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Michael Schumacher - Wikipedia

Michael Schumacher

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Michael Schumacher
Dati biografici
Nome Michael Schumacher
Nato 3 gennaio 1969
Hürth (Hermülheim)
Paese bandiera Germania
Nazionalità
Passaporto
Morto
Altezza cm
Peso kg
Dati agonistici
Disciplina Automobilismo
Specialità
Categoria Formula 1
Record
Ranking °
Ruolo
Squadra
Ritirato
Carriera
Giovanili
Squadre professionistiche
Nazionale
Carriera da allenatore
Incontri disputati
Carriera in Formula 1
Esordio 25 agosto 1991
Stagioni 1991-2006
Scuderie Jordan, Benetton, Ferrari
Mondiali vinti 7 (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004)
Miglior risultato finale
GP disputati 250
GP vinti 91
Podi 154
Pole position 68
Giri veloci 76
record di titoli, pole position e Gran Premi vinti
Palmarès
Statistiche aggiornate al BRA 2006
 

Michael Schumacher (Hürth-Hermülheim3 gennaio 1969) è un ex pilota automobilistico tedesco di Formula 1, sette volte campione del mondo, di cui due consecutive con la Benetton (1994 e 1995) e cinque consecutive con la Ferrari (2000, 2001, 2002, 2003 e 2004).

Attualmente è il detentore della maggior parte dei record della F1 tra cui quello di titoli, di Gran Premi vinti, di pole position, di giri più veloci, di hat trick (pole, vittoria e giro più veloce nella stessa gara) e di punti in carriera. Dopo l'addio alla Formula 1 del 2006 per dedicarsi alla sua vita privata, Schumacher non esclude un suo ritorno in Ferrari, in veste di tecnico.

Schumacher è stato anche il primo tedesco a divenire campione del mondo di Formula 1[1] ed è tutt'ora l'icona più popolare sia in Germania[2], sia nella Formula 1, secondo un sondaggio effettuato dalla FIA nel 2006[3].

Indice

[modifica] La carriera

[modifica] Gli inizi e le categorie minori

Michael Schumacher iniziò la carriera all'età di quattro anni, alla guida di un kart sul circuito di Kerpen, gestito dal padre. Nel 1984 venne contattato da un imprenditore della zona, Jürgen Dilk, rimasto impressionato dal ragazzino, che decise di aiutare economicamente[4] [5]; negli anni seguenti Schumacher vinse il titolo Junior tedesco e il campionato europeo a Göteborg (Svezia). Un episodio singolare avvenne nell'ultima gara: proprio all'ultima curva dell'ultimo giro, Zanardi e Orsini presero male la curva, facendo così un fuoripista e regalando a Schumacher non solo la vittoria della gara, ma anche il campionato[6].

Nel 1988 passò dai kart alle monoposto delle classi superiori. Sempre grazie a Dilk, partecipò al campionato di Formula Ford tedesco e a quello europeo: si piazzò rispettivamente sesto e secondo, in quest'ultimo alle spalle di Mika Salo. Ma nello stesso anno venne aiutato anche da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in Formula König, serie addestrativa che utilizza telai e motori della Formula Panda italiana: vinse nove gare su dieci laureandosi facilmente campione[7]. Il passaggio scontato per Schumacher sarebbe stato la Formula 3, ma Dilk gli fece capire che di non poter permettersela. Ma nel 1989, Willi Weber, proprietario di un team, stupito dalle capacità del giovane Schumacher, decise di fargli siglare un contratto biennale per gareggiare in Formula 3. Schumacher chiuse il campionato al secondo posto, battuto di un solo punto da Karl Wendlinger.

Nel 1990 vinse in Messico e si piazzò secondo a Digione e al Nürburgring, e nel 1991 partecipò alla 24 ore di Le Mans, giungendo al 5° posto (insieme a Wendlinger e Kreutzpointer) e marcando il giro più veloce[8].

La vettura che Schumacher usò in Formula 3
La vettura che Schumacher usò in Formula 3


Nel frattempo la Mercedes progettò di far ritorno alle gare di F1 dopo l'abbandono del 1955 affidandosi a Jochen Neerpasch come responsabile del reparto corse. Il punto di partenza sarebbe stato la creazione di uno Junior Team Mercedes, che avrebbe partecipato nel Campionato di Classe C, sotto la direzione di Peter Sauber. Fecero parte della squadra Heinz-Harald Frentzen, Karl Wendlinger e lo stesso Schumacher.

La Mercedes permetté a Schumacher di continuare a gareggiare in F3: nel 1990 aveva vinto il titolo tedesco e le prestigiose gare internazionali di Macao e del Monte Fuji. Ma l'obiettivo principale era la Formula 1 con Schumacher come primo pilota della Mercedes. Il progetto non si realizzò per gli eccessivi costi e la casa tedesca si limitò a fornire il motore alla Sauber.

[modifica] L'arrivo in Formula 1 e gli anni alla Benetton

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1991.
Schumacher testa la Jordan nel 1991
Schumacher testa la Jordan nel 1991

Schumacher debuttò in Formula 1 nel 1991 al volante della Jordan. La squadra irlandese, rivelazione della stagione, ebbe necessità di sostituire nel Gran Premio del Belgio (circuito di Spa) Bertrand Gachot, in stato di arresto a Londra. La Mercedes lo girò quindi al team di Eddie Jordan pagando 150.000 dollari[9]. Schumacher, qualificatosi alle prove al settimo posto, concluse la gara dopo poche centinaia di metri a causa della rottura della frizione.[10]

La prestazione in Belgio lo portò comunque all'attenzione dei top team: Flavio Briatore, direttore della Benetton, gli offrì subito un contratto, che portò Schumacher ad affiancare Nelson Piquet. La questione contrattuale con il team Jordan venne chiusa con il trasferimento alla squadra irlandese della seconda guida della Benetton, Roberto Moreno. Nelle rimanenti gare della stagione 1991 ottenne alcuni punti entrando nella classifica generale.

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1992.

Al termine della stagione, Piquet lasciò la Formula 1 e venne sostituito alla Benetton da Martin Brundle. La stagione 1992 fu monopolizzata dalle Williams-Renault. Schumacher cominciò ad inserirsi stabilmente nelle posizioni di testa, ottenendo alcuni podi, fino alla prima vittoria, di nuovo a Spa, nel Gran Premio del Belgio. Alla fine della stagione fu terzo in classifica mondiale, dietro le Williams di Nigel Mansell e Riccardo Patrese e davanti ad Ayrton Senna, tradito in diverse occasioni da una McLaren spesso inaffidabile. Cominciò a delinearsi la rivalità tra il fuoriclasse brasiliano e l'emergente pilota tedesco[11]: in Brasile Schumacher accusò pubblicamente Senna di averlo ostacolato in gara con comportamenti poco corretti, mentre in realtà era stata l'elettronica della McLaren la causa degli improvvisi rallentamenti del brasiliano[11]. In Francia, Schumacher tamponò Senna al primo giro: dopo l'interruzione della gara per la pioggia, Senna, dismessa già la tuta da gara, discusse animatamente con Schumacher, dicendogli in tutta calma: «Sei giovane, devi imparare».[11] La rivalità proseguì ad Hockenheim,in Germania, durante una sessione di test in cui i due si sfiorano più volte con le ruote ed ai box arrivano quasi alle mani.[11]

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1993.

