Casalvecchio Siculo
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Casalvecchio Siculo | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 370 m s.l.m. | ||
Superficie: | 33 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 35 ab./km² | ||
Frazioni: | Mitta, Pietrabianca, Rafale, Fadarechi, Pietrabianca inferiore, Paratore, Misitano, San Carlo, Rimiti, Passo Carrera, San Pietro,Contura | ||
Comuni contigui: | Antillo, Castroreale, Forza d'Agrò, Furci Siculo, Limina, Sant'Alessio Siculo, Santa Lucia del Mela, Santa Teresa di Riva, Savoca | ||
CAP: | 98032 | ||
Pref. tel: | 0942 | ||
Codice ISTAT: | 083012 | ||
Codice catasto: | B918 | ||
Nome abitanti: | casalvetini | ||
Santo patrono: | Sant'Onofrio | ||
Giorno festivo: | 12 giugno - Seconda domenica di Settembre | ||
Sito istituzionale | |||
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Casalvecchio Siculo (Casaluvecchiu Siculu in siciliano) è un comune di 1.152 abitanti della provincia di Messina.
Indice |
[modifica] Geografia
Abbarbicato a metà costa del monte Sant’Elia a 370 metri s.l.m. il paese sorge a 39 Km da Messina a 20 da Taormina ed a 5 dalla costa Ionica. Seguendo l’orografia del terreno il paese ha caratteristiche prettamente medioevali con un susseguirsi ed incrociarsi di viuzze che si dipanano spesso in sottopassi tipici dell’architettura medievale spagnola ed araba. Dalle sue varie “terrazze” si può ammirare un notevole panorama che spazia dallo stretto di Messina alla costa calabrese fino ad uno scorcio dell’Etna passando per le caratteristiche biforcazioni di Savoca.
[modifica] Storia
Casalvecchio è molto antico e lo si può dedurre anche dal susseguirsi delle varie denominazione che ha avuto: già esisteva in epoca bizantina essendo citato in una scrittura aragonese del 1351 con la sua denominazione greca Palachorion cioè “vecchio casale” e successivamente con la traduzione latina di Rus Vetus. Nel periodo della dominazione araba prese il nome di Calatabiet. Nel 1862, dopo l’Unità d’Italia prese il nome definitivo di Casalvecchio Siculo per distinguerlo dal Casalvecchio di Puglia. In epoca saracena godeva di una propria autonomia che perse nel 1060 con la fondazione in epoca normanna di Savoca. Artefice ne fu il Conte Ruggero, che facendo costruire un castello in quel luogo, assoggettò tutti i casali (Sarracinorum Pagi) e li riunì sotto la nuova denominazione di “Baronia di Savoca” Vari furono i tentativi compiuti dal “Vecchio Casale” per riacquistare la perduta autonomia e celebre restò quello del 1603 quando riuscì ad ottenere dal Viceré l’indipendenza dalla giurisdizione di Savoca. Ma breve fu la durata, a causa delle ingerenze di Messina, del cui distretto faceva parte Savoca: infatti nel 1606 la Curia Straticoziale di Messina decretò il ritorno di Casalvecchio nello stato di prima. Fu il 1795 l’anno in cui Casalvecchio riacquistò definitivamente e completamente l’autonomia civile ed ecclesiastica, per effetto di un “Real Dispaccio” del 6 luglio 1793 e grazie anche all’impegno di Fra Ludovico di Gesù Maria dell’ordine degli Agostiniani Scalzi. Come primo Arciprete fu nominato l’Abate dr Onofrio Casablanca che rimase in carica dal 1796 al 21/12/1812 data della sua morte. Di lui si conserva, nella sacrestia della chiesa Madre, un ritratto ad olio su tela di cm 70x90 con una iscrizione in latino: “Abate Onofrio Casablanca maestro di belle lettere e di filosofia, Professore di diritto canonico e Dottore in Sacra Teologia, Esaminatore Sinodale della Gran Corte Archimandritale della città di Messina, di questa città Casalvecchio , Arciprete e parroco.” In quel periodo il paese contava “chiese n. 4 Preti n. 23 anime n. 1433 ” come si legge nell’Archivio Archimandritale di Messina. Evidentemente intraprendere la vita ecclesiastica era una tradizione fortemente radicata a Casalvecchio e infatti dal 1826 al 1958 sono stati ordinati 47 sacerdoti casalvetini come risulta dalle ricerche e dagli scritti compiuti dell’arc. Mario D’Amico.
