Giapeto (astronomia)
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Scoperta |
25 ottobre 1671 | |
Scopritori |
Gian Domenico Cassini | |
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Semiasse maggiore | 3 560 820 km | |
Periodo orbitale | 79,3215 giorni (79g 7h 55min) |
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Inclinazione rispetto all'equat. di Saturno |
15,47° | |
Eccentricità | 0,0286125 | |
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Diametro medio | 1 472 km | |
Superficie | 6,7 × 1012 m² | |
Massa | ||
Densità | 1,27 × 103 kg/m³ | |
Acceleraz. di gravità in superficie |
0,2553 m/s² | |
Velocità di fuga | 610 m/s | |
Periodo di rotazione | rotazione sincrona | |
Inclinazione assiale | 14,84° | |
Albedo | 0,04 - 0,50 | |
Magnitudine apparente da Terra |
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Magnitudine apparente da Saturno |
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Magnitudine app. | ||
Diametro apparente da Terra |
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Diametro apparente da Saturno |
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Parallasse | ||
Moto proprio | ||
Velocità radiale |
Giapeto è il terzo satellite naturale di Saturno per dimensioni; fu scoperto dall'astronomo italiano Giovanni Domenico Cassini il 25 ottobre 1671. Deve il suo nome al Giapeto della mitologia greca; è anche noto come Saturno VIII.
Indice |
[modifica] Il nome
Cassini chiamava i quattro satelliti saturniani da lui scoperti (Teti, Dione, Rea e Giapeto) Sidera Lodoicea ("le stelle di Luigi"), in onore di Re Luigi XIV. Gli astronomi presero l'abitudine di riferirsi a loro e a Titano come Saturno 1 fino a Saturno 5. Quando, nel 1789, furono scoperti Mimante e Encelado, lo schema di numerazione fu esteso a Saturno 7.
Gli attuali nomi dei primi sette satelliti di Saturno furono dati da John Herschel (figlio di William Herschel, scopritore di Mimas ed Encelado) nella sua pubblicazione del 1847, dove suggerì i nomi dei Titani e delle Titanidi, i fratelli e le sorelle di Crono (il Saturno greco).
[modifica] Caratteristiche fisiche
La bassa densità di Giapeto indica che è composto principalmente da ghiaccio, e solo una piccola quantità di materiali rocciosi.
[modifica] Colorazione a due toni
La superficie di Giapeto ha una distintiva colorazione a due toni. Un emisfero è scuro (albedo 0.03–0.05) con una lieve colorazione rossastra, mentre l'altro emisfero è brillante (albedo 0.5, quasi quanto Europa). Questa differenza è così evidente che Cassini notò che poteva osservare Giapeto solamente su un lato di Saturno e non sull'altro.
La sonda Voyager II della NASA ha visitato Giapeto il 22 agosto 1981, passando ad una distanza di 966.000 km. Le macchine fotografiche della sonda hanno potuto aggiungere pochi dettagli sulla regione scura, del lato brillante hanno rivelato che è ghiacciato e con molti crateri. Anche i poli della luna sono liberi di materiale scuro.
È probabile che i materiali scuri siano composti organici, simili alle sostanze trovate in alcune meteoriti o sulle superfici di comete. L'origine di questo materiale non è attualmente nota, anche se sono state proposte numerose teorie. Anche lo spessore dello strato non è conosciuto con certezza; sull'emisfero scuro non ci sono crateri brillanti, quindi se lo strato scuro fosse sottile sarebbe rinnovato di continuo, altrimenti un impatto meteoritico si spingerebbe oltre lo strato superficiale e rivelerebbe il materiale sottostante più brillante.
È possibile che il materiale scuro provenga da qualche fonte interna, forse portata alla superficie da combinazioni di impatti meteoritici e vulcanismo. Questa teoria è supportata dall'apparente concentrazione del materiale sul fondo dei crateri. Siccome Giapeto è lontano da Saturno, è stato ipotizzato che potrebbe aver evitato gran parte del riscaldamento che le altre lune di Saturno hanno ricevuto durante la formazione del sistema solare. Quindi avrebbe potuto trattenere al suo interno metano o ghiaccio di ammoniaca, che più tardi eruttò sulla superficie, e poi annerì a causa della radiazione solare, particelle cariche e raggi cosmici. Un'indicazione di questo tipo di vulcanismo proviene da un anello di materiale scuro, di circa 100 chilometri in diametro, che si estende sul confine tra le due zone di Giapeto, simili strutture sulla Luna e su Marte sono il risultato di materiale vulcanico fluito in crateri di impatto con un picco centrale.
