Samuel Johnson
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Samuel Johnson (Lichfield, 18 settembre 1709 – Londra, 13 dicembre 1784) è stato un critico letterario, poeta, saggista, biografo e lessicografo britannico.
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[modifica] Biografia
Nel 1764 fondò un celebre circolo letterario, "The Club" (che divenne poi "Literary Club"). Le personalità che il Literary Club venne a comprendere nel corso degli anni testimoniano quanto Samuel Johnson fosse un personaggio di spicco sia in ambito letterario sia sociale. Se tra i membri originari del Club troviamo Oliver Goldsmith e Edmund Burke, successivamente esso accolse l'attore David Garrick e James Boswell. Le amicizie di Johnson includevano anche note personalità femminili come la scrittrice di romanzi Fanny Burney. I problemi economici costrinsero Samuel Johnson a lasciare Oxford senza conseguire la laurea (anche se poi gli vennero consegnati importanti dottorati dalla stessa Università di Oxford e dal Trinity College di Dublino). La sua carriera iniziò come insegnante e proseguì come giornalista di Grub Street, sempre sull’orlo del crollo economico e psicologico. Da Tory, Johnson si schierò contro l'indipendenza delle colonie americane ma anche contro gli abusi del governo inglese in Irlanda.
Dopo la morte di Johnson, avvenuta nel 1784, l'Europa avrebbe assistito a grandi sconvolgimenti politici e culturali che avrebbero portato radicali revisioni dell’assetto costituzionale inglese, ma anche dell’ordine razionale del mondo e di una cultura basata sulla perfezione divina.
[modifica] Scritti
Dal suo scritto "Resoconto della vita di Richard Savage" (An account of the life of Mr Richard Savage, 1744), emerge il fatto che Johnson avesse capito come la vita di un giovane scrittore di Londra fosse ricca di possibilità ma anche esposta a grandi pericoli. Più tardi Johnson denunciò anche la dipendenza degli scrittori dal mecenatismo dei grandi.
London (1738) è una satira in versi piena di riferimenti alla storia inglese, modellata sulla rabbiosa satira di Giovenale, in cui Londra appare come una città capace di distruggere sia il talento, sia la salute mentale e fisica dell’artista.
"La vanità dei desideri umani" (The vanity of human wishes, 1749) è un’altra imitazione di Giovenale dove però la negatività dell’autore latino viene smorzata da uno stoicismo cristiano. I desideri umani vengono denunciati come vani di fronte alla sottomissione al volere divino.
La migliore opera in prosa di Johnson è il racconto filosofico: Rasselas (The History of Rasselas, prince of Abyssinia, 1759), caratterizzata da periodi lunghi e ben costruiti. La narrazione è episodica, composta da incontri, esperienze e discussioni circa il tema della ricerca della felicità. Il racconto si conclude con una "non-conclusione" in cui le ultime brevi frasi riportano al punto di partenza dell'opera. Il lettore di Johnson può in effetti sentirsi a volte spaesato, poiché l’autore inizialmente presenta una tesi per poi gradualmente attenuarla o rovesciarla del tutto.
La profonda dimestichezza del lessico da parte di Johnson è testimoniata nel "Dizionario della lingua inglese" (Dictionary of the English language, 1747-1755), con il quale, per primo, regolamenta la lingua inglese. Nel giro di pochi anni avrebbero in seguito proliferato imprese scientifiche volte a catalogare lo scibile umano (ad esempio, la stesura dell'Encyclopédie di Denis Diderot e Jean d'Alembert o l'apertura del British Museum a Londra).
Johnson diresse il periodico The Rambler in cui l’ironico ed erudito narratore discuteva di filosofia e morale, temi ben al di sopra della cultura media dello Spectator. Curò un’edizione di drammi di Shakespeare (The plays of W. Shakespeare, 1765) con molte note esplicative e una ricca prefazione critica. Questa, se da una lato cerca di affermare Shakespeare come classico nazionale, dall’altro lo innalza a "poeta della natura" e "fedele specchio di costumi e di vita", elogiando la commistione di tragico e comico nelle sue opere.
Johnson fu uomo di vastissime letture, eccezionale conoscitore dei classici; con "Vite di poeti" (Lives of poets, 1779-1781) dimostrò che la conoscenza delle biografie degli autori può arricchire di significato la letteratura. Johnson propugnò i principi morali dei classici ma rifiutò il sottomettersi ad essi. In Shakespeare egli apprezzò appunto la mescolanza di comico e tragico anche se in effetti questa non è in linea con le regole classiche. Le "Vite di poeti" mescolano brani di critica letteraria, dati biografici (in buona parte reperiti personalmente) e accenni al contesto culturale circa i più grandi poeti inglesi di fine '600 e di tutto il '700. Nell’opera si può trovare la famosa definizione del wit dei poeti che tanto irritano Johnson e che li spinge a saccheggiare la natura e l’arte in cerca di illustrazioni, similitudini e allusioni. Compaiono anche l’idea del genius in poesia, visto come la qualità senza la quale il giudizio è freddo e la conoscenza inerte, come l’energia che amplifica e anima quella che il repubblicanesimo di John Milton nascesse dall’odio invidioso per la grandezza e da un astioso desiderio di indipendenza.
Nei saggi su John Dryden, Jonathan Swift, Joseph Addison e Alexander Pope l’autore cercò di tracciare le caratteristiche principali dell’epoca.
[modifica] Curiosità
- Una celebre frase di Samuel Johnson appare all'inizio del film Paura e delirio a Las Vegas: "He who makes a beast of himself gets rid of the pain of being a man" (Colui che trasforma se stesso in un una bestia si sbarazza del dolore di essere un uomo).
- Johnson è stato definito l'uomo più intelligente del millennio.
[modifica] Scritti su Johnson
Vita di Samuel Johnson (The life of Samuel Johnson, 1791) di James Boswell è un capolavoro nel genere della biografia: il suo principio è l’idea del Plutarco biografo di Alessandro Magno, secondo cui un atto di poca importanza, un breve detto, rivelano molto di più sull’essenza di una personalità rispetto alle battaglie più importanti. Così Boswell diede vita a scene in cui non è presente solo Johnson ma anche il suo circolo e l’ambiente intellettuale londinese [del resto egli aveva già composto con London Journal un affresco di vita londinese dalle classi più elevate agli slums]. Egli propone il letterato Johnson come il più autorevole della sua epoca. Viene anche messo in luce il lato privato di un uomo incline agli esami di coscienza e agli scrupoli religiosi.
Questa biografia portò cinquant'anni più tardi Thomas Carlyle a definire Johnson capace di superare la sua epoca fino a incorporare l’idea romantica della cultura come processo lungo e ininterrotto.
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