'I Cento Montanari Casalvetini' |
Un episodio molto importante per la storia cittadina è quello dei “Cento Montanari Casalvetini “. Furono così denominati un centinaio di valorosi casalvetini che, il 4 aprile 1860, si riunirono nella piazza principale del paese e decisero, al comando del cav. Luciano Crisafulli, di unirsi alle truppe di Giuseppe Garibaldi partecipando in vari combattimenti al risorgimento italiano. Non tutti fecero ritorno nel loro paese che li onorò con una lapide(nella foto) e con l’istituzione di una Banda Cittadina e con la relativa Scuola di Musica ancora oggi molto attiva. |
Molti furono i caduti nelle varie guerre e fra di essi si distinguono il Tenente Elia Crisafulli, medaglia d’oro (guerra 1915/18); il mar. Antonino Lo Schiavo, medaglia d’oro (guerra 1940/45); il sergente maggiore Paolo Casablanca, medaglia d’argento ( guerra di Libia 1911 e deceduto nella guerra 1915/18) Il paese ha raggiunto una notevole espansione demografica fino agli anni trenta quando contava quasi 5000 abitanti ed era il comune più popoloso dell’intera vallata. Nel 1929 perse nuovamente la tanto agognata autonomia e con un decreto di Benito Mussolini venne aggregato al comune di Santa Teresa di Riva tanto da far scrivere in un suo libro ad Alberto Alberti, noto pedagogista casalvetino, "Nacqui in un paese che non c'era. Abolito per decreto di Mussolini.....". Riaquistò definitivamente l'autonomia il 14/09/1940. In seguito gli furono tolte alcune frazioni: Misserio e Fautarì passarono a Santa Teresa di Riva, parte di Contura e Mallina passarono a Savoca. Il paese quindi andò incontro ad un progressivo ridimensionamento di abitanti anche per un processo di emigrazione per mancanza di lavoro. Periodicamente torna a popolarsi in modo notevole nel periodo estivo per il ritorno dei vari emigrati.
[modifica] Architetture religiose
[modifica] Chiesa madre
Il tempio è dedicato a Sant’Onofrio il cui culto risale ai tempi di Ruggero II come si evince dalla lettura di un suo diploma rilasciato nel 1117. La chiesa attuale risale al sec. XVII e fu ubicata trasversalmente rispetto alla precedente. La facciata è in stile barocco in pietra locale; il pavimento originale barocco è formato da marmi di vario colore e provenienza; di notevole pregio è il soffitto in legno a cassettoni con mensole a cariatidi; varie decorazioni pittoriche sono state realizzate dall’artista messinese Tore Calabrò (celebre, tra l’altro, per aver modellato la statua della Madonnina del Porto di Messina) nel 1943, con l'aiuto di un suo allievo del luogo Giuseppe Lama. All’interno si conservano pregevoli tele antiche, in particolare quella di Gaspare Camarda del 1622, e vari altari in marmo del ‘600 e del ‘700. Si può ammirare una statua lignea di Sant’Onofrio a mezzo busto del ‘500. Una seconda pregevole statua di Sant’Onofrio è conservata nel vicino museo parrocchiale: essa è tutta in argento ad altezza d’uomo eseguita nel 1745 dall’orafo messinese Giuseppe Aricò ed a spese e per volere del popolo casalvetino come ringraziamento dall’essere stati preservati dalla peste.
[modifica] Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò
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Per approfondire, vedi la voce Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d'Agrò. |
E’ la più importante opera architettonica dell’intera vallata del fiume Agrò, dal quale prende il nome e una delle più importanti di tutta la Sicilia. La costruzione originaria risalirebbe a circa il 560 d.C. La struttura attualmente visibile risale al 1117 ed è stata fatta costruire dal normanno Ruggero II su richiesta del monaco Gerasimo, divenutone il primo abate. È stata poi definitivamente ristrutturata nel 1172 ad opera del capomastro Gherardo il Franco come si legge sull’architrave dell’ingresso principale, ed è giunta a noi praticamente intatta e senza sostanziali modifiche posteriori.
