Provincia di Terni
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Provincia di Terni | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() ![]() ![]() |
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Capoluogo: | Terni | ||
Superficie: | 2.122 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 106,7 ab./km² | ||
Comuni contigui: | Elenco di 33 comuni | ||
Targa: | TR | ||
CAP: | 05100, 05010-05039 | ||
Pref. tel: | 075, 0744, 0763 | ||
Codice ISTAT: | 055 | ||
Presidente: | Andrea Cavicchioli 13.06.2004 | ||
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Sito istituzionale |
La Provincia di Terni è una provincia dell'Umbria di circa 225 mila abitanti. Fu istituita nel 1927 per scorporo dalla Provincia di Perugia
Indice |
[modifica] Geografia
Confina a nord con la Provincia di Perugia, a est, sud e ovest con il Lazio (Provincia di Rieti e Provincia di Viterbo), a nord-ovest con la Toscana (Provincia di Siena). La provincia si sviluppa nella parte sud-ovest della regione Umbria, occupando sia l'ultimo tratto della valle del Nera presso la confluenza con il fiume Velino, sia la parte orientale della valle del Tevere dalla confluenza con la Nera alla confluenza con il Chianti e il Paglia. Così si alternano nel territorio interessato ampi tratti di fondovalle pianeggianti e coltivati a cime montuose boschive di discreta altezza come il Monte Peglia (837), il Monte Croce di Serra (994) fra Terni e Orvieto o i ripidi pendii della Valnerina (con i 1652 m. slm. del Monte Aspra, fra Ferentillo e Monteleone di Spoleto) e delle Cascate delle Marmore. L'estremo nord della provincia e' rappresentato dal sub comprensorio dell'Alto Orvietano, formato da 5 comuni, Ficulle, Fabro, Parrano, Montegabbione e Monteleone d'Orvieto: quest'ultimo in particolare e' immerso nella provincia di Perugia (confina per molta parte del suo territorio con i comuni di Città della Pieve (PG) e Piegaro (PG))ed e' molto vicino alla provincia di Siena (Chiusi).
[modifica] Laghi
I dislivelli che si incontrano lungo il percorso dei fiumi permettono lo sfruttamento idroelettrico dei bacini idrografici tanto da aver portato alla creazione di diversi laghi artificiali:
- Lago di Corbara mediante uno sbarramento sul Tevere
- Lago di Alviano
- Lago di Recentino con una diga sul torrente L'Aia presso Narni
- Lago di San Liberato da uno sbarramento sul Nera.
- Lago di Arezzo da uno sbarramento sul torrente Marroggia
Un piccolo tratto del territorio provinciale sconfina nella pianura reatina comprendendo quasi interamente il Lago di Piediluco.
[modifica] Aree protette
Nella provincia di Terni sono state istituite due importanti riserve naturali legate prevalentemente alla tutela e alla gestione delle acque e degli ecosistemi fluviali. Il Parco fluviale del Tevere nei comuni di Alviano, Baschi, Guardea, Montecchio e Orvieto, e il Parco fluviale del Nera tra Arrone, Ferentillo, Montefranco, Polino e Terni.
[modifica] Storia
[modifica] Umbri ed etruschi
Nel II millennio a.C. il territorio della provincia era occupato da una popolazione poi detta Umbri che fondò le città di Amelia (Ameria), Narni (Narnia Nahars), Otricoli (Ocriculum) e Terni (Interamna Nahars); il loro territorio fu ridotto alle valli del Velino e della Nera (nonché a buona parte della storica regio VI), con lo svilupparsi della civiltà etrusca che in Orvieto ebbe una delle città più ricche ed importanti: nell'antica Volsinii, sono presenti numerosi reperti provenienti dalle necropoli (conservati nel Museo Archologico Nazionale di Orvieto). Nei pressi di Orvieto, in un luogo ancora non identificato chiamato Fanum Voltumnae, si svolgevano annualmente i giochi confederati etruschi. Per secoli Umbri ed Etruschi si combatterono duramente per il dominio della valle del Tevere, fino a quando, nel 299 a.C. le legioni romane iniziarono l'invasione del territorio umbro.
