Todos caballeros
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L'espressione spagnola "Estad todos caballeros" (in italiano "Siate tutti cavalieri") sarebbe stata pronunciata da Carlo V ad Alghero (SS) nell'ottobre del 1541. Le fonti tuttavia non concordano su quale fosse il reale messaggio del sovrano:
- una ricompensa alla fedeltà degli algheresi, discendenti di una colonia catalana, pronunciata dal Palazzo d'Albis sulla gremita Piazza Civica; Carlo V descrisse infatti la città come "Bonita, por mi fé, y bien assentada - Bella, in fede mia, e ben solida" osservando la maestosa torre de l'Esperó Reial [1]
- il saluto a tre illustri cittadini algheresi, a cui venne concesso il cavalierato per essersi uniti alla spedizione verso Algeri, in rotta verso la quale Carlo V aveva fatto scalo nella città sarda (secondo altre fonti il viaggio era verso Tunisi)
- il grido di entusiamo pronunciato dalla finestra della Casa De Ferrera nell'ammirare l'improvvisata corrida in cui vennero uccisi più di 200 animali per garantire l'approvigionamento delle navi in partenza; concesse poi solo tre onorificenze [2]
- la risposta alla folla di cittadini accorsi per reclamare titoli nobiliari, che venne liquidata dal balcone in modo da poter riprendere senza fastidi le proprie private esigenze fisiologiche
L'espressione è oggi utilizzata in tono dispregiativo per descrivere quelle proposte tendenti ad estendere urbi et orbi dei particolari privilegi, annullando così di fatto la distinzione o il prestigio derivante dagli stessi; allo stesso modo viene utilizzata per connotare l'esito di una vicenda nel quale tutti si proclamino vincitori.