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Merv - Wikipedia

Merv

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Bene protetto dall'UNESCO
Patrimonio dell'umanità
Antica Merv
State Historical and Cultural Park "Ancient Merv"
Tipologia Culturali
Criterio (ii) (iii)
Pericolo Bene non in pericolo
Anno 1999
Scheda UNESCO inglese
francese
Patrimoni dell'umanità in Turkmenistan

Merv (nome persiano: مرو traslitterato a volte in Marw o Mary; nome cinese 木鹿, Mulu), satrapia Achemenide di Margiana, in seguito Alessandria e Antiochia in Margiana (nome greco: Αντιόχεια της Μαργιανήs), situata nell'attuale Turkmenistan, fu una delle principali città-oasi dell'Asia centrale, sulla storica via della seta, nei pressi dell'attuale Mary. Sono sorte molte città su questo sito, il che l'ha reso un ricco punto di scambio culturale e politico, nonché luogo d'immenso valore strategico. Si suppone che Merv sia stata per breve tempo la città più grande del mondo durante il dodicesimo secolo[1]. Nel 1999 l'UNESCO ha inserito Merv tra i Patrimoni dell'umanità.

Indice

[modifica] Storia

Merv ha origine in età preistorica: sopralluoghi archeologici hanno rilevato tracce risalenti al terzo millennio a.C. Secondo alcuni sarebbe all'origine del culto indù di Monte Meru, che secondo l'induismo rappresenta il centro del mondo. Più probabilmente il Monte Meru sarebbe il Monte Kailash in Tibet.

Con il nome di Mouru, Merv viene citata con Bakhdi (Balkh) nella geografia di Zend-Avesta (cronaca dell'Avesta). Sotto la dinastia Achemenide, Merv viene indicata come luogo famoso: con il nome di Margu appartiene ad una delle satrapie citate nelle iscrizioni di Behistun (circa 515 a.C.) del monarca persiano Dario I di Persia. La vecchia città sembra essere stata ricostruita da Ciro II di Persia (559 - 530 a.C.), ma i livelli achemenidi vennero coperti da successivi strati aggiunti al sito.

La visita di Alessandro Magno a Merv è leggendaria, infatti la città prese il nome di Alessandria per breve tempo. Dopo la morte di Alessandro, Merv divenne la capitale della provincia di Margiana degli stati dei seleucidi, dei Parti e dei Sasanidi. Divenne "Antiochia Margiana" su decisione del re seleucide Antioco I, il quale la ricostruì ed espanse fino al luogo conosciuto ad oggi come Gyaur Kala.

Dopo che il sasanide Ardashir I (circa 220-240) conquistò Merv, la numismatica ne delinea la storia: Una lunga dinastia sasanide governò per quattro secoli, e questo è dimostrato da un'ininterrotta serie di monete coniate a Merv. In questo periodo Merv divenne la casa di vari culti religiosi accanto allo Zoroastrismo sasanide, compresi il buddismo, il Manicheismo ed il Nestorianesimo. Nel quinto secolo d.C. Merv fu la sede dell'arcivescovado della Chiesa Nestoriana.

[modifica] L'influenza araba

Il governo sasanide terminò quando l'ultimo re, Yazdegerd III (632-651) venne assassinato non distante dalla città, e l'esercito sasanide si arrese a quello arabo. La città venne occupata dai luogotenenti del califfo Othmàn ibn Affàn e divenne la capitale della provincia Omayyadi di Khorasan. Utilizzando questo luogo come base, gli arabi guidati da Kotaiba (Qotaiba) ibn Moslim assoggettarono una larga parte dell'Asia centrale, incluse Balkh, Bukhara, Fergana e Kashgar, e penetrando in Cina fino alla provincia di Gansu nei primi anni dell'ottavo secolo. Merv, e tutto il Khorasan in generale, divenne una delle prime zone del mondo ad essere in prevalenza musulmana. Ovviamente, l'immigrazione araba fu determinante per questo fine.

