Elisabetta Wittelsbach (1876-1965)
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Elisabetta Wittelsbach (in tedesco Elisabeth Gabriele Valérie Marie Herzogin in Bayern) (Baviera, 25 luglio 1876 – Bruxelles, 23 novembre 1965) nata duchessa di Baviera, fu regina dei belgi come sposa di Alberto I del Belgio, re del Belgio dal 1909 al 1934. Dopo la morte del marito nel 1934 il suo titolo divenne Sua Altezza Regina Elisabetta del Belgio.
Era figlia del duca in Baviera Carlo Teodoro (1839-1909) e della sua seconda moglie Maria José di Braganza (1857-1943); ebbe come madrina, alla nascita, la zia paterna, l'Imperatrice Elisabetta d'Austria.
Sposò il 2 ottobre 1900 Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1875-1934) erede al trono del Belgio, diventando così la terza regina dei belgi nel 1909, alla morte di Leopoldo II, zio di Alberto.
Durante i primi anni di matrimonio patì l'atmosfera un po' gretta e burocratica della corte belga, in netto contrasto con il modello di vita molto patriarcale a cui l'aveva abituata la sua famiglia di origine[1].
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[modifica] Gli anni dell'anteguerra
Condivise pienamente con Alberto I la realizzazione di un'idea di monarchia moderna, non corrispondente ad idee aristocratiche di altri tempi. Favorirono il progresso sociale promuovendo l'istruzione di massa e seguendo con attenzione le sofferenze delle classi più umili, alleviandole con iniziative intelligenti ed efficaci volte allo sviluppo commerciale ed industriale, mantenendo nel contempo una completa indipendenza ed imparzialità nei confronti delle formazioni politiche.
Il suo stile fu molto diverso dalle due prime regine dei belgi, Luisa d'Orléans e Maria Enrichetta d'Asburgo-Lorena, che ebbero un ruolo pubblico limitato[2].
Dal loro matrimonio nacquero tre figli:
Leopoldo nato a Bruxelles il 3 novembre 1901 e morto a Woluwe-Saint-Lambert il 25 settembre 1983, futuro re dei belgi dal 1934 al 1951 con il nome di Leopoldo III; sposò nel 1926 Astrid di Svezia (1905-1935) e nel 1941 Mary Lilian Baels (1916-2002).
Carlo Teodoro nato a Bruxelles il 10 ottobre 1903 e morto ad Ostenda il 1 giugno 1983, assunse la reggenza al posto del fratello dal 1944 al 1950; sposò nel 1977, solo con rito religioso, Jacqueline Peyrebrune.
Maria José nata ad Ostenda il 4 agosto 1906 e morta a Ginevra il 27 gennaio 2001, futura regina d'Italia nel maggio 1946; sposò nel 1930 Umberto di Savoia principe di Piemonte (1904-1983) divenuto re d'Italia con il nome di Umberto II.
[modifica] La Prima Guerra Mondiale
Durante la Prima Guerra Mondiale il re Alberto I fu l'unico, fra i regnanti, a comandare effettivamente le sue truppe[3] contro i tedeschi che invasero il Belgio nonostante la sua dichiarata neutralità. Elisabetta, dal canto suo, durante tutti e quattro gli anni della guerra fu impegnata quasi sempre sempre al fronte, svolgendo attività presso i feriti: conosceva lo stato di tutti gli ospedali approntati nelle varie città del Belgio, chiamò in aiuto il medico Antoine Depage (1862-1925), noto chirurgo che fece esperienza nella Guerra dei Balcani(1912-13), ed insieme organizzarono la situazione sanitaria del fronte chiedendo, in prima persona, ed ottenendo dalla Croce Rossa il necessario per gli ospedali.
La regina sostenne anche un ruolo politico: con il pretesto di andare in Inghilterra a far visita ai figli e ai rifugiati, ella trasmetteva dei messaggi confidenziali di suo marito per le autorità britanniche. Dopo l'armistizio del 1918 la coppia reale conobbe una grande popolarità e la riconoscenza degli Stati Alleati[4].
[modifica] Il dopoguerra
Terminata la guerra continuò ad interessarsi dei problemi sanitari ed umanitari in vari modi, fino ad istituire la Fondazione Medica Regina Elisabetta, il cui obiettivo era la lotta alla tubercolosi, al cancro e alla sifilide[5](questo suo interesse per la medicina le fu trasmesso da padre Carlo Teodoro, rinomato oftamologo che esercitò in cliniche di Vienna, Zurigo, Monaco e Merano).
Diversivo all'impegno di regina fu, da sempre, la sua passione per la musica, in particolare per il violino. Questo suo grandissimo amore[6] sfociò nel Concorso Internazionale Regina Elisabetta dedicato ai giovani musicisti e compositori e considerato, ancora oggi, uno dei più prestigiosi e selettivi concorsi del settore[7].
Infine la Fondazione Egittologica Regina Elisabetta permise agli studiosi belgi di condurre ricerche e studi sull'arte e la storia egiziane. Fin da giovanissima appassionata di arte egizia, nel 1922 Elisabetta assisté all'apertura della tomba di Tutankamon, scoperta a Luxor dagli scienziati inglesi Carnavon e Carter.
Il 17 febbraio 1934 Alberto I morì in un incidente alpinistico a Marche-les-Dames. Elisabetta gli sopravvisse per oltre trent'anni. Si spense nel 1965, guadagnandosi il soprannome di Regina Rossa per le sue aperte simpatie alla filosofia socialista e per i suoi frequenti viaggi in Cina, Russia e Polonia.
Continuò per tutta la vita ad incontrare, a corrispondere e ad aiutare scienziati, musicisti ed artisti, fra i quali Albert Schweitzer e Albert Einstein. Diverse università le conferirono la laurea ad honoris causa, mentre fu eletta membro d'onore dell' Accademia reale di Medicina del Belgio nel 1954 e dell' Accademia francese delle Belle Arti nel 1964.
[modifica] Note
- ^ Maria José di Savoia, Giovinezza di una regina.Milano, Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 1991. ISBN 88-04-35108-X
- ^ Maria José di Savoia, Giovinezza di una regina.Milano, Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 1991. ISBN 88-04-35108-X
- ^ Silvio Bertoldi. L'ultimo re l'ultima regina. Milano, Rizzoli, 1992. ISBN 88-17-84197-8
- ^ Maria José di Savoia, Giovinezza di una regina.Milano, Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 1991. ISBN 88-04-35108-X
- ^ Charles d'Ydewalle, Elisabeth de Belgique
- ^ Silvio Bertoldi. L'ultimo re l'ultima regina. Milano, Rizzoli, 1992. ISBN 88-17-84197-8
- ^ Maria José di Savoia, Giovinezza di una regina.Milano, Le Scie, Arnoldo Mondadori Editore, 1991. ISBN 88-04-35108-X