Pontelagoscuro
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Pontelagoscuro | ||||||||
Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Abitanti: |
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Nome abitanti: | pontesani | |||||||
Santo patrono: | Santa Teresa D'Avila San Giovanni Battista |
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Giorno festivo: | 15 ottobre | |||||||
Pref. telefono: | 0532 | CAP: | 44038 (ora 44100) |
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Sito istituzionale | ||||||||
Pontelagoscuro è una frazione del comune di Ferrara nell'omonima provincia.
Indice |
[modifica] Geografia
È un borgo situato a circa 7 chilometri dal centro della città sulla sponda destra del fiume Po, nel punto di minore larghezza del tratto di fiume, in cui sono collocati gli attraversamenti ferroviario e stradale.
Da questa collocazione (il "ponte") prende il nome la località, luogo di transito e collegamento tra la provincia di Ferrara e la regione Veneto. La frazione (circa 7700 residenti) è un quartiere industriale e porto fluviale.
[modifica] Istituzioni
Pontelagoscuro è sede della Circoscrizione Zona nord del Comune di Ferrara http://ferrara.comune.fe.it/index.phtml?id=35. Nel Centro Civico (edificio in c.a. ad architettura piuttosto articolata e oggetto di molte critiche, opera dell'arch. Pezzele edificato nel 1974) sono alloggiate, oltre agli uffici comunali (consiglio, presidenza, segreteria, anagrafe), alcuni servizi sanitari (poliambulatorio medico, prelievi, ambulatori specialistici, pediatria), il comando di zona dei Vigili Urbani e le sedi di varie istituzioni, associazioni, sindacati. Il complesso contiene anche l'ufficio postale di Pontelagoscuro, la Sala mostre intitolata al pittore pontesano Nemesio Orsatti, la quale ospita ogni anno esposizioni d'arte e non solo. Il Centro Civico contiene anche un teatro da 120 posti attualmente inagibile, in attesa di essere ristrutturato. Sul territorio di Pontelagoscuro sono presenti numerose altre istituzioni, tra le quali il Centro di promozione Sociale "Il Quadrifoglio", nato negli anni 70 come centro anziani ma che poi è stato trasformato in un luogo di promozione sociale dotato di varie strutture, tra cui un auditorium capace di contenere oltre 1000 persone. Nel paese sono presenti anche un Circolo ACLI, un circolo ARCI, la Canottieri, la cooperativa Germoglio etc.. Molte di queste si sono riunite nel 2000 nel Comitato Vivere Insieme, che coordinando le varie sensibilità e capacità operative, organizza varie manifestaziooni nel corso dell'anno riuscendo a finanziare piccoli progetti di solidarietà sociale. Altre istituzioni sono la Parrocchia di san Giovanni Battista e la compagnia teatrale il Teatro Nucleo, compagnia teatrale sfuggita alle persecuzioni della dittatura in Argentina nella seconda metà degli anni 70 (vedi link a fine pagina).
[modifica] Presidenti di Crircoscrizione
[modifica] Attività economiche
Le attività principali sono: industrie chimiche, alimentari, commercio all'ingrosso. Un tempo l'attività principale era rappresentata dagli zuccherifici. Dal 1° gennaio 2008 anche l'ultimo ancora in attività ha cessato la propria produzione.
È sede di un teatro stabile. Per la sua posizione strategica presso il ponte, il paese antico è stato completamente raso al suolo dagli alleati durante la seconda guerra mondiale. Il centro urbano attuale è interamente costruito da edifici moderni, specialmente residenze operaie.
[modifica] Storia
I bombardamenti a tappeto alleati (34 incursioni) del 1944 hanno cancellato ogni traccia dell'antico borgo. Diversamente da qualsiasi altro luogo urbanizzato d'Italia è inultile la descrizione degli edifici ed immobili distrutti o gravemente danneggiati in quanto la distruzione fu pressoché totale. Agli abitanti che chiedevano, all'indomani della Liberazione, di poter tornare a casa la municipalità rispondeva che purtroppo non era possibile fornire assistenza in quanto il paese era "completamente distrutto". La percentuale di distruzione venne dichiarata ufficialmente al 100% e vale su tutto un passaggio della relazione che il sindaco di Ferrara Giovanni Buzzoni redasse a presentazione dell'attività dell'amministrazione comunale dal 20 aprile 1946 al 31 dicembre 1947: "Una città, che aveva riportato danni oltre il 40,66% nei suoi edifici (...) chiedeva di riorganizzarsi al vivere civile. Una intera borgata, Pontelagoscuro, già fiorente di vita industriosa, era rasa al suolo quasi completamente che nessuno, dico nessuno, ad eccezione dei ferraresi che ben la ricordavano, avrebbe detto che lì un tempo si svolgeva una pacifica attività. Era talmente scomparsa da non venir nemmeno presa in considerazione ed elencata tra i luoghi danneggiatissimi quali proverbiali divennero Cassino, nell'Italia neridionale e Pianoro nella vicina provincia Bolognese".
La fisionomia del centro storico di pontelagoscuro era dominata dalla presenza della Via Coperta, un porticato lungo 110 metri con funzioni di magazzino, edificato nel 1648 per consentire lo stoccaggio delle merci che all'epoca risalivano il Po da ogni parte del mondo conosciuto, e qui venivano scaricate per essere smerciate nella bassa padana.