Merv ricevette una nuova importanza nel febbraio del 748, quando il generale iraniano Abu Muslim Khorasani (morto nel 750) vi dichiarò la nascita della nuova dinastia Abbaside, espandendo e ri-fondando la città e, nel nome della linea Abbaside, utilizzò la città come sede dei ribelli che combattevano contro il califfato di Omayyadi. Dopo che gli abbasidi ebbero conquistato Baghdad, Abu Muslim continuò a regnare su Merv nel ruolo di principe semi-indipendente fino al suo assassinio. Merv fu il centro della fazione abbaside per tutta la durata della rivoluzione, ed in seguito divenne fonte di supporto politico per i regnanti di Baghdad; il governo di Khorasan a Merv venne considerato una delle figure politiche più importanti dell'intero califfato. L'influente famiglia Barmakid, ad esempio, venne assegnata a Merv e giocò un ruolo importante nel trasferimento della cultura greca (stabilitasi a Merv fin dai primi giorni del conflitto tra seleucidi e greco-bactriani) all'interno del mondo arabo.

Durante tutta l'era abbaside restò la capitale nonché la città più importante dell'intero Khorasan. In questo periodo lo storico arabo Al-Muqaddasi la definì "deliziosa, carina, elegante, brillante, notevole e piacevole". La sua architettura fornì lo spunto per la ricostruzione abbaside di Baghdad. La città divenne famosa per essere la casa degli immigrati dai territori arabi, così come da Sogdia e da altri luoghi dell'Asia centrale (Herrmann 1999). L'importanza di Merv per gli abbasidi venne incrementata nel periodo tra l'813 e l'818, quando la residenza temporanea del califfo Al-Mamun la rese capitale del mondo musulmano. Merv fu anche il centro del movimento eretico ottocentesco guidato da al-Muqanna, il Profeta Velato, che raggruppò molti seguaci dichiarandosi incarnazione di Dio ed erede di Ali e Abu Muslim; il Khurramiyya che egli creò sopravvisse fino al dodicesimo secolo.

In questo periodo Merv, al pari di Samarcanda e Bukhara, divenne una delle grandi città di scuola musulmana; il famoso storico Yaqout al-Rumi venne istruito nelle sue librerie. Vennero sviluppate numerose scuole in vari campi del sapere, partendo dalla legge islamica, lo Hadith, la storia e la letteratura. Molti istituti assunsero il nome di Marwazi (المروزي - appartenenti a Merv), compresa la famosa Ahmad Ibn Hanbal.

Con l'indebolimento del califfato, il governo arabo venne sostituito da quello del generale persiano Tahir b. al-Husayn e dalla dinastia Tahrid nell'821. I tahrid vennero a loro volta sostituiti dai Samanidi e, più tardi, dai Ghaznavidi.

[modifica] Il controllo turco e mongolo

Nel 1037 i Seljuki, un clan di Turchi Oghuzi, si spostarono dalle steppe orientali del lago d'Aral prendendo pacificamente possesso dei Merv sotto la guida di Toghrul Beg. Il sultano ghaznavide Masud venne fortemente osteggiato dai cittadini. Il fratello Chaghri vi si stabilì mentre il dominio Seljuke cresceva finendo con l'includere il resto del Khorasan e dell'Iran, e facendola diventare in seguito la città preferita dai leader seljuki. Sia Alp Arslan che il suo discendente Ahmad Sanjar vennero sepolti in città.

È in questo periodo che Merv raggiunge la maggiore espansione; i geografi arabi e persiani la eleggono "madre del mondo", "punto d'incontro del grande e del piccolo", "città capo del Khorasan" e capitale del mondo iraniano orientale. Le fonti scritte parlano di una grande biblioteca fondata da Nizam al-Mulk, e di altre istituzioni culturali. Si dice anche che Merv ebbe un mercato che era "il migliore tra quelli delle principali città iraniane e del Khorasan" (Herrmann 1999). Si dice che fu la più grande città del mondo tra il 1145 ed il 1153, con una popolazione di 200.000 abitanti.[1]

Il regno di Sanjar, segnato dal conflitto con i Kara-Khitani ed i Khwarezm, terminato nel 1153 quando i nomadi turchi Ghuzz provenienti da oltre l'Amu Darya saccheggiarono la città. In seguito Merv passò di mano tra i Khwarazmiani di Khiva, i Ghuzz, ed i Ghuridi, ed iniziò a perdere importanza rispetto ad altre città, prima fra tutti Nishapur.