[modifica] Roma e l'impero
Le fonti classiche non citano quando Terni entrò a far parte delle strutture amministrative romane. Poco prima che scoppiasse la terza guerra sannitica Roma intraprese una campagna di guerra contro i Nequinati, gli abitanti dell'odierna Narni, dove, dopo la presa di Nequino, impiantarono una colonia latina, conferendole il nome di Narnia.[1] Nel 290 a.C., o poco dopo, M. Curio Dentato promosse sia la costruzione della Via Curia, collegando Terni a Rieti,[2]
Alla fine del II secolo a.C. sono databili alcuni lavori di riassetto del ramo orientale della via Flaminia, che collegava, e collega, Narni a Spoleto, per riallacciarsi all'originario tracciato della consolare all'altezza di Forum Flaminii, poco a nord di Foligno. Non si sa quando sia stato costruito questo ramo stradale, ma è evidente che con esso si volesse realizzare una più forte presenza di Roma fra la fedelissima Otricoli e l'altrettanto fedelissima Spoleto, soprattutto in seguito all'esperienza della II punica.
Dopo la guerra sociale Interamna divenne municipium, non si sa se con le caratteristiche della piena cittadinanza o come civitas sine suffragio.[3] In seguito alla sconfitta di M. Antonio nella guerra di Perugia contro C. G. Cesare Ottaviano, Interamna fu salvata dalla confisca delle proprietà private pur dovendo subire attribuzioni viritane in favore di militari dell'esercito di Ottaviano.[4]
Risale all'inizio del III secolo d.C. la testimonianza della Tabula Peutingeriana che il tracciato di riferimento della Via Flaminia non è più quello occidentale, da Narnia a Mevania, ma quello orientale, che passa per Terni, contrariamente all' Itinerarium Gaditanum, di due secoli prima, che indica il primo come percorso preferito.[5]
[modifica] Medioevo
Nel 571 i Longobardi, dopo aver conquistato la pianura Padana, discesero l'Appennino e fondarono in Umbria nel 575 il ducato di Spoleto che restò formalmente indipendente fino al 1250. La parte meridionale dell'Umbria a partire dal medioevo aveva sempre gravitato intorno a Spoleto e al suo Ducato.
Nel luglio del 1527 i Lanzichenecchi, di ritorno dal sacco di Roma, presero il campo a Terni, che si era schierata dalla parte degli imperiali e dei Colonna; da quì diressero le operazioni contro Spoleto e contro Todi, dove si erano attestate le truppe della Lega di Cognac.[6]
[modifica] Età moderna
Prima dello sviluppo industriale di fine ottocento la città di Terni era cresciuta per avere poco più di 15.000 abitanti (1881). Con lo sviluppo delle acciaierie e dell'urbanesimo cittadino la città raggiunse i 40.000 abitanti nel 1921. In quello stesso anno la Giunta comunale propose la trasformazione della provincia dell'Umbria (estesa all'ora Città di Castello a Rieti e suddivisa nei circondari di Perugia, Foligno, Spoleto, Orvieto, Terni e Rieti) in due nuove province province: la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni.
[modifica] L'istituzione della provincia
[modifica] Le prime proposte

Con l'arrivo del Fascismo, il dibattito s'interruppe per breve tempo, fino al 1923, a seguito dell'aggregazione dei circondari di Rieti e di Cittaducale alla provincia di Roma o del Lazio: contemporaneamente furono soppressi i tribunali di Spoleto e Orvieto le cui giurisdizioni passarono sotto il neoistituito tribunale di Terni. Nello stesso anno alte città industriali e militari furono promosse a capoluoghi di provincia: Taranto e Spezia.
