Tragedia di Superga
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La tragedia di Superga fu un incidente aereo avvenuto il 4 maggio 1949. Alle ore 17:05 il Fiat G.212 con a bordo l'intera squadra del "Grande Torino" si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, appena fuori Torino. Trentuno le vittime.
L'aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole con il Benfica per festeggiare l'addio al calcio del capitano della squadra lusitana José Ferreira. Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino - considerata una delle più forti compagini di tutti i tempi. La formazione del Torino aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-'43 alla stagione 1948-'49 (i campionati '43-'44 e '44-'45 non vennero disputati a causa della seconda guerra mondiale) e costituiva i 10/11 della nazionale. Insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali, il Grande Torino aveva contribuito con le sue imprese a dare lustro a una nazione che cercava di risollevarsi dopo i terribili anni di guerra, di fascismo e di occupazione tedesca. Nell'incidente perirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Stampa). A identificare le salme dei periti venne chiamato tra gli altri l'ex commissario tecnico Vittorio Pozzo, che conosceva molto bene i calciatori del Torino. Lo spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese scampando miracolosamente all'incidente.
L'impatto che la tragedia ebbe in Italia fu fortissimo. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite contro la squadra granata. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni. Lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.
[modifica] Vittime dell'incidente
- Giocatori
- Valerio Bacigalupo
- Aldo Ballarin
- Dino Ballarin
- Emile Bongiorni
- Eusebio Castigliano
- Rubens Fadini
- Guglielmo Gabetto
- Ruggero Grava
- Giuseppe Grezar
- Ezio Loik
- Virgilio Maroso
- Danilo Martelli
- Valentino Mazzola
- Romeo Menti
- Piero Operto
- Franco Ossola
- Mario Rigamonti
- Giulio Schubert
- Dirigenti
- Arnaldo Agnisetta
- Ippolito Civalleri
- Andrea Bonaiuti (organizzatore delle trasferte della squadra granata)
- Allenatori
- Egri Erbstein
- Leslie Lievesley
- Vittorio Cortina (massaggiatore)
- Giornalisti
- Renato Casalbore
- Renato Tosatti
- Luigi Cavallero
- Equipaggio
- Pierluigi Meroni
- Celeste D’Inca
- Celeste Biancardi
- Antonio Pangrazi
[modifica] Bibliografia
- Roberto Thoni, L'ultimo urlo per il grande Torino, Abaco Editori
- Dino Buzzati, in La nera di Dino Buzzati, Oscar Mondadori
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