Nel 1221 aprì le porte a Tolui, figlio di Genghis Khan e capo dei Mongoli, che nell'occasione macellò la maggiorparte della popolazione. Lo storico persiano al-Juvayni, vissuto una generazione dopo il massacro, scrisse: "I mongoli ordinarono che, a parte quattrocento artigiani... , l'intera popolazione, incluse donne e bambini, dovessero essere uccisi, e nessuno, né donne né uomini, doveva essere risparmiato. Ad ognuno [i guerrieri mongoli, NdT] sarà assegnata l'esecuzione di trecento o quattrocento persiani. Ne vennero uccisi così tanti che al crepuscolo le montagne sembravano colline, e le pianure erano inzuppate del sangue". Secondo alcuni storici oltre un milione di persone morì a causa dell'invasione mongola, compresi centinaia di migliaia di rifugiati provenienti da altri luoghi.

Gli scavi hanno mostrato una drastica riedificazione delle fortificazioni in seguito alla distruzione, ma la città iniziò a decadere. Nella prima metà del quattordicesimo secolo la città venne utilizzata come sede dell'arcivescovado del Cristianesimo orientale. Alla morte del nipote di Genghis Khan, Merv venne inclusa (1380) tra le proprietà di Timur-i lang, principe turco-Persiano di Samarcanda.

[modifica] Dal periodo persiano all'occupazione russa

Nel 1505 la città venne occupata dagli uzbeki, che cinque anni dopo vennero espulsi per mano di Ismail Ier, fondatore della dinastia safavide di Persia. Fu in questo periodo che venne restaurata una grande diga (la Sultan Band) sul fiume Murgab, e l'insediamento crebbe nell'area irrigata che prese il nome di Bairam Ali, nome con cui è nominata in alcuni testi del diciannovesimo secolo. Merv rimase in mani persiane fino al 1787 quando venne catturata dall'emiro]] di Bukhara. Sette anni dopo i Bukharani rasero al suolo la città, ruppero la diga, e trasformarono l'antica bellezza in una landa desolata. L'intera popolazione dei territori circostanti, circa 100.000 persone, venne deportata in vari momenti nell'oasi di Bukhara. Dal momento che tutti loro parlavano lo Shi'as, resistettero all'assimilazione da parte dei Sunni. Questi Marvis sono sopravvissuti fino ad oggi, sono stati chiamati "Irani/Iraniani" nel censimento sovietico degli anni ottanta, e sono presenti nelle città di Samarcanda, Bukhara e nell'area compresa tra i fiumi Amu Darya e Syr Darya.

Quando Sir Alexander Burnes attraversò lo stato nel 1832, i Khivani erano i governanti di Merv. All'incirca in questo periodo i turcomanni Tekke, che vivevano sull'Hari Rud, vennero obbligati dai persiani a migrare verso nord. I Khivani tentarono di bloccarne l'avanzata ma, intorno al 1856, i Tekke presero il potere, e lo detennero fino all'occupazione dei russi del 1883.

[modifica] I resti

Gli scavi russi del vecchio sito iniziarono nel 1890. Dal 1992 al 2000 un gruppo di archeologi turkmeni e britannici fece numerose scoperte. Nel 2001 venne avviata una collaborazione tra l'Institute of Archaeology, l'University College London e le autorità turkmene. Il Progetto Antica Merv"[2] si pone come obbiettivo la conservazione del complesso e la sua gestione, oltre all'esecuzione di nuove ricerche e alla comunicazione al pubblico dei relativi risultati.

