concetto dello zero, gli osservatori astronomici, un calendario di grande precisione e la previsione delle eclissi, complessi centri civico-cerimoniali e società stratificate con sovrani assoluti. Tutti questi popoli furono assoggettati dagli spagnoli e fatti diventare contadini a loro servizio.
[modifica] Nativi americani nel Sudamerica
[modifica] Area settentrionale e Caraibi
Quest'area geografica comprende ambienti molto diversificati: giungle, savane, zone aride e la parte settentrionale delle Ande. Sin dall'epoca arcaica la popolazione che vi risiede viveva organizzata in piccole comunità. Tra i popoli indigeni della Colombia, i Chibcha erano famosi per l'oreficeria, mentre altri gruppi, come i Mosquito del Nicaragua, i Cuna di Panama, gli Arawak e i Caribi dei Caraibi, avevano come attività principali la caccia e la pesca.
[modifica] Area amazzonica
![]() |
Per approfondire, vedi la voce popoli indigeni del Brasile. |
La regione amazzonica con tutta probabilità non fu abitata prima del 3000 a.C. Qui le popolazioni indigene, che lavoravano il cotone e si dipingevano il corpo, mantengono anche oggi molti dei costumi tradizionali anche se il loro habitat è seriamente minacciato dallo sfruttamento intensivo delle miniere e del legname. Nell'area vivono numerosi gruppi, tra cui i Makiritare, i Tupinambá e quelli che parlano le lingue degli Arawak e dei Caribi. In queste zone spesso forti piogge dilavavano le sostanze nutrienti del suolo e queste società agricole erano costrette a spostare continuamente le coltivazioni, trasferendo spesso interi villaggi. La coltivazione taglia-e-brucia di vari tuberi, cereali e palme forniva un'alimentazione abbondante, ma povera di proteine, le cui principali fonti erano invece il pesce e le tartarughe con le loro uova, integrate dall'esiguo prodotto di una caccia difficile a vari mammiferi di grande e piccola taglia. I villaggi erano in genere piccoli (100-1000 abitanti) e la densità bassa (c.a. 2 ab./Km²): questi centri erano spesso la più vasta unità di aggregazione politica. La forma più diffusa di affiliazione sociale era il patrilignaggio, sebbene esistessero clan in alcuni dei centri più grandi. Nelle società più piccole la leadership era esercitata da un anziano, mentre nelle comunità più numerose gli sciamani acquisivano a volte il potere attraverso l'intimidazione. In alcune delle società dell'alta Amazzonia esistevano anche strutture di classe. Gli sciamani guidavano le cerimonie della pubertà, del raccolto e della morte, tutte assai elaborate in quest'area culturale. Molti individui diventavano sciamani grazie all'impiego di potenti droghe allucinogene.
[modifica] Ande centrali e meridionali
La parte centrale e meridionale delle Ande, quella cioè che attraversa la parte occidentale dell'America del Sud, con le sue strette valli comprese tra i monti e il Pacifico, ha ospitato grandi civiltà indigene. I popoli che abitavano i villaggi delle valli costiere del Perù centrale, edificarono dopo il 2000 a.C. grandi templi di pietra e mattoni. Dopo il crollo di queste civiltà (Huari, Tiahuanaco e Chimú), tutto il moderno Perù fu conquistato dagli Inca, che estesero il loro dominio anche negli attuali stati di Ecuador, Bolivia, Cile e Argentina.
Nel XVI secolo, l'Impero Inca, ormai indebolito da lotte interne, fu facilmente conquistato dagli spagnoli (chiamati conquistadores). Allo stato attuale sopravvivono numerose popolazioni di lingua quechua (l'idioma parlato dagli Inca), relativamente integrate nella cultura ispano-americana. Oltre ai quechua, più limitatamente ad alcune zone geografiche ristrette, sono presenti altre popolazioni che mantengono ancora lingue e tradizioni di origine precolombiana. Tra le maggiormente presenti, ricordiamo gli aymara che abitano una parte della regione andina compresa tra Perù e Bolivia.
[modifica] Regione meridionale
In questa zona, che comprende l'Uruguay, l'Argentina e il Cile, vivono popolazioni contadine, come i Mapuche (appartenenti al gruppo araucano del Cile) che tuttora abitano in villaggi e coltivano mais, patate e cereali. In seguito alle invasioni spagnole questi gruppi iniziarono ad allevare anche bestiame e cavalli. Più a Sud, nelle pampa, era impossibile praticare l'agricoltura, perciò le popolazioni vivevano di caccia o di pesca; nei pressi dello stretto di Magellano, invece, le popolazioni vivevano principalmente pescando foche e leoni marini. Questi gruppi avevano la più bassa densità di popolazione di qualsiasi altra cultura sudamericana e conoscevano solo una semplice organizzazione per bande. Tutti presentavano una scarsa produttività di alimenti e una tecnologia elementare. La religione conosceva i riti di passaggio, lo sciamanesimo e la credenza negli spiriti. Faide e incursioni erano rare: la sopravvivenza di queste società dipendeva dalla loro capacità di sfuggire ai più potenti e bellicosi vicini.
