Learco Guerra
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Dati biografici | ||
Nome | Learco Guerra | |
Nato | 14 ottobre 1902 Bagnolo San Vito (MN) |
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Paese | Italia | |
Nazionalità | ![]() |
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Passaporto | Italiano | |
Morto | 7 febbraio 1963 Milano |
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Dati agonistici | ||
Disciplina | Ciclismo | |
Palmarès | ||
Learco Guerra (Bagnolo San Vito, 14 ottobre 1902 – Milano, 7 febbraio 1963) è stato un ciclista italiano.
[modifica] Carriera
Formidabile passista, fu soprannominato da Emilio Colombo la "locomotiva umana" per la grande potenza che mostrava in pianura. Seppe conquistare il cuore della gente e divenne molto popolare al punto di vedersi dedicata una sottoscrizione popolare in denaro. Sempre sorridente e disponibile, visse da un punto di vista sportivo in contrapposizione con Alfredo Binda, suo grande rivale. Fu, suo malgrado, portato a simbolo del super uomo nel ventennio fascista e dovette donare molti dei suoi trofei "alla patria".
Learco Guerra iniziò la propria attività agonistica abbastanza tardi, lanciato da Costante Girardengo in funzione anti-Binda, e passò professionista a 27 anni, riuscendo a togliersi diverse soddisfazioni. Vinse 5 Campionati Italiani su strada consecutivamente dal 1930 al 1934, il Campionato del mondo di ciclismo nel 1931 nell'unica edizione disputata a cronometro di km 172, la Milano-Sanremo nel 1933 e il Giro d'Italia nel 1934. Giunse due volte secondo al Tour de France ed anche in altri due Campionati del Mondo. Fu il primo ad indossare, in assoluto, la Maglia rosa: istituita nel 1931, quale simbolo del primato in classifica e del giornale che organizzava la corsa (La Gazzetta dello Sport), venne indossata dal campione mantovano, vincitore della tappa inaugurale del 19° Giro d'Italia, la Milano-Mantova. Il suo primo titolo italiano lo conquistò in pista a Carpi nella corsa a punti (1929) così come il suo ultimo Campionato Italiano nel 1942 al Vigorelli di Milano nella corsa dietro motori (stayer) a 40 anni.
Il suo palmarès comprende 85 vittorie totali (compresa una Sei Giorni su pista) e fino agli anni settanta il suo record di vittorie in una stagione agonistica rimase imbattuto. Appesa la bicicletta al chiodo, intraprese la strada del direttore sportivo con ottimi risultati. Dall'ammiraglia guidò, per esempio, Hugo Koblet e Charly Gaul con i quali vinse due giri d'Italia, cosa mai successa in precedenza a corridori stranieri. I suoi ultimi corridori furono Vittorio Adorni e Gianni Motta già opzionato per il passaggio al professionismo ma che non fece in tempo a dirigere. Morì prematuramente in seguito ai postumi di due operazioni affrontate coraggiosamente per tentare di sconfiggere il morbo di Parkinson.
[modifica] Palmarès
- 1929
- Campionato italiano a punti su pista.
- 1930
- Campionato italiano;
- 3 tappe al Tour de France, 2° in classifica generale;
- 2 tappe al Giro d'Italia.
- 1931
- Campionato del Mondo;
- Campionato italiano;
- 4 tappe al Giro d'Italia.
- 1932
- Campionato italiano;
- 6 tappe al Giro d'Italia;
- Giro della Toscana.
- 1933
- Milano-Sanremo;
- Campionato italiano;
- 5 tappe al Tour de France, 2° in classifica generale;
- 3 tappe al Giro d'Italia.
- 1934
- Vincitore del Giro d'Italia;
- Campionato italiano;
- 10 tappe al Giro d'Italia;
- Giro di Lombardia;
- Giro del Piemonte.
- 1935
- 5 tappe al Giro d'Italia.
- 1937
- 1 tappa al Giro d'Italia.
- 1942
- Campionato Italiano Stayer;
Predecessore: | Vincitore del Campionato del Mondo | Successore: | ![]() |
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Alfredo Binda | 1931 (Copenaghen, ![]() |
Alfredo Binda |
Predecessore: | Vincitore del Giro d'Italia | Successore: | ![]() |
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Alfredo Binda | 1934 | Vasco Bergamaschi |
Predecessore: | Vincitore del Campionato italiano di ciclismo su strada |
Successore: | ![]() |
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Alfredo Binda | 1930 | sé stesso | I |
sé stesso | 1931 | sé stesso | II |
sé stesso | 1932 | sé stesso | III |
sé stesso | 1933 | sé stesso | IV |
sé stesso | 1934 | Gino Bartali | V |
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