Pavullo nel Frignano
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Pavullo nel Frignano | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Altitudine: | 682 m s.l.m. | ||
Superficie: | 144 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 117 ab./km² | ||
Frazioni: | Vedi elenco | ||
Comuni contigui: | Guiglia, Lama Mocogno, Marano sul Panaro, Montecreto, Montese, Polinago, Serramazzoni, Sestola, Zocca | ||
CAP: | 41026 | ||
Pref. tel: | 0536 | ||
Codice ISTAT: | 036030 | ||
Codice catasto: | G393 | ||
Nome abitanti: | pavullesi | ||
Santo patrono: | San Bartolomeo | ||
Sito istituzionale | |||
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Pavullo nel Frignano (Pavóll in modenese) è un comune di 16.808 abitanti dell'Emilia-Romagna, in provincia di Modena.
Indice |
[modifica] Geografia
Posta nel centro di un altopiano circondato da crinali di diversa altezza su cui dominano le alture di Montecuccolo e Gaiato, è situata sulle colline che fanno da spartiacque tra le valli dei fiumi Panaro e Secchia, a sud del capoluogo.
[modifica] Storia
Il nome Pavullo deriva da paule o "palude", la palude nei pressi della quale sorgeva e che rimane in piccola parte ancora visibile al limitare dell'abitato verso sud. Inizialmente interessata da insediamenti di Liguri Friniates e Celti, la zona è stata in seguito conquistata dai Romani che realizzarono in questi luoghi un vero e proprio accampamento militare, mantenendo l'organizzazione del territorio preesistente. È quindi plausibile che proprio da tale struttura difensiva romana derivi la struttura difensiva alto medievale conosciuta con il nome di Castrum Feronianum. Il Castrum Feronianum aveva il suo fulcro a Poggiocastro, il colle fortificato più alto, e comprendeva tutto l'attuale Frignano.
Nei secoli XII, XIII e XIV l'organizzazione delle pievi, dove l'organizzazione civile del territorio coincideva con quella religiosa, sostituì l'organizzazione di stampo militare. Il centro amministrativo dell'intero territorio del Frignano fu per molti secoli, almeno fino al XV, il Castello di Montecuccolo. La Costruzione di tale edificio risale probabilmente al XII secolo.
Elemento di grande importanza nello sviluppo del territorio sono state anche le numerose vie che collegavano l'Emilia alla Toscana. Tra queste, di particolare importanza furono la via Vandelli e dalla via Giardini, che diedero impulso allo sviluppo economico e urbanistico di Pavullo nel XVIII secolo. Come conseguenza di ciò, nel 1832 il duca Francesco IV designò Pavullo quale capoluogo del Frignano assegnandogli come stemma l'antica aquila del Frignano, e promosse la costruzione di un palazzo da destinare a propria residenza all'interno del parco che si trova a nord dell'abitato, che venne progettato come complemento del Palazzo Ducale e sistemato "all'inglese". Tra le varie specie botaniche autoctone ed esotiche presenti in tale parco, spicca un cedro del libano di dimensioni imponenti, soprannominato il Pinone che, insieme al Castello di Montecuccolo, è il simbolo della cittadina. Il Palazzo è un edificio neoclassico a tre piani con scalone a doppia rampa all'interno del quale hanno sede la Biblioteca Comunale "Giovanni Santini" con la fonoteca, la Galleria d'Arte Contemporanea, la Galleria dei Sotterranei, il coro "Raimondo Montecuccoli", gli Assessorati alla Cultura, Turismo e Sport ed il Tribunale.
Dopo l'unità d'Italia, nello stesso territorio del Comune Federale Frignanese medioevale e della Provincia Estense del Frignano (1832 - 1859), verranno creati il Circondario e la Sottoprefettura di Pavullo (1589 - 1926).
[modifica] XX secolo
Pavullo è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, in quanto insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cultura
Arroccato su una delle colline che circondano la cittadina, il Castello di Montecuccolo sovrasta il piccolo borgo medioevale omonimo, dove spicca la bella chiesa di S. Lorenzo, costruita nel 1577. Il castello, pur se parzialmente danneggiato, conserva ben visibili le caratteristiche dell'impianto originario. Qui nacque Raimondo Montecuccoli, famoso scrittore e condottiero che, al comando delle truppe asburgiche, respinse l'avanzata dei turchi verso Vienna. Grazie ad una serie di restauri, è stato possibile restituirne l'uso al pubblico ed è ora sede del CEM (Centro Museale Montecuccoli) con il Museo naturalistico del Frignano "Ferruccio Minghelli" e la raccolta d'arte "Gino Covili". La chiesa Plebana di San Giovanni Battista di Renno, risale al VIII – IX secolo. Poste sulle colline a coronamento difensivo dell'abitato di Pavullo, degne di nota sono anche la torre di Gaiato, a pianta quadrata, e la torre di Lavacchio, circondata da case contraddistinte dai cosiddetti murales, dipinti contemporanei che ne ricoprono la facciata e danno al borgo un aspetto molto pittoresco. Nella frazione di Coscogno è possibile ammirare la pieve del XVII secolo, creata dal rimaneggiamento delle precedente pieve risalente al VI - VIII secolo di cui però rimane ancora visibile il portale. Di particolare importanza storico-artistica il Ponte di Olina costruito nel 1522, che attraversa il fiume Scoltenna nei pressi dell'omonima frazione, e la Chiesa di Olina.Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, mediante le Soprintendenze di Modena e Bologna, ha inserito la chiesa di Olina nella IV settimana della cultura quale eccellente esempio di “Seicento appenninico”, e ne ha curato un testo.
