Pietro Bembo
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Cardinale | |
![]() Pietro Bembo della Chiesa cattolica |
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![]() Tiziano, Ritratto del cardinale Pietro Bembo, 1539-1540, Washington, National Gallery |
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Nato | 20 maggio 1470, Venezia |
Ordinato sacerdote |
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Consacrato vescovo |
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Vescovo | |
Proclamato cardinale |
20 dicembre 1538 da papa Paolo III |
Deceduto | 18 gennaio 1547, Roma |
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali |
Pietro Bembo (Venezia, 20 maggio 1470 – Roma, 18 gennaio 1547) è stato uno scrittore, umanista e cardinale italiano. Ebbe una notevole influenza sullo sviluppo della lingua letteraria italiana.
Indice |
[modifica] Vita
Nacque a Venezia nel 1470 da importante famiglia patrizia. Ancora bambino, seguì il padre Bernardo, senatore della Serenissima, a Firenze, dove imparò ad apprezzare il toscano, che avrebbe preferito al dialetto della sua città natale per tutta la vita. Dopo un primo periodo di studi, passò a Messina, assieme all'amico Angelo Gabriel dove studiò per due anni il greco con Costantino Lascaris.
Scelse la carriera ecclesiastica, ma, una volta ricevuta l'ordinazione, preferì lo studio dei classici. Visse a Ferrara, dove dedicò alcune sue opere a Lucrezia Borgia, poi a Venezia, dove fu tra il nucleo fondatore dell'Accademia Aldina di Aldo Manuzio. Dopo un altro periodo trascorso alla corte di Urbino, entrò nel servizio di Giulio de' Medici, per diventare infine, nel 1513, segretario di Papa Leone X. Risalgono a quegli anni le polemiche con Giovanni Pico della Mirandola sul problema dell'imitazione dei classici.
Dopo la morte del pontefice nel 1521, si trasferì in Veneto, dove ricoprì l'incarico di storiografo della Repubblica di Venezia e bibliotecario della Biblioteca Marciana di Venezia.
L'offerta della berretta cardinalizia da parte di Papa Paolo III nel 1539 lo riportò a Roma. Rinunciò agli studi di letteratura classica, dedicandosi alla teologia e alla storia classica. Nel 1541 fu nominato vescovo di Gubbio e poco dopo anche di Bergamo. Morì a Roma nel 1547.
[modifica] Opere
Da scrittore, Bembo fu uno dei più eminenti rappresentanti dei ciceroniani, gruppo che si prefiggeva la restaurazione di uno stile ispirato alla classicità romana, contrassegnato dall'imitazione dei due modelli principali della lingua latina (trasportati anche in quella volgare): Cicerone per la prosa e Virgilio per la poesia.
Fu anche l'iniziatore del Petrarchismo, proponendo lo stile del poeta come esempio di purezza lirica e come modello assoluto. Su questa indicazione la poesia dell'epoca prenderà esempi e imitazione dalle rime petrarchesce.
Tra i suoi scritti in latino spiccano soprattutto:
- Epistolae (Leonis X. nomine scriptae, 16 volumi, Venezia 1535; Familiares, 6 volumi)
- Rerum veneticarum libri XII (Storia della Repubblica Veneta dal 1487 al 1513, Venezia 1551)
Nei suoi Carmina (Venezia 1533) si pone nella tradizione del Dolce stil novo di Petrarca.
I più importanti dei suoi scritti in italiano sono:
- Gli Asolani, discorsi filosofici sull'amore platonico (Venezia 1505)
- Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua, il documento più autorevole della "discussione sulla lingua" cinquecentesca (Venezia 1525). Le "Prose" ebbero un'influenza decisiva sullo sviluppo della lingua italiana. Bembo vi propose di utilizzare la lingua usata da Francesco Petrarca per le opere in versi e quella di Giovanni Boccaccio per i testi in prosa.
- Rime (Venezia 1530)
- Lettere volgari (5 volumi, Verona 1745)
Nel 1501 Bembo curò l'edizione del Canzoniere di Petrarca e nel 1502 quella delle "Terze Rime" (Divina Commedia) di Dante, in stretta collaborazione con l'editore Aldo Manuzio. Per la prima volta due autori in lingua volgare divennero oggetto di studi filologici, fino ad allora riservati esclusivamente ai classici antichi. Entrambi le edizioni costituiscono le basi di tutte le edizioni successive per almeno tre secoli.
Nel "De Aetna", stampato da Manuzio nel 1496, venne usato per la prima volta il carattere tipografico successivamente chiamato Bembo che è rimasto uno standard per tutta la storia della tipografia fino ai nostri giorni.
[modifica] Altri progetti
Wikisource contiene opere originali di o su Pietro Bembo
Wikiquote contiene citazioni di o su Pietro Bembo
[modifica] Collegamenti esterni
- Italica di Rai International sulle "Prose"
- Petri Bembi cardinalis Historiae Venetae libri XII, Venezia 1551
- Opere (in Biblioteca Rossiana con collegamenti a Books Google)
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