Colonna Reggina
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La Colonna Reggina (in latino Columna Rhegina, o Columna Regia in Plinio il Vecchio, in greco Στυλίς τῶν Ῥηγίνων, Stÿlís tōn Rhēghínōn, (Colonna dei reggini o Colonna di Rhegion) in Strabone e Appiano) è la denominazione del sito a nord di Reggio Calabria (probabilmente presso l'attuale Cannitello) in cui in epoca greco-romana si indicava il punto della costa continentale più vicino alla Sicilia.
Dai calcoli forniti da Plinio il Vecchio e da Strabone emerge che il tratto più breve dello Stretto anticamente si trovava tra Santa Trada e Cannitello e non come oggi tra Punta Pezzo e Cannitello, dunque provenendo da da Nord bisognava raggiungere la spiaggia di Cannitello attraverso Santa Trada, immettendosi nella zona di Porticello.
La collocazione esatta della colonna che segnalava il sito di traghettamento (che dovrebbe trovarsi nei pressi della frazione di Villa San Giovanni denominata Cannitello) è dibattuta da lungo tempo, comunque gli storici sembrano d'accordo nell'indicare una torretta a forma di colonna (ad columnam), nota col nome di Columna Rhegina (Colonna Reggina appunto).
Indice |
[modifica] Storia
Il nome del luogo trae le sue origini dalla colonna che reggeva una grande statua del dio Poseidone sulla sponda calabrese in prossimità del Poseidonio (Ποσειδώνιον, Poseidonion), il tempio dedicato al dio del mare.
[modifica] L'ubicazione del sito
I dati principali sulla collocazione di questo sito ci vengono forniti principalmente da Strabone e Plinio il Vecchio.
Riporta Strabone circa il capo Caenys (capo Cenide) e la Colonna di Rhegion:
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« Vicino (al promontorio Scylleum), infatti, c'è il promontorio di Caenys, distante da Medma (l'attuale Rosarno) 250 stadi (circa 46 km), che è l'ultima estremità dell'Italia che viene a formare lo Stretto, protendendosi verso il promontorio della Sicilia detto Peloro. Quest'ultimo è uno dei tre capi che fanno l'isola triangolare: esso è rivolto verso l'oriente estivo, mentre il Caenys guarda verso occidente di modo che questi due promontori risultano in un certo modo contrapposti fra loro. Dal Caenys fino al Poseidonion, vale a dire fino a Colonna di Rhegion, il braccio di mare che fiancheggia lo Stretto è lungo circa sei stadi (circa 1,104 km); poco più misura lo Stetto stesso, nel punto di minore ampiezza. Da Colonna poi sino a Rhegion vi sono 100 stadi (circa 18,400 km); su questo tratto già ormai lo Stretto si allarga per chi naviga verso il mare esterno e verso il mare ad oriente detto mar di Sicilia. » |
(Strabone, Geografia, VI, 1.5)
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Ed ancora, parlando della Sicilia:
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« Questa configurazione (di triangolo) le è data da tre capi: il capo Peloro che con il promontorio di Caenys e con quello di Colonna di Rhegion forma lo Stretto.... » |
(Strabone, Geografia, VI, 2.1)
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Ed infine cita il sito parlando di Messene (Messina):
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« [...]; la distanza fra Messene e Rhegion è solo 60 stadi (circa 11,040 km), ma da Colonna è molto inferiore. » |
(Strabone, Geografia, VI, 2.3)
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Quindi secondo quanto riportato da Strabone si evince che il capo Cenide fosse prossimo a Colonna Reggina (sei stadi, ovvero 1,104 km), ma distante da Reggio (100 stadi, ovvero 18,400 km circa), e, tenendo in considerazione che Strabone descriveva i luoghi seguendo la costa e che quindi le distanze indicate sono distanze marittime (infatti egli parla di braccio di mare fra Colonna Reggina ed il Cenide), la logica ubicazione di questi luoghi risulterebbe appunto fra Cannitello (frazione di Villa San Giovanni) e la contigua Santa Trada o Capo Cavallo (presso Torre Cavallo). Solo la distanza che lo scrittore indica come il punto di minore ampiezza dello Stretto lascia qualche perplessità, poiché dice che è poco più di 6 stadi, quindi meno di 2 km, mentre oggi la distanza è più di 3 km: ciò potrebbe essere giustificato con un probabile inabissamento del capo Cenide (da cui si sarebbe formata l'attuale Punta Pezzo) e col progressivo moto di allontanamento della Sicilia dal continente. Ma la distanza indicata fra Messina e Rhegion è 60 stadi, poco più di 11 km, quindi corrispondente alla situazione attuale, e continua dicendo che la distanza fra Messina e Colonna Reggina è molto minore in confronto.
