Vomero
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Il Vomero è uno dei quartieri collinari di Napoli.
Confina a nord col quartiere Arenella, ad ovest coi quartieri Soccavo e Fuorigrotta; a sud col quartiere Chiaia e ad est col quartiere Montecalvario e, sempre ad est ma per pochissimi metri, anche col quartiere Avvocata.
Con la "riforma del decentramento" deliberata nel 2005, il Vomero con l'Arenella forma la V municipalità che, con i suoi 120.000 abitanti è la più popolata della città.
Indice |
[modifica] Storia
Probabilmente deve il nome alla sua antica vocazione agricola ed al gioco del vomere, un passatempo contadino che sanciva come vincitore chi, con il vomere dell'aratro, avesse tracciato un solco quanto più possibile dritto. Comunque proprio l'attività legata ai campi e la gran messe di verdure coltivate gli valsero per secoli il soprannome di Collina dei broccoli.
Fino alla fine del 1800 il Vomero costituiva una periferia pressoché disabitata e lontana dalla città di Napoli, le sue parti più antiche come il rione Antignano, erano nuclei abitativi rurali, villaggi che sin dai tempi dei Romani sorgevano sulla "Via Puteolis Neapolim per colles" strada che prima dello scavo della gallleria di collegamento tra Fuorigrotta e Mergellina costituiva l'unico collegamento via terra tra la zona flegrea e la città. Intorno al II sec. d.C. la strada fu risistemata e chiamata via Antiniana, da cui il nome al rione. Proprio nell'antico villaggio che oggi è il rione di Antignano la tradizione vuole che avvenne per la prima volta il miracolo di San Gennaro, tra il 413 e il 431 d.C..
Successivamente, dopo la dominazione Normanna e quella Sveva, con gli Angioini Napoli divenne capitale nel 1266 (rimase tale fino all'Unità d'Italia nel 1860). Cominciò a sorgere dunque l'esigenza di risalire le pendici della collina vomerese, soprattutto per ragioni strategiche. La zona cominciò dunque a popolarsi soprattutto a partire dalla costruzione del Chiostro Certosino nel 1325 e quasi contemporaneamente gli Angioini sostituirono l'antico torrione di vedetta vicino al quale sorse il Chiostro, con il Castello di Belforte, nucleo di partenza del Castel Sant'Elmo.
Lo sviluppo abitativo vero e proprio del Vomero ebbe inizio verso la fine del 1800, più precisamente nel 1885, con la fondazione del Nuovo Rione e la progettazione tracciato viario che applicava i dettami razionalistici in voga in tutta l'urbanistica europea di fine secolo, secondo l'esempio della Parigi del Barone Haussmann (esperienze analoghe nell'urbanistica italiana si riscontrano nei quartieri romani Esquilino e Testaccio). Fin dalla sua realizzazione il Vomero venne concepito come un quartiere residenziale destinato alle classi alto-borghesi, cui erano destinate le splendide ville e palazzine in stile tardo Liberty che vennero realizzate in gran numero agli inizi del secolo attorno alla Villa Floridiana e verso l'area di Castel Sant'Elmo e di San Martino e che fino agli anni cinquanta costituirono il tratto distintivo del nuovo quartiere. Primo esempio di costruzioni di tipo "urbano" furono i "Quattro palazzi" di Piazza Vanvitelli, edificati all'inizio del XX secolo.
Successivamente la sempre più consistente domanda abitativa e la conseguente solita speculazione edilizia degli anni sessanta, che imperversava in tutta Italia e in particolare nel Mezzogiorno ebbe vita facile, soffocarono e spesso soppiantarono le sobrie ed eleganti architetture vomeresi con enormi fabbricati in cemento armato, facendo perdere al quartiere gran parte del suo fascino. Il quartiere è arrivato ad inglobare l'Arenella spingendosi fino alle pendici della collina dei Camaldoli. Attualmente il Vomero è una congestionata zona residenziale con un'alta densità abitativa, che tuttavia conserva fortunatamente ancora molti esempi dell'architettura originaria, che costituiscono un patrimonio per tutta l'architettura italiana. Inoltre è ancora possibile osservare, oltre ai monumenti già citati, costruzioni storiche quali per esempio la villa del Pontano e un antico edificio del dazio borbonico, entrambe nel rione Antignano.
