Valéry Giscard d'Estaing
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Presidente della Repubblica Francese |
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Valéry Giscard d'Estaing | |
Luogo di nascita | Coblenza |
Data di nascita | 2 febbraio 1926 |
Luogo di morte | in vita |
Data di morte | in vita |
Partito politico | Unione per la Democrazia Francese (UDF) (fino al 2002) |
Mandato Presidenziale | 1974 - 1981 |
Predecessore | Alain Poher (ad interim) Georges Pompidou |
Successore | François Mitterrand |
Valéry Marie René Georges Giscard d'Estaing (Coblenza, 2 febbraio 1926) è un politico francese. È stato presidente della Repubblica francese dal 27 maggio 1974 al 21 maggio 1981.
Indice |
[modifica] Ministro dell'economia
Figlio di un alto funzionario che al momento della sua nascita si trovava in missione nella Germania di Weimar, fa studi brillanti a Parigi (liceo Louis-le-Grand, École polytechnique, École nationale d'administration-ENA). Funzionario dell'amministrazione finanziaria dal 1952.
Deputato liberale dal 1956, in seguito costantemente rieletto. Favorevole all'avvento della Quinta Repubblica francese, è segretario di stato alle finanze dal 1959 al 1962, collaborando con l'autorevole ministro Antoine Pinay del quale si è sempre piccato di essere il pupillo. È ministro delle finanze e degli affari economici dal 1962 al 1966 e dal 1969 al 1974, diventando in pratica l'uomo forte dell'economia francese.
[modifica] Il distacco da De Gaulle
Nel 1966, escluso dal governo, incomincia a prendere le distanze dal presidente della Repubblica Charles de Gaulle, e al referendum per la riforma del Senato e delle Regioni del 1969 si schiera per il "no", che sarà infatti prevalente costringendo l'ormai anziano capo dello Stato a dimettersi.
[modifica] Presidente della Repubblica
Alle elezioni presidenziali del 1969 appoggia la candidatura di Georges Pompidou, che una volta eletto presidente della Repubblica richiamerà Giscard al governo. In occasione di un rimpasto, nel marzo 1973 Giscard è promosso al rango di ministro di Stato, ossia numero due del governo. Alla morte di Pompidou nel corso del suo mandato il 2 aprile 1974, si candida alle elezioni presidenziali come espressione dello schieramento liberale estraneo alle idee golliste. Contro ogni prospettiva, diventa il candidato favorito del centrodestra: smarcandosi dai "baroni del gollismo", il pupillo di Pompidou Jacques Chirac dichiara che voterà per Giscard, e insieme a lui altri 43 deputati del suo partito. Tutto questo finisce per spiazzare il candidato ufficiale del partito gollista, Jacques Chaban-Delmas, già indebolito da una campagna di stampa e da alcuni errori tattici come, ad esempio, una campagna elettorale maldestra e un'infelice sortita televisiva a fianco di un André Malraux visibilmente alticcio. Giscard, invece, sperimenta per la prima volta una campagna elettorale all'americana, e grazie al suo aspetto giovanile riesce a "bucare" perfettamente il teleschermo.
Al primo turno, il ministro di Stato conquista il 32,6% ed entra così nel ballottaggio contro François Mitterrand che ha il 43,2% dei voti. Chaban-Delmas ha solo il 15,1%, ed è quindi escluso dal ballottaggio. Al dibattito televisivo che precede il secondo turno Giscard ha la meglio sul candidato socialista, grazie anche a una frase assassina assestata alla sprovvista: "Lei, signor Mitterrand, non ha il monopolio del cuore". Al ballottaggio, con 50,8% dei voti Giscard batte di misura Mitterrand.
Appena insediato all'Eliseo, Giscard si sdebita con Jacques Chirac, nominandolo primo ministro. Ma i rapporti fra i due si deterioreranno ben presto. Chirac si dimette sbattendo la porta nell'agosto 1976, per essere sostituito dal pacato economista liberale Raymond Barre.

Giscard, consapevole di essere stato eletto per un'incollatura, nel corso del suo settennato cerca di annacquare la sua politica conservatrice adottando dei provvedimenti di stampo progressista, come la maggiore età a 18 anni, l'estensione delle possibilità di chiedere il divorzio e la legalizzazione dell'aborto. Durante il suo settennato per la prima volta le donne entreranno a far parte del governo (ad esempio Simone Veil e Françoise Giroud. Sono resi più incisivi i poteri delle due Camere, con l'istituzione del question time e della possibilità attribuita ai parlamentari di impugnare le leggi appena approvate davanti al Consiglio costituzionale.

Europeista convinto da sempre, grazie alle sue competenze nel campo economico e alla sua padronanza delle lingue straniere tiene sempre banco nel corso dei summit fra i paesi più industrializzati del mondo (gli attuali G8) di cui è il promotore dal 1975. Per attenuare la sua apparenza di tecnocrate freddo e altezzoso, non esita ad adottare espedienti di carattere demagogico come, ad esempio, quello di accettare gli inviti a pranzo da parte dei francesi qualunque.
Ma il suo settennato è funestato dalla crisi economica internazionale innescata dal due crisi petrolifere e, all'interno, da episodi oscuri, come il misterioso suicidio del ministro del lavoro Robert Boulin e l'assassinio di due ex ministri: Jean de Broglie (tra l'altro lontanamente imparentato con la moglie di Giscard) e Joseph Fontanet.