Ha l’aspetto di una chiesa fortificata con il classico orientamento della parte absidale ad est. Architettonicamente è caratterizzata dall’intrecciarsi dei vari stili del tempo: lo stile bizantino, lo stile arabo e lo stile normanno. In particolare per lo stile bizantino fra l’altro si possono notare la policromia delle varie membrature, i capitelli, una croce bizantina sovrastante la porta d’ingresso. Per lo stile arabo le due cupole con un terminale di stile chiaramente arabeggiante e con il continuo e spettacolare sovrapporsi di archeggiature che sorreggono tali cupole. Per lo stile normanno si può notare lo schema planimetrico a tre navate e con l’ingresso fiancheggiato da due torri caratteristica questa delle grandi cattedrali siciliane di Monreale, di Palermo e di Cefalù. È detta basiliana perché l’annesso convento era abitato dai frati dell’ordine di San Basilio. A tale convento erano tra l’altro dotate vasti territori e addirittura interi villaggi fra i quali l’attuale Forza d’Agrò. La chiesa è stata oggetto di numerosi studi nel corso degli anni da parte di vari studiosi fra i quali Stefano Bottari e Pietro Lojacono (sovrintendente alle belle arti di Catania, nel 1960 ). Recentemente è stato propo sto ufficialmente all'UNESCO di inserire tale monumento nell'elenco dei beni artistici patrimonio dell'umanità.
La chiesa è facilmente raggiungibile percorrendo la strada provinciale che da Casalvecchio porta verso Antillo e seguendo le indicazioni immettendosi, subito dopo Casalvecchio, sulla strada, recentemente allargata ed asfaltata, che conduce direttamente al sito.
[modifica] Chiesa di San Nicolò
E’ fra le più antiche delle chiese filiali e si può far risalire al ‘400. Un restauro alquanto discutibile risalente agli anni ’80, ne ha stravolto la fisionomia. All’interno sono conservati un dipinto di San Nicolò su legno della scuola di Antonello, e una statua di Sant’Antonio da Padova del ‘500.
[modifica] Chiesa di San Teodoro Martire
Stefano Bottari la fa risalire al ‘500 e vi si conservano tele del pittore ed umanista secentista casalvetino Antonino Cannavò. Molto interessanti i ruderi dall’annesso convento degli Agostiniani Scalzi.
[modifica] Chiesa della Santissima Annunziata
Anch’essa risale al ‘500. È di stile barocco ed è ricca di pregiati stucchi seicenteschi.Vi si può ammirare una tela dl secolo XVII ed una scultura lignea della Madonna con angelo annunziante eseguita a Napoli nel 1742 da Franciscus de Nardo.
[modifica] Chiesa dei Santi Cosma e Damiano
L’attuale edificio è sorto con il generoso contributo dei fedeli tra il 1930 e il 1950. La preesistente chiesa è stata purtroppo demolita con all’interno la stessa statua del santo a cui era dedicata, San Giacomo. Infatti la statua era stata modellata direttamente sul luogo in mattoni, pietre, calce e gesso e quindi intrasportabile.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Feste Tradizionali
[modifica] Festa di Sant’Onofrio
Sant’Onofrio |
Il santo era, secondo la tradizione, il figlio di un Re persiano vissuto nel V secolo. Si ritirò nel deserto e visse in completo isolamento per 70 anni, nutrendosi di erbe e riposandosi in una caverna. Era ricoperto solo dai suoi capelli e dalla lunga barba ed infatti iconograficamente è così rappresentato. Fu trovato dal monaco egiziano Pafnunzio che lo seppellì e ne diffuse il culto.
