Crespino
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Crespino | |||
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: | |||
Superficie: | 31 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 68 ab./km² | ||
Frazioni: | Arginello, Il Gorgo, La Banchina di Sopra, La Ruota, La Zagatta, Passodoppio, San Cassiano, Selva | ||
Comuni contigui: | Berra (FE), Ceregnano, Gavello, Guarda Veneta, Pontecchio Polesine, Ro (FE), Rovigo, Villanova Marchesana | ||
CAP: | 45030 | ||
Pref. tel: | 0425 | ||
Codice ISTAT: | 029019 | ||
Codice catasto: | D161 | ||
Sito istituzionale | |||
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Crespino è un comune di 2.111 abitanti[1] della provincia di Rovigo, a circa 60 km da Venezia e 12 km da Rovigo.
Indice |
[modifica] Storia
Crespino si trova lungo il Po, è già abitato fin dall'antichità come testimoniano i numerosi reperti archeologici di epoca Etrusca e Romana rinvenuti nella frazione S. Cassiano. I lavori di esplorazione archeologica condotti dal 1995 a S. Cassiano dall'Istituto di Discipline Storico - Artistiche dell'Università di Ferrara e dal Dipartimento di Scienze dell'Antichità dell'Università di Pavia, hanno portato alla scoperta di un insediamento certamente riferibile a quel contesto "coloniale" etrusco che sembra ormai di poter nitidamente riconoscere nell'entroterra adriese durante il V secolo a.c.
Particolare importanza acquista inoltre per il territorio di Crespino La Scoperta, in località Zambona, nel 1963, di resti di tomba etrusca che risale al V secolo a.C. Ad una fase di influenza veneta ed etrusca succede una fase di influenza gallica, ma il periodo che maggiormente interessa, il più lungo è quello di influenza romana che ha lasciato nel territorio sufficienti ricordi. Tra gli altri - frammenti di vasi di uso familiare, anfore, basoli, frammenti di cotto - spiega il ritrovamento a Selva - frazione di Crespino - di un ceppo, appartenente al I° - II° secolo d.C., che sembra dovesse fare parte di una costruzione monumentale. Presso la località "La Romanina" appare poi evidente, il tracciato di un Vicus romano cui si sovrappone un altro di età postuma, probabilmente medievale.
Il nome Crespino appare per la prima volta in una bolla papale di Giovanni X indirizzata a Paolo vescovo di Adria nel 920 d.c. Nel 938 Crespino compare nel testamento del marchese di Mantova, il quale dona il comune al vescovo di Adria.
Durante la guerra del sale (1482 - 1484) Crespino diviene oggetto di contesa tra gli Estensi ed i Veneziani e la disputa si protrae per decenni.
La storia di Crespino si collega alla forte presenza ravennate nel Polesine e alle abbazie medievali di Gavello e S. Pietro in Maone che possedevano beni e diritti ai limiti dell'attuale territorio comunale. Sotto la giurisdizione ecclesiastica di Ravenna, la parrocchia di Crespino, assieme a quella di S. Apollinare rimarrà sino al 1818. Proprio nella seconda metà del Settecento venne realizzata l'ampia chiesa dedicata ai Santi Martino e Severo che costituisce uno degli edifici sacri più armoniosi ed artisticamente validi del Polesine.
Dopo essere passato sotto il controllo del vescovo di Ravenna entra in possesso dei duchi d'Este (nel XII sec.) sotto il cui dominio assume notevole importanza a livello agricolo e sociale quale luogo di soggiorno dei nobili ferraresi che lo scelgono per la salubrità dell'aria e la ricchezza della terra.
Dal 1598 quando muore l'ultimo discendente degli Estensi, Crespino ritorna allo Stato della Chiesa fino al 1796, anno dell'arrivo dei nuovi dominatori, i Francesi ai quali i Crespinesi si ribellano. La reazione di Napoleone è immediata, toglie la cittadinanza ed impone tasse doppie finché non saranno trovati i colpevoli; per tutti pagò un povero pescivendolo soprannominato "Veneri" il quale viene ghigliottinato nella piazza del paese il 2 gennaio 1807. Caduto Napoleone, Crespino diventa austriaca ma ancora una volta insofferente ai nuovi padroni è la culla della Carboneria in Polesine portata da Felice Foresti pretore del paese. I cospiratori scoperti dalla polizia austriaca sono processati nel 1821 e condannati al carcere duro dello Spielberg. Infine nel 1866 Crespino entra nel Regno d'Italia seguendo le sorti della storia nazionale.