[modifica] La sconfitta del 1981
Non riuscirà, tuttavia, a farsi rieleggere alle presidenziali del 1981. Da una parte, è l'obiettivo di una violenta campagna di stampa che gli rimprovera, fra l'altro, l'incauta frequentazione dell'ex dittatore centrafricano Bokassa. Dall'altra, al primo turno si trova come avversario, oltre a un agguerrito François Mitterrand, il suo ex primo ministro Jacques Chirac. Dall'estate del 1976, infatti, quest'ultimo conduce una guerra senza quartiere contro Giscard e il primo ministro Barre.
Al primo turno, Giscard ha il 28,3% dei voti e il candidato socialista il 25,8%. Chirac, con il suo 17,9% di consensi, non riesce a entrare nel ballottaggio, tuttavia si attiverà per provocare una forte erosione di consensi ai danni del presidente uscente. A tutt'oggi, Giscard e l'ex primo ministro Raymond Barre affermano di avere la certezza che, grazie all'azione sotterranea degli uomini di Chirac, al secondo turno una frangia consistente dell'elettorato neo-gollista ha riversato i suoi voti su Mitterrand, con l'effetto di far pendere la bilancia a favore di quest'ultimo. In effetti, un autorevole esponente del "gollismo di sinistra", l'ex ministro Philippe Dechartre, arrivò a diffondere una lettera-circolare in cui si chiedeva di votare per il candidato socialista.
Chirac - che poco prima delle elezioni presidenziali si era incontrato segretamente con Mitterrand - al momento in cui sono resi noti i risultati del primo turno dichiara che voterà per Giscard "a titolo personale", con un tono di una tale freddezza da suonare come un'aperta presa di distanze nei riguardi del presidente uscente.
Questa volta, nel faccia-a-faccia televisivo è Mitterrand ad avere la meglio. I risultati del ballottaggio confermeranno le previsioni degli ultimi sondaggi: Mitterrand conquista il 51,8% battendo Giscard che ha il 48,2% dei voti.
[modifica] Dopo l'Eliseo
Eletto deputato all'Assemblée Nationale nel 1984, 1986, 1988, 1993 e 1997, non si ripresenta alla elezioni legislative del 2002 cedendo il collegio elettorale a uno dei figli.
Presidente della commissione Esteri dell'Assemblée Nationale dal 1987 al 1989 e dal 1993 al 1997. È parlamentare europeo dal 1989 al 1993.
Presidente della Regione Alvernia dal 1986, è rieletto nel 1992 e nel 1998, ma nel 2004 è battuto dal candidato socialista. Nel 1995 tenta di farsi eleggere sindaco del capoluogo Clermont-Ferrand, ma senza successo.
Dal 1988 al 1995 è presidente dell'Unione per la Democrazia Francese (UDF), una formazione politica fondata nel 1978 su suo impulso a cui aderiscono i partiti liberali e quelli centristi.
Non si ripresenta alle elezioni presidenziali del 1988 ma sostiene, sia pure senza entusiasmo, la candidatura del suo ex primo ministro Raymond Barre. Nel 1995 appoggia la candidatura di Jacques Chirac, e nel 2007 quella di Nicolas Sarkozy.
[modifica] Presidente della Convenzione Europea
Da quando ha lasciato la presidenza della Repubblica nel 1981, Giscard non ha più rivestito cariche istituzionali. Nel 1986 è stato sul punto di diventare ministro nel governo di coabitazione guidato da Jacques Chirac, e ha anche tentato, senza successo, di avanzare la sua candidatura per la presidenza dell'Assemblée Nationale. Alle elezioni presidenziali del 1995 negozia il suo sostegno alla candidatura di Jacques Chirac in cambio della nomina a un importante incarico europeo. E infatti, nel dicembre 2001 è designato alla presidenza della Convenzione Europea. Lo scopo di questa Convenzione è di unificare i diversi trattati europei e creare una bozza di costituzione. Il testo finale è messo a punto nel 2005, e quindi firmato a Roma dai capi di stato e di governo dei paesi dell'Unione Europea nell'ottobre 2004. Ma il voto contrario del 55% dei francesi al referendum del 29 maggio 2005 sulla ratifica, oltre a seppellire la costituzione europea, è uno smacco per Giscard.
[modifica] Accademico di Francia
Nel 2003 è eletto membro della prestigiosa Académie Française, succedendo a Léopold Sédar Senghor.
[modifica] Membro del Consiglio costituzionale
In quanto ex presidente della Repubblica, è membro di diritto del Consiglio costituzionale. Ma ha accettato di entrare a far parte del prestigioso organismo solo dal 2005.
[modifica] Opere
È autore di numerosi saggi, e perfino di un romanzo rosa. Una versione ridotta dei primi due tomi delle sue memorie Le pouvoir et la vie è stata pubblicata in Italia nel 1994 con il titolo "Il potere e la vita". Il terzo volume è uscito in Francia nel 2006, ma non è stato ancora tradotto in italiano.
[modifica] Onorificenze
[modifica] Siti web
Predecessore: | Presidente della Repubblica Francese | Successore: | ![]() |
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Georges Pompidou, Alain Poher (ad interim) | 1974 - 1981 | François Mitterrand |
Predecessore: | Seggio 16 dell'Académie française | Successore: |
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Léopold Sédar Senghor | 2003 | - |