Ministero della Repubblica Italiana
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Un ministero (anche detto dicastero) è un importante organo amministrativo dello Stato che è distinto da una specifica competenza ed ha una struttura molto complessa.
Indice |
[modifica] Struttura dei ministeri
La struttura è costituita dai seguenti organi ed uffici:
- ministro;
- sottosegretario;
- gabinetto del ministro;
- consiglio di amministrazione;
- segretario generale;
- dipartimento, direzione generale, divisione.
[modifica] Ministro
Il ministro (dal latino "minister" [minus] che significa "servo", ovvero, servitore dello Stato per quel determinato ambito) è il capo del ministero ed è membro del corpo politico. Propone al Consiglio dei ministri la nomina dei dirigenti con funzioni generali, dirige l'azione amministrativa e adotta le decisioni di maggiore importanza.
Vi sono anche ministri detti "senza portafoglio", perché, avendo funzioni di minima complessità operativa, non sono, di regola, a capo di un ministero (ad esempio, il Ministro per i rapporti con il Parlamento).
A ogni ministro è affidato un singolo Ministero che deve occuparsi dei problemi relativi ad alcuni temi specifici (es: ministero della pubblica istruzione, della sanità ecc...)
[modifica] Sottosegretario
Anch'egli è prescelto nell'ambito del corpo politico e si chiama così perché il ministro è segretario di Stato. Esso è, però, organo ausiliario, non vicario del ministro: cioè aiuta il ministro, ma non agisce in sua vece. Al sottosegretario (o ai sottosegretari, perché ce n'è più di uno per ministero, anche se il loro numero è variabile) non spettano competenze proprie, ma solo quelle che vengono loro delegate dal ministro. Se a un sottosegretario sono conferite deleghe relative all'intera area di competenza di una o più strutture dipartimentali, può essergli attribuito il titolo di vice-ministro.
[modifica] Gabinetto del ministro
È composto dal capo di gabinetto, dall'ufficio legislativo e dalla segreteria particolare, ognuno con un suo capo. Col variare dei Governi (ministri e, di conseguenza, sottosegretari) variano anche i componenti del gabinetto. Il gabinetto ha funzioni di ausilio del ministro e di coordinamento.
[modifica] Consiglio di amministrazione
Presieduto dal ministro e composto dei direttori generali e di rappresentanti eletti dal personale, ha una struttura stabile e compiti che riguardano l'organizzazione del lavoro nel ministero.
[modifica] Segretario generale
È presente solo in alcuni ministeri (ad esempio, Ministero degli affari esteri) e ha compiti di coordinamento.
[modifica] Dipartimento, direzione generale, divisione
Sono le articolazioni organizzative interne del ministero. Ve ne sono diverse in ogni ministero. Il dipartimento è la struttura di primo livello costituita per l'esercizio organico e integrato delle funzioni del ministero, dalla quale dipende la direzione generale; in alcuni ministeri, tuttavia, non ci sono dipartimenti, sicché la ripartizione di primo livello è la direzione generale. Le divisioni, invece, sono la struttura di base, ma possono essere divise a loro volta in sezioni.
