Squinzano
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Squinzano | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 48 m s.l.m. | ||
Superficie: | 29 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 529 ab./km² | ||
Comuni contigui: | Campi Salentina, Cellino San Marco (BR), Lecce, San Pietro Vernotico (BR), Torchiarolo (BR), Trepuzzi | ||
CAP: | 73018 | ||
Pref. tel: | 0832 | ||
Codice ISTAT: | 075079 | ||
Codice catasto: | I930 | ||
Nome abitanti: | squinzanesi | ||
Santo patrono: | San Nicola di Bari | ||
Sito istituzionale | |||
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Squinzano (15.093 abitanti) è una città del Salento situata nella parte settentrionale della provincia di Lecce.
Indice |
[modifica] Luoghi di rilievo
La città non custodisce, purtroppo, una mole rilevante di opere d'arte, soprattutto se rapportate all'entità demografica, allo sviluppo edilizio e all'importanza storica della località. Tra le poche opere presenti nella località salentina sono apprezzabili:
- il Monumento ai caduti in guerra, opera in travertino scuro del celebre scultore leccese Eugenio Maccagnani, che riproduce l'alata Madre Italia, vittoriosa e pur mesta, che regge sul grembo il Figlio Caduto (con evidente richiamo alla Pierà di Michelangelo);
- la Chiesa Matrice, dedicata al patrono, San Nicola di Bari, edificata in elegante stile barocco tra il 1590 e il 1612, a tre navate e a croce latina. È da ammirare il pregevole coro ligneo, intagliato in noce scuro, ed alcune tele di pregevole fattura poste sugli altari, oltre ad un vivace affresco sull'arco trionfale del transetto, realizzato durante il restauro del 1801, riproducente lo stemma civico di Squinzano, l'aquila con le ali spiegate per esigenze architettoniche. Nel 1658 viene ultimato anche il campanile, sempre in sobrio ed elegante barocco, opera del concittadino Saverio Tommasi, a forma quadrangolare che va rastremandosi nei piani superiori, e di altezza di 32 metri.
- la Chiesa Maria Regina, completata e consacrata il 31 maggio 1969; fu il frutto rilevante dell'opera ininterrotta e meritoria di apostolato di Don Nicola Leone, ha una struttura ovale in stile moderno ed è costruita in carparo tratto dalle cave di Casalabate; internamente colpisce subito l'attenzione dei fedeli un gigantesco mosaico, opera della ditta Mellini di Firenze, raffigurante la Vergine titolare del tempio nella sua celestiale regalità; sulla parte anteriore dell'antistante altare maggiore si nota un paliotto in bronzo fuso, diviso in tre sezioni sulle quali sono raffigurati tre episodi biblici relativi ad altrettanti personaggi: Abele, Abramo e Melchisedek; lateralmente vi è l'altare del Sacramento, anche questo ricoperto nella parte anteriore da un paliotto e sormontato da un pregevole Crocifisso.
- Villa Elvira, comunemente chiamato come "castello" di Sant'Elia, situato all'apice del lieve pendio che si affaccia sul piccolo bassopiano che ospita la città di Campi Salentina;
- Villa Cleopazzo, una delle più belle case della città, se non la più bella, da anni di proprietà comunale e sede di numerose manifestazioni, mostre, e di uno degli eventi della città, il Settembre Squinzanese. Dal 2004 è anche sede della Biblioteca comunale.
[modifica] Piazze
Ricordiamo come piazze principali Piazza Vittoria, una delle più grandi e più lunghe piazze del Sud Italia, Piazza Plebiscito, Piazza San Nicola e Piazza Risorgimento.
[modifica] Storia
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Per approfondire, vedi le voci Storia del Salento e Storia della Puglia. |
La tradizione orale attribuisce la nascita della città al console romano Tito Quinzio Flaminio, che nel corso delle guerre tarantine del 190 a.C. eresse la sua dimora, la Villa Quintiana in questo luogo. Da qui sorse prima il casale Quintianum (che divenne poi Quinzano ed infine Squinzano), che dopo la distruzione della vicina città messapica di Valesio, si ingrandì raccogliendo i profughi.