Nella stagione 1993 la Benetton ottenne una fornitura esclusiva di motori Ford, superiori a quelli Renault della McLaren. Inoltre, nuovi sistemi di controllo della trazione (introdotti però solo a metà stagione[12]) e di sterzata sulle quattro ruote permisero di rendere ulteriormente competitiva la vettura del pilota tedesco. Il nuovo compagno di squadra di Schumacher era Riccardo Patrese. Nel corso della stagione, Schumacher ottenne alcuni podi ed un'ulteriore vittoria in Portogallo, però non fu mai realmente in lotta per il titolo, vinto ancora dalla Williams-Renault con Prost. La Williams, anzi, dominò le gare, e l'unica vera resistenza le venna da parte di Senna: il pilota brasiliano nella prima parte di stagione si dimostrò fortemente competitivo, ottenendo anche per il proprio team la stessa fornitura di motori della Benetton a partire da metà stagione.

[modifica] I titoli mondiali con la Benetton

[modifica] Il 1994

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1994.
La Benetton di Schumacher nel 1994
La Benetton di Schumacher nel 1994

Il 1994 fu per la Formula 1 l'anno della rivoluzione tecnica introdotta dal presidente FIA, Max Mosley: venne abolita l'elettronica impiegata fino ad allora nelle sospensioni attive, nel controllo di trazione e nei meccanismi di partenza automatici. Vennero anche introdotti i rifornimenti in gara, nella speranza di aumentare lo spettacolo e la competizione, dopo due annate dominate da un solo team. La Benetton si presentò come una delle squadre candidate alla lotta per il titolo mondiale, nonostante fosse dotata del motore V8 Ford contro il V10 Renault che equipaggiò la Williams, team che ingaggiò anche Ayrton Senna. La stagione fu funestata fin dagli esordi dai gravi incidenti di JJ Lehto a Silverstone, che lo costrinsero a saltare le prime gare, e di Jean Alesi, anch'egli costretto a saltare due gran premi. Le prime due gare furono dominate da Schumacher, con Senna che sbagliò in Brasile ed uscì di pista alla partenza in Giappone, tamponato da Mika Häkkinen.

Il successivo week-end di Imola, con la morte di Senna e Roland Ratzenberger, il ferimento di Rubens Barrichello ed i gravi incidenti in partenza e corsia box che coinvolsero anche spettatori e meccanici, segnò un punto di svolta per la Formula 1, che procedette a una riforma profonda. La FIA introdusse una serie di misure correttive per migliorare la sicurezza, in successivi interventi regolamentari, mentre in pista Schumacher continuò con ottime prestazioni, cogliendo vittorie a Monaco, Canada e Francia, oltre ad un secondo posto a Barcellona conquistato con il cambio bloccato in quinta marcia. Al termine del Gran Premio di Francia, il vantaggio del tedesco sul suo immediato inseguitore, Damon Hill, era di quasi quaranta punti.

Le settimane successive videro accadere più cose nelle aule dei tribunali che in pista: a Silverstone, Schumacher superò Hill nel giro di ricognizione, non scontò una penalità comminatagli e venne squalificato. La scuderia spiegò l'accaduto come un errore di comunicazione tra i commissari di gara e la squadra[13]. Il mancato rispetto della bandiera nera venne punito con ulteriori due gare di squalifica, ma la Benetton fece appello, per permettere al pilota di correre almeno la gara di casa. In Germania Schumacher dovette comunque ritirarsi, mentre l'auto del compagno di squadra Jos Verstappen si incendiò durante il rifornimento, per fortuna senza conseguenze serie. La successiva indagine della FIA stabilì l'irregolarità del dispositivo di rifornimento della Benetton, che si andò ad aggiungere ad un'altra presunta irregolarità sull'utilizzo di un sistema di controllo per la partenza. Al Gran Premio del Belgio Schumacher vinse ancora, ma l'eccessivo consumo del fondo in legno (anche a causa di un testacoda su un cordolo in gara), introdotto a partire dal Gran Premio di Germania precedente, portò ad una nuova squalifica. Schumacher saltò i due Gran Premi successivi per i fatti del Gran Premio di Gran Bretagna e quando tornò in pista, a Jerez, il suo vantaggio si era ridotto ad un punto. A Jerez vinse, ma venne battuto da Hill nel Gran Premio del Giappone, corso in condizioni di bagnato intenso, e i due rivali si presentarono alla gara finale divisi da un solo punto. Schumacher dominò la prima parte del Gran Premio di Australia davanti ad Hill, fino a quando, al 35° giro, Schumacher uscì di pista ed andò sbattere contro un muretto danneggiando irrimediabilmente la vettura, che fu spinta in pista. Proprio nello stesso momento sopraggiungeva Hill, che alla curva successiva lo attaccò, proprio mentre il tedesco stava sterzando per curvare. Il contatto causò il ritiro di entrambi. La manovra fu molto contestata e il pubblico si divise. C'era chi sosteneva, come Alan Henry che la mossa del tedesco fosse volontaria[14] e altri come Murray Walker che tutto fosse involontario[15]. La collisione venne valutata come un normale incidente di gara e Schumacher non venne sanzionato. Il titolo di Campione del Mondo 1994 andò quindi a Schumacher, che divenne il primo campione mondiale tedesco[1].

[modifica] Il 1995

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1995.

Nella stagione 1995 la Benetton montò lo stesso motore Renault V10 utilizzato dalla Williams e Schumacher fu affiancato da Johnny Herbert. La prima fase del mondiale fu controversa: in Brasile Schumacher fu vittima di un incidente nelle prove causato dalla rottura dello sterzo. Vinse la gara, grazie anche al ritiro di Hill, ma la vittoria fu inizialmente annullata per non conformità del carburante utilizzato; la decisione finale della FIA fu però quella di confermare il piazzamento dei piloti e di sottrarre i punti alle squadre per il campionato costruttori. Dopo un brutto incidente ad Imola, Schumacher tornò alla vittoria nel Gran Premio di Spagna. A Silverstone ed a Monza fu protagonista di due incidenti con Hill, che lo tamponò in entrambe le occasioni, mentre i due erano in lotta per il primato nella corsa. A Spa vinse partendo dal sedicesimo posto e duellando per diversi giri su pista bagnata con gomme d'asciutto contro Hill, munito di invece di pneumatici da pioggia. Schumacher conquistò il titolo con due gare di anticipo, sul circuito di Aida nel Gran Premio del Pacifico. Con la successiva gara in Giappone, la squadra conquistò il titolo costruttori sfuggitole l'anno precedente.

