Paolo De Castro

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Paolo De Castro (San Pietro Vernotico, 2 febbraio 1958) è un politico e economista italiano.

Nato da una famiglia di proprietari terrieri e imprenditori agricoli, ha avuto modo sin dalla fanciullezza di osservare da vicino il mondo dell'agricoltura salentina. Dalla coltivazione della vite all'olivo, dal tabacco al cotone, quella che in adolescenza era una semplice passione nell'analisi dei sistemi di coltivazione è maturata via via con il passare del tempo divenendo un'autentica virtù talentuosa, apprezzata in Italia e all'estero, nella capacità di proporre e innovare un settore cardine dell'economia italiana ed europea.

Svolge la professione di docente universitario di ruolo (fascia degli ordinari) presso l'Università degli Studi di Bologna. È stato inoltre consigliere economico a Palazzo Chigi con Romano Prodi Presidente e special advisor del Presidente della Commissione Europea guidata da Prodi.

Dopo un'esperienza giovanile nellle file del Partito Liberale Italiano, negli anni 1998-2000, viene nominato Ministro delle Politiche Agricole e Forestali nel primo e nel secondo governo D'Alema.

Nel novembre del 2000 è stato nominato dal Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana.

Dal 2001 al 2004 ha presieduto l'istituto di studi economici Nomisma ed è stato inoltre presidente nella "Fondazione Qualivita". Inoltre è stato Direttore Responsabile della Rivista di Politica Agricola Internazionale edita da Edizioni L'Informatore Agrario di Verona e direttore scientifico della testata Genio Rurale.

Al termine delle elezioni politiche del 2006 venne eletto alla Camera dei deputati con la lista dell'Ulivo. Dal 17 maggio del 2006 occupa l'incarico di Ministro delle Politiche Agricole del secondo governo Prodi.

A luglio 2006 incontra a Lecce la collega ministro spagnola Elena Espinosa per mettere a punto un piano d'unione mediterranea sui temi della pesca e della riforma europea delle OCM (Organizzazione comune di Mercato). Si parla dell'impegno che unisce i Paesi del Mediterraneo nella difesa dei vitigni autoctoni, delle produzioni di qualità e della competitività in un momento storico in cui il Bacino del Mediterraneo conosce una crisi profonda a causa della concorrenza delle sovrapproduzioni a basso costo provenienti dall'Oriente, in particolar modo dalla Cina.