Osvaldo Cavandoli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Osvaldo Cavandoli (Toscolano-Maderno, 1º gennaio 1920 – Milano, 3 marzo 2007) è stato un animatore e autore di fumetti italiano.

[modifica] Biografia

Osvaldo Cavandoli nasce a Toscolano-Maderno il 1º gennaio 1920, ma la sua famiglia si trasferisce a Milano due anni dopo. Dopo aver frequentato un Istituto tecnico professionale, nel 1937, a soli 17 anni, trova un lavoro come disegnatore industriale, prima all'Alfa Romeo, poi alla ditta d’armi Cemsa di Saronno, che impiega fino al 1942, quando comincia a pubblicare vignette di satira di costume.

Alla fine della Seconda guerra mondiale a 25 anni, legge un annuncio dei fratelli Nino e Toni Pagot che cercano disegnatori per un nuovo cartone animato: decide di presentarsi, realizza qualche schizzo e viene assunto. Inizia così a lavorare come intercalatore e partecipa alla realizzazione del cortometraggio Lalla ed il funghetto ed a quella de I fratelli Dinamite, il primo lungometraggio animato della storia del cinema italiano.

Nel 1947 lo studio Pagot chiude e nel 1950, Cavandoli, che comincia ormai a firmare i suoi disegni con lo pseudonimo CAVA, apre la Pubblifilm, ma il suo progetto si rivela un fiasco. Apre, allora, in uno scantinato, in società con l’amico fotografo Ugo Moroni, uno studio di produzione chiamato Pupilandia, specializzato in pupazzi animati, che produce circa una ventina di filmati pubblicitari cinematografici, tra cui Gli assi nelle maniche, Bill il pistolero, La piccola guerra, Laggiù nel Far-West, Bel colpo Mister Undici Jack lo sfregiato e Pinocchio.

Nel 1956 la società si scioglie e Cavandoli comincia a lavorare, fino al 1964, per diversi studi realizzando i "codini" delle pubblicità di Carosello in cui appaiono oggetti animati. Tra il 1965 ed il 1967 produce e sceneggia, insieme a Pier Luigi De Mas e Giuseppe Laganà, gli spot della Mucca Carolina ed, insieme a Marco Biassoni, quelli di Lancillotto e Re Artù.

Nel 1968 Cavandoli crea La Linea, il suo personaggio più famoso, che nel 1969 viene scelto come testimonial per la pubblicità delle pentole dell’ingegner Emilio Lagostina: produce 37 filmati in sei anni, vincendo il premio della critica ad Annecy nel 1972 ed a Zagabria nel 1973. Mentre la realizzazione di questi film continua, realizza i minifilm L'amore è la fine, Attenti alle colombe! (prima in bianco e nero, poi a colori) e La Linea a colori. Nel 1972 esce anche il volume La Linea per l'editore Bompiani, e vince lo Yellow Kid e il Premio Bordighera per la letteratura umoristica. Tra il 1972 ed il 1973 produce, inoltre, Felice Siconservi, azzecca proverbi per la pubblicità televisiva del lievito Bertolini e nel 1975 La Linea viene pubblicata su Il Giornalino.

Nel 1979 realizza la sigla per lo spettacolo televisivo RAI Apriti Sabato e, tra il 1983 ed il 1985, diffuso ormai anche all’estero, realizza anche l'animazione del La Pimpa di Altan. Per i 20 anni della sua linea coglie l'occasione degli allora prossimi Mondiali 1990 per fare un'animazione con egli stesso presente. Nel 1997 La Linea fa un breve rientro sulla RAI, travestita da Pinocchio nella sigla dell'omonimo programma di Gad Lerner.

Nel 2001, all’età di 81 anni si reca ad Annecy, vi ritorna nel 2006 già con problemi di salute. In quella occasione gli è stata allestita una personale nell'ambito dell'importante Festival internazionale, e dove riceve un'ovazione che è ulteriore conferma della sua popolarità e della sua importanza nel panorama dell'animazione mondiale.

Osvaldo Cavandoli muore nel suo appartamento di Milano la mattina del 3 marzo 2007, all’età di 87 anni. Pochi giorni dopo a Cartoomics, annuale salone della Fiera di Milano, il mondo del fumetto e dell'animazione gli tributa un affettuoso omaggio e saluto, con la proiezione di alcuni suoi filmati. Nel luglio dello stesso anno anche il Festival internazionale cinema d'animazione e fumetto di Dervio rende omaggio a colui che fu il suo primo Presidente con una mostra dal titolo: Una linea di vita, una vita di Linea".