Già a campionato inoltrato, Schumacher aveva però preso la decisione di cambiare team. Inizialmente ebbe contatti con la McLaren, ma l'accordo saltò per contrasti con Ron Dennis[16]. Il tedesco firmò poi in estate un contratto biennale con la Ferrari.

[modifica] L'arrivo in Ferrari e i primi anni a Maranello

[modifica] Il 1996

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1996.

Nel 1996 fu prima guida della Ferrari, scuderia con la quale diventò il pilota più titolato della storia della Formula 1.

L'esordio con la Ferrari fu difficile. La squadra non vinceva un titolo mondiale dal lontano 1979, il clima non era ottimale ed il divario tecnico con le scuderie inglesi sembrava incolmabile. Ma con Schumacher arrivarono dalla Benetton altri tecnici come Ross Brawn e Rory Byrne, che già avevano lavorato con il tedesco negli anni precedenti.

La stagione 1996 fu dominata dalle Williams-Renault di Hill e Jacques Villeneuve. Dopo sei gare con una vettura inaffidabile e qualche errore del pilota, come a Montecarlo, in cui Schumacher, partito dalla pole position, fu subito sorpassato da Hill e poi scivolò su un cordolo bagnato, sbattendo già nel corso del primo giro, arrivò la prima vittoria su Ferrari al Gran Premio di Spagna sotto la pioggia. A questo successo seguirono cinque gare con tre punti conquistati e in Canada e Francia al tedesco il motore si ruppe nel giro di ricognizione e vari problemi al cambio. Al Gran Premio del Belgio, poi Schumacher tornò alla vittoria, replicando il successo anche a Monza e concludendo le ultime due gare sul podio. La prima stagione di Schumacher alla Ferrari fu quindi incostante con 3 vittorie (in Spagna, a Spa ed a Monza) ed una serie di ritiri soprattutto per problemi meccanici. Il tedesco concluse comunque il mondiale al terzo posto.

[modifica] Il 1997

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1997.
Schumacher al GP di Germania 1997
Schumacher al GP di Germania 1997

Durante il 1997, il divario tecnico con la Williams si ridusse, grazie anche alla nuova vettura, la F310B, che risultò molto affidabile. Nonostante ciò, a inizio stagione la Williams si dimostrò più veloce e vinse le prime tre gare, ma Schumacher recuperò punti a partire dal Gran Premio di Monaco, andando a comandare la classifica, arrivando ad avere circa venti punti sul rivale Villeneuve. Nelle ultime tre gare, però, il canadese recuperò punti, sia a causa di errori del pilota tedesco, come in Austria, sia per errori di altri piloti, come al Gran Premio del Lussemburgo, quando Schumacher venne tamponato dal fratello poco dopo il via. Si giunse quindi alla gara decisiva per l'assegnazione del titolo mondiale a Jerez de la Frontera. Qui il tedesco in vantaggio di un punto e dopo essere partito meglio fu raggiunto dal canadese e tentò di tamponarlo mentre questi lo stava superando nel corso 48° giro; Villeneuve ebbe la meglio, Schumacher lo colpì a sorpasso ormai avvenuto ed uscì di pista, perdendo ogni possibilità di vittoria e la scorrettezza gli costò anche il secondo posto in classifica finale, in quanto la FIA, l'11 novembre dello stesso anno lo escluse dalla classifica piloti.[17]. In questa occasione la manovra di Schumacher venne condannata anche dai media italiani e tedeschi[18].

Michael Schumacher festeggia al volante della sua F1
Michael Schumacher festeggia al volante della sua F1

[modifica] Il 1998

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1998.

Nel 1998 la Williams affrontò un periodo di transizione, e la McLaren si rivelò il team da battere, nonostante potesse contare su piloti con poca esperienza nella lotta per il mondiale. Per la Ferrari la stagione iniziò male, il divario tecnico con la McLaren parve incolmabile, ma Schumacher fu protagonista di una rimonta che partì dal Gran Premio del Canada fino all'ultima gara. Durante questa avvenne al Gran Premio di Gran Bretagna un episodio abbastanza contestato: a Schumacher, in testa alla corsa, a 12 giri dal termine, venne data una penalità di dieci secondi da scontare. In Ferrari, però, c'era confusione in quanto non si riuscì a capire come questa doveva essere affrontata: se con uno stop&go oppure con dieci secondi aggiunti al tempo finale. Così facendo la comunicazione arrivò al tedesco a tre giri dalla fine, così che Schumacher effettuò lo stop&go all'ultimo giro, tagliando il traguardo appena giunto al suo box. Da notare che inizialmente gli stewart avevano optato per dieci secondi aggiunti al tempo finale cambiando idea solo in un secondo momento[19]. Si arrivò quindi Suzuka, ultima gara del campionato. A Schumacher alla partenza in pole position si spense il motore, e fu costretto a partire dall'ultima posizione[20]. Mika Häkkinen vinse la gara agevolmente e diventò campione del mondo. Non fu Suzuka l'unica occasione mancata: a Spa non approfittò del ritiro del pilota finlandese, tamponò David Coulthard che accusò poi di aver mollato l'acceleratore di proposito per provocare l'incidente (memorabile la scena in cui Michael andò a cercare Coulthard nel box McLaren rischiando la rissa)[21].

[modifica] Il 1999

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 1999.

Il 1999 sembrò essere l'anno buono. La nuova F399 non era al livello della McLaren in termini di prestazioni, ma si dimostrò molto più affidabile ed il gap con la scuderia inglese venne colmato nel corso della stagione sfruttando la galleria del vento per migliorare la vettura[22]. Schumacher dopo le prime quattro gare era ampiamente in testa alla classifica mondiale, ma nel Gran Premio di Gran Bretagna (Silverstone) un incidente (attribuito a un problema allo spurgo di un freno[23]), gli provocò la frattura della gamba destra, e dovette rinunciare a gareggiare, sostituito dal finlandese Mika Salo, fino al penultimo gran premio, quello della Malesia, dove conquistò la pole, ma lasciò la vittoria a pochi giri dalla fine al compagno di scuderia Eddie Irvine, in lotta per il titolo mondiale. Nell'ultima gara, invece, il tedesco sbagliò la partenza e Häkkinen ne approfittò superarlo e vincere gara e mondiale. Schumacher concluse il campionato quinto con 46 punti. C'era comunque stima e rispetto tra il finlandese, vincitore del titolo, e il tedesco, appunto, infortunato[24].

[modifica] Gli anni del dominio mondiale

[modifica] Il 2000

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2000.

