Beniamino Di Giacomo
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Dati biografici | ||
Nome | Beniamino Di Giacomo | |
Nato | 13 novembre 1935 Porto Recanati, MC |
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Nazionalità | ![]() |
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Dati agonistici | ||
Disciplina | Calcio | |
Ruolo | Attaccante | |
Carriera | ||
Squadre professionistiche ![]() |
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1955-57 | ![]() |
58 (17) |
1957-61 | ![]() |
120 (32) |
1961-62 | ![]() |
34 (14) |
1962 | ![]() |
5 (2) |
1962-64 | ![]() |
34 (13) |
1964-68 | ![]() |
107 (22 |
1968-69 | ![]() |
17 (5) |
1969-70 | ![]() |
25 (6) |
1970-71 | ![]() |
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Totale Serie A | 322 (86) | |
Nazionale ![]() |
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1964 | ![]() |
1 (0) |
Carriera da allenatore ![]() |
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Statistiche aggiornate al 22 dicembre 2007 | ||
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito |
Beniamino Di Giacomo (Porto Recanati, 13 novembre 1935) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano.
[modifica] Carriera
Centravanti, scoperto da Paolo Mazza che lo fece debuttare in Serie A nel 1954-55 con la maglia della Spal, più precisamente a Ferrara contro la Triestina il 9 ottobre 1955, quando Di Giacomo non aveva nemmeno 20 anni. Con questa squadra rimase due felici stagioni prima di essere ceduto al Napoli assieme al coetaneo Carlo Novelli. Alla corte di Achille Lauro rimase quattro stagioni, giocando 120 partite e segnando 32 goals, confermandosi uno degli attaccanti più interessanti della massima serie. A Napoli aveva come soprannome Bersagliere per la sua figura non longilinea che però non gli impediva di correre forte e continuamente anche se in modo irruento, mentre a Ferrara, sfruttando il nome del omonimo batterista di Renato Carosone allora molto in voga, veniva affettuosamente chiamato Gegè. Retrocesso il Napoli passò al Lecco e segnò il suo massimo storico di reti in Serie A (14). Retrocesso pure il Lecco Di Giacomo si accasò al Torino ma a novembre del 1962, passò all'Inter a seguito di uno scambio con il centravanti inglese Gerry Hitchens. Due stagioni e finalmente uno scudetto e la Coppa dei Campioni per Di Giacomo che il 5 dicembre 1964 esordì pure in Nazionale, a Bologna, in un'amichevole vinta per 3-1 dagli azzurri contro la Danimarca.
Non trovando abbastanza spazio nell'Inter, passò al Mantova; dopo un campionato poco felice, coinciso con la retrocessione dei biancorossi in Serie B nel 1965, festeggiò il ritorno in A dopo un solo anno (1965-66) eguagliando il suo record di 14 reti stavolta nella serie cadetta. L'anno successivo, sempre a Mantova, fu l'autore, complice un errore di Giuliano Sarti, del rocambolesco "gol dell'ex" che consentì alla Juventus di vincere lo scudetto sorpassando, all'ultima giornata, l'Inter.
Vestì ancora le maglie di Cesena, in B, e Anconitana, in C, prima di chiudere la carriera al Bellaria, allenata dall'altro campione Gastone Bean, in Serie D nel 1971. Fu successivamente allenatore dell'Osimana e dello Jesi in Serie C2 oltre al Fano in C1. Ha anche allenato il Fabriano in Serie D e la Civitanovese in Serie C2.