Una teoria alternativa ipotizza che il materiale scuro provenga da Febe, e sia stato liberato dalla superficie del satellite più piccolo da impatti di micrometeoriti e poi "spazzato via" da Giapeto. Tuttavia la superficie di Febe presenta una colorazione lievemente diversa rispetto al materiale scuro di Giapeto.
Giapeto e Febe sono gli unici satelliti naturali maggiori di Saturno caratterizzati da un piano orbitale inclinato in modo significativo sull'equatore del pianeta.
Il 10 settembre 2007 la sonda della NASA Cassini ha effettuato il sorvolo più ravvicinato mai realizzato, passando vicino a Giapeto ad una distanza di 1640 km e inviando a Terra immagini dettagliatissime e a dir poco stupefacenti, sia della dorsale montuosa equatoriale, con vette craterizzate alte più di 20 km, sia del misterioso lato chiaro del satellite che, dall'analisi preliminare delle immagini, sembra essere ricoperto da ghiaccio bianchissimo al di sopra del quale sembrano essere fuoriusciti materiali scuri, forse del metano.

[modifica] La cresta equatoriale
Un ulteriore mistero è stato scoperto quando la sonda Cassini fotografò Giapeto il 31 dicembre 2004, e rivelò la presenza di una misteriosa cresta larga all'incirca 20 km ed alta 13 km che si estendeva per oltre 1300 km nella Cassini regio, seguendo quasi perfettamente la linea equatoriale della luna [1]. Alcune delle montagne più chiare nei pressi del bordo della Cassini regio, che sembrano appartenere a questa cresta, erano già state viste nelle foto delle Voyager; tuttavia, queste ultime non furono in grado di fornire dettagli della regione oscura, dunque l'estensione del complesso geologico si è reso visibile solo ora. L'immenso sistema crestale è altamente craterizzata, il che indica che è molto antico. Le foto sono attualmente allo studio presso gli scienziati della NASA e per ora non è stata annunciata nessuna ipotesi riguardo la sua origine. [2]
Le fotografie della Cassini rivelarono anche la presenza di vasti crateri d'impatto nella regione oscura, di cui tre superano addirittura i 350 km di diametro. Il più grande possiede un diametro maggiore di 500 km. L'orlo del cratere è estremamente ripido e parte della scarpata supera i 15 km d'altezza.
Vedi anche: Lista delle caratteristiche geologiche di Giapeto
[modifica] Giapeto nella finzione
- Nel romanzo di Arthur C. Clarke 2001: Odissea nello spazio (1968), l'astronauta Dave Bowman scopre un enigmatico monolito alieno su Giapeto. Un enorme cerchio nero è stato dipinto sulla superficie della luna, e il monolito occupa un cerchio bianco, più piccolo, al centro. Quando, diciotto anni più tardi, il Voyager II incontrò Giapeto, fotografò davvero un'enorme regione circolare nera con all'interno una regione più chiara. Clarke raccontò che Carl Sagan che era nel team del Voyager II, gli spedì una fotografia, con la nota "Pensando a te..."
- Nel romanzo futuristico di Kim Stanley Robinson The Memory of Whiteness, Giapeto è popolato dai discendenti dei coloni sovietici, che mantengono un sistema politico comunista.
- Nel romanzo di Jack McDevitt Il sonno degli Dei (The engines of God), nel prologo viene descritto il primo manufatto alieno scoperto dall'Umanità, una statua di ghiaccio scoperta su Giapeto e rappresentante un alieno di una razza che si scoprirà in seguito estinta da tempo.
[modifica] Collegamenti esterni
- Immagini di Giapeto riprese dalla sonda Cassini;
- (EN) On a ring origin of the equatorial ridge of Iapetus, Geophysical Research Letters, vol. 33, 2006.
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