Nel 2000 ci fu prima della stagione il divorzio fra la rossa ed Irvine (da quando alla Ferrari era fin da li l'unico compagno avuto) per rivalità interne (visto il secondo posto della stagione scorsa reclamava il ruolo di prima guida)[25], che si accasò alla Jaguar, scuderia che aveva rilevato la Stewart, e venne sostituito dal promettente brasiliano di origini italiane Rubens Barrichello proveniente proprio dalla Stewart.

La stagione iniziò con una lunga serie di vittorie: la F1 2000 fu estremamente competitiva e affidabile, tanto che Schumacher si ritrovò ad avere al Gran Premio del Canada 58 punti contro i 32 del campione in carica Mika Häkkinen. La lotta per il titolo era, però, già ristretta al tedesco, allo scozzese Coulthard e ad Hakkinen. A partire dalla Francia il tedesco non riuscì a terminare le tre gare successive, tanto che al Gran Premio d'Ungheria il rivale finlandese riuscì a superare Schumacher in classifica piloti. A partire da Monza, però, il tedesco fu capace di rimontare e vincere il campionato a Suzuka l'8 ottobre, dopo quattro anni di vittorie di Williams e McLaren, riportando il titolo piloti a Maranello dopo 21 anni (l'ultimo a vincerlo fu nel 1979 il sudafricano Jody Scheckter).

[modifica] Il 2001

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2001.

Nel 2001 la Ferrari F2001 si dimostra, sin dai primi Gran Premi, più competitiva sia della Williams-Bmw e McLaren. Nei primi quattro Gran Premi, la lotta fra David Coulthard e Schumacher è serrata: l'inglese è a quota 27 punti, con il tedesco ad una sola lunghezza di distacco. Dopodichè, Schumacher mette a segno una serie di podi e vittorie, che gli permettono di prendere le distanze dal resto del gruppo, mentre la McLaren fa i conti con numerosi problemi di affidabilità e competitività. Da segnalare la stagione negativa di Hakkinen, che si riprende solo verso la fine del campionato. Schumacher vinse facilmente il suo quarto titolo in Ungheria, raggiungendo il record di Alain Prost e battendone alcuni, come quello di Nigel Mansell riguardante i punti conquistati in una stagione (123 contro i 112 dell'inglese). Inoltre, per la prima volta, due fratelli conclusero entrambi sul podio[26]. Secondo arrivò l'altro pilota McLaren Coulthard a ben 58 punti di distanza, mentre il compagno di squadra Rubens Barrichello conclude terzo.

[modifica] Il 2002

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2002.
Michael Schumacher nel 2002
Michael Schumacher nel 2002

Si giunge cosi al 2002: Schumacher ha ben 5 titoli mondiali da difendere. Già dalla prima gara, come nelle due stagioni precedenti, la Ferrari domina il campionato; l'unica scuderia in grado di opporsi è la Williams, con il fratello Ralf e Juan Pablo Montoya. La McLaren ha un inizio difficile, così come per Barrichello. Fino al Gran Premio di Monaco (che vede la vittoria di Coulthard e la ripresa delle McLaren), le scuderie rivali si mantengono vicine alla Ferrari nel Campionato Costruttori. Ma dopo di esso, un ritrovato Barrichello mette la parola "fine" (6 vittorie per Schumacher e 4 per lui) alla competizione. Il tedesco vince quindi il suo sesto titolo mondiale con 144 punti, completando ogni gara sul podio e vincendone ben 11, confermandosi campione già il 21 luglio al GP di Francia ed eguagliando il record di Fangio. Secondo fu Barrichello con 77 punti, mentre Montoya termina la stagione terzo a 27 lunghezze dal brasiliano.

In questa stagione avvenne anche un contestatissimo episodio al Gran Premio d'Austria, nel quale Barrichello, a pochi metri dall'arrivo cedette la vittoria al tedesco per ordini di scuderia[27]. Il risultato finale provocò la piena disapprovazione del pubblico austriaco e per l'occasione la FIA multò il team di Maranello con un milione di dollari e varò una norma contro gli ordini di scuderia[28][29].

[modifica] Il 2003

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2003.
Un duello tra Schumacher e Räikkönen‎ al Gran Premio di Gran Bretagna.
Un duello tra Schumacher e Räikkönen‎ al Gran Premio di Gran Bretagna.

Il mondiale 2003 iniziò con alcune modifiche apportate al regolamento volte a contenere lo strapotere del tedesco. Dopo tre gare difficili, Schumacher conquistò tre vittorie consecutive riuscendo così a riportarsi in testa alla classifica, tornando alla vittoria a partire dal quarto gran premio, ma in estate si fece raggiungere dalla McLaren di Räikkönen‎ e dalla Williams di Montoya e le principali cause furono dovute ad un'aerodinamica troppo rigida e delle temperature tropicali che mandarono in crisi le gomme Bridgestone, in particolare nei Gran Premi di Francia, Europa, Germania ed Ungheria. A partire dal Gran Premio d'Italia il tedesco ritornò poi alla vittoria, ripetendosi anche negli Stati Uniti. Si giunse quindi a Suzuka e Schumacher bastò un ottavo posto per essere ancora campione del mondo e alle sue spalle giunsero Räikkönen‎ a solo 2 punti e Montoya a 11 punti.

[modifica] Il 2004

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2004.

Il 2004 fu di nuovo dominato dalla Ferrari e da Schumacher, che vinse il titolo piloti a Spa, a quattro gare dal termine della stagione, ottenendo 13 vittorie in 18 gare con cui batté vari record: vittorie, podi, giri veloci, punti e chilometri al comando delle gare. L'inizio stagione vide Schumacher trionfare, se si esclude Monaco, nei primi tredici appuntamenti e soltanto nel finale il tedesco diminuì il proprio ritmo. A fine campionato fu ancora doppietta: secondo arrivò il compagno di squadra Barrichello a 34 lunghezze. In classifica costruttori la Ferrari vinse, mentre le rivali McLaren e Williams non riuscirono ad ottenere risultati simili agli anni precedenti e arrivarono rispettivamente al quinto e al quarto posto, tanto che a seguire la Ferrari furono la rivelazione BAR motorizzata Honda, anche se distaccata di ben 143 punti, più del doppio (da notare anche il terzo posto della Renault, che divenne campione l'anno successivo).

[modifica] Gli ultimi due anni e il ritiro

[modifica] Il 2005

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2005.
Schumacher nel 2007
Schumacher nel 2007

La stagione 2005 iniziò alquanto male per Schumacher: al Gran Premio d'Australia ottenne solo un mesto ritiro per problemi tecnici, mentre il compagno di squadra Barrichello arrivò secondo. Fernando Alonso, invece cominciò l'anno molto bene, arrivando terzo al primo Gran Premio, mentre vinse i due seguenti segnalandosi come principale contendente al titolo mondiale. La Ferrari non era competitiva, e Renault e McLaren prenderono brevemente il largo.

Schumacher al Gran Premio di Indianapolis.
Schumacher al Gran Premio di Indianapolis.