In più scrive Plinio il Vecchio:
![]() « Oppidum Scyllaeum, Crataeis fluvius, mater, ut dixere, Scyllae. Dein Columna Regia, Siculum fretum ac duo adversa promunturia, ex Italia Caenus, e Sicilia Pelorum, XII stadiorum intervallo, unde Regium XCIV »
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![]() « Lo Scylleum, il fiume Crateide, madre, come si dice, di Scilla. Di lì la Columna Regia (Colonna Reggina), lo Stretto (Siculum fretum) e due promontori uno di fronte all’altro, Il Cenide dall’Italia, il Peloro dalla Sicilia, con un intervallo di 12 stadi (2,208 km), da qua a Reggio 94 stadi (17,296 km). »
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(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III, 76)
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Rispetto al geografo greco, lo scrittore latino riporta il dato preciso sull'ampiezza dello Stretto di Messina al suo sbocco (12 stadi, ossia 2,208 km), comunque maggiore di quella che lascia intendere Strabone (poco più di 6 stadi), e da una distanza di poco minore da Colonna Reggina a Rhegium (94 stadi, 17,296 km, in luogo di 100 stadi, 18,400 km).
[modifica] La statua e il tempio di Poseidone
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Per approfondire, vedi la voce Tempio di Poseidone (Reggio Calabria). |
La Colonna Reggina con la statua di Poseidone costituiva in epoca greca il vero e proprio simbolo dello Stretto (oggi quasi dimenticato), venne infatti riprodotto su alcune monete coniate in quel periodo. Una di queste è la serie di denari in argento sulla quale sono impresse la trireme di Sesto Pompeo e la colonna sormontata dalla statua di Nettuno/Poseidone sul dritto e Scilla combattente sul rovescio.
Nei pressi del Poseidonio (il Tempio di Poseidone), la statua del dio del mare posta su un'alta torre a forma di colonna era dunque il monumento eretto dai reggini famoso per possedere il fuoco (un faro) e l'acqua (una fonte per il rifornimento delle navi). Infatti verso l'anno 36 a.C. (durante la guerra tra Ottaviano e Sesto Pompeo) il sito fu di appoggio ad Ottaviano. A riguardo di ciò narra Appiano che quì il futuro imperatore si fermò, si fece curare e fece stanziare le sue truppe.
[modifica] La stazione della Via Popilia
![]() « AD·FRETUM·AD STATUAM·CCXXXI·REGIUM·CCXXXVII »
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![]() « presso lo Stretto, alla stazione di Ad Statuam 231, a Reggio 237. »
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(Distanza del sito da Reggio indicata sul Cippo di Polla della Via Popilia)
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In epoca imperiale la Colonna Reggina indentificava soprattutto, lungo la Via Capua-Rhegium (o Via Popilia) che univa Reggio e Capua, il luogo designato al traghettamento dei soldati e del grano dalla Calabria alla Sicilia e viceversa (Ad Statuam o Ad Columna).
Oltre la Colonna e dunque oltre la stazione designata al traghettamento, volendo proseguire per entrare a Reggio ci si portava a Campo Calabro e da qui alla Catona, chiamata come Cannitello "ad trajectum". Pare inoltre che presso l'attuale Torre Faro, estremità settentrionale dello Stretto nel versante siculo, esistesse un'altra colonna, detta Colonna del Peloro.
[modifica] Medioevo
Secondo una tradizione medioevale, pare che la Colonna Reggina abbia costituito il massimo limite meridionale dell'avanzata longobarda nel 583, infatti nella Historia Langobardorum si narra di un episodio con una doppia simbologia: arrivato nei pressi di Reggio, il re longobardo Autari toccò con una lancia una colonna immersa nell'acqua a pochi metri dalla riva, segnando i confini del regno Longobardo e confermando la fobia per l'acqua che ha percorso la storia di tale popolo.
[modifica] Altre ipotesi
Lo storico villese Luigi Nostro suppone che in epoca romana alla Colonna Reggina corrispondesse un centro abitato piuttosto grande e sviluppato, che egli definisce una vera e propria città, capace già nel 36 a.C. di poter ospitare un personaggio come Ottaviano, le sue legioni e la sua flotta, e di gestire i grandi traffici commerciali fra la Sicilia ed il continente. A testimonianza di ciò numerosi reperti nell'area di Cannitello (riconducibili soprattutto al Poseidonio) e tracce di una necropoli presso Acciarello.[1]L'abitato avrebbe fatto parte della cosiddetta χῶρα (chora) di Rhegion, cioè il territorio posto sin dall'età magno-greca sotto la giurisdizione della città.
[modifica] Note
- ^ Luigi Nostro, Notizie storiche e topografiche attorno a tutti i paesi del Cenideo, dall'antichissima Colonna Reggina sino alla più recente Villa San Giovanni, pgg. 15-23
[modifica] Voci correlate
- Siti archeologici a Reggio Calabria
- Via Capua-Rhegium (o Via Popilia)
- Villa San Giovanni, Cannitello, Stretto di Messina
- Luigi Nostro
[modifica] Collegamenti esterni
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