Piaggio P.108
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Piaggio P.108B | ||
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![]() Il Piaggio P.108 visto di profilo |
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Descrizione | ||
Ruolo | Bombardiere strategico | |
Equipaggio | 6 | |
Primo volo | 24 novembre 1939 | |
Entrata in servizio | 1941 | |
Costruttore | S.A. Piaggio & C. | |
Esemplari costruiti | 24 versione P.108B | |
Dimensioni | ||
Lunghezza | 22,92 m | |
Apertura alare | 32,0 m | |
Altezza | 7,70 m | |
Superficie alare | 135,54 m² | |
Peso | ||
A vuoto | 17.325 kg | |
Massimo al decollo | 29.885 kg | |
Propulsione | ||
Motore | 4 radiali 18 cilindri doppia stella Piaggio P.XII RC.35 |
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Potenza | 1.350 CV | |
Prestazioni | ||
Velocità massima | 420 km/h a 3.900 m | |
Autonomia | 3.520 km | |
Tangenza | 6.000 m | |
Armamento | ||
Mitragliatrici | 6 mitragliatrici da 12,7 mm 2 mitragliatrici da 7,7 mm |
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Bombe | 3.500 kg | |
Lista di aerei militari |
Il Piaggio P.108 era un bombardiere strategico quadrimotore della Regia Aeronautica italiana, utilizzato durante la seconda guerra mondiale.
Il Piaggio P.108 fu un progetto tanto ambizioso quanto sfortunato, e in parte incompreso. Si tratta dell'unico progetto italiano che avrebbe potuto rispondere alle teorie sul dominio dell'aria di Giulio Douhet. Il suo progettista, l'ingegner Giovanni Casiraghi , ebbe una lunga esperienza lavorativa negli Stati Uniti d'America. Le conoscenze maturate nel corso del suo lavoro furono fortemente produttive, e indubbiamente il suo più famoso progetto, il quadrimotore P.108 era fortemente influenzato da un progetto della Boeing, che diventerà in seguito la celeberrima Fortezza Volante. Il diverso destino dei due aerei viene determinato dalla ristrettezza di vedute dei vertici dell'aviazione italiana, ma anche dalla ristrettezza di bilancio.
Il P.108 nella sua limitata vita operativa si dimostrò aereo poco affidabile. Più che da difetti del progetto complessivo questo derivava da una certa inaffidabilità dei motori, e da uno sviluppo forse affrettato per un aereo che si discostava parecchio dalla produzione italiana dell'epoca.
Alla storia del P.108 è legato il ricordo di una tragedia avvenuta a Pisa il 7 agosto 1941, dove perse la vita Bruno Mussolini figlio terzogenito del Duce. Gli era stato assegnato il comando della 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all'interno del 46° Stormo con sede a Pisa e a questa squadriglia erano stati assegnati i nuovi bombardieri quadrimotori Piaggio P.108B. I motori del suo aereo, mentre era in fase di atterraggio sull'Aeroporto di Pisa, subirono un brusco calo di potenza. Non riuscendo a riprendere quota l'aereo si schiantò poco dopo. Nell'incidente persero la vita anche altri due aviatori.
Indice |
[modifica] L'impiego bellico
Il primo ed unico reparto a cui furono assegnati bombardieri P.108 fu la 274A Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), che, al momento dell'assegnazione dei velivoli, era operativa solo da pochi mesi (1 giugno 1941). Nonostante i numerosi incidenti e la non facile ambientazione del personale di volo, il 9 giugno 1942 due P.108B trovarono il loro primo impiego operativo in missione di ricerca e bombardamento navale nella zona delle Isole Baleari. Nello stesso anno vennero effettuate varie missioni di bombardamento strategico principalmente sulle installazioni inglesi di Gibilterra, facendo decollare gli apparecchi dal campo di volo di Decimomannu, in Sardegna. Negli ultimi mesi del 1942 e nei primi del 1943, in seguito all'Operazione Torch ed allo sbarco alleato in Nord Africa, il P.108 fu impiegato principalmente sull'Algeria. Dopo l' armistizio, i pochi esemplari rimasti di P.108B furono requisiti dalla Luftwaffe e non vennero utilizzati operativamente, contrariamente a quanto avvenne per la versione "T" dello stesso velivolo.
[modifica] Varianti e sviluppi
Oltre al prototipo ed ai 23 modelli di serie P.108B Bombardiere da bombardamento strategico, (distinti in due serie che si differenziavano per la sostituzione della mitragliatrice pesante nel muso con una carenatura aerodinamica che forse contribuì ad alzare la velocità massima da 420 a 430 km/h) venne sviluppato in altre 3 diverse varianti:
- P.108A Artigliere: nel marzo 1943 volò per la prima volta un P.108B di serie modificato con l'installazione di un cannone da 102 mm installato nel muso e destinato all'impiego antinave.
- P.108C Civile: variante civile dotata di cabina pressurizzata per 32 passeggeri. Per i voli notturni l'allestimento prevedeva 16 cuccette. Volò nel 1942. Come banco di prova per la cabina pressurizzata la Piaggio realizzò il bimotore P.111
- P.108T Trasporto: versione da trasporto, caratterizzata come trasporto militare da un armamento di 4 mitragliatrici da 12,7 mm (postazioni laterali, torretta dorsale e ventrale). Di questa variante ne vennero realizzati 12 esemplari che vennero impiegati dalla Luftwaffe dopo l'armistizio.
[modifica] P.133
La Piaggio continuò a sviluppare il concetto di bombardiere quadrimotore con il modello P.133, da 490 km/h, 4 mitragliatrici pesanti e i 6 cannoni calibro 20. Il carico utile raggiungeva i 4.800 chili. La costruzione era più leggera di quella del P.108 e questo aiutava le prestazioni e il carico. Ma il modello non fu mai completato per il sopraggiungere dell'Armistizio.
[modifica] La Vespa e il P.108
In genere si ritiene che il famoso scooter sviluppato dalla ditta di Pontedera nel 1946 sia intimamente collegato al grande quadrimotore, in quanto:
- Le ruote della Vespa sarebbero i ruotini di coda del quadrimotore;
- Il motore della Vespa sarebbe un motorino di avviamento dei motori radiali dell'aereo;
I due fatti in realtà sono solo due leggende metropolitane. Per la precisione, i motori radiali Piaggio, come buona parte dei motori italiani di quel periodo utilizzavano l'aria compressa proveniente da una bombola caricata da un "aviocompressore" Garelli, con caratteristiche diverse da quelle dei primi motori apparsi sulla Vespa. Negli archivi della Piaggio non vi è inoltre traccia di utilizzo di componenti aeronautici nel motociclo[1].
Anche se nessun pezzo deriva da quello di un aereo, di "aeronautico" vi è comunque l'ideatore, Corradino D'Ascanio, ed il supporto "monotubo" della ruota anteriore, ispirato da quello dei carrelli degli aerei. Anche la struttura portante in lamiera della Vespa è collegabile ai "Rivestimenti lavoranti", impiegati nel settore aeronautico.
[modifica] Bibliografia
- ^ Articolo "Nei segreti della Piaggio" di Carlo Perelli pubblicato sulla rivista "Motociclismo d'epoca" Nr.4 dell'aprile 2006