A metà stagione, al Gran Premio degli Stati Uniti di Indianapolis, successe qualcosa di insolito: durante le qualifiche (con la pole di Jarno Trulli) il fratello Ralf Schumacher ebbe un terribile incidente alla parabolica, dovuto all'inaffidabilità delle gomme Michelin su quel tracciato. Vane furono le proposte di inserire una chicane, la FIA decretò che i piloti con gomme Michelin non dovettero gareggiare, percorrendo solamente il giro di ricognizione. Il giorno dopo, schierate sulla griglia di partenza, ci furono solo sei vetture: le Minardi, le Jordan e le Ferrari. La vittoria andò quindi a Schumacher, seguito da Barrichello e da Tiago Monteiro su Jordan[30]. Il campionato piloti fu vinto da Fernando Alonso, quello costruttori dalla Renault; Schumacher si classificò terzo a 2 punti dal quarto Montoya e lontano dal campione Alonso e dal secondo classificato Räikkönen‎ rispettivamente 50 e 72 punti; ugualmente deludente la classifica costruttori: la Ferrari fu terza alle spalle di Renault (91 punti di distanza) e McLaren (82 punti di distanza).

[modifica] Il 2006

Per approfondire, vedi la voce Formula 1 stagione 2006.

Si giunge così alla stagione 2006. Barrichello, stanco di essere all'ombra di Schumacher, decise di rompere il contratto con la Ferrari e ne stipula uno nuovo con la Honda, che aveva nel frattempo rilevato la BAR [31]. La Ferrari, senza la seconda guida, la rimpiazzò prontamente con Felipe Massa (già collaudatore della Ferrari negli anni precedenti), un pilota brasiliano di origini italiane che la stessa Ferrari aveva mandato alla Sauber Petronas negli anni precedenti per fare pratica. Il Gran Premio del Bahrein vide un buon 2° posto di Schumacher, beffato da Alonso con la strategia dei pit stop, mentre Massa arrivò nono dopo un testacoda. Proprio al GP del Bahrain il tedesco eguagliò il record di pole position fino ad allora appartenuto ad Ayrton Senna[32]. La Ferrari aveva ancora problemi, ma Schumacher vinse la terza gara del mondiale, il Gran Premio di Imola, dando così un'ottima impressione della vettura.

Schumacher durante il Gran Premio del Canada; questa gara venne vinta da Alonso, mentre lui arrivò secondo.
Schumacher durante il Gran Premio del Canada; questa gara venne vinta da Alonso, mentre lui arrivò secondo.

Seguì un'altra vittoria del tedesco e quattro di Alonso. In mezzo a queste ci fu anche una contestata vicenda avvenuta al Gran Premio di Monaco: a pochi minuti dal termine dell'ultima manche, Schumacher era in testa e a pochi secondi dalla fine sbandò alla curva Rascasse, mentre il rivale Alonso stava terminando il suo ultimo giro e non riuscì ad andare in pole. Fin da subito la FIA aprì un inchiesta. La Renault sostenne che la manovra di Schumacher era intenzionale e fatta per impedire ad Alonso di partire al primo posto, visto che stava ottenendo ottimi tempi, mentre la scuderia italiana disse che il tedesco stava migliorando i suoi tempi e non avrebbe avuto senso bloccare la propria vettura in mezzo alla pista. La sera del sabato la FIA riconobbe Schumacher come colpevole e come penalità gli fu imposto di partire dall'ultima posizione[33]. Anche in questa stagione fu Alonso a dominare: prima del Gran Premio degli Stati Uniti arrivò ad avere 25 punti di vantaggio su Schumacher. A questo punto, Schumacher mise a segno una serie di vittorie consecutive che gli consentono di riaprire la pratica Mondiale, che sembrava già chiusa. Dopo il Gran Premio di Monza, gara nella quale Alonso ruppe il motore e fu quindi costretto al ritiro, Schumacher aveva solo due punti di svantaggio da recuperare, e la Ferrari dominava il Campionato Costruttori. Dopo la vittoria di quest'ultimo, il 10 settembre 2006 annunciò ufficialmente il ritiro dalle competizioni (notizia comunque già nell'aria da qualche mese).[34]

Il 1° ottobre 2006, dopo le qualifiche dominate da Alonso e Fisichella, rimontò e vinse il Gran Premio di Cina, passando al primo posto in classifica piloti a pari punti con Alonso. A questo punto, con ancora due eventi stagionali da disputare, Schumacher aveva la concreta possibilità di vincere il mondiale, mentre la Renault era per un punto in testa alla classifica costruttori a causa del ritiro di Felipe Massa.

Il motore della Ferrari 248 F1 di Schumacher con la scia bianca di fumo, determinata dalla sua rottura.
Il motore della Ferrari 248 F1 di Schumacher con la scia bianca di fumo, determinata dalla sua rottura.

Al Gran Premio del Giappone, a Suzuka, le Ferrari partirono al 1° e 2° posto, mentre le Renault occuparono la 3° fila. Schumacher scattò bene e dopo pochi giri superò Massa. Nonostante Alonso fosse partito 5°, superò già al via Trulli e si tenne dietro a Ralf Schumacher, che sopravanzò al momento della sosta ai box; ma al 37° giro si ruppe il motore della vettura di Schumacher (non accadeva dal 2000, a Magny Cours) e fu costretto al ritiro. «È finita, puntiamo al titolo costruttori» dichiarò a fine corsa[35].

Disputò l'ultima gara della sua carriera il 22 ottobre 2006, sul circuito di Interlagos in Brasile. Prima della gara durante la cerimonia l'ex calciatore brasiliano Pelé gli donò un trofeo alla carriera[36]. Il weekend non fu molto fortunato per il tedesco che arrivò quarto dopo una gara in rimonta: partito decimo, a causa della rottura della pompa della benzina avvenuta il giorno precedente[37] (cosa che non gli permetté di segnare il proprio tempo nell'ultima sezione delle qualifiche, relegandolo perciò all'ultimo posto disponibile, il 10°), rimontò subito quattro posizioni, e dopo aver sorpassato Fisichella sul rettilineo del traguardo, per un contatto con lo stesso, forò uno pneumatico e fu costretto a percorrere quasi un giro intero prima di raggiungere la corsia dei box[38]. Dopo la sosta era all'ultimo posto a circa 38" dal penultimo, di poco davanti ad un Felipe Massa (che per l'occasione vestiva una tuta con i colori verdeoro), il tedesco però riuscì a rimontare abbassando più volte il tempo sul giro, compiendo 13 sorpassi in poco più di 40 giri rimasti, ottenne infine il quarto posto. A pochi giri dalla fine, compì il suo ultimo sorpasso ai danni di Räikkönen‎, suo successore alla guida della Ferrari l'anno successivo. Il mondiale così terminò con la seconda vittoria consecutiva dello spagnolo Alonso seguito al secondo posto da Michael a 13 punti di distanza. Titolo costruttori di nuovo alla Renault sopra alla Ferrari di solo 5 punti, verdetti che vedono comunque la riconquistata competitività della Ferrari.

