Camaleño
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Camaleño | |
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Nome originale: | Camaleño |
Stato: | ![]() |
Comunità autonoma: | ![]() |
Provincia: | Cantabria |
Latitudine: | |
Longitudine: | |
Altitudine: | m s.l.m. |
Superficie: | 162 km² |
Popolazione: - Totale - Densità |
(2001) 1.107 ab. 6,83 ab./km² |
CAP: | 39... |
Prefisso tel: | (+34)... |
Targa: | S |
[ Sito istituzionale] |
Camaleño è un comune spagnolo di 1.107 abitanti situato nella comarca di Liebana nella parte più occidentale della comunità autonoma della Cantabria. E' formata da 33 piccoli nuclei abitativi compreso il paese di Camaleño capoluogo e sede del municipio distante 125 km. da Santander. Anticamente il suo territorio formava la Val de Baró e, con la riforma amministrativa della Spagna del 1835, i vari borghi furono uniti in un solo comune di notevole estensione ma di bassa densità abitativa che assunse il nome attuale. Il territorio comunale è di montagna con altitudini varie che in alcuni posti superano i 2000 metri, è in parte compreso entro il Parque Nacional de los Picos de Europa ed è attraversato dal fiume Deva. Il parco nazionale, che comprende territori delle tre comunità autonome di Leon, Asturies e Cantabria, è stato istituito nel 1994 per tutelare l'ambiente della più grande formazione calcarea montana dell'Europa Atlantica con cime che superano i 2500 metri, estesi processi carsici, erosione glaciale notevole e presenza di laghi. L'economia di Camaleño, tradizionalmente basata sulla coltivazione delle patate, dei legumi, della vite alle quote più basse e sull'allevamento del bestiame vaccino nei pascolo, oggi è sostenuta soprattutto dal turismo. I lavoratori del settore dei servizi prevalentemente turistici rappresentano infatti il 53,1% del totale rispetto al 30,6% degli occupati nel settore primario (agricoltura e allevamento del bestiame) e al 6,2% dell'industria e artigianato, che si dedicano principalmente alla produzione del formaggio a denominazione d'origine, all'edilizia e alla distillazione delle vinacce per la produzione di una grappa tipica del territorio.
==Storia==
Secondo gli studiosi i diversi ritrovamenti archeologici permettono di affermare che la presenza umana nel territorio risale a 9000 anni fa. Nell'alto Medio Evo le località della zona furono teatro prima del contenimento dell'invasione musulmana e poi dell'inizio della riconquista del territorio. Secondo la cronaca di Alfonso III a Cosgava si riunirono gli Arabi superstiti della famosa sconfitta subita in Covadonganel 722 ad opera delle truppe guidate dal mitico Pelayo considerato episodio iniziale della fine della dominazione araba. E' inoltre tradizione leggendaria che nel territorio di Camaleño morì ucciso da un orso il re asturiano Favila. Il Duero fu per un certo tempo il confine del territorio in mano ai Musulmani e nel secolo VIII il re delle Asturie Alfonso I ordinò lo spopolamento della relativa valle e il ripopolamento di altri territori con le famiglie costrette ad emigrare dalle Valle del Duero; fra questi ci fu anche il territorio di Val de Baró che per la maggior parte apparteneva al Monasterio de Santo Toribio de Liebana. Il massimo potere di questo monastero fu raggiunto nel X secolo, poi vi fu la decadenza e nel 1183 il monastero di Liebana fu annesso a quello di Oria con tutti i suoi domini. La decadenza del potere monastico nel XII secolo coincise con il nascere del potere civile nobiliare. A metà del XIV secolo Alfonso XI assegnò in signoria delle terre di Liebana, Pernía e Campoo al figlio naturale don Telmo e Val de Barò fu sottomessa alla giurisdizione del marchese di Santillana. Nel 1835, con la riforma amministrativa della Spagna, Val de Baró
conservò la sua individualità unendo i vari paesi componenti in un unico comune che assunse il nome di Camaleňo, il maggiore di questi paesi dove fu messa la sede del municipio.
La crescita del turismo di massa durante il secolo scorso trasformò poi radicalmente l'economia della zona per secoli rimasta legata ad un'agricoltura di sussistenza in una moderna economia di servizi.
