Marlene Dietrich
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« I monologhi sentimentali non s'addicevano al mio registro. Dovetti quindi adottare uno stile diverso, insinuarmi faticosamente nella pelle di un altro tipo di donna. Non era una donna che mi piacesse. Ma imparai dolcemente tutte le sue detestabili battute. » |
(Marlene Dietrich, Marlene D., 1984)
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Marlene Dietrich - all'anagrafe Marie Magdalene Dietrich - (Schöneberg, 27 dicembre 1901 – Parigi, 6 maggio 1992) è stata un'attrice e cantante tedesca.
Fra le più belle icone del mondo cinematografico della prima metà del Novecento, la Dietrich fu un vero e proprio mito, lasciando un'impronta immortale attraverso le sue immagini, l'interpretazione delle canzoni (arricchite da una ammaliante e sensuale voce), e la sua recitazione. Un mix raramente ripetuto dopo di lei sufficiente a farla entrare nella leggenda dello showbiz quale modello di "femme fatale" per antonomasia.
Il suo mito riuscì a competere con quello della divina Greta Garbo.
Indice |
[modifica] Biografia
[modifica] I primi successi
Nacque a Schöneberg, oggi quartiere di Berlino, il 27 dicembre 1901, da Louis Erich Otto Dietrich (ufficiale militare prussiano) e da Elisabeth Josephine Felsing (figlia di un gioielliere), anche se lei stessa dichiarò più volte di essere nata nel 1904.
Dal 1907 al 1919 frequenta le scuole di Berlino e di Dessau: a quattro anni inizia a studiare il francese, l'inglese, violino e pianoforte. A causa di uno strappo ai legamenti di un dito della mano è costretta a interrompere lo studio della musica suonata e si diploma come cantante all'Accademia di Berlino.
Nel 1922 inizia a calcare i palcoscenici dei teatri di Berlino (Großes Schauspielhaus Berlin) e lavora col regista Max Reinhardt e ottiene piccole parti in alcuni film muti.
Il 17 maggio 1923 sposa Rudolf Sieber un aiuto regista e un anno dopo nasce sua figlia Maria Elisabeth. Nel 1929 arriva la sua prima interpretazione da protagonista nel film Die Frau nach der man sich sehnt.
Nell'ottobre dello stesso anno firma il contratto per interpretare il film che le darà la fama, L'angelo azzurro, con la regia di Josef von Sternberg, film tratto da un romanzo scritto da Heinrich Mann, fratello del più famoso Thomas.
In questo film la si vedrà sfoderare un tocco di perversa sensualità e interpretare la famosa canzone Lola Lola. Da allora, su consiglio del regista, i suoi costumi di scena - che evidenziano la sua ambiguità - verranno sempre disegnati dal sarto Travis Banton. Una famosa parodia di Lola Lola è stata fatta nel film "Cabaret", da Liza Minnelli, una delle poche all'altezza della Dietrich. È in questo periodo che il regista Sternberg la convince a farsi togliere quattro molari e la mette a dieta ferrea per darle un aspetto più "drammatico".
Dopo sette anni rompe la collaborazione con Sternberg che aveva saputo mettere in risalto l'erotismo che l'attrice sprigionava e il suo espressionismo magnetico. Lui verrà presto dimenticato da tutti (nel frattempo era stato lasciato dalla moglie) e dalla stessa Marlene che con questa separazione reciterà non più solo ruoli drammatici, ma passerà, tra i diversi altri, anche al ruolo di una cantante da saloon rivelando una bellissima, originale, melanconica e sensuale voce oltre che ad altri lati della sua personalità.
Fu in quel periodo che Billy Wilder la rivolle per interpretare Testimone d'accusa, dieci anni dopo aver girato con lui Scandalo internazionale.
[modifica] La gloria ad Hollywood

Il rapporto con la sua patria di origine fu quasi sempre negativo. Marlene non perdonava alla Germania il regime nazista e anche se Goebbels e Hitler (che la corteggiò a lungo) avrebbero voluto che diventasse una delle grandi rappresentanti del nazismo, lei rifiutò sempre ogni proposta in tal senso. Il 2 aprile del 1930 emigrò negli Stati Uniti d'America.
A causa di questo gran rifiuto molti anni dopo la fine della seconda guerra mondiale verrà accolta con evidente astio dai suoi compatrioti che la riterranno una "traditrice" della patria.