Il dibattito continuerà, negli anni seguenti, nell'esaltazione delle peculiarità territoriali (a volte retoriche) di una Terni dove "convergono quattro tronchi ferroviari, città punto di confluenza di cinque vallate, che occupa un posto rilevante nei commerci e nell'industria".[7]", e prese di posizione fortemente conservative del prefetto dell'Umbria: "Lozzi riteneva che non avesse consistenza (la provincia di Terni), specie dopo lo smembramento di Rieti e la concessione di maggiore autonomia alle Prefetture" [8]. Si trattava dunque di scontri politici in seno ai dirigenti del Partito Fascista ternano e perugino. Nelle stesse dispute politiche si inserivano i rapporti fra le varie città umbre: per la prima volta Terni stava acquisendo autorità amministrativa su Spoleto, mentre Orvieto e Foligno avrebbero richiesto maggiore centralità politica della antica provincia dell'Umbria.
La confusione amministrativa non cessò allorché Mussolini ordinò l'istituzione del Governatorato di Roma nel 1925 quando fu esclusa la possibilità di costituire una nuova provincia composta dai circondari di Terni e Rieti. Si discusse ancora sulla possibilità di creare una provincia della Tuscia (provincia di Viterbo), del Lazio, e della Sabina con capoluogo Terni o Rieti. Di contro una forte opposizione antiternana proponeva l'annessione del circondario di Orvieto alle province di Viterbo, Roma o Siena.

[modifica] La politica di Elia Rossi Passavanti
Successivamente, si pose il problema del controllo del bacino del Nera e del Velino, tema di scontro tra il Comune di Terni, la Società Terni e la Provincia dell'Umbria. Fu in questi anni che entrò in gioco Elia Rossi Passavanti, deputato prima e podestà di Terni poi. Fu grazie a lui se si arrivò alla realizzazione della Provincia di Terni. Sposato con una dama di corte della regina, era ben inserito negli ambienti della nobiltà ed, essendo stato inserito nella lista fascista della circoscrizione Umbria-Lazio per la scelta dei vertici del PNF, era altresì conosciuto tra le alte cariche del regime. Ormai nel 1926 non si discuteva più se fare la nuova provincia dell'Umbria meridionale, ma come farla. Rieti preferiva l'accorpamento con Roma, Orvieto e Todi, a causa della loro caratterizzazione agricola, era più opportuno mantenerle con Perugia, che tra l'altro non voleva perdere il prestigio di capoluogo "forte", storica era la conflittualità tra Terni e Spoleto. Si arrivò a pensare una circoscrizione provinciale formata dai comuni della Valnerina fino a Visso e Leonessa; verso il Lazio, con l'accorpamento dei comuni di Orte, Morro Reatino, Labro, Configni, Vacone, Rocchette, Montebuono, Tarano, Montasola e Cottanello [9], e quando ormai era questione di giorni, il Prefetto Mormino propose che questa provincia avrebbe dovuto riunire i circondari di Rieti e di Terni, alcuni comuni della Valnerina (Preci, Norcia, Vallo di Nera, Sant'Anatolia di Narco, Poggiodomo, Scheggino e Monteleone di Spoleto) e i comuni "di confine" Visso, Leonessa e Orte [10].
[modifica] Terni provincia
Rieti poi riuscì a istituire una propria provincia. I comuni della Valnerina Cascia, Norcia, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino e Vallo di Nera, che prima avevano richiesto l'aggregazione a Terni, successivamente, tranne Norcia, si opposero e rimasero legati alla Provincia di Perugia. La scelta fu dunque di unire il circondario di Orvieto, che aveva già manifestato intenzioni "separatiste", alla nuova realtà amministrativa. La vicenda giunse alla conclusione con il pacchetto licenziato dal Consiglio dei Ministri il 6 dicembre 1926 con il quale venivano istituite le nuove province (Aosta, Vercelli, Varese, Savona, Bolzano, Gorizia, Pistoia, Pescara, Rieti, Terni, Viterbo, Frosinone, Brindisi, Matera, Ragusa, Castrogiovanni, Nuoro), ufficializzate con il Regio Decreto Legislativo n. 1/1927 del 02.01.1927 "Riordinamento delle circoscrizioni provinciali". Nello stesso anno furono soppressi i circondari che costituivano circoscrizioni subprovinciali sedi di sottoprefettura e tribunale.