Durante il medioevo segue le vicende dalla Contea di Lecce. Nel 1560 Squinzano divenne, con regio decreto, libero Comune demaniale, ma nel 1623 motivi economici costrinsero a rivendere tale titolo per tornare ad essere un comune feudale, del quale fu beneficiario il nobile spagnolo Don Giovanni Enriquez. Lo spagnolo, amante dei Ordine Francescano, fece costruire una prima versione, molto ridotta, dell'attuale Convento, inaugurato nel 1625, circa una decina di anni dopo la costruzione della Chiesa Matrice, a tre navate ed a croce latina, sorta nel centro urbano. Inoltre sempre in quegli anni fu terminata la costruzione di un'altra chiesa, dedicata stavolta alla Santissima Annunziata, in gloria di una pia donna del paese, tale Maria Manca, alla quale apparve nel 1918 la Madonna.
Il figlio di Don Giovanni Enriquez, Gabriele Agostino Enriquez, ottenne il titolo di Principe di Squinzano, titolo che dopo l'estinzione degli Enriquez, passò ai nobili Filomarino di Cutrofiano. L'abolizione del feudalesimo riuscì a liberare il territorio di Squinzano dalle soggezioni nobiliari ed ecclesiastiche e lanciò il comune verso lo sviluppo economico, demografico ed urbano.
Nel XIX secolo Squinzano intraprese la lotta contro la dominazione straniera dapprima con la Carboneria, successivamente con la Giovane Italia. Alla fine delle lotte risorgimentali il voto di annessione al neo costituito Regno d'Italia fu quasi unanimemente espresso dai suoi abitanti. La situazione economica si accrebbe notevolmente, tra il 1869 e il 1891 viene costruita la stazione ferroviaria che, posta in una posizione intermedia tra Brindisi e Lecce, trasformò il paese in centro delle attività dell'intero comprensiorio. Sicché la popolazione tra il 1870 e il 1910 aumentò fino a 1 volta e mezza, fino a raggiungere i 7.500 abitanti, per superare quota 10.000 all'indomani della prima guerra mondiale. Il periodo del ventennio fascista e successivo alla liberazione del 1945 è comune a tutti i centri agricoli del sud, gravato da numerosi sacrifici economici e pieno di grandi speranze per il futuro.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Tradizioni
Tra le tradizioni squinzanesi vanno ricordate:
- La festa dell'Annunziata, una ricorrenza religiosa legata all'apparizione della Vergine a Maria Manca, del 21 ottobre del 1618. La festa culmina il 25 marzo con l'allestimento di una grande fiera-mercato nella zona della stazione ferroviaria, che blocca l'accesso alla città dalla superstrada e dal mare. Negli ultimi anni, durante i giorni della festa si tiene la Mostra dell'Artigianato Locale, organizzata dall'Associazione Artigiani e dall'Amministrazione Comunale, ospitata nei locali della Cooperativa Agricola Squinzanese.
- La festa di San Nicola, i festeggiamenti del Santo Patrono della seconda domenica d'agosto. Il culto del santo patrono deriva dai rifugiati della città di Valesio e dei casali circostanti, rasi al suolo nel medioevo e dove era molto diffuso il mito greco, in cui era compreso il culto di San Nicola.
- Il Settembre Squinzanese, una manifestazione che allieta l'addio delle vacanze estive con un mese di spettacoli, proiezioni di film, commedie teatrali di compagnie locali e non, rassegne musicali, mostre d'arte e tanto altro. Il tutto è circondato dalla splendida cornice e dall'atmosfera creata in una delle più belle ville della città, Villa Cleopazzo.
[modifica] La Banda musicale dei Fratelli Abbate
Uno dei vanti della città per la maggior parte del XX secolo è stata la Banda musicale della città, nata dalla delibera del comune in seduta straordinaria il 22 febbraio 1876, ma nota ai più come la Banda dei fratelli Abbate. Questo fiore all'occhiello della città ha visto susseguirsi alla direzione dell'orchestra numerosi artisti di rilievo nazionale e internazionale, ma furono i fratelli di origine bitontina Ernesto e Gennaro Abbate che da direttori inaugurarono e vissero il periodo aureo dell'orchestra, dal primo dopoguerra fino al 1954, anno della morte del secondo fratello, Gennaro.