[modifica] Dalla conquista ad oggi
Quanti fossero i nativi prima della colonizzazione europea delle Americhe è difficile da stabilire: le cifre dell'entità dello sterminio sono ancora al centro di un ampio dibattito storiografico. Secondo le ultime ricostruzioni si tratterebbe del 90% della popolazione indigena morta in meno di un secolo.
Secondo quanto afferma lo studioso David Carrasco: «Gli storici sono stati in grado di stimare con una certa plausibilità che nel 1500 circa 80 milioni di abitanti occupavano il Nuovo Mondo. Nel 1550 solo 10 milioni di indigeni sopravvivevano. In Messico vi erano circa 25 milioni di persone nel 1500. Nel 1600 solo un milione di indigeni mesoamericani erano ancora vivi»[1]
Le cause di una tragedia di così ampie dimensioni sono molteplici: gli stermini perpetrati dai conquistadores, le guerre intestine sovente aizzate da questi ultimi per rendere più facile la conquista con la politica del divide et impera, le nuove malattie, i lavori forzati in stato di semi-schiavitù e non ultimo il senso di smarrimento e di perdita di senso dovuto all'annientamento della loro fede e delle loro tradizioni che portarono talvolta a suicidi di massa.
La colonizzazione del Nord e del Sud America presenta delle differenze: i conquistadores spagnoli erano prevalentemente degli avventurieri o degli sbandati che non avevano trovato fortuna in patria. Alcuni praticarono lo stupro sistematico ma i più si unirono con donne indigene di rango superiore e diedero origine alla numerosa popolazione di meticci (mestizos) del Centro e Sud america. Al contrario, gli inglesi arrivavano nel Nuovo Mondo già organizzati in nuclei familiari e questo non favorì l'integrazione della popolazione.
Una tattica comune a tutti gli invasori fu la denigrazione dell'avversario: i nativi furono descritti come esseri bestiali, dediti alle più turpi attività, seguaci del demonio e privi di qualsiasi elemento culturale. Queste idee trovarono terreno fertile negli uomini dell'epoca e furono un motore formidabile di motivazione per i conquistadores e le potenze coloniali. Specialmente i sacrifici umani provocavano un profondo disgusto che giustificava ai loro occhi lo sterminio di quelle civiltà. D'altra parte si sottovalutavano le peculiarità culturali e materiali delle civiltà e dei popoli incontrati. Alcuni studiosi ritengono che ci furono numerosi tentativi di occultamento, quasi fino a giorni nostri, di gran parte dei documenti prodotti dai nativi e in alcuni casi persino delle rovine archeologiche.
Fu proprio questo, ad esempio, il destino del resoconto del cronista indigeno quechua Guamán Poma de Ayala. Nella sua Primer nueva corónica y buen gobierno, lettera di protesta indirizzata al re Filippo III di Spagna, ripercorre la storia del suo popolo e si lamenta per il destino attuale. Guamán Poma si ritiene testimone oculare dell'ultimo pachacuti, la distruzione che avviene alla fine di ogni ciclo cosmico secondo la mitologia quechua. Il cronista descrive lo stato di caos e le atrocità subite dal suo popolo e sollecita il re ad intervenire per ristabilire una situazione di buen gobierno. Per centinaia di anni di questo straordinario libro non si è saputo nulla, finché l'opera non è stata ritrovata in un archivio a Copenaghen nel XX secolo[2].
Sorte analoga dovette affrontare il cosiddetto Codice Fiorentino, cioè l’ultima redazione, l'unica bilingue (spagnolo e nahuatl) della Historia universal de las cosas de Nueva España, scritta da fra Bernardino de Sahagún.
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Codice fiorentino. |
La tattica dell'occultamento e della sistematica umiliazione si è rivelata relativamente semplice con le culture del Nord America perché si presentavano essenzialmente come popolazioni con tradizioni orali e con modi di vita che prevedevano spostamenti pendolari[3] in seguito ai movimenti delle mandrie da cacciare.
Nei tempi moderni invece, le civiltà mesoamericane o andine, sono state esaltate per il glorioso passato mentre vi è stata una svalutazione del presente, per la quale i discendenti di queste civiltà avrebbero subito una sorta di imbarbarimento. Questa concezione è stata talmente sostenuta che gli indigeni stessi si sono convinti della sua autenticità[4].
