Nocera de' Pagani
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Nocera de' Pagani o Nuceria Paganorum è il nome con cui era conosciuta in passato, tra XVI secolo e 1806, un'ampia porzione dell'Agro Nocerino Sarnese, formata da 5 attuali comuni: Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara.
Indice |
[modifica] Il territorio di Nuceria
Questi comuni ricadono in una parte di quello che fu il territorio di Nuceria Alfaterna in epoca tardo-antica. La città aveva in passato dominato la piana del Sarno, estendendo i suoi possedimenti fino a Stabiae e Pompei.
[modifica] La Contea di Nocera
In epoca tardo antica e altomedievale, la Contea di Nocera si estendeva per quasi tutta l'area dell'attuale Agro Nocerino Sarnese, da Angri fino a Siano, passando per Roccapiemonte e Castel San Giorgio. La città, seppur ridotta di dimensioni rispetto alla fase romana, amministra un ampio territorio, conservando la giurisdizione su aree che in passato furono già sue. In età longobarda Sarno divenne sede di un gastaldato (o contea) autonoma nel 907, sottraendo a Nocera parte del territorio. Gli altri comuni continuarono a gravitare intorno a Nuceria fino all'IX-XII secolo. Lo sviluppo successivo dei piccoli borghi di Angri, Siano, Roccapiemonte e Castel San Giorgio permise a queste realtà di staccarsi.
[modifica] La rinascita di Nocera
Intorno al X secolo, per opera dei monasteri di San Massimo e Santa Sofia di Salerno, fu avviata un'ampia opera di bonifica dei territori incolti dell'Agro Nocerino. Per difendere queste colture dalle incursioni saracene, intorno al 984 nasce la firmitas nova nucerina, che si sviluppa come castello sulla cima della collina di Sant'Andrea, nel territorio dell'attuale Nocera Inferiore. Il sistema difensivo è completato dalla nascita di strutture difensive a Pucciani (Nocera Superiore) e Lanzara, (Castel San Giorgio), prima e la Rocca Apudmontem a Roccapiemonte, poi (1042). La città di Nuceria rinasce intorno al nucleo difensivo della collina di Sant'Andrea.
[modifica] La Civitas Nuceriae
La Civitas Nuceriae era chiusa per un lato dalla collina e per tre lati da un fiume (la Solofrana o Saltera), e cinta da tre sistemi murari. Le mura seguivano approssimativamente questo percorso: partendo da Largo San Biagio (dove era una porta) correvano fino a l’area dell’Arenula (dove era posizionata un'altra porta), passando alle spalle della Chiesa di Sant’Antonio, e qui si raccordavano ai due tratti di mura che salendo lungo i pendii della collina, si congiungevano con il recinto del castello.
[modifica] I Feudi
Intorno al XI secolo il Principato longobardo di Salerno, provvede a dividere il territorio di Nocera, dandolo in concessione alle famiglie Filangieri e Pagano, sancendo la nascita nell'Agro dei primi feudi. Il sistema difensivo locale si amplia ad ovest guardando verso la piana. Nasce Cortinpiano, una corte fortificata nel territorio della futura Pagani.
[modifica] Le vicende successive
[modifica] I Normanni
Le truppe di Riccardo il Guiscardo, cognato di Roberto il Guiscardo, cingono d'assedio il castello di Nocera e il territorio passa in mano normanna.
[modifica] Età Sveva
In età sveva il castello di Nocera passa in mano ad Ottone di Barchister, che lo regge col titolo di Rector Nuceriae, poi ai Filangieri, che erigono la torre.
[modifica] La nascita dei borghi (università)
Nel XIII secolo la città si espande e si sviluppano i nuclei dei borghi che formeranno Nocera de' Pagani nei secolu successivi. La città, probabilmente per differenziarsi dalla Lucera, altrimenti nota come Nuceria di Puglia, abitata da saraceni, è detta Nuceria Christianorum. Ma tale appellativo ebbe poca fortuna.