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« Roma 6-12-26 ore 13
Sindaco di Terni N. 30920 - Oggi su mia proposta il Consiglio dei Ministri ha elevato codesto comune alla dignità di Capoluogo di Provincia. Sono sicuro che col lavoro, con la disciplina e la fede fascista, codesta popolazione si mostrerà sempre meritevole della odierna decisione del Governo Fascista. » |
(Benito Mussolini, telegramma con il quale Mussolini informava il sindaco della decisione presa.)
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[modifica] Perugia e Spoleto
La nuova provincia era dunque formata per i territori del circondario ternano e orvietano. Spoleto, in conflitto con Terni per l'istituzione del nuovo tribunale e della provincia, preferì rimanere sotto l'amministrazione perugina come i comuni della Valnerina (tranne Norcia). Nonostante si creasse una provincia disomogenea, formata da territori di difficile integrazione e dalla grandezza sproporzionata rispetto all'altra "maggiore", il reggente della Federazione umbra del PNF Giuseppe Bastianini mostra uno storico campanilismo retorico nel denunciare "le manovre inqualificabili derivanti dalla rapace incontentabilità dei fautori della grande Terni volte a recare a Perugia il massimo danno morale e materiale"[11].
[modifica] Attualità
Già del dopoguerra sorsero dei movimenti per un ridisegno dei confini provinciali, soprattutto dopo l'istituzione dell'Ente regionale repubblicano nel 1970. Seppur l'idea di fondo era quella della completa abolizione di tutte le province italiane, nel corso degli anni nella regione (ma anche in tutta Italia) è andata formandosi la proposta dell'istituzione di una terza provincia, formata dai territori di Foligno, Spoleto e Norcia-Cascia. Parallelamente, in questi ultimi due territori è nata la proposta di un riequilibrio tra le due province esistenti, tesa a accorpare questi territori nella Provincia di Terni, per motivi sociali, culturali ed economici. Basti solo pensare che lungo la Strada Statale 3 Flaminia il confine provinciale che divide Terni dalla Provincia di Perugia è a 8 chilometri dal centro cittadino, e che da anni esiste a livello regionale un "Contratto d'Area" (sorta di accordo che si occupa dello sviluppo industriale) che fa riferimento a Terni, Narni e Spoleto. Ma è soprattutto nel 2006-2007 che la questione sembra riprendere il cammino: approfittando delle riforme amministrative che riguardano la regione, e che prevedono il semplificamento della macchina burocratica, il Presidente della Provincia Andrea Cavicchioli, il sindaco di Spoleto Massimo Brunini e, in parte, il Presidente della Provincia di Perugia Giulio Cozzari, hanno chiesto di avviare l'iter che porti all'effettivo riequilibrio delle due province umbre[12].
[modifica] Economia
È una provincia dove la grande industria fa da padrona con la prima acciaieria d'Italia; importanti anche l'indotto e la fabbrica d'armi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle grandi industrie, ha subito numerosi bombardamenti. La città di Terni e la zona circostante sono state quasi completamente ricostruite nel dopoguerra. Per quanto riguarda il settore turistico, Orvieto e il suo circondario sono una metà irrinunciabile all'interno del sistema regionale e nazionale, oltre alla Cascata delle Marmore, la Valnerina ternana, Narni e Amelia.
[modifica] Trasporti
- È l'unica parte dell'Umbria attraversata dall'autostrada del Sole e dalla ferrovia Roma-Firenze. Attreverso il nodo di Orte, si raggiunge tutta la parte "orientale" della provincia, lungo la linea Roma-Falconara.
Allo stesso modo, la Strada Statale 675 Umbro-Laziale (superstrada) mette in comunicazione il capoluogo con la A1 e dunque, con Orvieto.