==Monumenti e luoghi d'interesse==
Il principale monumento è certamente il Monasterio de Santo Toribio de Liebana. Secondo la tradizione fu fondato nel VI secolo dal vescovo di Palencia di nome Toribio con alcuni monaci. Un'altra versione attribuisce la fondazione nel V secolo all'arcivescovo Toribio di Astorga. Di certo si sa che il monastero iniziò la sua attività durante il regno di Alfonso I de Asturias tra il 739 e il 757 con il patrocinio di San Martin de Tours e con la traslazione del corpo di San Toribio e della reliquia del Legnum Crucis, cioè di un frammento di legno della croce di Cristo che il Santo aveva portato da Gerusalemme. La prima citazione scritta dell'esistenza del monastero risale all'anno 825. La chiesa, costruzione gotica del 1256, è stata rifatta negli anni dal 1957 al 1961. Altri monumenti sono le numerose Ermitas, cioè chiesette o santuari che si trovano su tutto il territorio, la maggior parte delle quali è dei secoli XVIII, XIX e XX, preromanica è l' Ermita de Enterria. Nei vari paesi e quartieri sono poi le Parroquias, chiese parrocchiali. come Santa Eugenia del secolo XVII, e quelle di Tanarrio del XIII secolo, di Claves del XVII, di Areňos del XVI, di Areňos del XVI, di Magroviejo dei secoli XVI-XVII, di San Adrian de Arguebane del XVI secolo, di San Ciprian del XIII, di Pembes del XX e di San Acisciodel XVI. Da notare nella località di Espinama la Parroquia Vieja del XVII secolo e la Iglesia Nueva del 1968 e nel capoluogo la Iglesia de Asuncion del XVI secolo. Per l'architettura civile sono da ricordare la Torre de Mogroviejo del XIII secolo e il complesso di case tipiche di montagna che l'attorniano dichiarati Bien de interés cultural, le Casonas seňorialesnei centri di Cosgaya, Espinama e Turieno. Presenti su tutto il territorio e caratteristica del paesaggio sono gli Horreos magazzini rurali utilizzati in comunione da diverse persone per ricoverare e conservare i propri prodotti agricoli. L'horreo della comarca di Liebana è diverso da quelli tipici delle Asturie e della Galizia, è di pianta rettangolare, sorge su un 'altura a cui si accede con una scala di pietra ed è sorretto da quattro tronchi di rovere sui quali poggia il tetto costituito da pietre di fiume, tutta la struttura è in legno. Si differenzia dagli horreos delle altre regioni perché il tetto è a quattro acque a differenza degli altri a volte parzialmente interrati i cui tetti sono ad una sola o a due acque. Per quanto riguarda i centri d'interesse ambientale tutto il territorio presenta un notevole richiamo soprattutto la parte del municipio entro il Parque Nacional de los Picos de Europa con le sue alte montagne ricoperte di neve nella stagione invernale, di cui di è già detto. In particolare molto interessante e attrezzato per il turismo è Fuente De uno dei luoghi emblematici della Cantabria, posto ai piedi dei Picos de Europa dove sono le sorgenti del fiume Deva. Prati verdi, ristoranti, camping e l'importante Parador Nacional de Turismo de Rio Deva. eccellente albergo della catena statale di alberghi, accolgono i turisti. Una teleferica sale da qui ai 1847 metri del Mirador del Cable piazzola da dove si può ammirare uno splendido e unico panorama delle cime, dei precipizi e delle profonde verdi vallate.
==Feste==
Oltre alle feste patronali delle diverse parrocchie, di singolare aspetto religioso e folcloristico che vede la partecipazione di tutti i centri abitati del comune è la cosiddetta Vez de San Toribio. Due persone per ogni paese vanno a pregare al Monastero di San Toribio in un giorno determinato della settimana, secondo turni prestabiliti. Anticamente partendo digiune a mezzanotte dai rispettivi villaggi le due persone camminavano di notte a piedi scalzi fino a raggiungere il monastero alle prime ore del mattino, attualmente la tradizione è rimasta per un solo venerdì a turno concordato fra il monastero e i villaggi. Si conclude invece secondo la tradizione spagnola con una festa la Romeria a la Virgen de la Salud, pellegrinaggio del 2 luglio alla Ermita de la Virgen de la Salud posta a nelle praterie di Aliva a 1500 metri di altitudine. Dopo la celebrazione della messa solenne, la processione attorno al santuario e la colazione campestre, si svolgono gare di corsa a cavallo e a piedi e altre manifestazioni ludiche, canti e balli. I pellegrini poi si recano nella località di Espinama a qualche chilometro di distanza dove il pellegrinaggio si conclude con la verbena cioè con una festa notturna.