[modifica] Economia
La vocazione agricola della zona dà una discreta produzione di ortaggi, frutta, uva da vino, cereali e foraggi e fa del paese il maggiore mercato agricolo dell'Appennino Modenese. Oltre l'allevamento e le tradizionali industrie alimentari, nei passati decenni hanno avuto un certo sviluppo anche le industrie della ceramica, della maglieria e del legno. È frequentato come località di villeggiatura estiva. Da visitare l'Orto botanico di flora appenninica e medicinale e la Riserva naturalistica di Sassoguidano, ove è possibile praticare birdwatching.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Romano Canovi (centrosinistra) dal 30/05/2006
Centralino del comune: 0536 29900
Email del comune: comune.pavullo@comune.pavullo-nel-frignano.mo.it
La cittadina fa parte della Comunità Montana del Frignano, che qui ha la sua sede.
[modifica] Mercati
Oltre al tradizionale mercato del sabato, nella cittadina ha luogo da alcuni anni un frequentato mercatino d'antiquariato mensile (prima domenica del mese). Durante i mesi estivi si tengono inoltre un mercato serale settimanale il martedì, e un mercato mensile dei prodotti da agricoltura biologica e artigianato artistico (seconda domenica del mese). A Pavullo si svolge anche la Fiera dell'economia montana del Frignano (Giugno).
[modifica] Frazioni
Benedello, Camatta, Castagneto, Coscogno, Crocette, Frassineti, Gaiato, Iddiano, Niviano, Miceno, Montebonello, Montecuccolo, Monteobizzo, Montorso, Monzone, Olina, Renno, Sant'Antonio, Sassoguidano, Verica
La frazione di Camatta, Cà Màta in dialetto, si trova a 7,5 km dal capoluogo ed è localizzata su di un assolata costa della valle trasversale del Rio San Michele a 695 m. di altitudine. Le borgate principali sono Gaianello (Gàianell in dialetto,80 abitanti), sede di un ufficio postale, un'officina per auto (fam.Pattarozzi), una carrozzeria (fam. Salvatori), un rinomato maneggio (V-Ranch, sig. Venturelli Silvano)e di una cava di pregiata sabbia silicea (sig. Vignudini). Altra località interessante è Pratolino, Pradulin in dialetto, in cui è sito un oratorio seicentesco dedicato alla Vergine Protettrice di tutti i bambini. La sua costruzione risale ad un fatto miracoloso: un'anziana contadina, una certa zia Lippa Benedetti, si trovava in preghiera presso una maestà sulla quale si trovava una statuina della Madonna, la quale improvvisamente cominciò a piangere sangue. Il fatto richiamò molta attenzione e ben presto fu eretto l'oratorio che, dopo varie ristrutturazioni, è visitabile ancora oggi. La piccola borgata di Pratolino è da sempre motivo di contesa fra le frazioni di Camatta e Renno;quest'ultima infatti rivendica spesso l'autorità sul piccolo borgo, che rimane comunque sotto il territorio camattese. Alla parrocchia di Renno è tuttavia affidato il manteniomento e la gestione dell'oratorio. Camatta Belvedere è di recente formazione e ospita il caseificio della comunità, costruito su iniziativa di Sante Bernardoni negli anni '60. Altre località della parrocchia sono: Cà di Galasso o Casa Galassi,ove è sono in corso i lavori di restauro dell'antico borgo, La serretta di sopra e di sotto, la Capanna, la Capanna della Michela, In cima la Serra, le Villette, i Ciabattoni, le Grotte, Mercato di San Martino, Casa di Sotto, Le Grotte, Casa Marzoli,il Colonnello, Cà di Gigio, Cà di Giorgio, Oriolo, L'aia, Casa Carlino, Cà di Marzolino, Casa Carlino, la Caslina, Cà di Sandrone, Casa Puccini, la Pianella, Pràpianello, la Lama, Prà della Vittoria, il Serretto, cà di Giustone, cà di Anselmetto (cà 'd Salmatt in dialetto). La maggior parte di queste località sono tuttora abitate,solo Prà della Vittoria e Cà 'd Salmatt sono recentemente diroccate. La borgata di Casa Gian Domenico ( Cà 'd Za-Minghin in dialetto) appartenente alla comunità di Olina, è da parecchi anni entrata nell'orbita della parrocchia di Camatta. La popolazione, che dal 1900 agli anni '50 è sempre rimasta sulle 300 unità, subì un progressivo calo fino al 1985, anni in cui si toccò il minimo storico di 185 abitanti. Al contrario di molte altre frazioni negli ultimi anni la comunità ha avuto un notevole aumento delle nascite dovuto al ritorno al borgo natio di molte famiglie originarie del luogo e non all'immigrazione extracomunitaria. La nonna più anziana di Camatta è la signora Covili Concetta, che presto compirà 97 anni, mentre l'abitante più giovane è Benedetta Bonini, nata a novembre dell'anno passato. Da non dimenticare sono anche Argentina e Lucia Manfredini, due nonnine di 92 e 95 anni residenti a Lama Mocogno e Pavullo. Gli abitanti attuali sono 210. La chiesa parrocchiale di Camatta è dedicata a Santa Maria Assunta e ogni anno il 15 agosto è giorno di grandi festeggiamenti. Il sacro edificio fu probabilmente costruito a cavallo del 400/500, quando i paesi di San Michele e Santa Maria Longana furono distrutti durante i conflitti locali fra i comuni di Montecuccolo e Sassorosso e gli abitanti sopravvissuti scelsero Camatta per farne la loro nuova dimora. La chiesa ospita tuttora una statua in legno raffigurante Santa Maria Longana, un pregevole dipinto del Pellegrino di Fanano raffigurante la Madonna del Rosario ed un'altro la Presentazione di Maria al Tempio; entrambe le opere sono state recentemente restaurate. La struttura del sacro edificio è relativamente piccola, con un un'unica navata dotata di due cappellette laterali. Nel 1905 il parroco Ferdinando Ducchi progettò la costruzione di un nuovo edificio più grande a In cima la Serra, ma il tutto non fu realizzato per mancanza di fondi. Vanno ricordarti don Alceo Ghibellini, don Alfeo Ferrari e don Alfonso Rondelli, parroci che nel passato si distinsero per la loro fede, carità e capacità organizzativa a livello locale. Il campanile, localizzato alla sommità del paese, fu costruito nel 1890 su iniziativa del parroco don Giuseppe Corsini e su finanziamento della signora Manfredini Eurosia, discendente di una rinomata famiglia di proprietari terrieri. Il primo campanaro fu Manni Virgilio (Virgiliàtt) che svolse il compito per quasi 55 anni. A lui seguirono i figli Gino e Giuseppe, Manfredini Raffaele (Raflàtt) ed infine Covili Quinto, che suonò le campane fino alla metà degli anni ottanta, quando in mancanza di un successore, venne installato un sistema automatico per le melodie. Oggigiorno nelle grandi occasioni interviene il gruppo campanari del vicino paese di Montecenere ad allietare la valle con il dolce suono delle piccole quattro campane. La scuola di Camatta funzionò dal 1910 al 1975, anni in cui fu trasferita nel capoluogo. Tassi Tolmina fu la maestra del paese per trent'anni e si adoperò sempre per la buona riuscita delle attività del paese e collaborò con i parroci per l'onsegnamento della dottrina cristiana. Camatta è oggi sede di alcune aziende agricole e piccole attività, tuttavia la maggior parte degli abitanti lavoro a Pavullo o in altri comuni della pedemontana. I campi della comunità sono quasi tutti coltivati a frumento ed erba medica, sono presenti vigne e parecchi castagneti e Marroneti. Nei boschi al confine con Monzone si trova la Canalina, una sorgente d'acqua famosa per la sua leggerezza e bontà. Buona parte del territorio della comunità è coperto da boschi di querce e castagni, pochi i frutteti. Lo sviluppo edilizio è stato moderato e Camatta può ancora vantare intatta buona parte del borgo originale. Gli edifici datati più antichi risalgono al 1600. Non sono più presenti le case torre medievali, permangono comunque alcuni esempi di corte chiusa (le Grotte e Casa Galassi). Camatta può vantare buone prospettive per il futuro, soprattutto grazie all'attività ed all'intraprendenza dei suoi abitanti. (d.Venturelli)
[modifica] Servizi sanitari
Pavullo è sede di un Ospedale distrettuale e della base elisoccorso del Soccorso alpino Emilia-Romagna.