[modifica] Organizzazione delle rovine

Merv è composta da un po' di città murate vicine, ognuna delle quali venne costruita da abitanti di un'era diversa, usata, e alla fine abbandonata e mai ricostruita. Quattro città murate corrispondono ai quattro periodi in cui Merv fu il centro del mondo: la vecchia Merv, Erk Kala, corrisponde al regno Achemenide, ed è la più piccola. Gyaur Kala, che circonda Erk Kala, comprende le metropoli ellenica e sasanide e venne usata come sobborgo industriale di Sultan Kala, città abbaside/seljuke (ed è la più estesa). La più piccola città timuride venne eretta poco a sud ed attualmente viene chiamata Abdullah Khan Kala. Vari altri edifici sono sparsi nel territorio delimitato da queste città; tutti i materiali recuperati dai siti sono custoditi dal "Parco Archeologico Antica Merv" subito a nord del villaggio di Bairam Ali, e trenta chilometri ad ovest di Mary, città costruita dai russi (Herrmann 1993).

[modifica] Gyaur Kala

La fondazione di Gyaur Kala avvenne in età ellenistica sotto il regno del selucide Antioco I. Fu abitata da molti regnanti ellenici, dai parti, e in seguito dai sasanidi che la fecero diventare capitale di una satrapia. Gyaur Kala fu la capitale della provincia di Omayyadi del Khorasan e crebbe in importanza mentre il Khorasan diventava il centro del mondo musulmano nei primi due secoli di vita dell'Islam.

Le rovine più appariscenti di Gyaur Kala sono le installazioni difensive. Tre mura, costruiti uno sopra l'altro, sono ancora ben visibili. Un muro selucide, gradinato all'interno e verticale all'esterno, funga da piattaforma per il secondo, più grande, costruito con mattoni di fango e, anch'esso, gradinato all'interno. La forma di questo muro ricorda le fortezze ellenistica trovate in Anatolia, nonostante rimanga unico grazie al fatto di essere costruito con mattoni di fango invece che con pietre. Il terzo muro si presume essere sasanide ed è costruito con grandi mattoni (Williams 2002). Intorno alle mura furono trovate grandi varietà di porcellane, eredità soprattutto dei Parti. La dimensione di queste fortificazioni è un buon metro per giudicare l'importanza di Merv nell'era pre-islamica; non esistono fortificazioni pre-islamiche di tale dimensione in tutto il Karakum. Gyaur Kala è importante anche per la grande quantità di monete che nascondeva; venne trovata un'incredibile serie di monete sasanidi, il che mostra una straordinaria stabilità politica se viene riferita a quel periodo.

Anche dopo la fondazione di Sultan Kala, avvenuta per mano della dinastia abbaside, Gyaur Kala continuò a vivere come sobborgo del nuova città. A Gyaur Kala sono concentrati molti edifici industriali dell'era abbaside: forni per la lavorazione di ceramica, acciaio, ferro, rame ed altri materiali. Sembra che Gyaur Kala sia stato il quartiere degli artigiani per tutta l'era abbaside e nel periodo pre-seljuke (Herrmann, "Seventh Season" 13) .

[modifica] Sultan Kala

Sultan Kala è senza dubbio la più grande tra le città di Merv. Le fonti scritte (Herrmann 1999) stabiliscono che fu Abu Muslim al-Khurasani, leader della ribellione abbaside, a simbolizzare la nascita del nuovo califfato con la costruzione di strutture monumentali ad ovest delle mura di Gyaur Kala, nell'area che diverrà Sultan Kala. La zona venne rapidamente murata e divenne il cuore della Merv medievale; i secoli di prosperità che seguirono sono dimostrati dalla gran quantità di köshks abbasidi scoperti all'interno e all'esterno di Sultan Kala. I Köshks erano edifici unici nell'Asia centrale di quel periodo. Una specie di palazzi a due piani semi-fortificati dalle mura ondulate, e venivano abitati dall'elite del tempo. Si suppone che all'inizio venissero usati come magazzino, ma che in futuro divennero residenze. I tetti erano contornati da parapetti, comuni nei quartieri residenziali. Il più grande köshk abbaside di Merv, che è anche uno dei meglio conservati, è il Grande Kyz Kala, situato poco fuori dalle mura occidentali di Sultan Kala; Questa struttura era composta da 17 stanze che circondavano una corte interna. Il vicino Lesser Kyz Kala ha delle mura estremamente spesse, con increspature profonde, e scale interne che conducevano agli appartamenti del secondo piano. Tutti i köshks sono in precario stato di conservazione (Herrmann 1999).

