Muro della vergogna
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"Muro della vergogna" è un termine usato per definire alcuni muri o vere e proprie barriere fisiche che, sotto aspetti diversi e per diverse motivazioni, abbiano portato vergogna a coloro i quali ne hanno programmato la costruzione o ai popoli che ne hanno sofferto le conseguenze. In alcuni casi sono le circostanze nelle quali il muro è stato costruito, o lo scopo della sua costruzione, a essere causa di vergogna.
Si è talvolta ricorsi a questo termine anche per definire i casi in cui il muro sia stato usato come strumento per la denuncia pubblica di fatti o persone, servendo come supporto per l'affissione di fotografie o nomi, che venivano così esposti pubblicamente.
Il termine può anche essere usato in riferimento ad una raccolta di nomi o fotografie su una pagina di giornale o su una pagina web, in linea con questo stesso principio[1].
Fin dai tempi antichi, muri e muraglie si sono cotruiti per lo più per impedire il passaggio di eserciti o di gruppi armati ostili. Esempi di questo sono la Muraglia Cinese o il Vallo di Adriano. Senza dubbio, con l'evoluzione della tecnologia militare, i muri difensivi si sono trasformati in costruzioni sofisticate e, in alcuni casi, si sono dimostrati sistemi di difesa estremamente efficaci.
L'esempio più comunemente usato è quello del complesso di mura che circondavano la città di Costantinopoli, costruita nel 412 dall'imperatore romano Teodosio II. Questa fortificazione, lunga 6,5 chilometri, era conosciuta come Mura di Costantinopoli.
Questo complesso di mura rimase inespugnato per dieci secoli e fu capace di resistere a numerosi assalti, fino a quando, nel 1453, gli Ottomani non ebbero la meglio. La combinazione di una forza difensiva poco numerosa e i progressi della tecnologia militare (i cannoni al seguito dell' esercito ottomano) avevano cauasto la caduta della città. L'ultimo muro difensivo oggetto di un confronto militare, fu il Danevirke, lungo la frontiera tedesco-danese, nel sud della penisola dello Jutland, durante la Guerra dei Ducati del 1864, che rimase però inespugnato.
La successiva invenzione degli aerei militari, dell'artiglieria a lunga gittata e dei missili, hanno reso le muraglie difensive oggetti totalmente inutili dal punto di vista strategico-militare, come hanno dimostrato le Linee Sigfrido e Maginot durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da allora, muri sono stati costruiti per impedire o ostacolare il passaggio di civili e non per arginare eserciti belligeranti e tentativi di annessione di territori o di frontiere non riconosciute dalla comunità internazionale.
La costruzione di muri, oggi, è un argomento fortemente dibattuto. Viene da più parti sottolineato il senso di impotenza e di umiliazione dei civili che vivono in una condizione di segregazione e isolamento dalle proprie famiglie e comunità per motivi economici, ideologici e religiosi. Coloro che i muri li hanno costruiti (e li stanno ancora costruendo) e i loro sostenitori, giustificano, d'altro canto, queste misure estreme con motivi eccezionali di sicurezza.
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[modifica] Storia del termine
Il nome è stato usato per la prima volta nel 1961, dopo la costruzione del muro che separava Berlino Occidentale da Berlino Orientale da parte del governo dell'allora Repubblica Democratica Tedesca. Da esso denominato "Muro di protezione anti-fascista", i berlinesi lo chiamarono "Schandmauer", che significa letteralmente, appunto, Muro della vergogna[2].
Questo muro, generalmente conosciuto come Muro di Berlino, venne definito Muro della vergogna anche al di fuori della Germania, in un articolo che fu pubblicato sulla rivista statunitense Time Magazine nel 1962[3]. Poco tempo dopo, il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy si riferì esplicitamente al muro come Muro della vergogna nel suo discorso annuale del 14 gennaio 1963 davanti al Congresso degli Stati Uniti. Il presidente, in vista qualche mese dopo nella città di Berlino, avrebbe poi pronunciato un altro famoso discorso, passato alla storia per il suo incipit: "Ich bin ein Berliner".
Riferimenti a questo muro come Muro della vergogna sono stati fatti anche da altri capi di stato come Mario Soares[4], Jacques Chirac[5] e Romano Prodi[6].
[modifica] Lista cronologica di muri chiamati "Muri della vergogna"
- Il Muro di Berlino (1961-1989).
- La Barriera di separazione tra Stati Uniti e Messico (iniziato negli anni Ottocento) lungo la frontiera tra Stati Uniti e Messico, in particolare a Tijuana. Detto anche Muro messicano o Muro di Tijuana.
- Il Muro Marocchino o Muro del Sahara Occidentale (iniziato nel 1983), che separa i territori occupati dal Marocco dai territori sotto il controllo della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (RASD).
- La Barriera di separazione di Ceuta e Melilla, lungo la frontiera tra le due enclavi spagnole e il Marocco.
- Il Muro di Sicurezza del Quebec (2001), durante la Cumbre de las Américas[7].
- La Barriera di separazione israeliana in Cisgiordania, (2002) che separa Israele dalla Cisgiordania (con conseguente annessione, di fatto, a Israele di una parte dei territori palestinesi occupati): si tratta di una costruzione difensiva israeliana, che consiste in una recinzione di cemento e filo spinato.
- Il Muro della Vergogna eretto in Italia, sulla sella di Sant'Osvaldo, tra Cimolais ed Erto, a seguito del Disastro del Vajont, per impedire - con un blocco dell'Esercito - il ritorno degli sfollati che, i giorni successivi alla tragedia, furono costretti ad evacuare la zona per paura di nuovi cedimenti del Monte Toc e di conseguenti nuove ondate. Ufficialmente, invece, fu allestito in fretta per "prevenire altre ondate". Il muro fu smantellato nell'autunno 1998.
- Muro di Padova, recinzione di 80 metri costruita il 9 agosto 2006 dal sindaco Zanonato per separare il ghetto di via Anelli dalle altre strade del quartiere.
- Il Muro che per un tratto divide i due comuni di Selargius e Quartucciu in provincia di Cagliari, separando una zona popolare del primo comune citato da una residenziale del secondo.
[modifica] Note
- ^ Esempi online: [1] (comprende immagini forti, con l'intenzione di criticare la violenza della politica estera degli Stati Uniti)
- ^ http://charlotte.gunn.palo-alto.ca.us/~ohistory/2001_files/digiacomo/HurstE.pdf
- ^ http://www.cnn.com/SPECIALS/cold.war/episodes/09/1st.draft/
- ^ http://muse.uq.edu.au/journals/journal_of_democracy/v010/10.2soares.html
- ^ http://www.fedtrust.co.uk/uploads/Essays/Essay_9.pdf
- ^ http://europa.eu.int/rapid/pressReleasesAction.do?reference=SPEECH/02/463&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en
- ^ http://www.commondreams.org/headlines01/0410-01.htm