A Casalvecchio il culto per tale santo è molto antico: se ne parla nel diploma di dotazione rilasciato da Ruggero II nel 1116 al monastero basiliano dei SS. Pietro e Paolo, nel quale viene denominata Nasida di Sant’Onofrio (“nasida sancti Honuphrii”) una isoletta emergente dalla fiumara d’Agrò. |
Tradizionalmente viene trasferita dal 12 giugno (suo giorno canonico, e in cui si svolge solo una semplice processione) alla seconda domenica di settembre. Si svolge durante l’intera settimana con varie manifestazioni. Ogni sera si svolgono diverse sagre: della salsiccia, dei maccheroni, della porchetta, del pane condito, tutte “innaffiate” dal vino locale ed accompagnate da vari gruppi musicali. Una serata è dedicata alla commedia teatrale. Il sabato pomeriggio si svolge il tradizionale gioco delle “pignatte e musticheddi”: si tratta di una variante dell’albero della cuccagna, infatti vari concorrenti bendati si alternano nel tentativo di colpire con un bastone delle pentolacce di terracotta ripiene di premi o acqua e appesi in alto su una fune fra gli schiamazzi e il disturbo degli spettatori. La serata del sabato si conclude con un concerto sinfonico della banda comunale e con il divertentissimo “sciccareddu”. Si tratta di un asinello stilizzato fatto di canne, legno e carta e ricoperto da innumerevoli giochi pirotecnici portato sulle spalle da una persona che ballando al suono della banda gira per la piazza spaventando e divertendo la folla. La domenica, nel primissimo pomeriggio, accompagnato ed annunciato dal suono di un tamburo, gira per le strade del paese il caratteristico “camiddu", un cammello di legno e stoffa con due persone sotto e un “cammelliere” che lo tiene a bada. Si tratta di una antica tradizione che affonda le sue radici nella storia e nelle beghe politiche con la vicina Savoca: infatti un tempo rappresentava un vero e proprio sfottò nei confronti di Savoca, che vista da Casalvecchio ha proprio l’aspetto di un cammello. Propriamente il cammelliere (Casalvecchio) doma e controlla il riottoso cammello (Savoca). In serata si svolge la sontuosa processione della preziosa statua d’argento di Sant’Onofrio. Chiudono i festeggiamenti spettacoli musicali e fuochi d’artificio.
[modifica] A Cerca
Si tratta di una particolare Via Crucis notturna, che si svolge la notte fra il giovedì e il venerdì santo. Ad essa partecipano le rappresentanze delle due confraternite di S. S. Annunziata e quella di San Teodoro. I fedeli si riuniscono nella piazzetta di S. Teodoro e allo scoccare della mezzanotte preceduti dai confrati, vestiti con il tradizionale abbigliamento con tunica bianca e cappuccio, partono in processione per le vie del paese seguendo il tragitto delle stazioni della Via Crucis. I confrati portano una grande croce, lanterne accese, trascinano delle catene e fanno suonare le ”troccole” particolari strumenti di legno. I fedeli recitano canti e ripetono delle strofe in dialetto siciliano:
"Perdono mio Dio
Mio Dio perdono
Perdono mio Dio
Perdono e pietà
ecc.."
Il tutto si svolge in un’atmosfera struggente e dolorosa.
[modifica] Venerdì Santo
Il Venerdì Santo si svolge una solenne e sontuosa processione con varie statue che rappresentano i vari momenti della Passione di Cristo. Le Vare sono :
Gesù nell’orto degli ulivi;
l’Hecce Homo;
Gesù con la croce in spalla;
Gesù sulla croce;
L’Addolorata;
La Pietà
ed infine la bara con dentro Gesù morto.
Le vare sono portate in processione dai componenti le due confraternite del paese mentre scuotono catene e fanno girare le troccole. La banda suona marce funebri.
[modifica] I Sepolcri
Si tratta di una particolare tradizione che si svolge il Giovedì santo. In ogni chiesa si appronta un altare con la rappresentazione dell’orto degli ulivi con disegni formati da fiori e adornati con varie piante e palme. In particolare si possono notare numerosi contenitori con dei germogli di frumento e di altri cereali. La sera del giovedì i fedeli visitano le varie chiese ammirando i lavori fatti.