Parallelamente alla diffusione di questi stereotipi negativi sugli indigeni americani, se è assistito alla fioritura di una visione edulcorata della realtà per cui gli indigeni rappresenterebbero l'incarnazione del mito del buon selvaggio di Jean-Jacques Rousseau[5]. Ovviamente anche questa è una distorsione della realtà che si basa su una visione dualistica incentrata sulla dicotomia bene/male.
Nel corso degli anni sono fioriti tutta una serie di luoghi comuni sui nativi americani molto spesso veicolati anche da mezzi di comunicazione di massa come i fumetti, il cinema, la TV, la pubblicità.
«L'indiano immaginario è diventato una delle icone della società dei consumi. Il risultato è stata la riduzione delle culture native a una serie di slogan e di atteggiamenti semplicistici e paternalisti; molte delle immagini degli Indiani della pubblicità hanno un'intenzione positiva perché rivelano qualità come il coraggio, la prestanza fisica e la naturale virtù, qualità che, si crede, gli indiani abbiano posseduto prima del contatto coi bianchi. La pubblicità rinforza l'opinione che gli indiani migliori erano quelli di una volta; come simbolo consumista l'indiano è ammirato per valori che i consumatori associano con la società preindustriale.»[6]
I nativi americani non sono sono da considerarsi fossili sociali nel senso che non hanno fissato uno stadio di sviluppo della loro cultura in senso identitario. Gli indigeni salvaguardano sì i loro modi di vita, ma operando su di esse modifiche continue, resistendo proprio grazie alla capacità di mutamento. In tutto il continente americano ci sono ancora circa 43 milioni di persone (3 milioni nell'America del Nord e più di 40 in quella del Sud) che conducono stili di vita che discendono da quelli in uso nell'età precolombiana, anche se pur in parte adattati e modificati.
L'atteggiamento attuale nei confronti dei nativi è bivalente: da una parte quello del silenzio, da quell'altra si cerca di porsi nel senso dell'integrazione. Quest'ultimo comportamento viene da molte parti incoraggiato in quanto considerato utile per far uscire gli indigeni dal loro sottosviluppo. Tuttavia alcuni sollevano obiezioni sul come viene intesa l'integrazione e lo sviluppo e sul fatto che vengono imposte categorie europee o, comunque, occidentali. Chi sostiene queste obiezioni afferma che lo sviluppo sia identificato solo con quello tecnologico occidentale, senza tener conto che una politica assimilazionistica, basata magari sulla formalità tutta esteriore del politicamente corretto, potrebbe causare uno svuotamento della loro cultura e della loro identità[7].
«Non esiste un mitico mondo indigeno unitario, sottratto al divenire storico, ma esistono delle culture indigene che salvaguardano alcuni loro tratti essenziali attraverso una lunga lotta di resistenza. Questa resistenza non avviene in una situazione di chiusura totale verso l'esterno, anche se in essa gioca un ruolo rilevante la simulazione, intesa come accettazione apparente o epidermica dei valori dei dominatori. Si stabilisce, di fatto, un'interazione reciproca tra le diverse culture, che trasforma in profondità la loro struttura. Il termine mestizaje, pur con la sua genericità, definisce questo impasto originale, in continua evoluzione.»[8]
La frattura tra questi due mondi, colonizzati e i colonizzatori, non è comunque stata ancora ricomposta completamente: il passato continua ad influenzare, purtroppo spesso in modo tragico, il presente. La presa di coscienza della propria storia e la rivendicazione sistematica dei propri diritti è iniziata solamente nel XIX secolo. Spesso gli indigeni, per non far scomparire le loro culture, utilizzano una strategia basata sulla resistenza al dominio imposto. È una tattica sotterranea, spesso silenziosa, che raramente sfocia in azioni dimostrative ma non per questo meno decisa e risoluta.
[modifica] Curiosità
I nativi americani ed in particolare Cheyenne e Lakota, usavano regalare ad ogni neonato un oggetto chiamato acchiappasogni. Esso doveva servire a scacciare i sogni cattivi e a catturare quelli buoni.
Il nome Chippewa è stato usato da un gruppo musicale alternativo italiano.
[modifica] Note
- ^ D. Carrasco, Religions of Mesoamerica, Harper and Row, San Francisco 1990.
- ^ L. E. Sullivan, Prefazione a: Culture e Religioni Indigene in America: Centrale e Meridionale. Jaca Book, 1997
- ^ F. Jennings, L'invasione dell'America: indiani, coloni e i miti della conquista, Einaudi, 1991
- ^ F. Fanon, I dannati della Terra, Einaudi; nuova ediz. Edizioni di Comunità.
