Jacques Chaban-Delmas
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Jacques Chaban-Delmas (Parigi, 7 marzo 1915 – Parigi, 10 novembre 2000) è stato un politico francese, primo ministro dal 1969 al 1972.
[modifica] La Resistenza e la Quarta Repubblica
Funzionario dell'amministrazione finanziaria, entrato giovanissimo nella Resistenza e nominato generale a 29 anni, diventa un fedelissimo del generale Charles de Gaulle. Nel film "Parigi brucia" di René Clément del 1966, Alain Delon presta il volto al generale Chaban-Delmas. È più volte ministro nei governi della Quarta Repubblica francese. Deputato all'Assemblée Nationale dal 1946 al 1958,
[modifica] La Quinta Repubblica
Nel 1958 si adopera per l'avvento della Quinta Repubblica francese ed entra a far parte della ristretta cerchia dei "baroni del gollismo" che, a partire dagli anni Settanta, sarà gradualmente emarginata da Jacques Chirac; la sua ripetuta presenza nei governi della Quarta Repubblica gli pregiudica però l'ingresso nei governi sotto la presidenza di Charles de Gaulle, fino al 1969. In quegli anni ricopre incarichi istituzionali: oltre a essere deputato dal 1958 al 1969 e dal 1972 al 1997, è infatti Presidente dell'Assemblée Nationale dal 1958 al 1969, e poi dal 1978 al 1981 e dal 1986 al 1988.
[modifica] Primo ministro
Una volta eletto alla presidenza della Repubblica nel giugno 1969, Georges Pompidou decide di nominare Chaban-Delmas primo ministro. Resta in carica dal 22 giugno 1969 al 6 luglio 1972.
[modifica] La Nouvelle société
Personaggio consensuale e fautore di una versione del gollismo intinta di un cauto riformismo (la "Nouvelle Société", ispirata alle idee dei suoi consiglieri Simon Nora e Jacques Delors), nel luglio 1972 deve dimettersi dalla carica di Primo ministro a causa dei contrasti con il presidente della Repubblica Georges Pompidou, indebolito dalla malattia, e soprattutto per via dell'ostilità di due membri influenti dell'entourage presidenziale: Marie-France Garaud e Pierre Juillet. Chaban è anche vittima di una campagna di stampa e perfino di una campagna diffamatoria, probabilmente alimentata da esponenti del centrodestra, che prosegue e si intensifica in occasione delle elezioni presidenziali del 1974.
[modifica] Candidato alle presidenziali del 1974
Alla morte improvvisa di Pompidou il 2 aprile 1974, Chaban-Delmas è il candidato unico del partito gollista alle elezioni presidenziali. Ma al primo turno ha solo il 15% e arriva terzo, dietro a François Mitterrand e a Valéry Giscard d'Estaing, venendo così escluso dal ballottaggio. Numerose le ragioni della sconfitta. Indebolito in partenza dalla campagna diffamatoria e da alcuni errori tattici (come, ad esempio, la presentazione affrettata della propria candidatura e un'infelice sortita televisiva a fianco di un André Malraux visibilmente alticcio), Chaban è letteralmente distrutto a causa del voltafaccia del collega di partito Jacques Chirac, che anziché sostenerlo, invita pubblicamente a votare per il candidato liberale Valéry Giscard d'Estaing. Al secondo turno, Giscard sarà eletto presidente della Repubblica, battendo di misura François Mitterrand.
[modifica] Primo ministro mancato della coabitazione
Dopo le elezioni politiche del 1986 che vedono l'affermazione di una maggioranza di centrodestra all'Assemblée Nationale, François Mitterrand, presidente della Repubblica dal 1981, è sul punto di nominare Chaban-Delmas primo ministro di un governo di coabitazione. Chaban, infatti, è amico di Mitterrand dai tempi della Resistenza. Ma il presidente della Repubblica deve ripiegare su Jacques Chirac, capo incontrastato del RPR-Rassemblement pour la République (Raggruppamento per la Repubblica), partito neo-gollista.
[modifica] Presidente d'onore dell'Assemblée Nationale
Dopo le elezioni legislative del giugno 1988, benché il centrodestra non abbia più la maggioranza, Chaban tenta di farsi rieleggere presidente dell'Assemblée Nationale, contando soprattutto sulle defezioni dei socialisti dissidenti. Ma l'operazione non gli riesce, ed è eletto il socialista Laurent Fabius. Ritenta nel gennaio 1992, ma stavolta saranno le defezioni dei deputati del centrodestra a impedirgli di prendere più voti del candidato socialista Henri Emmanuelli. Nel marzo 1993 la sua candidatura a guidare un nuovo governo di coabitazione è nuovamente scartata, stavolta a causa dei problemi di salute che lo costringono per diversi mesi ad assentarsi dalla scena politica. Nel 1996 è eletto per acclamazione e all'unanimità presidente d'onore dell'Assemblée Nationale.
[modifica] Sindaco di Bordeaux per quasi cinquant'anni
Sindaco di Bordeaux dal 1947 al 1995, città che ha contributo rilanciare grazie ad ambiziosi programmi urbanistici e culturali. È anche più volte presidente della regione Aquitania e della comunità urbana di Bordeaux.
[modifica] Opere e vita privata
Chaban-Delmas ha scritto alcuni libri di argomento storico o politico, fra cui un volume di memorie, Mémoires pour demain (1996). Appassionato sportivo, è stato anche campione di tennis e di rugby. È stato sposato tre volte e ha avuto quattro figli.
[modifica] L'omaggio del sindaco di Parigi
Dal 27 agosto 2004, un'esplanade del VII Arrondissement di Parigi porta il nome di Jacques Chaban-Delmas. L'iniziativa è del sindaco socialista Bertrand Delanoë, e alla cerimonia di scopertura della targa hanno assistito l'allora presidente della Repubblica Jacques Chirac, il suo successore Nicolas Sarkozy, Alain Delon e numerose altre personalità. Un'ala dell'Assemblée Nationale è stata battezzata "immeuble Chaban-Delmas". A Chaban sono stati intitolati lo stadio di Bordeaux e l'aeroporto di Bordeaux-Merignac.
[modifica] L'omaggio di Nicolas Sarkozy
Nel discorso d'investitura pronunciato il 14 gennaio 2007 alla Porte de Versailles Nicolas Sarkozy, candidato dell'Union pour un Mouvement Populaire-UMP (Unione per un Movimento Popolare) alle presidenziali del 2007, ha reso un omaggio commosso a Jacques Chaban-Delmas e alla Nouvelle Société.
[modifica] Siti web
foto dell'inaugurazione dell'esplanade Chabas-Delmas a Parigi
Predecessore: | Primo Ministro della Repubblica Francese | Successore: | ![]() |
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Maurice Couve de Murville | 1969 - 1972 | Pierre Messmer |