[modifica] Fiera mercato dei Santi Pietro e Paolo
Si svolge annualmente il 27 giugno nei pressi della basilica omonima all’incrocio fra il torrente Agrò e il “vallone Unni”. È un mercato che si svolge sin dai tempi più remoti, ed infatti un tempo era uno dei più importanti di tutta la Sicilia, durava ben undici giorni e si poteva acquistare di tutto: dagli animali ad ogni altro tipo di mercanzia. Attualmente si è notevolmente ridotta ed è molto rinomata soprattutto per la tradizionale carne d’agnello infornata che può essere degustata sul posto in luoghi appositamente attrezzati .
[modifica] Festa della fraternità e della pace
E’ un rito tradizionale che risale al 1760 e si svolge fra le due confraternite di San Teodoro e della Santissima Annunziata, nei giorni delle rispettive feste e vuole ricordare la riappacificazione avvenuta fra le due confraternite. Particolarmente attesa è la data del 25 marzo quando gli stendardi delle due chiese portati dalle rispettive confraternite si incontrano e si incrociano in un particolare “abbraccio “ che sancisce una vera e propria unione e fratellanza fra le due comunità.
La Banda Musicale |
Il corpo bandistico casalvetino è stato istituito nel 1866 in memoria dei Cento Montanari Casalvetini. La sua scuola musicale ha "sfornato" nei decenni innumerevoli ed ottimi interpreti.Infatti è frequentata anche da giovani di vari altri paesi.Il primo maestro fu il sig. Giovanni Giunta e per diversi anni è stata diretta dal maestro Di Mento ed in seguito dal maestro Giovanni Alibrandi. Attualmente è diretta dal maestro casalvetino Carmelo Curcuruto. |
[modifica] Luoghi d’interesse
[modifica] Museo
Casalvecchio può vantare la presenza di un piccolo ma importante e ricco museo parrocchiale , sorto grazie all’impegno e alla cura dell’Arciprete Sac. Mario D’Amico. Indubbiamente le tele, le statue, gli oggetti e gli arredi sacri , i libri antichi formano una collezione pregevole e degna di una visita accurata ma da anni ci si aspetta una sistemazione migliore dell’edificio che lo ospita.
[modifica] Fontane di acqua sorgiva
[modifica] "Acqua Ruggia" (sec. XII)
Così chiamata perché la leggenda narra che vi si fermò a bere il conte Ruggero II. La fontana è caratterizzata da artistiche formelle in ceramica rappresentanti storia di vita contadina e l’immagine del santo padrono Sant’Onofrio. L’acqua sgorga da due mascheroni scolpiti in pietra locale. Vi sono annessi un caratteristico lavatoio coperto e un antico abbeveratoio per animali.
[modifica] "Acqua fontana"
Si trova nella parte inferiore del paese e l’acqua sgorga dalla bocca di un mascherone scolpito in pietra locale. Annessi un abbeveratoio per animali e un lavatoio antico.
[modifica] "Acqua Fadarechi" o "Panagosto"
Da questa fontana sgorga un’acqua particolarmente ricercata per le sue benevoli qualità quasi oligominerali. Ha un rivestimento in formelle di ceramica rappresentanti immagini di vita contadina. È completata da un abbeveratoio e da un lavatoio
[modifica] Ruderi
Girando per il paese si possono notare diversi portali in pietra arenaria di notevole fattura spesso contrassegnate dalla croce simbolo dei Cavalieri Templari di Malta
[modifica] Convento di San Teodoro
Presso la chiesa di San Teodoro si possono visitare i ruderi dell’antico convento degli Agostiniani Scalzi.
[modifica] Piazza Vecchia
Era il centro del paese medievale dove si svolgevano tutte le attività artigiane e commerciali del tempo con la presenza delle varie botteghe di falegnameria, alimentari, osterie, depositi per il baco da seta, ecc. In seguito la piazzetta è stata notevolmente trasformata con la distruzione degli archi esistenti fino agli anni settanta. Attualmente si può ammirare un portale di notevole fattura in pietra arenaria.
[modifica] Tribbone
Vengono così chiamati, nel dialetto locale, particolari sottopassi tipici dell’architettura medievale araba. Si tratta infatti di volte a botte costruite in mattoni e pietra che permettono il congiungimento delle case al di sopra delle viuzze pubbliche.