Le più importanti costruzioni di Sultan Kala, tra quelle che sono sopravvissute, sono gli edifici seljuki. Nell'undicesimo secolo i nomadi turchi Oghuzi, ex vassalli dello Shāh di Corasmia nelle steppe settentrionali, iniziarono a muoversi verso sud sotto la guida del clan seljuke e del suo re Tugril Beg. Tugril conquistò Merv nel 1037 ridando linfa alla città; con i suoi discendenti, soprattutto con Sanjar, che vi prese la residenza, Merv si ritrovò al centro di un grande impero multiculturale.

Le prove di questa prosperità si trovano in tutta Sultan Kala. Molte di queste sono concentrate nella cittadella, Shahryar Ark, sul lato orientale. Al centro di Sharhryar Ark si trova il palazzo seljuke, costruito probabilmente da Sanjar. Le mura di mattoni di fango sopravvissute mostrano che il palazzo, relativamente piccolo, era composto da piccole stanze al pianterreno che circondavano una corte interna a cui si accedeva per mezzo di quattro iwan ,uno per lato (Ettinghausen 276). Le depressioni trovate nei pressi sembrerebbero dimostrare l'esistenza di un lago artificiale; giardini simili vennero trovati in altri palazzi dell'Asia centrale (Williams 2002). Sfortunatamente tutti gli ornamenti interni ed esterni sono stati persi in seguito all'erosione o ai furti.

Un'altra famosa struttura seljuke all'interno di Shahryar Ark è il kepter khana, o "piccionaia". Questo edificio misterioso, tra i meglio conservati dell'oasi di Merv, comprendeva una stanza quasi priva di finestre e molti scaffali lungo i muri. Alcune fonti suppongono che il kepter khana (presente anche in altre città asiatiche) fosse un luogo di allevamento dei piccioni, al fine di raccoglierne il guano usato per concimare le famose coltivazioni di meloni di Merv. Altre fonti (Herrmann 1999), credono che si tratti di biblioteche o depositi di tesori, e questo sarebbe dimostrato dalla loro ubicazione nei pressi di altri edifici importanti.

La struttura meglio conservata di tutta Merve è il duecentesco mausoleo di Ahmed Sanjar, anch'esso a Sultan Kala. È il più grande dei mausolei seljuki ed il primo di tipo moschea-mausoleo, un'accoppiata che diventerà comune in seguito. È quadrato, di 27 metri per lato, con due entrate sui lati opposti; una grande cupola centrale è sostenuta da un sistema ottagonale, e gli archi coprono gli interni (Ettinghausen 270). L'esterno della cupola era colorato di azzurro e la sua altezza era imponente; si dice che le carovane in arrivo potessero vedere il mausoleo ad un giorno di marcia dalla città. Le decorazioni, in puro stile seljuke, fu conservativo, con lavori di stucco all'interno e decorazioni geometriche di mattoni, ora perse quasi completamente, all'esterno (Ettinghausen 271). Ad eccezione dei decori esterni, il mausoleo è intatto per la maggiorparte e restano, fin dal dodicesimo secolo, una delle principali attrazioni turistiche di Merv.