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Per approfondire, vedi la voce Strada Statale 675 Umbro-Laziale. |
Fra le altre statali:
- Strada Statale 3 Via Flaminia
- Strada Statale 3 bis Tiberina
- Strada Statale 71 Umbro Casentinese Romagnola
- Strada Statale 79 Ternana
- Strada Statale 79 bis Orvietana
- Strada Statale 204 Ortana
A Terni a inizio la Ferrovia Centrale Umbra, dalla stazione della linea RFI Roma-Ancona; lasciata la città, sale verso le colline e dopo un succedersi di gallerie e di viadotti, giunge alle stazioni di Sangemini e di Acquasparta, attraversa l'Umbria fino a Perugia e a Sansepolcro.
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Per approfondire, vedi la voce Ferrovia Centrale Umbra. |
Da Terni parte anche un'importante dorsale ferroviaria appenninica che unisce l'Umbria all'Abruzzo, la Ferrovia Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona, costruita nel 1883.
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Per approfondire, vedi la voce Ferrovia Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona. |
Gli aeroporti più vicini sono gli scali romani di Fiumicino e Ciampino.
[modifica] Capoluogo e comuni principali
Stemma | Città | Popolazione (ab) |
Superficie (km2) |
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Terni | 109.816 | 211 km2 |
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Orvieto | 20.841 | 281 km2 |
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Narni | 20.212 | 197 km2 |
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Amelia | 11.599 | 132 km2 |
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Montecastrilli | 4.888 | 62 km2 |
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Acquasparta | 4.533 | 79 km2 |
[modifica] Galleria
Terni, Via del Plebiscito |
Il duomo di Orvieto. |
Piazza centrale a Narni. |
Abbazia di San Cassiano (Narni). |
Il teatro antico di Carsulae. |
San Valentino Mosaico.jpg
Vetrata in mosaico della Basilica di San Valentino. |
[modifica] Note
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita , X, 9, 8; 10, 1-5
- ^ Dionigi di Alicarnasso, Ρωμαιχή Ἁρχαιολόγια, I, 14.4.
- ^ La questione è molto controversa. Per esempio, in Michelle Humbert, Municipium et civitas sine suffragio. L'organisation de la conquete jusqu'à la guerre sociale, Collection de l'École française de Rome, n.36, Paris-Rome 1978, pp. 224-226, si sostiene che il rango di civitas sine suffragio sia stato raggiunto già nel III secolo a.C.
- ^ Emilio Gabba, Appiani bellorum civilium liber quintus, Biblioteca di Studi Superiori, vol. XXXVII, Firenze 1970, p. LIV
- ^ Questa constatazione sembra appoggiare il passo di Publio Cornelio Tacito, Historiae, II,64, in cui si riporta che Vitellio, nell'intento di far assassinare Dolabella a Terni, invitò lo stesso a prendere il ramo della Flaminia che passa per Interamna, perché quello occidentale è troppo battuto
- ^ Achille Sansi, op. cit., Cap. XXIII, pp. 210-214
- ^ Città di Terni, Breve Relazione sull'opportunità del decentramento amministrativo dell'Umbria, Officina Tipografica L'Economica, Terni 1923
- ^ Renato Covino, Dall'Umbria verde all'Umbria rossa, Einaudi, Torino
- ^ Ottavio Donatelli, La Provincia del Nera, L'Economica, Narni 1926
- ^ Relazione del Prefetto dell'Umbria al ministro dell'Interno, 30 novembre 1926
- ^ Istituzione della Provincia di Terni. Telegramma al Sottosegretario Suardo, 2 gennaio 1927
- ^ "Spoleto sotto Terni", Giornale dell'Umbria, 8 luglio 2007 e "Spoleto con Terni: è tutto pronto", Giornale dell'Umbria, 7 luglio 2007
[modifica] Collegamenti esterni
[modifica] Bibliografia
- a cura di Renato Covino, Dal Decentramento all'autonomia - La Provincia di Terni dal 1927 al 1997
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Italia | Province della regione Umbria | ![]() |
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Perugia | Terni |