Alberto Fujimori
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Alberto Fujimori |
|
In carica per il periodo: | 28 luglio 1990 19 novembre 2000 |
– Preceduto da: | Alan García Pérez |
– Successore: | Valentín Paniagua Corazao |
Data di nascita: | 28 luglio 1938 |
Luogo di nascita: | Lima, Perù |
Partito politico: | Cambio 90 1990; Nueva Mayoría, 1995; Perù 2000, 2000; Sí Cumple, 2004. |
Alberto Kenya Fujimori (Lima, 28 luglio 1938) è un politico peruviano di origini giapponesi, oltreché agronomista, fisico e matematico.
Fu presidente del Perù dal 28 luglio 1990 al 17 novembre 2000. Gli succedette Valentín Paniagua Corazao.
Fujimori giunse al potere in un momento veramente delicato per il Perù. Da un lato la crisi economica del paese si era aggravata durante gli ultimi anni del precedente governo, guidato dall'aprista Alan García, dall'altro lato il terrorismo di Sendero Luminoso costituiva un pericolo per la sicurezza, la democrazia e la pace.
Il governo di Fujimori si contraddistinse per il suo stile autoritario, specialmente dopo l'autogolpe del 1992, con il quale furono praticamente cancellate le libertà democratiche. Fujimori fu accusato inoltre di violazione dei diritti umani perpetrata con il commissionamento di omicidi, rapimenti, violenze e torture.
Durante gli ultimi mesi del suo terzo mandato, il governo Fujimori fu inoltre travolto da una serie di scandali che videro accusati di corruzione personaggi di primo piano del paese. In seguito a tali fatti, Fujimori fu costretto a dimettersi e decise di autoesiliarsi nel suo paese di origine, il Giappone.
Nell'ottobre 2005 Fujimori dichiarò di volersi presentare per le elezioni presidenziali del 2006, ma appena qualche settimana dopo, durante una visita pubblica in Cile, fu arrestato dalla polizia cilena (7 novembre 2005).
La candidatura alle elezioni del 2006 non è ovviamente stata avallata dal Tribunale Elettorale Nazionale (Jurado Nacional de Elecciones), dopo che anche il Parlamento di Lima si era espresso in tale direzione.
A seguito delle ripetute richieste avanzate dal governo peruviano, il 22 settembre 2007 la Corte Suprema di Santiago del Cile ha concesso l'estradizione di Fujimori, attualmente detenuto in un carcere di massima sicurezza in attesa di giudizio; rischia condanne fino a 30 anni in relazione ai casi di violazione di diritti umani perpetrate in Perù sotto il suo regime.
Fujimori è stato il fondatore di quattro raggruppamenti politici: il movimento Cambio 90, il partito Nueva Mayoría, l'alleanza Perú 2000 e il movimento Sí Cumple.
Indice |
[modifica] Biografia
Alberto Fujimori nacque a Lima, da genitori giapponesi, originari della Prefettura di Kumamoto. La famiglia emigrò in Perù nel 1934; nato Alberto i genitori chiesero all'ambasciata giapponese che il piccolo potesse mantenere la cittadinanza giapponese.
Fujimori fu un brillante studente e si laureò in Ingegneria agraria nel 1961. Successivamente studiò fisica pura a Strasburgo e matematica negli USA, conseguendo il master in scienze matematiche nel 1969.
Fujimori ottenne una cattedra presso l'Università Nazionale Agraria e successivamente, nel 1984, divenne rettore dell'ateneo, carica che occupò fino al 1989.
Fu anche conduttore di un programma televisivo chiamato "Concertando" (1987 - 1989), trasmesso dalla Televisione Nazionale del Perù.
[modifica] Primo mandato presidenziale
Fujimori venne eletto alle elezioni presidenziali del 1990, nelle quali ebbe la meglio sul candidato conservatore, lo scrittore Mario Vargas Llosa
Durante i suoi primi anni di governo si rese colpevole di alcuni eventi di sangue, portati a capo dal gruppo paramilitare Colina, che culminarono con l'omicidio di 9 alunni e di un docente universitario dell'Università Enrique Guzmán y Valle e con la strage del centro storico di Lima.