[modifica] Dopo il 2006

Schumacher testa la F2007 a Fiorano
Schumacher testa la F2007 a Fiorano

Schumacher non ha abbandonato definitivamente la Ferrari, prendendo parte ad alcune gare del 2007 come superconsulente[39]. La notizia era stata anticipata a gennaio dal giornale tedesco Welt [40]. Il tedesco ha esordito nel Gran Premio di Spagna 2007, riproponendosi in quello di Montecarlo e dopo ancora in quello del Canada, come assistente di Jean Todt. Dal GP di Ungheria in poi ha annunciato che non sarà più al muretto Ferrari fino alla fine della stagione, volendosi dedicare maggiormente alla sua famiglia e perché si sente superato. Il 13 novembre 2007 è tornato in pista a Barcellona in veste di collaudatore, effettuando 64 giri con una Ferrari F2007 senza dispositivi elettronici e segnando il miglior tempo delle due giornate di test[41]; successivamente ha anche partecipato ai test tenutisi a Jerez il 6 dicembre 2007 e il 7 dicembre 2007 realizzando anche ottimi tempi su giro, pur confermando di non voler prendere parte a nessun campionato automobilistico. In gennaio del 2008 il Presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo ha confermato l'impiego di Schumacher come terzo pilota della scuderia[42] e come addetto allo sviluppo della vettura[43]

[modifica] Onorificenze

La BMW al Gp del Brasile 2006 presentò nell'alettone posteriore la scritta "Thanks Michael" (grazie Michael) per ringraziare il pilota tedesco
La BMW al Gp del Brasile 2006 presentò nell'alettone posteriore la scritta "Thanks Michael" (grazie Michael) per ringraziare il pilota tedesco

Schumacher ha ricevuto numerose onorificenze sia durante la sua carriera che dopo il suo ritiro. Il primo caso riguarda il ricevimento del premio Laures World Sportsman of the Year, ricevuto in due occasioni: nel 2002 e nel 2004. Ha ricevuto altre quattro nomination [44]. Dopo il ritiro a lui è stata dedicata la curva S Schumacher che si trova sul circuito del Nurburgring[45]. Il tedesco ha ricevuto anche dalla FIA la medaglia d'oro per gli sport motoristici 2006 [46] ed è stato proclamato ambasciatore svizzero per il Campionato europeo di calcio 2008 [47].

Il tedesco ha anche presentato la cerimonia per la vittoria del team tedesco nell'A1 Grand Prix, venendo acclamato dal pubblico presente[48]. Inoltre gli verrà presto dedicato un grattacelo a Dubai[49].

[modifica] Vittorie in Formula 1

Anno GP Vinti
1992 1 (Gran Premio del Belgio)
1993 1 (Gran Premio di Portogallo)
1994 8 (Gran Premio del Brasile), (Gran Premio del Pacifico), (Gran Premio di San Marino, (Gran Premio di Monaco), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio d'Ungheria), (Gran Premio d'Europa)
1995 9 (Gran Premio del Brasile), (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio di Germania), (Gran Premio del Belgio), (Gran Premio d'Europa), (Gran Premio del Pacifico), (Gran Premio del Giappone)
1996 3 (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio del Belgio), (Gran Premio d'Italia)
1997 5 (Gran Premio di Monaco), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio del Belgio), (Gran Premio del Giappone)
1998 6 (Gran Premio d'Argentina), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio di Gran Bretagna), (Gran Premio d'Ungheria), (Gran Premio d'Italia)
1999 2 (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio di Monaco)
2000 9 (Gran Premio d'Australia), (Gran Premio del Brasile), (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio d'Europa), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio d'Italia), (Gran Premio degli Stati Uniti), (Gran Premio del Giappone), (Gran Premio della Malesia)
2001 9 (Gran Premio d'Australia), (Gran Premio della Malesia), (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio di Monaco), (Gran Premio d'Europa), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio d'Ungheria), (Gran Premio del Belgio), (Gran Premio del Giappone)
2002 11 (Gran Premio d'Australia), (Gran Premio del Brasile), (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio d'Austria), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio di Gran Bretagna), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio di Germania), (Gran Premio del Belgio), (Gran Premio del Giappone)
2003 6 (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio d'Austria), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio d'Italia), (Gran Premio degli Stati Uniti)
2004 13 (Gran Premio d'Australia), (Gran Premio della Malesia), (Gran Premio del Bahrain), (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio di Spagna), (Gran Premio d'Europa), (Gran Premio del Canada), (Gran Premio degli Stati Uniti), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio di Gran Bretagna), (Gran Premio di Germania), (Gran Premio d'Ungheria), (Gran Premio del Giappone)
2005 1 (Gran Premio degli Stati Uniti)
2006 7 (Gran Premio di San Marino), (Gran Premio d'Europa), (Gran Premio degli Stati Uniti), (Gran Premio di Francia), (Gran Premio di Germania), (Gran Premio d'Italia), (Gran Premio di Cina)

[modifica] Record in Formula 1

Record[50] Numero
Maggior numero di titoli mondiali 7 (1994, 1995, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004)
Maggior numero di titoli mondiali consecutivi 5 (dal 2000 al 2004)
Maggior numero di titoli mondiali vinti da campione in carica 5 (1995 e dal 2001 al 2004)
Maggior numero di Gran Premi disputati con la stessa scuderia 180 con la Ferrari
Maggior numero di giri percorsi 13909 [1]
Maggior numero di vittorie 91
Maggior numero di vittorie consecutive: 7 (nel 2004 - GP d'Europa, GP del Canada, GP degli USA, GP di Francia, GP di Gran Bretagna, GP di Germania, GP d'Ungheria) pari merito con Ascari
Maggior numero di vittorie in una stagione: 13 (su 18 gare nel 2004)
Maggior numero di vittorie con la stessa scuderia 72 con la Ferrari
Maggior numero di vittorie nello stesso GP 8 al Gran Premio di Francia (Magny-Cours)
Maggior numero di Gran Premi diversi in cui ha vinto almeno una volta 22
Maggior numero di nazioni diverse in cui ha vinto almeno un GP 20
Maggior numero di circuiti diversi in cui ha vinto almeno un GP 23
Maggior lasso di tempo tra la prima e l'ultima vittoria 14 anni, 1 mese e 2 giorni
Maggior numero di stagioni consecutive in cui ha realizzato almeno una vittoria 15
Maggior numero di stagioni consecutive in cui ha realizzato almeno una pole position 13
Maggior numero di secondi posti 43
Maggior numero di arrivi sul podio 154
Maggior numero di arrivi sul podio consecutivi 19 (dal GP degli USA 2001, al GP del Giappone 2002)
Maggior numero di arrivi sul podio in una stagione 17 (su 17 gare nel 2002)
Maggior numero di arrivi a punti 190
Maggior numero di arrivi a punti consecutivi 24 (dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)
Maggior numero di giri al comando 4741 (per un totale di 22155 km in 131 Gran Premi diversi) [2]
Maggior numero di pole position 68
Maggior numero di partenze dalla prima fila 108
Maggior numero di giri più veloci in gara 76
Maggior numero di giri più veloci in gara in una stagione 10 (su 18 gare nel 2004) eguagliato da Räikkönen nel 2005
Maggior numero di double (pole position e vittoria) 40
Maggior numero di double (pole position e vittoria) consecutivi 6 (dal GP d'Italia 2000, al GP della Malesia 2001)
Maggior numero di hat-trick (pole position, vittoria e giro veloce) 22
Maggior numero di punti conquistati 1369
Maggior numero di punti conquistati consecutivamente 191 (in 24 gare dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)
Maggior numero di punti conquistati in una stagione 148 (su un massimo di 180 nel 2004)
Maggior numero di arrivi consecutivi senza ritiro 24 (dal GP d'Ungheria 2001, al GP della Malesia 2003)
Unico pilota di sempre, in qualsiasi categoria, ad aver vinto 5 volte ad Indianapolis
Unico pilota di sempre, in qualsiasi categoria, ad aver vinto 5 volte a Monza
Unico pilota di Formula 1 a segnare il miglior tempo in una sessione di test collettiva dopo il ritiro.