[modifica] Monumento ai caduti
E’ un’opera realizzata dallo scultore Nino Ucchino. È in acciaio inox con un’altezza di 4,50 m. impaginato a forma piramidale con due immagini contrapposte: al vertice si staglia una figura che simboleggia l’utopia della libertà e della giustizia, in basso emerge una figura che simboleggia la violenza subita e la caduta della dignità umana. A fianco sono state poste le lapidi con i nomi dei caduti casalvetini in tutte le guerre.
[modifica] Oasi naturale di Pizzo Vernà
Una interessante escursione si può effettuare incamminandosi in mezzo ai boschi e salendo fino ai 1286 m. del "Pizzo Vernà" una delle cime più alte dei monti Peloritani da dove si può godere un meraviglioso paesaggio che spazia dalle Isole Eolie alle coste della Calabria. Lungo il percorso ci si può fermare in vari spazi attrezzati e curati dal Corpo Forestale.
[modifica] "Gole Ranciara"
Si trovano al confine dei territori di Casalvecchio e Limina. Sono state formate nel corso dei secoli dall'erosione provocata dalle acque della fiumara d'Agrò. Con le loro piccole cascate e con le notevoli formazioni rocciose ricordano vagamente quelle ben più famose del vicino Alcantara. Nei tempi passati erano presenti alcuni mulini e vi si curava il lino e la canapa. Sulla sponda sinistra (zona Mitta) si possono ancora oggi notare i ruderi della struttura di una delle prime centrali elettriche costruite in Sicilia realizzata dalla famiglia Mastroieni. Nel secondo dopoguerra il sito era stato scelto per la costruzione di una diga, ma il progetto non andò in porto.
[modifica] Principali frazioni
[modifica] Rimiti
è la più popolosa frazione del comune
[modifica] Misitano
Si trova a circa 16 Km dal centro di Casalvecchio. E' presente la chiesa della "Madonna della Sacra Lettera". E' sede di un plesso scolastico.
[modifica] San Pietro
Si trova sulla sponda sinistra del fiume Agrò. Deve il suo nome alla presenza dell'Abazia normanna dei SS Pietro e Paolo d'Agrò (leggi voce relativa). È sede di una fiera annuale (leggi voce relativa)
[modifica] Mitta
Dista circa 10 Km. dal centro. La chiesa, dedicata a San Sebastiano, risale al sec. XVIII e sin da allora il culto per il santo è molto sentito e viene portato in processione il 20 gennaio.
[modifica] San Carlo
È un piccolo borgo. Nelle immediate vicinanze si segnala una fonte di acqua sorgiva molto apprezzata.
[modifica] Personagggi Illustri
- Giovanni Carini, matematico
- Fra Ludovico di Gesù Maria
Agostiniano Scalzo dal 1665. Strenuo difensore dell’autonomia di Casalvecchio Siculo nel sec. XVII. Appoggiò il partito dei “Merli”, composto dalla piccola borghesia, contro il partito dei “Malvizi” (l’aristocrazia feudale). Morì il 18 marzo 1672.
- Cannavò Antonino
Umanista e pittore sec XVIII. Di lui si occupò il giornale l’Ora di Palermo con un articolo pubblicato il 16.03.1907 con il sottotitolo “Un pittore casalvetino del sec XVIII. Rivestì tra l’altro la carica di Commissario del S. Uffizio dell’Inquisizione in Casalvecchio. Morì il 7 gennaio del 1763.
- Onofrio Casablanca
Abate.Maestro di Belle Arti e di Filosofia, prof. Di Diritto Canonico e dott. in Sacra Teologia. Esaminatore Sinodale della Gran Corte Archimandritale della città di Messina e primo Arciprete del paese di Casalvecchio dal 1795 al 21 dicembre del 1812 giorno della sua morte.
- Onofrio Costa
Generale di brigata della Guardia di Finanza. Scrisse il libro tascabile “Agenda del Finanziere” pubblicato nel 1926 raggiungendo la 29.ma edizione nel 1966. Morì a Genova il 25 febbraio del 1968.