Ernesto Abbate prese la direzione della banda comunale nel dopoguerra per l'impossibilità del suo predecessore a continuare l'opera dopo la pace del 1918. Il "Gran Concerto Musicale Tito Schipa" di Squinzano si esibì via via sulle piazze dei paesini locali, fino a raggiungere le evolute metropoli acquisendo il marchio Doc del suo prestigioso nome, riscuotendo ovunque ori e onori. Tra i trionfi più importanti quello del 1928 a Roma, in occasione dell'adunata nazionale degli agricoltori d'Italia, alla cui manifestazione era invitata per l'appunto la Banda di Squinzano. Tra gli apprezzamenti che la banda riceveva dal mondo dello spettacolo e della musica si ricorda il celebre Pietro Mascagni in persona che giunse a Squinzano sempre nel 1928 per assistere in Piazza Plebiscito all'esecuzione del famoso "Amico Fritz", un pezzo che Ernesto Abbate ricamò, come si dice, a punta d'ago. L'anno successivo segna l'apice della Banda: la città di Bologna aveva organizzato nell'ambito dell'Esposizione Internazionale, una gare fra le più note e qualificate Bande italiane da giro, alla quale non poteva mancare il Concerto Musicale di Squinzano, che dopo la magistrale esecuzione della Sagra dei fiori, poema sinfonico di composizione dello stesso Ernesto Abbate (fatti bissare per acclamazione), e dopo quella della più popolare e nota Traviata, fu dichiarato dalla Commissione Giudicatrice "fuorio concorso" per palese ed evidente superiorità nella grazia, nella tecnica e nella finezza interpretativa.
Ernesto morì prematuramente nell'aprile 1934 e come ultimo regalo alla Banda e alla città affidò la bacchetta di direttore d'orchestra al fratello Gennaro, che poté continuare a dirigere sulle piazze d'Italia la sua grande creatura: la Banda.
Gennaro Abbate era l'ultimo dei grandi musicisti pugliesi, ammirato da tanti, invidiato da molti, tra cui lo stesso Pietro Mascagni. Allietato dai richiami dei maggiori templi della lirica internazionale, dopo i successi al cospetto del Re d'Italia, dello Zar di Russia, del Re d'Inghilterra, tutti ammaliati dalla sua opera, scelse Squinzano per raccogliere l'eredità del fratello. In poco tempo riuscì a trasformare quella che era ancora una Banda, seppur di successo nazionale, in una grande Orchestra, pur mantenendo propri gli strumenti delle Bande. Riuscì a riportare gli spartiti nella loro dimensione originaria ottenendo risultati inimmaginabili prima di allora. Seguirono "vent'anni di successi unici" negli annali delle Bande musicali, interrotti solo dalla tragica parentesi della guerra mondiale. Ma fino alla morte di Gennaro, avvenuta nel 1954, l'Orchestra continuò ad inanellare successi e trionfi che fecero grande il nome di Squinzano in Italia e nel mondo della musica.
Già dagli ultimi anni della gestione di Gennaro Abbate la Banda era spesso affidata a dei sostituiti che alleviavano il lavoro al maestro. Successivamente questi divennero i nuovi direttori d'orchestra, che perpetuarono il percorso artistico propiziato dagli Abbate, tenendo sempre i due fratelli come fonte d'ispirazione e come maestri di musica.
[modifica] Scuole
A Squinzano, vi sono undici scuole pubbliche, tra cui un'asilo nido, quattro scuole materne, tre scuole elementari, due scuole medie e un liceo scientifico. Le scuole materne, elementari e medie, sono divise in "Poli" tra cui "Polo 1" e "Polo 2". Naturalmente, le scuole che fanno parte del Comprensivo Polo 1 sono: Scuola materna “Sant’Elia”, Scuola materna “Montessori”, Scuola Elementare “E. De Amicis” e Scuola Media “Giosuè Carducci”. Le scuole comprese nel Comprensivo Polo 2 invece, sono: Scuola materna “Rodari”, Scuola materna “Tagliamento”, Scuola Elementare “C. Collodi”, Scuola Elementare “Don Bosco” e Scuola Media “Gennaro Abbate”.
[modifica] Personaggi celebri
Squinzano ha dato i natali al cantante Nicola Arigliano e al giocatore di pallavolo Ferdinando De Giorgi.
[modifica] Voci correlate
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