Il porticato di via Coperta pochi decenni dopo la costruzione era già completamente chiuso ai lati da botteghe, nel '700 era trasformato in una vera e propria galleria nella quale pulsava la vita commerciale del borgo.
A cavallo tra il 1700 e il 1800 Pontelagoscuro era, insieme con Ancona e Civitavecchia, uno dei tre "porti franchi" d'Italia.
Nel 1812 venne inaugurata una delle prime fabbriche di saponi al mondo, la "Chiozza Turchi", per molti decenni fornitrice ufficiale della casa reale d'Inghilterra.
Tra la fine del XIX secolo e i primi del XX Pontelagoscuro conobbe un vorticoso sviluppo economico-industriale: contava 3 zuccherifici, 3 distillerie, 2 mulini, 1 fabbrica di concimi chimici, oltre al saponificio ed a diverse altre attività minori.
A Pontelagoscuro avevano sede molti spedizionieri per la presenza della ferrovia (fin dal 1862 con la linea Pontelagoscuro-Bologna), del porto fluviale e della strada statale. Nel dopoguerra venne avviata la ricostruzione del paese sulla base di scelte urbanistiche alquanto deprimenti e prive di caratterizzazione: venne decisa la "traslazione" dell'agglomerato urbano a 600 m. dal fiume Po, recidendo in tal modo lo storico e intimo legame con il fiume, negando pertanto alla comunità l'unico legame con le proprie radici consistente nella memoria urbanistica del luogo. Venne peraltro deciso di consentire l'urbanizzazione del vecchio sito, per il 50% comunque occupato dei nuovi argini del Po, la quale avvenne in modo disordinato e senza alcun richiamo al reticolo viario originario, del quale venne conservato qualche traccia solo nella toponomastica e che venne distinto come Pontelagoscuro "Vecchio". Il nuovo centro, denominato per analogia Pontelagoscuro "Nuovo", ha pianta rettangolare e composto da una maglia di strade ortogonali e parallele disposte in direzione SW-NE. L'aspetto putroppo non ha nulla di originale, la qualità urbanistica non è definibile, l'impatto è anonimo. A cominciare dagli anni '50 Pontelagoscuro conobbe una forte risveglio demografico al quale fornì un grosso contributo l'immigrazione di lavoratori marchigiani in mobilità a seguito della chiusura dei bacini minerari sulfurei del comprensorio di Cà Bernardi, Sassoferrato, Arcevia, Pergola, Bellisio Solfare a cavallo tra le provincie di Pesaro e Ancona. A tutt'oggi la comunità marchigiana, con la discendenza, è stimata in circa 1500 persone a tal punto integrate che ormai tra i prodotti tipici del luogo si annoverano senz'altro le specialità di quella terra. Negli ultimi anni Pontelagoscuro si è segnalato quale importante laboratorio politico: ha ospitato le prime feste dell'Ulivo (2002-2003-2006-2007) di rilievo nazionale.
[modifica] Personalità
- Bruno Buozzi (Pontelagoscuro, Ferrara, 31 gennaio 1881 - Roma, 4 giugno 1944) Sindacalista italiano della prima metà del '900 e e deputato socialista dal 1920 al 1926.
- Giuseppe Flores D’Arcais (Pontelagoscuro, (Ferrara) 1908 - Padova 2004) è stato un pedagogista italiano. La sua fama, diffusa anche a livello internazionale, è dovuta alla “scuola pedagogica personalista” di Padova, della quale è considerato il fondatore
[modifica] Arte
La particolarità del luogo, che Goethe ebbe a definire “molto pittoresco”, ha forse inciso nella prolificità di Pontelagoscuro nei riguardi dell’arte. Qui sono nati e vissuti artisti di notevoli qualità: pittori come Tito Salomoni, che si dice espose il primo quadro proprio sotto la Via Coperta, e Carlo Salomoni, Nemesio Orsatti, Oreste Forlani, Carlo Crispini, scultori come Cassio Silvestrini, le cui opere (di grandissima emozione il ritratto scultoreo del fabbro Gilli in lamiera attualmente collocato nell’androne del teatro civico inagibile di Pontelagoscuro). L’elenco potrebbe continuare a lungo. Giova anche citare il premio intitolato a Tito Salomoni, organizzato dal centro Sociale Quadrifoglio (uno dei centri più grandi e attivi dell’intero territorio nazionale) che ogni anno, dal 1993, coinvolge le scuole elementari e medie del paese.
[modifica] Prodotti tipici
Il prodotto più rinomato e molto conosciuto nel ferrarese è un dolcetto chiamato "mandurlin dal pont". I mandurlin dal pont sono biscottini ottenuti dalla cottura in forno di una spuma di chiara d'uovo montata a neve con zucchero e mandorle. In bocca si sciolgono ed hanno un sapore molto delicato. Quelli veramente originali e scioglievolmente fragranti si trovano solo a Pontelagoscuro nei forni del paese i quali detengono gelosamente la ricetta. Nel ferrarese vengono spesso commercializzati mandurlin dal pont di diversa consistenza, più duri, certamente non assimilabili per gustosità e piacere a quelli pontesani. L'origine di questa delizia viene ricondotta ad un avvenimento storico: la visita straordinaria di papa PIO IX nel 1857 il quale ebbe modo di gustarli, a quanto si dice, nella pasticceria Apollo lungo il passeggio sotto la Via Coperta.