- Giuseppe Cannavò
Laureato in Farmacia, fu Sindaco di Casalvecchio nel 1906 e più volte consigliere dell’Ordine dei Farmacisti. Nacque il 5 ottobre 1870 e morì il 26 marzo 1928.
- Letterio Cannavò
Professore Ordinario dell’Università di Messina, direttore della scuola di Specializzazione di Malattie infettive, Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Commissario del Consorzio Antitubercolare, membro del consiglio Nazionale dell’Ordine dei Farmacisti e membro di numerose commissioni scientifiche nazionali e internazionali.
- Francesco Cannavò
Presidente Nazionale dell’Ordine dei Farmacisti Italiani dal 1964 al 1985 e membro di numerose commissioni scientifiche nazionali e internazionali. A suo none è stata istituita una Fondazione di Formazione e Ricerca.
- Francesco Trimarchi
Magistrato. Consigliere di Cassazione. Ha presieduto i Tribunali di Caltagirone e di Catania. Morì nel 1961
- Luciano Crisafulli
Condottiero dei valorosi “Cento Montanari Casalvetini”, volontari Garibaldini.
- Domenico Puzzolo Sigillo
Avvocato, presidente dell’Archivio Storico di Stato di Messina. Studioso della storia locale e del Messinese. Autore di varie pubblicazioni. Morì il 15 febbraio del 1962.
- Francesco Muscolino
Nobile figura di educatore. Nacque l’1 aprile 1860 e morì l’11 Novembre 1936. Autore di numerose pubblicazioni educative. A suo nome è intitolato il plesso della scuola elementare di Santa Teresa di Riva.
- Mario D’Amico
Arciprete, nato a Letojanni il 2 marzo 1910 fu prete e arciprete di Casalvecchio dal 1935 fino al 24 gennaio 1995 data della morte. Si dedicò incessantemente alla vita parrocchiale e sociale del paese. Si interessò fattivamente al restauro e alla valorizzazione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo DAgrò. Autore di varie pubblicazioni riguardanti la storia di Casalvecchio e dell’intera valle d’Agrò. Si adoperò per la creazione e la cura del museo parrocchiale. Cittadino onorario di Casalvecchio.
[modifica] Gastronomia
I piatti tipici di Casalvecchio sono chiaramente legati ai prodotti locali dell'agricoltura e della zootecnia. In particolare si può gustare una gustosissima salsiccia, maccheroni al sugo,la "ghiotta di pesce stocco alla messinese" e la focaccia messinese con condimenti vari. Da segnalare, in particolari periodi dell'anno,la rinomata carne al forno. Di ottima qualità la produzione di vino e di olio anche se in costante calo come quantità.
[modifica] Curiosità
'"L'Avventura"' |
A Casalvecchio nel 1959 sono state girate alcune scene del film "L'Avventura" di Michelangelo Antonioni. Uscito nel 1960 il film è uno dei più complessi e interessanti della filmografia di Antonioni e rappresenta uno dei capolavori del regista ferrarese essendo il primo della trilogia detta dell'"incomunicabilità". Fra gli attori si possono annoverare Monica Vitti, Gabriele Ferzetti, Lea Massari. Altre scene sono state girate a Taormina, Messina, Noto, Milazzo e Isole Eolie. |
[modifica] I cognomi più diffusi
Casablanca; Santoro; Chillemi; Crisafulli;De Clò; Palella;Brancato; Triolo; Miano;Moschella; Trovato;Ferraro;Lo Rè;Lo Giudice;Colloca;
[modifica] Una leggenda locale
Una leggenda popolare locale racconta che nella zona "Seleno" si rifugiò una piccola comunità Greca fuggita dalla vicina Naxos (l'attuale Giardini-Naxos) distrutta dal tiranno siracusano Dionisio nel 403 a. C..
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Onofrio Santoro dal 27/05/2003
Centralino del comune: 0942 761122
Email del comune: info@comune.casalvecchiosiculo.me.it
[modifica] Galleria fotografica
Panorama di Casalvecchio con sullo sfondo l'Etna |
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Scorcio della piazza principale in un olio su tavola di Giuseppe Lama |
[modifica] Collegamenti esterni
http://www.comune.casalvecchiosiculo.me.it
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