Visto che il Parlamento non gli concedeva libertà di azione sui temi caldi delle politiche macroeconomiche e della lotta ai movimenti sovversivi di Sendero Luminoso e Tupac Amaru, il 5 aprile 1992 sciolse il Parlamento stesso e sospese le attività della magistratura (autogolpe del 1992).
Il 13 novembre 1992, il generale dell'esercito Jaime Salinas Sedó, insieme ad un gruppo di militari tentò un colpo di stato, per sovvertire il governo Fujimori. Quest'ultimo si rifugiò presso l'ambasciata del Giappone. Il golpe però non ebbe esito e i suoi autori furono arrestati.
Fujimori colse quindi l'occasione per inasprire il suo governo autoritario, instaurando quello che lui stesso chiamò Governo di emergenza e ricostruzione nazionale.
Per l'occasione convocò le elezioni per il Parlamento Costituente Democratico (Congreso Constituyente Democrático), assemblea costituente che avrebbe scritto la Costituzione del 1993.
In questo periodo i servizi segreti riuscirono a catturare Abimael Guzmán, storico leader del gruppo terrorista Sendero Luminoso, che da anni lottava per stabilire un regime maoista nel paese.
In questo stesso periodo venne assassinato Pedro Huillca Tecse, segretario generale della principale organizzazione sindacale peruviana, la Confederación General de Trabajadores del Péru (CGTP).
Per quanto concerne gli interventi in campo economico, il primo governo Fujimori attuò drastiche misure per contenere i prezzi e superare la svalutazione della moneta. Tali misure finirono però per tradursi in una sostanziale svalutazione dei salari per ampie fasce della popolazione. Fujimori cambiò anche la valuta ufficiale del paese, coniando il Nuovo Sol.
[modifica] Secondo Governo
Fujimori fu rieletto nel 1995, sconfiggendo Javier Pérez de Cuéllar de la Guerra.
--- Da tradurre. Le informazioni precedenti sono false e di parte. A partir de diciembre de 1996 Fujimori enfrentó la llamada crisis de los rehenes, que sería la última gran acción terrorista que vivió el Perú.
El 7 de diciembre de 1996, 14 integrantes del Movimiento Revolucionario Tupac Amaru - MRTA, liderados por el ex sindicalista Nestor Cerpa Cartollini tomaron como rehenes a 600 personas, pertenecientes a lo más alto de la vida política, social y económica peruana, en la residencia del Embajador del Japón.
La crisis concitó en las siguientes semanas y meses la atención internacional. Los secuestradores exigían la liberación de varios presos del MRTA. La Santa Sede envió como negociador a Juan Luis Cipriani, a la sazón arzobispo de Ayacucho, y se consiguió la liberación de la mayoría de los rehenes, quedando solamente 72 de ellos.
La crisis finalizó en abril de 1997, cuando fueron liberados 71 de los 72 rehenes que todavía se mantenían cautivos en un operativo militar denominado Chavín de Huántar, durante el cual un comando del ejército ingresó a la Residencia por túneles subterráneos especialmente construidos para el efecto. Los sucesos fueron transmitidos desde su inicio en vivo y en directo en el Perú y en varios países del mundo vía CNN y otras cadenas de televisión extranjeras. En la operación se informó que habían muerto dos comandos, un rehén y los 14 terroristas.
Fujimori usó el éxito de la operación para consolidar su apoyo entre la población en un momento en que comenzaban a aparecer crecientes denuncias de corrupción. Posteriormente se denunció que varios de estos habrían sido ejecutados una vez rendidos, siendo ello aún materia de investigación.
---
Nell'anno 1998 Fujimori iniziò una serie di operazioni con il fine di potersi presentare, per la terza volta, come candidato alla presidenza del Perù. A tal fine cercò di fare promulgare una legge di interpretazione autentica della Costituzione. Infatti, sebbene l'articolo 112 della Costituzione stessa indicasse che il Presidente potesse essere rieletto una sola volta per un totale di due mandati consecutivi, Fujimori tentò di sostenere che l'elezione del 1990 non poteva essere conteggiata, perché allora era in vigore la Costituzione del 1979 e non quella da lui stesso voluta del 1993. Il Tribunale Costituzionale del Perù tentò di ostacolare la promulgazione di questa legge ad personam, ma invano. Il Parlamento di Lima, che era di maggioranza fujimorista, rispose infatti destituendo quattro giudici del Tribunale stesso.
