Cavalleria italiana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La moderna cavalleria italiana è una arma dell'Esercito Italiano ed è stata fondata dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1692, nel quadro di un tentativo di resistenza alla pressione politica e militare delle potenze europee (specialmente di Francia e Austria), attraverso la diffusione della lingua italiana, al posto del francese usato fino ad allora nel Ducato del Piemonte, e la formazione di reggimenti nelle forze armate.
Indice |
[modifica] Storia
I primi reggimenti di cavalleria sono i dragoni, costituiti tra il 1683 e il 1690, con la trasformazione delle vecchie compagnie di archibugieri a cavallo. I dragoni però non sono ancora una cavalleria vera e propria, ma piuttosto reparti di fanteria montati a cavallo. La cavalleria vera e propria viene istituita nel 1692, reclutata per quote con servizio obbligatorio di due anni.
Dopo aver combattutto con successo nelle guerre di successione della prima metà del Settecento, con l'annessione del Piemonte alla Francia napoleonica la cavalleria viene sciolta e parte del suo personale va a costituire due reggimenti della cavalleria francese.
Con la restaurazione del 1814 si ricostituisce la cavalleria sabauda (2 reggimenti di dragoni, 2 di cavalleria e 2 di cavalleggeri), portata a nove reggimenti nel 1850 che vengono suddivisi in cavalleria di linea (Nizza, Piemonte, Savoia e Genova Cavalleria) e cavalleria leggera (cinque reggimenti di cavalleggeri). Nel 1860 con l'unità d'Italia i reggimenti assommano a 17, cinque dei quali verranno impiegati nella presa di Roma nel 1870. Aggregata alla cavalleria sabauda c'è anche la formazione delle Guide a cavallo di Garibaldi, attiva dal 1859 al 1866.
Verso la fine dell'800 si formano anche reparti di cavalleria coloniale, prima in Eritrea e poi dopo il 1912 in Libia (formazioni di meharisti, spahi e savari).
Alla vigilia della prima guerra mondiale la cavalleria italiana raggiunge il massimo numero di reggimenti, 30 (12 dragoni e lancieri, 18 cavalleggeri), che però durante la guerra verrà quasi completamente appiedata e una gran parte del personale trasferito ad altre armi (tra cui l'aviazione, nella quale si distinse Francesco Baracca). Nel 1917, però, con la ritirata di Caporetto la cavalleria viene rimessa a cavallo per proteggere i reparti in ritirata dall'offensiva austriaca, compito che assolverà con le due importanti battaglie del Tagliamento e di Pozzuolo del Friuli e con la perdita di circa metà degli uomini. Sarà protagonista anche nel 1918 con la difesa della linea del Piave e la riscossa di Vittorio Veneto.
Dopo la guerra, la cavalleria viene ridotta fino a 12 reggimenti e incomincia la sua meccanizzazione con la formazione dei reparti "celeri" e l'adozione di carri leggeri.
Durante la seconda guerra mondiale i reparti saranno in parte a cavallo, in parte meccanizzati e corazzati e in parte appiedati, ma proprio i reparti a cavallo sapranno muoversi meglio nelle difficili condizioni ambientali della campagna di Russia.
In questi anni si verificheranno le ultime cariche della storia della cavalleria, a Isbuscensky (Russia, agosto 1942) da parte del 3° Savoia Cavalleria e a Poloy (Iugoslavia, ottobre 1942) da parte dei 14° Cavalleggeri di Alessandria.
Dopo l'8 settembre 1943 molti reparti combatterono contro i nazisti e si unirono alla resistenza.
Negli anni del dopoguerra e in tempi più recenti, la cavalleria, ormai completamente meccanizzata con l'impiego di autoblindo, partecipa a numerose missioni all'estero (Libano, Somalia, Bosnia, Albania, Macedonia).
Dal 1° giugno 1999 i carristi diventano una specialità dell'Arma di Cavalleria.