Un ultimo gruppo di rovine seljuk è composto dalle mura di Sultan Kala. Queste fortificazioni, molte delle quali sono rimaste, iniziano come mura di mattoni di fango alte 8 o 9 metri, all'interno delle quali erano situate stanze dalle quali i soldati potevano scoccare le frecce. Ci sono torri a ferro di cavallo alte da 15 a 35 metri. Queste mura, comunque, non si dimostrarono efficaci a causa dello scarso spessore che le rendeva fragili ai colpi delle catapulte e dell'altra artiglieria. Dalla metà del dodicesimo secolo le gallerie vennero riempite e le mura rafforzate. Un secondo muro, più piccolo, venne costruito di fronte a quello principale, ed infine i sobborghi cittadini, conosciuti adesso come Iskender Kala, vennero cintati con mura spesse alte 5 metri. I tre muri si rivelarono sufficienti per respingere almeno la prima offensiva dei mongoli, prima che la città cadesse nel 1221 (Herrmann 2000).

Sono state recuperate molte ceramiche risalenti all'era abbaside e seljuke, principalmente da Gyaur Kala, dalle mura di Sultan Kala, e da Shahryar Ark. Le ceramiche di Gyaur Kala furono all'inizio abbaside, ed erano bocce colorate di rosso con disegni geometrici. Le ceramiche recuperate dalle mura di Sultan Kala sono perlopiù gialle e verdi, e risalgono all'undicesimo-dodicesimo secolo. Sono molto simili per stile a quelle di Nishapur (Herrmann 2000). Bocce azzurre e nere vennero scoperte nel palazzo di Shahryar Ark, insieme ad un interessante deposito di materiale in stile mongolo probabilmente risalente alla fallimentare rifondazione avvenuta sotto gli Ilkhan. Della stessa era sembrerebbe essere una maschera in ceramica usata per la decorazione delle mura, e ritrovata tra le rovine di quello che si crede essere un tempio buddista costruito dai mongoli nei sobborghi meridionali di Sultan Kala (Herrmann 1999).

[modifica] Geografia

La posizione geografica di Merv sulla via della seta
La posizione geografica di Merv sulla via della seta

Merv è situata in un oasi vicino al delta del Murgab, che nasce sull'Hindu Kush per poi attraversare il deserto del Karakum. La regione del delta del Murgab, conosciuta dai greci come Margiana, fornì a Merv due vantaggi: per prima cosa forniva una semplice rotta sudest-nordovest che partiva dalle terre afghane ed attraversava il Karakum, la valle dell'Amu Darya e Corasmia. Il secondo vantaggio fu che il delta era una regione irrigua situata al centro del deserto, ed era un punto di sosta naturale per i viaggiatori che dall'Iran tentavano di raggiungere la Transoxiana, viaggiando sulla via della seta. Il delta, e quindi Merv, erano sulla congiunzione di queste due famose vie: quella sulla rotta nordovest-sudest verso Herat e Balkh (fino all'Indo ed oltre) e quella sulla sudovest-nordest da Tus e Nishapur fino a Bukhara e Samarcanda.

Le coordinate esatte dell'oasi sono 37°30'N e 62°E, circa 370 chilometri a nord di Herat, e 450 chilometri a sud di Khiva. La sua area copre un territorio di circa 4900 Km2. La grande catena montuosa che, con i nomi di Paropamisade e Hindu Kush, si estende dal Mar Caspio al Pamir, si interrompe a circa 300 chilometri a sud di Merv. Attraverso questa spaccatura passano i fiumi Hari-Rud (Tejend) e Murgab, fino a perdersi nel deserto di Karakum. In questo modo i fiumi rendono Merv una specie di torre d'osservazione per l'ingresso in Afghanistan da nordovest e, allo stesso tempo, creano una tappa tra il nordest della Persia e gli stati di Bukhara e Samarcanda.

[modifica] Demografia

Gli odierni abitanti dell'oasi sono turkmeni discendenti della tribù Tekke.