Questi fatti causarono dimostrazioni di protesta fra gli studenti e le organizzazioni sindacali.
Nel 1995 si produsse anche un conflitto armato con l'Ecuador, per motivi di confini internazionali. Con l'ascesa a Presidente ecuatoriano di Jamil Mahuad, il governo Fujimori intavolò nuove negoziazioni per addivenire alla soluzione del conflitto. Con il Trattato di Brasilia, Ecuador e Perù trovavano l'accordo per un tratto di frontiera di 78 km. Con un atto simbolico il Perù concedette all'Ecuador a titolo di proprietà privata (senza alcun diritto di sovranità) un chilometro quadrato di territorio, ove sorge il nucleo urbano di Tiwinza.
[modifica] Elezioni del 2000
Fujimori si presentò alle elezioni del 2000 senza prima essersi dimesso da presidente uscente. Portò avanti una campagna piena di insulti, esternando il timore di brogli nei confronti del suo avversario principale, Alejandro Toledo.
Dopo la sua elezione venne alla luce uno scandalo di corruzione, che vide coinvolto un membro del governo Fujimori, Vladimiro Montesinos.
L'episodio destò tanto clamore all'opinione pubblica che Fujimori si vide costretto a convocare nuove elezioni generali, sia per l'elezione di un nuovo presidente, sia per l'elezione di un nuovo Parlamento.
In mezzo a questo caos politico Fujimori partecipò alla riunione della APEC in Brunei, nella sua veste ufficiale di Presidente del Perù.
Terminata la riunione non fece ritorno in Perù, ma si recò in Giappone, temendo di essere accusato e perseguito penalmente per la corruzione del suo governo, ma anche per i crimini contro l'umanità commessi durante i suoi mandati, che piano piano stavano anch'essi venendo alla luce.
Da Tokyo Fujimori formalizzò al Parlamento le sue dimissioni e mandò un fax con il quale annunciava che avrebbe rinunciato alla presidenza della Repubblica.
[modifica] Esilio in Giappone
Il Parlamento di Lima rifiutò le sue dimissioni, provvedendo altresì a destituirlo e ad interdirlo, per incapacità morale, dall'esercitare qualsiasi incarico pubblico, per un periodo di dieci anni.
Da quella data e fino al momento del suo arresto in Cile, Fujimori ha risieduto in Giappone. Gli è stata riconosciuta la cittadinanza giapponese, per il principio dello ius sanguinis, in quanto figlio di genitori giapponesi.
Il governo di transizione peruviano, eletto dopo la sua destituzione, ha più volte richiesto l'estradizione di Fujimori. Il governo giapponese ha sempre respinto le istanze di estradizione, in quanto la legge giapponese vieta l'estradizione per i propri cittadini.
Durante il suo auto esilio Alberto Fujimori ha sempre sostenuto che il processo messo in piedi contro di lui fosse una vendetta politica basata su accuse fondate su racconti di terzi, senza che ci fossero prove oggettive rilevanti.
Il 6 novembre del 2005 Fujimori arrivò a Santiago a bordo di un areo privato partito da Tokyo. Il giorno dopo fu arrestato su ordine della Corte Suprema cilena che aveva ottemperato ad un mandato di cattura internazionale spiccato dalla Interpol.
Il Consiglio dei Ministri peruviano, presieduto dall'allora presidente Alejandro Toledo Manrique, inviò una commissione nella capitale cilena con il fine di iniziare il processo di richiesta di estradizione.
[modifica] Curiosità
Fujimori è stata la seconda persona di origine asiatica a diventare presidente di una nazione sudamericana. Il primo era stato Arthur Chung di origine cinese, antico presidente della Guyana.
[modifica] Collegamenti esterni
- L'estradizione di Fujimori- il dittatore torna in Perù per essere processato
Predecessore: | Presidente del Perù | Successore: | ![]() |
---|---|---|---|
Alan García Pérez | 1990 - 2000 | Valentín Paniagua Corazao |
[modifica] Altri progetti
Articolo su Wikinotizie: Cile arrestato Alberto Fujimori 2005 7 novembre 2005