[modifica] Ministeri nella Repubblica Italiana
I ministeri presenti nell'ultimo Governo italiano, attualmente dimissionario, sono:
- Ministero degli Affari Esteri (ministro: Massimo D'Alema) (sede: Palazzo della Farnesina)
- Ministero dell'Interno (ministro: Giuliano Amato) (sede: Palazzo del Viminale)
- Ministero della Giustizia (ministro: Luigi Scotti) (sede: Palazzo Piacentini)
- Ministero della Difesa (ministro: Arturo Parisi) (sede: Palazzo Baracchini)
- Ministero dell'Economia e delle Finanze (ministro: Tommaso Padoa Schioppa) (sede: Palazzo delle Finanze)
- Ministero dello Sviluppo Economico (ministro: Pierluigi Bersani)
- Ministero del Commercio Internazionale (ministro: Emma Bonino)
- Ministero delle Comunicazioni (ministro: Paolo Gentiloni)
- Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (ministro: Paolo De Castro)
- Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ministro: Alfonso Pecoraro Scanio)
- Ministero delle Infrastrutture (ministro: Antonio Di Pietro)
- Ministero dei Trasporti (ministro: Alessandro Bianchi)
- Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (ministro: Cesare Damiano)
- Ministero della Solidarietà Sociale (ministro: Paolo Ferrero)
- Ministero della Salute (ministro: Livia Turco)
- Ministero della Pubblica Istruzione (ministro: Giuseppe Fioroni)
- Ministero dell'Università e della Ricerca (ministro: Fabio Mussi)
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali (ministro: Francesco Rutelli)
[modifica] Ministri senza portafoglio
- Dipartimento per i Rapporti col Parlamento (ministro: Vannino Chiti)
- Dipartimento per le Riforme Istituzionali (ministro: Vannino Chiti)
- Dipartimento per le Politiche Comunitarie (ministro: Emma Bonino)
- Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali (ministro: Linda Lanzillotta)
- Dipartimento per l'attuazione del programma di Governo (ministro: Giulio Santagata)
- Dipartimento per le riforme e l'innovazione nella Pubblica Amministrazione (ministro: Luigi Nicolais)
- Dipartimento delle politiche per la famiglia (ministro: Rosy Bindi)
- Dipartimento per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive (ministro: Giovanna Melandri)
- Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità (ministro: Barbara Pollastrini)
[modifica] Riforme dell'ordinamento dei ministeri
[modifica] La "riforma Bassanini" del 1999
Il numero e le deleghe dei ministri sono variate nel tempo da 20 a 25 unità circa, compresi i Ministri senza portafoglio.
Il primo tentativo di riforma organica della Presidenza del Consiglio, della struttura del Consiglio dei Ministri e dell'ordinamento dei ministeri, fu quella elaborata da Franco Bassanini, Ministro della Funzione Pubblica nel I Governo Prodi con il decreto legislativo n. 300 del 30 luglio 1999. Tale provvedimento ha delineato un nuovo assetto dell'organizzazione ministeriale, muovendo in tre diverse direzioni. Innanzitutto, è stata operata una riduzione degli apparati ministeriali: i ministeri sono divenuti dodici; il personale è stato raggruppato in un ruolo unico, in modo da assicurarne la mobilità; si è sancito il principio della flessibilità nell'organizzazione, stabilendo — salvo che per quanto attiene al numero, alla denominazione, alle funzioni dei ministeri ed al numero delle loro unità di comando — una ampia delegificazione in materia. In secondo luogo, in un'ottica policentrista, sono state istituite dodici Agenzie amministrative indipendenti, con funzioni tecnico-operative che richiedono particolari professionalità e conoscenze specialistiche, nonché specifiche modalità di organizzazione del lavoro. In terzo luogo, si è provveduto alla concentrazione degli uffici periferici dell'amministrazione statale con la creazione degli Uffici Territoriali del Governo (UTG) che hanno assobito le Prefetture.