Durante le Quattro giornate di Napoli alcune piazze del Vomero furono teatro di violenti scontri, in particolare in piazza Vanvitelli e la piazza dello Stadio Collana (allora Stadio Littorio) oggi ribattezzata appunto Piazza Quattro Giornate,.La storia racconta: dopo esser giunta al Vomero la notizia circa la morte di un marinaio che era stato freddato con un colpo di pistola da un nazista, mentre beveva alla fontanella posta all'angolo di via Girardi ,proprio di fronte all'Ospedale Militare; Una decina di giovanissimi ,il più avanti con gli anni non aveva ancora vent’anni, stavano sorbendo il caffé al Bar Sangiuliano in Piazza Vanvitelli, quando uscendo all'improvviso dal bar si avvicinano a tre soldati nazisti e dopo averli maltrattati li bruciano vivi. Dopo esser scattato l'allarme e visto il precipitarsi di numerose truppe naziste sul luogo, i ragazzi velocemente si rifugiarono nel Museo di San Martino, proprio da quello episodio partirono quelle che vengono chiamate: "le quattro giornate di Napoli". Oggi, a ricordo di quelle sono state poste varie lapidi, le più importanti sono tre, sparse nei luoghi dove la lotta è stata più intensa: una lapide di queste si trova sulla facciata del liceo Sannazaro ricorda i nomi dei giovani partigiani uccisi, un'altra si trova proprio a Piazza Quattro Giornate accanto all'ingresso della caserma dei Carabinieri, e la terza, probabilmente la più importante, è quella che si trova in via Belvedere (insieme a via San Gennaro ad Antignano la via più antica del quartiere Vomero chiamata Belvedere proprio per il suo incredibile panorama che offre tutto il golfo di Napoli, e le isole) di fronte all'ingresso principale del Pagliarone( zona ancora incolta che collega la città con tutte le terre che si trovano al di sotto della tangenziale Vomero ) da dove partì la prima rivolta e proprio a questo luogo "rurale" la lapide è dedicata.
[modifica] Sport
Il quartiere ospita anche il complesso polisportivo cresciuto intorno allo Stadio "Arturo Collana" di Napoli. Lo stadio, sorto in epoca fascista col nome di "Stadio dei martiri fascisti" o "Stadio Littorio", è stato a lungo il campo di casa del Napoli prima del completamento dello Stadio San Paolo ed è tuttora quello dell'Internapoli e dei Briganti Napoli di football americano. Fu anche scenario di drammatici avvenimenti durante le Quattro giornate di Napoli, e pertanto l'attigua piazza ha successivamente assunto il nome di Piazza Quattro Giornate.
Il Vomero è anche la sede dalla squadra femminile di basket Vomero Basket campione d'Italia nella stagione 2006-07 anche se attualmente la stessa gioca al PalaBarbuto per l'impraticabilità della palestra del Collana.
[modifica] Trasporti e viabilità
La Linea 1 della Metropolitana di Napoli ha contribuito - negli ultimi anni - a snellire il traffico veicolare che ingorgava le vie di accesso alla collina vomerese collegando rapidamente il Vomero al Centro Storico ed ai quartieri della periferia Nord di Napoli.
Il Vomero, come le zone del centro città non chiuse al traffico veicolare, essendo una zona in gran parte commerciale e allo stesso tempo ad alta densità abitativa è uno dei quartieri più trafficati della città. Ciononostante, o forse proprio per contrastare questo fenomeno, mantiene un'isola pedonale ventiquattro ore su ventiquattro e sempre piena di cittadini e di turisti, come anche le sue adiacenze (via Luca Giordano, Piazza Vanvitelli), grazie anche ai numerosi luoghi di ritrovo che attirano, soprattutto nei fine settimana, persone di tutte le età.
Una delle uscite principali della Tangenziale (Vomero, uscita n.9) porta in due delle strade principali del quartiere: via Cilea e via Caldieri (non vanno considerate singole uscite poiché la deviazione avviene dopo il casello). Lo svincolo di via Pigna (sempre dall'uscita Vomero) porta invece nel quartiere Arenella (sebbene l'uscita rimanga nelle immediate vicinanze del quartiere Vomero).
Il quartiere è collegato al sistema metropolitano e quindi al resto della città, come detto, tramite la Linea 1 della Metropolitana (fermate Cilea-Quattro Giornate e Vanvitelli), tramite tre delle quattro funicolari cittadine (Funicolare Centrale, Funicolare di Chiaia e Funicolare di Montesanto). Negli scorsi anni sono state infine aperte tre scale mobili per portare più agevolmente (in salita) i cittadini e i visitatori, provenienti dalla zona di Piazza Fuga o Piazza Vanvitelli, direttamente nella zona alta di via Scarlatti, davanti alla stazione superiore della Funicolare di Montesanto, a poche centinaia di metri da Castel S.Elmo e dalla Certosa di S.Martino. In futuro con la costruzione di due stazioni a Piazza Quattro Giornate il Vomero verrà anche servito dalla linea 5 e dalla linea 7, entrambe ereditate dalla linea Circumflegrea-Cumana. Numerosi sono anche i servizi di autobus che collegano il Vomero al resto della città.
[modifica] Monumenti e Musei
- Castel Sant'Elmo
- Certosa e Museo di San Martino
- Villa Floridiana (ospita il Museo delle Ceramiche (Museo Nazionale delle Ceramiche Duca di Martina)
- Chiesa di San Gennaro ad Antignano
- Chiesa della Madonna della Luce
- Chiesa dell'Architiello
- Ville in stile Liberty
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
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