[modifica] Il XVI secolo: Nocera de' Pagani
La prima attestazione del nome Nocera de' Pagani risale al XVI secolo ed è dovuta all'importanza che ricopre, a Cortenpiano, la famiglia Pagano. La Civitas era divisa in due Dipartimenti, denominati Nocera Soprana (di cui facevano parte i casali che col tempo avrebbero dato origine alle odierne cittadine di Nocera Inferiore e Nocera Superiore) e Nocera Sottana, di cui fecero parte le Università di Sant'Egidio (il termine Università in epoca medievale era l’equivalente dell’odierno Comune) e quelle di Pagani e Corbara.
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Per approfondire, vedi la voce Urbanistica di Nocera Inferiore. |
- Università di Nocera Corpo
- Università di Pucciano
- Università dei Tre casali
- Università di San Matteo
- Università di Sperandei
- Università di Barbazzano
- Università di Pagani
- Università di Sant'Egidio
- Università di Corbara
[modifica] L’ordinamento amministrativo delle Università
Amministrativamente le singole università, pur facendo parte della confederazione, godevano di una loro autonomia politica ed economica, disponendo di sindaci, parlamenti, magistrati particolari. Tuttavia gli abitanti maschi e maggiorenni ogni anno, nel mese di agosto, nel corso di una assemblea pubblica tenuta nei Parlamenti Universali eleggevano un proprio Sindaco Particolare e due o più Eletti (assimilabili agli attuali Assessori), oltre ad altri magistrati con funzioni varie, come i Razionali (Revisori dei Conti). Nel corso di una diversa assemblea, gli abitanti di Nocera Sottana eleggevano poi un Sindaco Universale, che, insieme con gli altri due Sindaci Universali eletti da Nocera Soprana, formava una sorta di Triumvirato, cui era affidato il compito di occuparsi delle problematiche comuni a tutta la confedarazione. Ogni singola Università ebbe un suo proprio Demanio, costituito da case, terre coltivate o boschi. Accanto ad esso esisteva, però, il Demanio comune della città, che era formato soprattutto da selve e boschi che ricoprivano una parte notevole del territorio.
[modifica] Il Lodo Baldini
I rapporti giuridici ed economici tra le diverse componenti della città erano regolati da una sorta di Carta costituzionale, il Lodo Baldini, redatto nel 1598 dal vescovo e giurista monsignore nocerino Carlo Baldini, Arcivescovo di Sorrento.
[modifica] I duchi
Nel ‘500, col titolo di Duchi la tennero i Carafa, cui seguirono i Castel Rodrigo e i Pio di Savoia, fino l'abolizione del regime feudale nel 1806. Tiberio Carafa acquistò la città nel 1521 per 50.000 ducati. Tiberio restò duca fino al 1527, anno della sua morte. Il titolo passò nelle mani del secondo duca Ferdinando (o Ferrante I) Carafa, che sposò Eleonora Isabella Concublet. Alla morte di Ferdinando, il 25 maggio 1558, divenne duca il figlio, Alfonso Carafa, sposato con Giovanna Castriota Scanderbegh. Alla sua morte il ducato passò nelle mani del figlio, Ferdinando II Carafa. Sposato con Anna Clarice Carafa, morì l'11 settembre 1593 lasciando in eredità titolo e palazzo al figlio, Francesco Maria Carafa, che morì il 16 luglio 1642. Gli successe Francesco Maria Domenico, ultimo dei Carafa a tenere Nocera. Morì nel 1647. La dinastia dei Carafa tenne la città sino al 1647. In quell’anno la città tornò per breve tempo nel Regio Demanio e la Corona.