I 12 ministeri previsti erano:
- Ministero degli Affari esteri, che attende ai rapporti internazionali
- Ministero dell'Interno, che ha attribuzioni differenziate: tutela della sicurezza pubblica, protezione civile, cittadinanza e immigrazione, funzionamento degli enti locali
- Ministero della Giustizia, che si occupa prevalentemente dell'amministrazione degli organi giudiziari, svolgendo anche le funzioni dell'ufficio di Guardasigilli
- Ministero della Difesa, che è preposto alla gestione delle forze armate
- Ministero dell'Economia e delle finanze, che provvede essenzialmente alla politica di gestione della spesa, di bilancio e fiscale, nonché delle entrate finanziarie dello Stato
- Ministero delle Attività produttive, che esercita le attribuzioni in materia di industria, commercio e artigianato, rapporti commerciali con l'estero, comunicazioni, turismo
- Ministero delle Politiche agricole e forestali, che svolge funzioni di cura delle relazioni internazionali, di partecipazione alla elaborazione delle politiche comunitarie e di definizione delle politiche nazionali
- Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio, che sovrintende alla promozione, alla conservazione e al recupero delle condizioni ambientali e del patrimonio naturale nazionale
- Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che si occupa della politica delle infrastrutture, gestisce e organizza il sistema dei trasporti
- Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, che è competente in materia di lavoro, previdenza sociale, tutela della salute e coordinamento dei servizi sanitari regionali
- Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, che amministra il sistema formativo pubblico scolastico, il sistema formativo pubblico universitario e la ricerca scientifica e tecnologica
- Ministero per i Beni e le attività culturali, che assicura la tutela, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e delle attività culturali
Le 12 agenzie previste erano:
- Agenzia di protezione civile (Interno)
- Agenzia delle entrate (Economia e finanze)
- Agenzia delle dogane (Economia e finanze)
- Agenzia del territorio (Economia e finanze)
- Agenzia del demanio (Economia e finanze)
- Agenzia industrie difesa (Difesa)
- Agenzia per le normative ed i controlli tecnici (Attività produttive)
- Agenzia per la proprietà industriale (Attività produttive)
- Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici (Ambiente e tutela del territorio)
- Agenzia dei trasporti terrestri e delle infrastrutture (Infrastrutture e trasporti)
- Agenzia per la formazione e l’istruzione professionale (Lavoro, salute e politiche sociali – Istruzione, università e ricerca)
- Agenzia per il Servizio civile (Presidenza del Consiglio dei Ministri)
Era previsto che la riforma entrasse in vigore con la XIV Legislatura, ma non entrò mai in vigore integralmente, poiché il II Governo Berlusconi la modificò alla sua entrata in carica. I ministeri aumentarono e solo alcune della agenzie furono costituite: in particolare l'Agenzia per la Protezione Civile (poi abolita), le Agenzie del Ministero dell'Economia (Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Agenzia del Territorio, Agenzia del Demanio), l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT).
[modifica] Lo "spacchettamento" del 2001
Con il decreto legge n. 217/2001, convertito nella legge n. 317/2001 (II Governo Berlusconi), il numero dei ministeri è stato aumentato a 14:
- il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali è stato diviso in Ministero della Salute e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
- dal Ministero delle attività produttive è stato separato il Ministero delle Comunicazioni
[modifica] Lo "spacchettamento" del 2006
Con il decreto legge n. 181/2006 convertito nella legge 233/2006 (II Governo Prodi), il numero dei ministeri è stato aumentato a 18:
- il Ministero delle attività produttive diventa Ministero dello Sviluppo Economico da cui si è separato il Ministero del Commercio Internazionale
- il Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca è stato diviso in Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero dell'Università e della Ricerca
- il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato diviso in Ministero delle Infrastrutture e Ministero dei Trasporti
- il Ministero del lavoro e della politiche sociali è stato diviso in Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e Ministero della Solidarietà Sociale
[modifica] Il ritorno della "Bassanini" nel 2007
All'interno della Finanziaria 2008 sull'onda della polemica sul numero record dei membri del Governo e sui costi della politica, viene ripristinata per il prossimo governo la "riforma Bassanini", con cui i ministeri passeranno da 18 a 12. Si prevede inoltre che la formazione di Governo (ministri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari compresi) non potrà superare le 60 unità.
[modifica] Voci correlate
- Ministeri della Repubblica Italiana soppressi od accorpati
- Referendum abrogativi del 1993
- Governo italiano
- Italia
[modifica] Collegamenti esterni
- I ministeri sul sito ufficiale del Governo italiano
- I ministri sul sito ufficiale del Governo italiano
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