Santo Stino di Livenza
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Santo Stino di Livenza | |||
---|---|---|---|
![]() |
|||
Stato: | ![]() |
||
Regione: | ![]() |
||
Provincia: | ![]() |
||
Coordinate: | |||
Altitudine: | 4 m s.l.m. | ||
Superficie: | 68 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 186 ab./km² | ||
Frazioni: | La Salute di Livenza, Corbolone, Biverone | ||
Comuni contigui: | Annone Veneto, Caorle, Cessalto (TV), Concordia Sagittaria, Eraclea, Motta di Livenza (TV), Portogruaro, Torre di Mosto | ||
CAP: | 30029 e 30020 (La Salute di Livenza) | ||
Pref. tel: | 0421 | ||
Codice ISTAT: | 027036 | ||
Codice catasto: | I373 | ||
Nome abitanti: | sanstinesi | ||
Sito istituzionale | |||
![]() |
Santo Stino di Livenza è un comune di 12.640 abitanti[1], che si trova nella parte orientale della provincia di Venezia.
Indice |
[modifica] Geografia
Il territorio comunale presenta una forma allungata che si sviluppa da nord-ovest a sud-est ed è delimitato dai corsi dei Fiumi Livenza e Malgher. La posizione centrale nella Pianura Veneta Orientale, tra le cittadine di San Donà di Piave e Portogruaro, e una ben sviluppata rete viaria, permettono una ottimale fruizione dell'intero territorio e la possibilità di una veloce connessione con i maggiori centri culturali e commerciali (Venezia, Treviso, Pordenone) oltre ad un rapido raggiungimento delle località turistiche sia balneari (Caorle, Jesolo, Bibione) che alpine (Cansiglio, Piancavallo). Il casello dell’Autostrada A4 e la stazione ferroviaria consentono la possibilità di agevoli collegamenti con le grandi direttici europee. Altra via di comunicazione, utilizzata oramai prettamente solo per scopi turistico-ricreativi, è il Fiume Livenza che, tranne brevi tratti, risulta navigabile dalla foce (a Caorle) fino a Pordenone. Molto conosciuta la frazione di Biverone per i suoi itinerari turistici in riva al Livenza. Santo Stino di Livenza, Corbolone e Località Bosco sono i centri residenziali situati nella parte settentrionale del territorio comunale; quest’area presenta aspetti morfologici tipici degli ambienti di pianura. Procedendo, invece, verso meridione e seguendo il corso del fiume Livenza, si incontrano le frazioni di Biverone e La Salute di Livenza, mentre il paesaggio muta assumendo i tratti caratteristici delle aree bonificate, fra le quali la Bonifica delle Sette Sorelle.
[modifica] Storia
I primi segni di insediamenti abitati, rinvenuti nel comune di Santo Stino di Livenza, risalgono all'epoca romana, quando il territorio, assai inospitale, era ricoperto a nord da buie foreste, mentre a sud terminava in immense e malsane lagune. La parte nord era attraversata da un'importantissima via di comunicazione dell'epoca, la famosa Via Annia, che collegava l'antica Roma a Bisanzio e della quale si ha notizia grazie al ritrovamento, nel 1883 D.C., dei resti di un ponte in pietra sul fiume Livenza, a circa 150 metri di distanza dall'attuale ponte della Strada Statale 14 della Venezia Giulia.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, 476 D.C. , le scorrerie dei barbari misero a ferro e fuoco l'entroterra, mentre le popolazioni che vivevano nelle aree lagunari riuscirono a sfuggire alle devastazioni, grazie all'inospitalità di quei territori. Fu proprio in questi luoghi che, nel V secolo D.C., su delle terre un po’ più alte sul livello del mare, fu edificata la Pieve del Grumello, (una delle più antiche diocesi del vicino insediamento romano di Concordia Sagittaria), che si ritiene sorgesse nei pressi dell’attuale paesino di Sant’Alò. Più tardi si sviluppò un piccolo borgo attorno al monastero di San Pietro di Romadina, ubicato lungo il fiume Livenza, nel tratto di fronte il paese di Boccafossa.