Il più importante record che Schumacher non ha battuto è stato quello del maggior numero di Gran Premi disputati. La sua ultima gara è stata la sua 250esima, sei in meno rispetto al record di Riccardo Patrese di 256. Curiosamente nel 1999 saltò esattamente sei gare per infortunio: se le avesse disputate, avrebbe potuto uguagliare anche questo primato. Se si considerano anche i due Gran Premi di squalifica inflittigli durante la stagione 1994, avrebbe addirittura battuto il record. Altri due importanti record che non è stato in grado di battere sono quello del maggior numero di pole position in una stagione, detenuto da Nigel Mansell (14, contro le 11 di Schumacher), e per il maggior numero di pole position consecutive, detenuto da Ayrton Senna (8, contro le 7 del tedesco).

[modifica] Vita Privata

Schumacher nel 2003 durante una partita di beneficenza organizzata da Luis Figo
Schumacher nel 2003 durante una partita di beneficenza organizzata da Luis Figo

[modifica] Famiglia

Il fratello Ralf è stato fino al 2007 un altro pilota del mondiale di Formula 1. Sposato nell'agosto del 1995 con Corinna, Michael Schumacher ha due figli, Gina Maria nata a febbraio del 1997 e Mick nato a marzo del 1999; la famiglia vive nel Canton Vaud in Svizzera dal 1996. Nel 2007 Schumacher ha fatto costruire a Gland, sul Lago di Ginevra una grandissima villa[51], che è stata ultimata il 28 novembre[52]. Possiede anche un'abitazione e un autodromo a Kerpen, dove è cresciuto un altro pilota di Formula 1: Sebastian Vettel. È di recente diventato proprietario di un team di kart, il KSM motorsport, acronimo di Kaiser, Schumacher e Muchow[53].

[modifica] Il cinema

Schumacher è a volte, direttamente o indirettamente, presente in alcuni film cinematografici. La sua prima apparizione risale nel 2006, quando nel cartone animato Cars - Motori ruggenti della Pixar venne raffigurato con l'aspetto di una Ferrari F430. Lo stesso Schumacher doppiò poi la voce della vettura in tutte le lingue e nella versione italiana pronuncia anche una frase in dialetto modenese[54]. Nel 2008 appare nel film Asterix alle Olimpiadi nel ruolo di un condottiero di bighe chiamato Schumix, recitando insieme a Jean Todt[55]

[modifica] Iniziative benefiche

L'ex pilota tedesco è stato spesso attivo per quanto riguarda la beneficenza e le iniziative da essa organizzate. Per molti anni ha giocato a calcio con la nazionale piloti o varie partite il cui ricavato era devoluto in beneficenza.

Schumacher è inoltre dal 2002 ambasciatore speciale dell'UNESCO al quale ha donato un milione e cinquecento mila euro[56].

Il tedesco ha anche donato una cifra di circa 10 milioni di euro per le vittime per lo tsunami[57].

[modifica] Altre Passioni

Il pilota tedesco al di fuori della Formula 1 ha anche la passione del calcio e attualmente milita nella squadra svizzera Echichens II, che milita nella terza divisione dilettantistica, in cui gioca dal 2004, ma ha cominciato a partecipare stabilmente da inizio aprile del 2007[58].

In passato Schumacher si è anche allenato con la Juventus e con la squadra brasiliana del Santos[59].

Il tedesco è appassionato anche di Moto GP e in alcuni occasioni ha anche testato una Ducati: nel 2005[60], con tempi sul giro superiori di circa 19 secondi a quelli del record del circuito, e nel 2007 a Valencia [61], facendo però registrare tempi superiori di cinque secondi a quelli ottenuti da Pedrosa la settimana precedente durante il GP, tanto che si parla di una sua futura partecipazione al Gran Premio del Mugello[62].

[modifica] Note

  1. ^ a b Jochen Rindt, infatti, seppur nato in Germania vinse il titolo con i colori austriaci
  2. ^ Sapa. The greatest driver of all time!. SuperWheels, 2006-09-11. URL consultato il 2008-03-06.
  3. ^ "Schumacher tops F1 supporter poll", BBC Sport, 2006-09-27. URL consultato il 2008-03-06.
  4. ^ "Michael Schumacher", f1box.it. URL consultato il 2008-03-04.
  5. ^ Timothy Collings. Team Schumacher. , Highdown, 2005.pp. 35-37
  6. ^ "World Cup 125 Super-ICC Euro Champs, intervista a Zanardi", 2003. URL consultato il 2008-03-06.
  7. ^ "Biografia di Schumacher", 2005-11-08. URL consultato il 2008-03-06.
  8. ^ "Le Mans Register 1991", formula2.net. URL consultato il 2008-03-04.
  9. ^ Timothy Collings. The Piranha Club. , Virgin Books, 2004.p.17
  10. ^ 1991 Belgian Grand Prix in Results Archive. Sito Ufficiale della Formula 1. URL consultato il 2008-03-01.
  11. ^ a b c d "Icon vs icon: Schumacher vs Senna", grandrix.com, 2001-09-21. URL consultato il 2008-03-04.
  12. ^ "Benetton", newsf1.com, 1999. URL consultato il 2008-03-05. (in english)
  13. ^ Christopher Hilton. Michael Schumacher: The whole story. , Haynes, 2006.pp.118-120
  14. ^ Alan Henry. Wheel to Wheel: Great Duels of Formula One Racing. , Weidenfeld Nicolson Illustrated.117 ISBN 0-7538-0522-7 URL consultato il 2006-10-29.
  15. ^ "Now we are 76...: Murray Walker", www.grandprix.com, 1999-10-18. URL consultato il 2007-11-30.
  16. ^ "F1, Michael Schumacher: "anziché in Ferrari sarei andato in McLaren", derapate.it, 2006-11-27. URL consultato il 2008-03-02.
  17. ^ "FIA World Motor Sport Council - 11 November 1997", FIA, 1997-11-11. URL consultato il 2008-02-29.
  18. ^ "The lost honor of Michael Schumacher", GrandPrix.com, 1997-11-03. URL consultato il 2008-03-01.
  19. ^ "British Grand Prix Review", AutoSport. URL consultato il 2007-03-04.
  20. ^ "Ferrari, un'alba in silenzio", FIA, 1997-11-11. URL consultato il 2008-03-07.
  21. ^ "Crash was my fault, Coulthard admits", Reuters, 2003-06-07. URL consultato il 2008-03-04.
  22. ^ "La Ferrari pronta a graffiare", gazzetta.it, 1999-06-16. URL consultato il 2008-03-07.
  23. ^ "Tutta colpa di un dado", RaiSport, 1999-07-13. URL consultato il 2008-03-07.
  24. ^ Hall of Fame - World Champions: Mika Hakkinen. The Official Formula 1 Website, 2006. URL consultato il 2008-03-13.
  25. ^ Irvine: "me ne vado se Schumi torna prima guida. La Repubblica.it. URL consultato il 1999-08-11.
  26. ^ Grand Prix du Canada - Statistiques. Telus. URL consultato il 2007-06-15.
  27. ^ "Schumacher steals Austrian win", BBC Sport, 2002-05-12. URL consultato il 2006-10-24.
  28. ^ Wade, Stephen. "Formula One closes door on team orders", USA Today, 2002-10-28. URL consultato il 2006-10-28.
  29. ^ "F1 Commission declaration", FIA, 2002-10-28. URL consultato il 2006-10-30.
  30. ^ "Schumacher vince il GP degli USA", Crash.net, 2005-06-19. URL consultato il 2008-03-06.
  31. ^ "Barrichello lascia la Ferrari", gazzetta.it, 2005-08-02. URL consultato il 2008-03-03.
  32. ^ "Schumi: "Bellissima sorpresa"", gazzetta.it, 2005-08-02. URL consultato il 2008-03-03.
  33. ^ "Schumacher is stripped of pole", The Official Formula 1 Website, 2006-05-27. URL consultato il 2006-10-24.
  34. ^ "Michael Schumacher si ritirerà a fine 2006 dalla Formula 1", Ferrari S.p.A., 2006-09-10. URL consultato il 2008-02-29.
  35. ^ "Schumi, vera bandiera bianca?", gazzetta.it, 2006-10-19. URL consultato il 2008-03-03.
  36. ^ "Pele to present a trophy to Schumacher", International Herald Tribune, 2006-10-22. URL consultato il 2007-08-01.
  37. ^ "Schumacher suffers in qualifying", BBC SPORT, 2006-10-23. URL consultato il 2008-03-05. (in english)
  38. ^ "Fisi did cause the Schu puncture", itv.com, 2006-10-23. URL consultato il 2008-03-05. (in english)
  39. ^ Schumacher al muretto dei box Ferrari. derapate.it, 2007-01-12. URL consultato il 2008-03-04.
  40. ^ Rückkehr ins Fahrerlager im Mai. welt.de, 2007-01-12. URL consultato il 2008-03-04.
  41. ^ "Schumi resta il più veloce", gazzetta.it, 2007-11-14. URL consultato il 2008-03-02.
  42. ^ Schumacher terzo pilota Ferrari. La Stampa, 2008-01-09. URL consultato il 2008-01-11.
  43. ^ Schumi lancia la F2008. gazzetta.it, 2008-01-11. URL consultato il 2008-01-11.
  44. ^ Michael Schumacher in Laureus. Laureus World Sport Awards Limited, 2006. URL consultato il 2007-04-18.
  45. ^ "Schumacher honoured by having a corner named after him at Nurburgring", Formula1.com, 2007-07-21. URL consultato il 2007-07-21.
  46. ^ "Schumacher honoured by the FIA", Formula1.com, 2006-12-11. URL consultato il 2006-12-15.
  47. ^ "Schumacher diventa ambasciatore svizzero per gli Europei di calcio", GPUpdate.net, 2007-04-16. URL consultato il 2007-04-16.
  48. ^ "Michael Schumacher honours team Germany’s A1GP success", f1.automoto365.com, A1GP, 2007-05-01. URL consultato il 2007-05-07.
  49. ^ "Nome 'Schumi' a un grattacielo Dubai", ANSA.it, 2007-05-01. URL consultato il 2007-05-07.
  50. ^ "In questo sito sono presenti tutti i record di Michael Schumacher tranne ove indicato", blogs.dotnethell.it, 2007-09-22. URL consultato il 2008-03-03.
  51. ^ "Schumacher lives in a house like this", The sun, 2007-04-10. URL consultato il 2007-04-10.
  52. ^ "Costruita la villa di Schumacher", gazzetta.it, 2007-11-28. URL consultato il 2007-11-28.
  53. ^ "KSM Motorsport", mondial-karting, 2008-02-04. URL consultato il 2007-03-04.
  54. ^ Tutto il cast di Cars. The Internet Movie Database, 2006. URL consultato il 2007-06-12.
  55. ^ "Schumacher e Todt nel nuovo film di Asterix", gazzetta.it, 2007-12-178. URL consultato il 2007-02-29.
  56. ^ "Schumacher ambasciatore speciale dell'UNESCO", UNESCO.org, 2002-10. URL consultato il 2008-02-29.
  57. ^ "Schumacher dona 10 milioni per le vittime dello tsunami", nbcsports, 2005-01-06. URL consultato il 2008-02-29.
  58. ^ "Schumi in campo sgomma e vince", gazzetta.it, 2007-04-03. URL consultato il 2008-03-03.
  59. ^ "Tutto il mondo Schumacher", repubblica.it, 2004-02-12. URL consultato il 2008-03-03.
  60. ^ "Schumacher-Ducati si gira", gazzetta.it, 2005-10-24. URL consultato il 2008-03-03.
  61. ^ "Michael Schumacher prova la Ducati", Yahoo.com, 2007-11-05. URL consultato il 2008-03-03.
  62. ^ "Schumacher potrebbe correre in MotoGp al Mugello", fai.informazione.it. URL consultato il 2008-03-03.

[modifica] Bibliografia

[modifica] In italiano

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[modifica] In inglese

[modifica] In tedesco

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[modifica] Altri progetti

[modifica] Voci correlate

[modifica] Stagioni

[modifica] Personalità legate alla Formula 1

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