Pieve d'Alpago
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Pieve d'Alpago | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 690 m s.l.m. | ||
Superficie: | 25 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 81 ab./km² | ||
Frazioni: | Pieve, Curago, Plois, Torres, Quers, Garna, Villa, Torch, Schiucaz, Tignes, Paludi | ||
Comuni contigui: | Chies d'Alpago, Claut (PN), Erto e Casso (PN), Ponte nelle Alpi, Puos d'Alpago, Soverzene | ||
CAP: | 32010 | ||
Pref. tel: | 0437 | ||
Codice ISTAT: | 025038 | ||
Codice catasto: | G638 | ||
Nome abitanti: | pievani o alpagoti | ||
Sito istituzionale | |||
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Pieve d'Alpago è un comune di 2.025 abitanti della provincia di Belluno.
Indice |
[modifica] Storia
È consuetudine storica far risalire all'anno Mille la nascita, attorno a Chiese (pievi) sparse nelle campagne, di villaggi più o meno cospicui. La sopravvivenza dell'attuale toponimo Pieve, se da un lato conferma un'antica supremazia religiosa e civile sull'intera conca alpagota, dall'altro non è sufficiente a determinare con esattezza l'epoca in cui l'abitato che esso individua si sia formato. È certo, come hanno rivelato gli scavi archeologici delle località di Quers, Staol di Curago e Pian de la Gnela, che l'area fu abitata sin dalla protostoria, con floridi insediamenti che si situavano lungo antiche vie di comunicazione ad oggi ancora misteriose. I reperti rinvenuti nelle necropoli non solo testimoniano una continuità abitativa dalla preistoria sino all'Impero Romano ed oltre, ma offrono l'immagine di una comunità ricca, fiorente ed artisticamente evoluta. Recenti studi sui reperti archeologici suggeriscono di inquadrare gli insediamenti preistorici in un vasto contesto economico-culturale che non si limitava all'area veneta, ma si spingeva oltre i confini nazionali nei territori dell'attuale Slovenia.
La storia medievale e moderna della Pieve d'Alpago è strettamente legata alle vicende della città di Belluno, ma le testimonianze su questo periodo sono esigue. Per secoli pare che un lungo torpore abbia avvolto il territorio, interrotto di quando in quando da qualche evento importante come l'investitura dell'Alpago, a Pieve il 30 ottobre 1340, a Giacoma Bongajo, vedova del famigerato Endrighetto che dal suo castello di Bongajo signoreggiava sulla piana sottostante. Restano a testimonianza del periodo le Chiese, in particolare la Parrocchiale di Santa Maria, più volte ricostruita e rimaneggiata: la composizione stilistica attuale è opera dell'architetto bellunese dell'Ottocento Giuseppe Segusini. In essa è conservata una tela di Gaspare Diziani. Notevoli sono anche la Chiesa di Garna con il soffitto a cassettoni e la Villa Falin del XVII secolo.
Da un documento del 1662 si apprende che il Comune d'Alpago comprendeva 19 regole o villaggi, fra i quali Curago, Garna, Pieve, Plois, Tignes, Torch, Torres e Villa, facenti parte ancora oggi del Comune di Pieve d'Alpago. Sulle regole, i beni comunali, l'utilizzo del territorio ed altre notizie storiche, di estremo interesse è il volume di Egidio Bino, Aldo Collazzuol e Davide Davià "Boschi e pascoli d'Alpago", edito nel 1996.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Erminio Mazzucco (lista civica) dal 30/05/2006
Centralino del comune: 0437 478086 - 0437 478096
Email del comune: protocollo.pieve@alpago.bl.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Personaggi illustri
Il 29 agosto 1802 nacque a Pieve d'Alpago il pittore Placido Fabris, le cui opere, alcune delle quali irrimediabilmente perdute in un naufragio, sono dalla critica attuale riscoperte e collocate ben saldamente fra le maggiori della prima metà dell'Ottocento. La ritrattistica, che tanta fortuna ebbe fra la borghesia commerciale in ascesa, rappresentò il terreno privilegiato del Fabris che ebbe prestigiosi committenti quali lo zar di Russia ed il Metternich. È altamente significativo il fatto che l'artista, pur lontano nelle sue dimore di Venezia, Trieste o Londra, sempre abbia firmato i dipinti come Placido Fabris d'Alpago, a testimonianza del profondo legame con la terra d'origine. Come è altrettanto significativo che, pur in un territorio povero e contadino, fossero presenti nella comunità di Pieve sufficienti risorse ed ambizioni da consentire ad un ragazzo di talento di proseguire i propri studi per affermarsi nel campo dell'arte pittorica. Arte pittorica che pure aveva avuto in Pieve un altro maestro, l'oscuro Flaminio Grappinelli, pittore tra Seicento e Settecento che ebbe i natali a Pieve, come testimonia il cognome ben attestato nei documenti locali. L'opera del Grappinelli è stata rivalutata solo nell'Ottocento prendendo spunto dai santi collocati nel duomo di Belluno, ma viene considerata di alto pregio qualitativo ed espressivo. Se Grappinelli coltivò in Pieve la sua abilità pittorica, a Pieve chiuse la propria avventurosa esistenza nel 1667 padre Alberto Vimina, religioso, diplomatico della Repubblica Veneziana che ha lasciato memorabili testimonianze delle proprie missioni diplomatiche tra Polonia, Russia, Svezia ed Ucraina. Restano le sue memorie che rappresentano un documento ineguagliabile per la conoscenza dell'Europa Orientale nel Seicento, anche se gran parte della sua attività deve essere ancora studiata, compresi gli anni del suo ministero in Pieve d'Alpago. Originaria di Tignes, frazione del Comune di Pieve d'Alpago, era la famiglia di Pietro Bortoluzzi, noto con lo pseudonimo di Pieretto Bianco, pittore e scenografo del primo Novecento, artista apprezzato in vita e dimenticato dopo la morte avvenuta nel 1937.
[modifica] Città gemellate
Pieve d'Alpago è attualmente gemellata con Kalvarija (Lituania).