Negli Stati Uniti girerà Marocco, che nello stesso anno 1930 le varrà la nomination all'Oscar come migliore attrice.
Dopo sette anni di permanenza negli USA ottiene la cittadinanza. I suoi familiari la seguono nell'avventura americana anche se ormai vive separata dal suo unico marito che convive con una sua ex-amica; del resto sono innumerevoli le avventure che si concede con amanti di ambo i sessi: la sua è una vita che molti definiscono scandalosa.
Con gli Stati Uniti collaborò tenendo spettacoli di intrattenimento per le truppe americane e portando la sua arte in Nord Africa e in Europa negli ospedali da campo; cantava - con addosso una uniforme di sua creazione - la canzone pacifista Lili Marleen, che sarebbe poi diventata il suo inno.
Nel 1950 riceve la Legion d'onore dal governo francese e, prima donna della storia, riceve la Medal of Freedom, massima onorificenza civile concessa in America.
Dal 1954, quando inizia a non essere più molto richiesta nel cinema, su consiglio di Nat King Cole si esibisce in spettacoli portati in giro per tutto il mondo con grande successo e dietro lauti compensi; interpreta canzoni come Falling In Love Again e La vie en rose.
Negli anni '60 inserì nel suo repertorio anche alcuni brani di Bob Dylan, ma Lilì Marleen resterà la canzone che sarà il suo inno personale e che darà un marchio a tutta la sua carriera.
[modifica] Il tramonto
La sua ultima esibizione in pubblico fu a Sydney nel 1975, mentre il suo ultimo film fu Gigolò, interpretato accanto a David Bowie.
Nel 1984 l'attore Maximillian Schell le dedicò un bellissimo film-intervista, Marlene, che l'attrice accettò di fare solo per soldi. Non camminava già quasi più per via di una frattura al femore causata da una caduta in bagno mentre era, si disse, completamente ubriaca. Per non far sapere le sue condizioni si presentò all'intervista su una sedia a rotelle dichiarando di aver preso una storta ad una caviglia. Inoltre pretese ed ottenne dal regista di non apparire, se non in materiale di repertorio, e di far solamente udire la sua voce.
Altre fonti riferiscono che la frattura fu causata da una caduta avvenuta durante l'uscita di scena dell'esibizione di Sydney: Marlene sarebbe caduta inciampando su un cavo. Fatto sta che quell'episodio di fatto mise fine alla sua carriera. Marlene non si riprese mai veramente.
Marlene morì dopo circa dodici anni di immobilizzazione a letto, il 6 maggio 1992. La lunga degenza era stata accompagnata da fasi depressive acute, e la morte le dovette forse sembrare quasi una liberazione. Il decesso fu attribuito ufficialmente ad un infarto che la colpì nel sonno, ma le cause della morte sono sempre rimaste poco chiare, specialmente dopo le dichiarazioni rilasciate nel 2002 dalla sua segretaria Norma Bousquet, che disse che l'attrice si era suicidata con una forte dose di sonnifero.
La Dietrich venne sepolta il 16 maggio nel cimitero di Berlino, accanto alla madre.
[modifica] Sull'attrice
Grande scrittrice di lettere e diari, ha raccolto nella sua casa di Parigi circa 300.000 testimonianze della sua vita. A Berlino le è stata dedicata una piazza; pare che Bob Dylan si sia ispirato a lei nello scrivere la canzone Forever Young.
Dichiaratamente bisessuale, la Dietrich ebbe molti amanti famosi sia nel mondo del cinema che tra scrittori famosi; ebbe anche molti amici tra gli omosessuali: le donne erano affascinate da lei per la sua mascolinità e gli uomini ammaliati dal suo fascino. Fu legata per un certo periodo con Noel Coward ma la relazione ebbe molti alti e bassi; l'amicizia finì con la morte di lui.
Fu in seguito legata anche allo scrittore Erich Maria Remarque, il cui amore non era tuttavia ricambiato. Lo scrittore era molto geloso di Jean Gabin, reduce da una lunga relazione con l'attrice; nonostante questo Remarque e la Dietrich ebbero anche in seguito una lunga corrispondenza (ma le lettere inviate dall'attrice allo scrittore sono state quasi tutte distrutte dall'ultima moglie di Remarque, l'attrice Paulette Goddard).