Nel 1660 passò a nuovi signori, i Castelrodrigo, che la terranno fino al 1707, ai quali seguiranno, fino al 1806, i Pio di Savoia. I Castelrodrigo raramente misero piede in città, governandola da lontano, nonostante i cittadini fossero sempre attenti ai loro duchi, supportandoli con veglie di preghiera e festeggiandone i matrimoni. Primo duca post Carafa fu Francisco Mogra (o de Moura) y Corte Real, Marchese di Castelrodrigo. Non avendo lasciato eredi maschi, alla sua morte subentrò la figlia, Eleonora de Mogra, moglie di Aniello Gusman. Alla sua morte subentrò la sorella Giovanna, moglie di Giliberto Pio di Savoia. Giovanna, tuttavia, non volle prestare giuramento al sovrano austriaco di Napoli Carlo VI. Per questo motivo fu spogliata di tutti i suoi feudi, compreso Nocera. Nel 1709 Luigi Pio di Savoia rese omaggio al re, entrando in possesso dei titoli della moglie del fratello Giliberto. Rimase duca di Nocera fino al 1745, tranne che per un breve periodo (1723 - 1725) quando una congiura contro gli austriaci lo privò del titolo. Rimasto senza figli maschi, lasciò il titolo di Duca della città alla figlia. Isabella pio di Savoia ebbe due mariti: Emmanuele Blasco e Antonio Valcalzel Pastor. Morì nel 1799 lasciando il feudo di Nocera alla famiglia del marito.
Furono secoli, soprattutto al tempo del Vicereame spagnolo, assai difficili e funestati da guerre, pestilenze, eruzioni vesuviane, terremoti, alluvioni, a cui però gli abitanti seppero sempre reagire con grande vitalità.
I Carafa
- Tiberio Carafa 1521 - +1527 sposato con Girolama Borgia
- Ferdinando Carafa 1527 - +25 maggio 1558 sposato con: Eleonora Isabella Concublet
- Alfonso Carafa 1558 - +1581 sposato con: Giovanna Castriota Scanderbegh
- Ferdinando II Carafa, 1581+ 11 settembre 1593 sposato con: Anna Clarice Carafa
- Francesco Maria Carafa, 1593 - +16 luglio 1642, ebbe due mogli: Anna Pignatelli e Giovanna Ruffo
- Francesco Maria Domenico Carafa, 1642 - +1647, sposato con Maria Ruffo
I Castelrodrigo
I Pio di Savoia
[modifica] Personalità legate a Nocera de' Pagani
- Jacopo Sannazaro
- Paolo Giovio
- Beato Bonaventura da Potenza
- Carlo Pellegrini
- Angelo Solimena
- Francesco Solimena
- Orazio Solimena
- Sant'Alfonso Maria de' Liguori
[modifica] La divisione
Questo modello piuttosto avanzato di governo durò fino al cosiddetto Decennio Francese, quando il Regno delle Due Sicilie cadde sotto la dominazione napoleonica. Il 18 ottobre 1806, infatti, con la legge n. 211, il Re di Napoli, Giuseppe Bonaparte, abolì gli Antichi Regimenti Municipali e, quindi, anche la Civitas Nuceriae con le sue Università, in sostituzione delle quali ed in analogia con quanto era previsto nell’ordinamento amministrativo francese, nacquero cinque Comuni: Nocera San Matteo (che associò le Università di San Matteo, Tre Casali e Sperandei), Nocera Corpo, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara. Le due Nocera si riunificarono nel 1834, formando il comune di Nocera. La scissione definitiva si ebbe nel 1851, quando si divisero in Nocera Inferiore e Nocera Superiore a causa di divergenze terriere. La divisione tra le due città correva allora e segue tutt'oggi, il percorso delle mura occidentali dell'antica Nuceria Alfaterna. Nel 1853 gli stessi proprietari terrieri che avevano chiesto l'autonomia per Nocera Superiore, a causa dell'importanza e della floridità economica che avevano acquisito i villaggi inferiori, chiesero la riunificazione, resa necessaria dalla incapacità del Comune a far fronte ai suoi obblighi finanziari. Tuttavia queste non avvenne mai. Fino al 1972 il nome: Nocera de' Pagani è rimasto per indicare la diocesi nocerina.
[modifica] Bibliografia
- Teobaldo Fortunato (a cura di), Nuceria, scritti in onore di Raffele Pucci, Postiglione (SA), 2006
- Gennaro Orlando, Storia di Nocera de' Pagani, Napoli, 1888
- Salvatore Silvestri, S.Egidio tra Storia e Leggenda (Appunti, ipotesi e documenti dal 216 a.C. al 1946), 1993
- Salvatore Silvestri - Salvatore Vollaro, S.Egidio, S.Lorenzo e Corbara (La Storia e le Famiglie), 2001