- ^ A. Gerbi, La disputa del nuovo mondo, Adelphi, 2000
- ^ D. Francis, The Imaginary Indian, 1992, citato in: "HakoMagazine" n°8, L’Indiano Immaginario
- ^ R. Romano, America indiana: storia, cultura, situazione degli Indios, Einaudi, 1976
- ^ A. Melis, Tradizione culturale e resistenza nel mondo indigeno, in: Dimensioni e problemi della ricerca storica, 1992
[modifica] Bibliografia e riferimenti
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Bibliografia sulla Storia Pellerossa. |
- AA.VV. "Dove Soffia il Vento, Canti degli Indiani d'America" - Traduzioni di S. Zavatta - l'Aleph, Newton Compton
- Bosch-Gimpera P., L' America precolombiana , Vol. 7 di: Nuova storia universale dei popoli e delle civiltà, UTET, 1970
- Brown D., Seppellite il mio cuore a Wounded Knee - Mondadori (Oscar storia), 1994
- D'Aniello, R. - "Dizionario degli Indiani d'America" - Grandi Manuali Newton
- Disselhoff, H.-D., Le civiltà precolombiane, Bompiani, 1983
- Erdoes, R. e Ortiz, A. - "Miti e leggende degli indiani d'America" - Arnoldo Mondadori - 1994
- Erdoes, R. e Ortiz, A. Marchiori, M. - American Indian myths and Legend, "Miti e Leggende degli Indiani d'America" - Arnoldo Mondadori Editore
- Fiorentino D., L' America indigena: popoli e società prima dell'invasione europea, Giunti, 1992
- Gonzalez, R. et al. "Craniometric evidence for Palaeoamerican survival in Baja California", Nature 425, pp. 62 - 65, 4 settembre 2003
- Hamilton, C. e A. Dell'Orto - Cry of the Thunderbird, "Sul Sentiero di Guerra" - Universale Economica Feltrinelli
- Jacquin P. - "I Pellerossa, Popolo delle praterie" - Universale electa/ gallimard - 1987
- Lowie, R. H. - Indians of the Plains, "Gli Indiani delle Pianure" - Arnoldo Mondadori Editore
- Milani M. - "Little Big Horn, L'ultima battaglia del generale Custer" - Mursia - 1992
- Müller D. - "Voci e tamburi lontani", La musica ispirata agli indiani d'America, con CD - Zecchini Editore - 2007
- Pedrotti, W. - "Vita di un popolo guerriero, I Sioux" - Demetra
- Pedrotti, W. - "Le guerre Indiane" - Demetra
- Polia M."Gli indios dell'Amazzonia" - Milano , Xenia, 1997
- Romano R., America indiana: storia cultura situazione degli Indios, Einaudi, 1976
- Rossi R. - "La vita in un campo indiano" - Idea libri - 1999
- Séjourné L., America precolombiana, Vol. 21 di: Storia universale Feltrinelli, Feltrinelli, 1971
- Stannard, D. "Olocausto americano", Bollati Boringhieri, Torino, 2001 ISBN 8833913627
- Ulrich, P - "L'America alla Conquista del Far West" - Edizioni Ferni, Ginevra
- Utley, R. - "Toro Seduto, La sua vita, i suoi tempi" - Arnoldo Mondadori Editore
- Welch, J. - "La luna delle foglie cadenti"
- Woman, R. E. - "I Pellerossa, Piccolo grande popolo" - Emi - 1985
- Zucconi, V. - "Gli Spiriti non dimenticano, Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux"- Arnoldo Mondadori Editore
[modifica] Voci correlate
- Colonizzazione europea delle Americhe
- Civiltà precolombiane
- Classificazione dei nativi americani
- Popoli indigeni della Colombia
- Popoli indigeni del Brasile
- Popolo minacciato
- Edward Sheriff Curtis, esploratore e fotografo statunitense
- Henry Schoolcraft, geografo, geologo ed etnologo statunitense
[modifica] Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni di o su Nativi americani
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Nativi americani
[modifica] Collegamenti esterni
- Crani fossili di paleoamericani
- I primi americani 40.000 anni fa
- I Sioux ed i nativi d'America - Informazioni, tribù, personaggi e bibliografia dedicata agli Indiani d'America
- Indiani d'america - Storia, guerrieri, frasi celebri, usi e costumi dei pellerossa
- nativi americani - Informazioni sui Sioux, leggende, questionari e link a siti di interesse per lo studio di argomenti correlati
- Nativi d'America - Contiene le biografie di numerosi nativi americani, uno studio sulla loro poesia e una sezione dedicata al fumetto MagicoVento
- Powathan's world - Viaggio attraverso la storia, la cultura e le frasi celebri dei nativi americani
- Tributo ai nativi americani - Presenta informazioni e immagini sui nativi americani e la loro cultura
- Indiani americani - Storia, leggende, usi e costumi dei nativi americani
- Ballo tradizionale dei nativi della foresta amazzonica (video)
- Farwest.it- La storia del west, degli indiani e della guerra civile americana
- Nativi Americani.it- Blog d'informazione sui Popoli Nativi Americani