[modifica] Economia

L'oasi è irrigata da un complicato sistema di canali ricavati dal Murgab. La provincia è da sempre rinomata in oriente a causa della sua fertilità. Vengono coltivati cereali e frutta in abbondanza, ad esempio frumento, miglio, orzo e meloni, ma anche riso e cotone. I semi di cotone trovati dagli archeologi e risalenti al quinto secolo sono la prima indicazione che l'industria tessile era una fonte economica primaria dei sasanidi. Venivano coltivati i bachi da seta. I turkmeni avevano un famoso maneggio per cavalli, cammelli, pecore, asini e muli. Avevano anche ottimi artigiani dell'argento ed altrettanto bravi artigiani che preparavano armature. Una delle scoperte del scavi del 1990 fu un officina del nono-decimo secolo in cui operavano i fabbri, cosa confermata dalle fonti islamiche dell'epoca. I tappeti della regione di Merv venivano considerati superiori a quelli persiani. Producevano anche vestiti in feltro e lana.

[modifica] Clima

Merv è calda e secca d'estate, e fredda d'inverno. Il caldo dell'estate è oppressivo. Il vento solleva nuvole di polvere sottile che riempie l'aria, rendendola opaca, ed oscurando parzialmente il sole. Queste nuvole rendono a volte difficoltoso il respiro. In inverno il clima è piacevole. La neve cade raramente e, quando lo fa, si scioglie in un giorno. Le precipitazioni annuali raramente superano i 12,5 centimetri, e spesso non si vede la pioggia tra giugno e ottobre. Mentre in estate le temperature possono raggiungere i 45 °C., in inverno possono raggiungere i -7 °C. La media annuale si aggira sui 16°C.

[modifica] Agricoltura

In questo luogo ci fu un dominio imperiale russo di 436 m², irrigato artificialmente dai lavori terminati nel 1895. Fu una ristrutturazione della vecchia diga e della rete di irrigazione creata da Bairam Ali. Nel diciannovesimo secolo alcuni giornalisti britannici ed osservatori della politica russa, in particolare Charles Marvin, sostennero che le proprietà dei Romanov fossero utilizzate come granaio dall'esercito russo che tentava di invadere la britannica India. Venne assorbito dalla maggiore opera di irrigazione fatta dai sovietici, il canale di Karakum del 1960.

[modifica] Città sorelle

Queste città furono le principali del Grande Khorasan:

[modifica] Note

[modifica] Fonti

  • Ettinghausen, Richard & Oleg Grabar (1994), The Art and Architecture of Islam 650-1250, New Haven: Yale UP
  • Herrmann, Georgina, Monuments of Merv: Traditional Buildings of the Karakum, London: Society of Antiquaries of London, ISBN 0854312757
  • Herrmann, Georgina; VM Masson & K Kurbansakhatov (1992), "The International Merv Project, Preliminary Report on the First Season (1992).", Iran 31: 39-62 .
  • Herrmann, Georgina & K Kurbansakhatov (1993), "The International Merv Project, Preliminary Report on the Second Season (1992).", Iran 32: 53-75 .
  • Herrmann, Georgina & K Kurbansakhatov (2000), "The International Merv Project, Preliminary Report on the Ninth Year (2000).", Iran 39: 9-52 .
  • Herrmann, Georgina & K Kurbansakhatov (1999), "The International Merv Project, Preliminary Report on the Seventh Season (1998).", Iran 37: 9-52 .
  • Williams, Tim & K Kurbansakhatov (2002), "The Ancient Merv Project, Turkmenistan. Preliminary Report on the First Season (2001)", Iran 40: 15-42 .
  • Williams, Tim & K Kurbansakhatov (2003), "The Ancient Merv Project, Turkmenistan. Preliminary Report on the First Season (2002)", Iran 41: 139-172 .
  • Questo articolo contiene testo estrtto dalla Enciclopedia britannica, Undicesima Edizione, pubblicazione rilasciata nel pubblico dominio.

[modifica] Collegamenti esterni

Coordinate: 37°36′N 61°50′E / 37.6, 61.833

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