Grande fumatrice (si dice che fumasse oltre quattro pacchetti di sigarette al giorno), sempre a dieta (appena acquisiva un po' di peso prendeva lassativi e beveva litri di acqua) ma, nonostante questo, ottima cuoca. Biografi e cronisti di gossip hanno scritto che sapesse preparare molto bene alcuni piatti che deliziavano i suoi amanti, incluso Jean Gabin, che pare stravedesse per il brodo preparato da Marlene.
A breve distanza una dall'altra, fra il 1979 e il 1984, pubblicò due autobiografie, la seconda delle quali intitolata laconicamente Marlene D..
È stata la prima donna a farsi assicurare le gambe, stipulando un contratto con la società londinese Lloyd's.
La raffinata immagine di Freddie Mercury nella copertina dell'album Queen II del 1974 è ispirata ad una famosa foto di Marlene Dietrich.
[modifica] Filmografia
- Im Schatten des Glücks (1919)
- Tragödie der Liebe (1923)
- So sind die Männer (1923)
- Der Mensch am Wege (1923)
- Der Mönch von Santaren (1924)
- Der Sprung ins Leben (1924)
- Der Tänzer meiner Frau (1925)
- Der Juxbaron (1926)
- Manon Lescaut (1926)
- Madame wünscht keine Kinder (1926)
- Eine Dubarry von heute (1927)
- Kopf hoch, Charly! (1927)
- Sein größter Bluff (1927)
- Café Elektric (1927)
- Prinzessin Olala (1928)
- Gefahren der Brautzeit (1929)
- Il bacillo dell'amore (Ich küsse Ihre Hand, Madame) (1929)
- Enigma (Die Frau, nach der man sich sehnt) (1929)
- La nave degli uomini perduti (Das Schiff der verlorenen Menschen) (1929)
- L'angelo azzurro (Der Blaue Engel) (1930)
- Marocco (Morocco) (1930)
- Disonorata (Dishonored) (1931)
- Shanghai Express (1932)
- Venere bionda (Blonde Venus) (1932)
- Il cantico dei cantici (The Song of Songs) (1933)
- L'imperatrice Caterina (The Scarlet Empress) (1934)
- Capriccio spagnolo (The Devil Is a Woman) (1935)
- Ho amato un soldato (I Loved a Soldier) (1936)
- Desiderio (Desire) (1936)
- Il giardino di Allah (The Garden of Allah) (1936)
- L'ultimo treno da Mosca (Knight Without Armour) (1937)
- Angelo (Angel) (1937)
- Partita d'azzardo (Destry Rides Again) (1939)
- La taverna dei sette peccati (Seven Sinners) (1940)
- L'ammaliatrice (The Flame of New Orleans) (1941)
- Fulminati (Manpower) (1941)
- La signora acconsente (The Lady Is Willing) (1942)
- I cacciatori dell'oro (The Spoilers) (1942)
- La febbre dell'oro nero (Pittsburgh) (1942)
- Kismet (1944)
- Turbine d'amore (Martin Roumagnac) (1946)
- Amore di zingara (Golden Earrings) (1947)
- Scandalo internazionale (A Foreign Affair) (1948)
- Jigsaw (1949) - non accreditata
- Paura in palcoscenico (Stage Fright) (1950)
- Il viaggio indimenticabile (No Highway) (1951)
- Rancho Notorious (1952)
- Montecarlo (1956)
- Il giro del mondo in ottanta giorni (Around the World in Eighty Days) (1956)
- Testimone d'accusa (Witness for the Prosecution) (1957)
- L'infernale Quinlan (Touch of Evil) (1958)
- Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg) (1961)
- Insieme a Parigi (Paris - When It Sizzles) (1964) - cameo, non accreditata
- Gigolò (Schöner Gigolo, armer Gigolo) (1979)
- Marlene (1) (1984) - documentario
(1) - La Dietrich ottenne dal regista Maximilian Schell di far solo udire la sua voce, senza apparire
[modifica] Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni di o su Marlene Dietrich
[modifica] Collegamenti esterni
- Scheda su Marlene Dietrich dell'Internet Movie Database
- Marlene Dietrich UK Website The Legendary,Lovely Marlene
- Classic Movies (1939 - 1969): Marlene Dietrich
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