Chi si reca a Crespino per ammirare opere d'arte e di architettura potrà fermarsi anzitutto nella parrocchiale ed ammirare, tra l'altro, la stupenda pala del Garofolo raffigurante la Madonna in trono col Bambino ed i Santi Francesco e Maria Maddalena, la Crocifissione di Gaetano Gandolfi (sec. XVII), La Madonna del Rosario attribuita a Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino. (vedi Galleria fotografica)
Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia aveva ricominciato la sua ripresa economica e la ricostruzione. Crespino nel 1951 fu colpita da un grave disastro, un'alluvione che coinvolse tutta l'area del Polesine e la popolazione si vide costretta ad emigrare nelle zone più settentrionali del paese. Le città che furono meta per la maggiorparte di questa migrazione furono Milano, Torino e Bolzano. Il dimezzamento della popolazione locale a causa dell'alluvione ha sicuramente influenzato il futuro del piccolo comune veneto.
Attualmente la sua popolazione supera di poco le due migliaia di abitanti ed è in costante flessione. Nella sua grande piazza Fetonte e nella sua ampia Chiesa, Crespino mostra i tratti di un comune che nella storia ha sempre avuto un ruolo importante nella cultura Polesana e di commercio con le città emiliane adiacenti alla riva del Po.
[modifica] Monumenti e luoghi di interesse
[modifica] Luoghi di culto
[modifica] La Chiesa di SS. Martino e Severo
La costruzione della chiesa, che rimarrà sotto la giurisdizione di Ravenna fino al 1818, venne iniziata nel 1754, su disegno di Angelo Santini ed ultimata nel 1777. Il nuovo edificio andava a sostituirsi al precedente ormai troppo piccolo per far fronte all’aumento della popolazione. La maestosa facciata, tipica del barocco romano, presenta al centro fasci di colonne divisi da un cornicione che accentuano l’effetto prospettico. La parte alta, più stretta, affiancata da due obelischi, ha sulla sommità ricurva acroteri con fiamma. Tra le colonne quattro nicchie ospitano statue di santi. Tre sono le entrate, il portale centrale è sormontato da un frontone ricurvo. L’interno è suddiviso in tre navate e transetto, la cupola centrale è sostenuta da quattro pilastri a capitello con stucchi floreali e trabeazione. Una scalea di marmo dà accesso al presbiterio e un'altra arcata racchiude l’abside dove è collocata la pala di S. Apollinare e dei Santi Martino e Severo di Jacopo Alessandro Calvi detto il Sordino; (1740-1815) ai lati due vetrate.
Gli altari sono sette.
Entrando sulla destra l’altare della Madonna del Carmine in stile barocco, conserva la pala della Vergine (1779), segue l’altare di Sant’Antonio dove è posto un altro quadro di Alberto Mucchiati (1744-1828); di fianco una lapide e tre nicchie con le statue di S.Rocco, S. Giovani Nepomuceno e un busto dell’arciprete Piero Colla. La terza ara dedicata alla Vergine ospita il prezioso quadro Madonna con Bambino ed i Santi Francesco e Maria Maddalena di Benvenuto Tisi da Garofolo (1481-1559). Il tabernacolo dell’altare maggiore è a forma di tempietto, degne di nota le cantorie di legno dove era posto un organo di Gaetano Callido; il coro dell’abside del 1792 fu eseguito da Pietro Bongiovanni. L’altare del Crocifisso, ultimo a sinistra, accoglie Cristo morto in croce, fiancheggiato dalla Vergine, da S. Rocco, dal soldato Longino e dalla Maddalena di Gandolfi. Il penultimo dallo stesso lato è dedicato alla Madonna con Bambino e ospita un quadro la Madonna del Buon Consiglio di Gennazzaro; la vetrata è del 1965. L’altare della fonte battesimale, primo a sinistra, detto anche della Madonna del Rosaio, è arricchito dall’omonima pala di Ippolito Scarsella detto Scarsellino. La cappella delle reliquie dei martiri, situata all’entrata della navata laterale, conserva anche i resti sacri di Santa Saturnina.
La sacrestia è arredata con bellissimi armadi intarsiati di radica e panche con schienali e fregi, eseguiti da Pietro Bongiovanni nel 1792. Da segnalare un prezioso crocifisso conservato in archivio.
Del campanile, alto 47 metri ed inclinato a nord-est, non è certa la data di costruzione. L'unico dato certo riguarda il rifacimento della cella, nel 1743, perché abbattuta da un fulmine.
La canonica risale al ’200-’300 ma ha subito numerosi rifacimenti. Interessanti due tele: Maddalena al sepolcro mentre parla con Gesù, e Gesù sulla via di Emmaus tra due discepoli. Altre importanti opere appartenenti alla chiesa sono custodite altrove: Nascita di S. Giovanni Battista di Cesare Gennai, Decapitazione di S. Giovanni Battista, una Pietà di Antoon van Dyck (1599-1641), San Martino a cavallo (1600) scuola del Guercino, S.Severo in vesti pontificali (1600). Paramenti sacri e calici del 1500 e 1600.
[modifica] Palazzi
- Palazzo Municipale
- Villa P.Pio Falcò
- Villa Sarti Savonarola
- Villa Tisi
- Villa Marzolla
- Casa Carravieri
[modifica] Altri monumenti
[modifica] Musei
- Museo delle Acque - dedicato alla vita sociale e lavorativa del centro legato alle attività commerciali, ora scomparse, legate alla vicinanza del fiume Po.
[modifica] Teatri
[modifica] Società
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cultura
[modifica] Il mito di Fetonte
Una delle grandi leggende, riguardanti il paese di Crespino, è quella legata a Fetonte, una figura della mitologia greca, raffigurato nel gonfalone del Comune.
La leggenda, vuole che il giovane Fetonte cada proprio nelle vicinanze di Crespino, a pochi chilometri dall’inizio del delta del Po.
Fetonte, figlio di Elio e della ninfa Climene, venne offeso da Epafo, il quale sosteneva che il giovane, non fosse figlio del Sole. Fetonte, in lacrime, per l’insulto subito, supplicò la madre Climene, di dar prova della sua paternità, e del suo valore, permettendogli di guidare per una volta, il carro solare.
La madre, chiese al Sole, se il giovane figlio potesse guidare il carro, solo per una volta, ed il padre, lo accontentò avvertendolo della grande difficoltà nel portare i maestosi cavalli. Fetonte, bramoso di dar prova del suo valore, balzò sul carro e senza ascoltare il padre, cominciò il suo volo.
Ahimè, i cavalli s’imbizzarrirono, e si avvicinarono alla sfera terrestre, provocando disastri, incendi, e siccità.
Per evitare, la distruzione della terra, il giovane Fetonte andava fermato, e per fare ciò Zeus, padre degli Dei, scagliò una saetta, catapultando il giovane dio nell’Eridano.
Subito accorsero le sorelle Elidi, che disperate per l’incidente si misero a piangere. Zeus, dispiaciuto, decise di fermare il loro dolore tramutandole in pioppi, e le loro lacrime in ambra.
Ancora oggi, Crespino porta con sé questa leggenda, dando il nome del piccolo dio alla piazza principale, di fronte alla Chiesa dei SS. Martino e Severo.
[modifica] Televisione
Crespino fece da sfondo storico-cinematografico allo sceneggiato RAI in 5 puntate Il mulino del Po del 1963, diretto dal regista televisivo Sandro Bolchi, tratto dall'omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli.
[modifica] Infrastrutture
[modifica] Trasporto pubblico
[modifica] Ferrovie
[modifica] Trasporto fluviale
[modifica] Aeroporti
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Luigi Ziviani (centrosinistra) dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0425 780490
Email del comune: ufficioprotocollo@comune.crespino.ro.it
[modifica] Personaggi di interesse
[modifica] Bibliografia
- Il Veneto paese per paese, Casa Editrice Bonechi, Firenze - 1997
[modifica] Galleria fotografica
[modifica] Note
- ^ 31 dicembre 2004.