[modifica] Strutture e forze operative
- Cavalleria di linea
- Scuola di Cavalleria (sede a Lecce)
- Brigata di Cavalleria "Pozzuolo del Friuli"
Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2°) di Trieste con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
Reggimento "Genova Cavalleria" (4°) di Palmanova (UD) con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
Reggimento "Lancieri di Novara" (5°) di Codroipo (UD) con 50 Centauro e 33 Puma 4x4
Reggimento Artiglieria a Cavallo "Voloire" di Milano con 24 FH-70
- Inquadrati nella Brigata di Cavalleria "Pozzuoli del Friuli" (ma non strettamente parte dell'arma di Cavalleria):
- Altre brigate
Reggimento "Nizza Cavalleria" (1°), Brigata Alpina "Taurinense" (sede a Pinerolo (TO), con 33 Puma 4x4)
Reggimento "Savoia Cavalleria" (3°), Brigata Aeromobile "Friuli" (sede a Grosseto, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4)
Reggimento "Lancieri di Aosta" (6°), Brigata Meccanizzata "Aosta" di Messina (sede a Palermo, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4)
Reggimento "Lancieri di Montebello" (8°), Brigata Meccanizzata "Granatieri di Sardegna" (sede a Roma, con 44 Centauro)
Reggimento "Cavalleggeri Guide"(19°), Brigata Bersaglieri "Garibaldi" (sede a Salerno, con 50 Centauro e 33 Puma 4x4)
- Cavalleria carristi
- Reggimenti carri
1° Reggimento Corazzato
4° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" (di Bellinzago Novarese (NO) con 54 Ariete)
31° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Pinerolo" di Bari (di Altamura (BA) convertito in Unità per la Sperimentazione della Digitalizzazione (USD) - carri Ariete, Blindo Centauro, VCC Dardo)
32° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" (di Tauriano (PN) con 54 Ariete)
131° Reggimento Carri, Brigata Bersaglieri "Garibaldi" (di Persano (SA) con 41 Leopard 1)
132° Reggimento Carri, Brigata Corazzata "Ariete" (di Cordenons (PN) con 54 Ariete)
- Reggimenti carri
[modifica] Reggimenti e reparti storici
Nizza Cavalleria (1°) dal 1690 ad oggi, ex Cavalleggeri del Piemonte (1814-1832);
Piemonte Cavalleria (2°) dal 1692 ad oggi, già Piemonte Reale Cavalleria;
Savoia Cavalleria (3°) dal 1692 ad oggi;
Genova Cavalleria (4°) dal 1683 ad oggi, ex Dragoni del Genovese (1821-1832), ex Dragoni del Re (1814-1821), ex Dragoni di Sua Maestà (1713-1806?), ex Dragoni di Sua Altezza Reale (1683-1713);
Lancieri di Novara (5°) dal 1828 ad oggi, ex Cavalleggeri di Novara (dal 1852), ex Novara Cavalleria (1832-1852), ex Dragoni di Piemonte (1690-1806? e 1828-1832);
Lancieri di Aosta (6°) dal 1774 ad oggi;
- Lancieri di Milano (7°) dal 1859 al 1989;
Lancieri di Montebello (8°) dal 1859 ad oggi;
Lancieri di Firenze (9°) dal 1753 al 1995;
- Lancieri di Vittorio Emanuele II (10°) dal 1859 al 1943;
- Cavalleggeri di Foggia (11°) dal 1863 al 1920;
- Cavalleggeri di Saluzzo (12°) dal 1848 al 1990, ex 7° Cavalleria (1848-1850), ex Dragoni Lombardi (1832-1848);
- Cavalleggeri di Monferrato (13°) dal 1850 al 1943;
- Cavalleggeri di Alessandria (14°) dal 1850 al 1979;
Cavalleggeri di Lodi (15°) dal 1859 al 1995;
- Cavalleggeri di Lucca (16°) dal 1859 al 1943;
- Cavalleggeri di Caserta (17°) dal 1863 al 1919;
- Cavalleggeri di Piacenza (18°) dal 1859 al 1919;
Cavalleggeri Guide (19°) dal 1859 ad oggi;
- Cavalleggeri di Roma (20°) dal 1871 al 1919;
- Cavalleggeri di Padova (21°) dal 1883 al 1919;
- Cavalleggeri di Catania (22°) dal 1883 al 1919;
- Cavalleggeri di Umberto I (23°) dal 1887 al 1919;
- Cavalleggeri di Vicenza (24°) dal 1887 al 1919;
- Lancieri di Mantova (25°) dal 1909 al 1919;
- Lancieri di Vercelli (26°) dal 1909 al 1919;
- Cavalleggeri di Aquila (27°) dal 1909 al 1919;
- Cavalleggeri di Treviso (28°) dal 1909 al 1991;
- Cavalleggeri di Udine (29°) dal 1909 al 1919;
- Cavalleggeri di Palermo (30°) dal 1915 al 1943;
Reggimento Artiglieria a Cavallo "Voloire" dal 1831 ad oggi, già smembrato nei tre Reggimenti di Artiglieria Celere (1934-1943), e ricostituito nel 1941 per la campagna di Russia - unità di artiglieria con tradizioni di cavalleria;
- Cavalleggeri di Sardegna dal 1726 al 1944, ex Cacciatori Reali di Sardegna (1819-1821), ex Dragoni di Sardegna (1726-1808);
- Guide a cavallo di Garibaldi dal 1859 al 1866;
- Cavalleria Coloniale dal 1887 al 1941;
- Savari e Spahis dal 1911 al 1943;
- Gruppi Carri veloci dal 1934 al 1943.
[modifica] Voci correlate
- Cavalleria
- Esercito italiano
- Armi e Servizi dell'Esercito Italiano
- Armoriale della Cavalleria dell'Esercito Italiano