Intorno al X sec. D.C. iniziò il ripopolamento dell’entroterra; nei pressi di un antico insediamento romano, venne costruito dalla famiglia dei da Prata il Castello, attorno al quale in seguito sorgerà l’abitato di Santo Stino di Livenza. Poco dopo, sotto l’influenza dei monaci di Sesto al Reghena, ebbe origine la “Villa di Corbolone”, dotata anche di strutture di difesa. Con la Bolla del 1186 D.C. si notificò il passaggio dei territori comunali di Santo Stino di Livenza, alla diocesi di Concordia Sagittaria.
Per un lungo periodo l’ubicazione di Santo Stino, lungo il fiume Livenza si dimostrò strategicamente importante, in quanto ai confini tra Venezia, il patriarcato di Aquileia, e i domini trevigiani e quelli dei da Camino. Nel 1259 D.C. i da Prata cedettero ville e castelli, tra cui S.Stino e Corbolone, ai patriarchi di Aquileia. Questi non assunsero direttamente il potere, ma istituirono il capitanato di Santo Stino. Durante una delle numerose guerre tra il Patriarcato di Aquileia e la Repubblica di Venezia, nel 1387 D.C., il castello di Santo Stino fu affidato all'arcidiacono di Gorizia, Simone de' Gavardi, che compì diverse incursioni nei territori dei veneziani e si spinse fino a saccheggiare e incendiare il vicino paese di Caorle. La rappresaglia della Serenissima Repubblica fu altrettanto violenta e si concluse, nel 1388 D.C., con l'assalto e l'incendio del castello di Santo Stino.
In seguito, con l'annessione del Friuli alla Repubblica di Venezia, nel 1420 D.C., Santo Stino non fu più terra di confine, perse quindi la sua importanza strategica e il Castello divenne la fastosa residenza della nobile famiglia veneziana degli Zeno. In questo periodo ricche famiglie di patrizi veneziani acquistarono le fertili terre della campagna sanstinese e in seguito costruirono le loro ricche e sontuose case dominicali. Nel 1514 D.C., a Corbolone venne edificata, dai maestri muratori Giorgio e Bernardino da Crema, la chiesa di San Marco, splendido scrigno che raccoglie importanti opere d'arte del Pordenone, del de' Pitati e del Diziani.
Lungo tutto questo periodo la vita dei sanstinesi, oltre che dalle guerre e dalle epidemie, fu profondamente segnata soprattutto dalle disastrose esondazioni del fiume Livenza; nel 1766 D.C. nel territorio si potevano contare solamente 317 famiglie per un totale di 1731 persone. Dello stesso anno è l'edificazione di una chiesetta, a metà strada tra Biverone e Caorle, dedicata alla Madonna della Salute, e attorno alla quale in seguito si sviluppò un piccolo borgo che diventerà La Salute di Livenza. Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, nel 1797 D.C., Santo Stino, con il Trattato di Campoformio, (1798 D.C.), passò sotto il dominio austriaco e nel 1805 D.C., con il Trattato di Presburgo, finì a far parte del Regno d'Italia. Nel 1815 D.C., con il Congresso di Vienna, Santo Stino divenne parte del Regno Lombardo-Veneto.
Nel periodo successivo all'unità d'Italia furono effettuati i primi interventi sul corso del fiume Livenza con alcune rettifiche dell'alveo, ma soprattutto con la costruzione dei primi argini, con scopo di difendere il territorio dalle disastrose alluvioni. La I Guerra Mondiale vide ancora Santo Stino di Livenza direttamente interessata dagli eventi bellici quando, dopo la Disfatta di Caporetto, venne invasa dalle truppe austriache avanzate fino al fiume Piave. Tra le due guerre mondiali il Paese fu interessato dalla bonifica che strappò all’acquitrino più di 3000 ettari di terreno. La fatica dei braccianti, veri protagonisti dell’opera, è magistralmente raccontata dal poeta sanstinese Romano Pascutto.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Luigino Moro (centrosinistra) dal 27/05/2003
Centralino del comune: 0421 473911
Email del comune: info@sanstino.it
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti