Siad Barre
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Siad Barre (Maxamed Siyaad Barre) (Scilave, Etiopia 1919 - Lagos, Nigeria 2 gennaio 1995), fu dittatore della Somalia dal 1969 al 1991.
Orfano di un pastore, senza alcuna istruzione scolastica, nel 1941 entra nel corpo di polizia territoriale. Negli anni cinquanta frequenta un corso per ufficiali in Italia.
Dopo il raggiungimento dell'indipendenza della Somalia (nel 1960), fa carriera nell'esercito, fino a diventare comandante in capo. In occasione di addestramenti congiunti con ufficiali sovietici, ha modo di conoscere le teorie del marxismo e ne abbraccia gli ideali.
Nel 1969 viene assassinato il presidente Abdirashid Ali Shermarke e la Somalia si trova sull'orlo della guerra civile. Grazie a un colpo di stato da lui stesso architettato e portato a compimento, il 21 ottobre 1969 prende il potere, proclamando la Seconda Repubblica e decretando l'uguaglianza di tutti i cittadini, uomini e donne, in una società arcaica e maschilista.
Tiranno illuminato, crea un sistema a partito unico, instaura un sistema di gratuità delle cure mediche e di istruzione scolastica, rendendo obbligatorio l'insegnamento della lingua somala. Questo crea un senso di unità nazionale, ma costituisce un problema di comunicazione per le nuove generazioni, che necessitano di una terminologia scientifica e commerciale. Molte tribù nomadi acquisiscono una residenza stabile, la maggior parte si inurba nei dintorni di Mogadiscio.
Nel 1976 fonda il Partito Socialista Rivoluzionario Somalo. In seguito, si indirizza verso una politica sempre più autoritaria e verso un culto esasperato della personalità (ancora oggi molte sue immagini di grandi dimensioni campeggiano sugli edifici di Mogadiscio).
Durante gli anni della guerra fredda, sia gli Stati Uniti che l'Unione Sovietica si interessano alla Somalia data la sua posizione strategica all'ingresso del Mar Rosso. Siad Barre crea un'intesa con quest'ultima, ma il patto si rompe nel 1977, quando la Somalia ingaggia un conflitto con l'Etiopia per il controllo dell'Ogaden.
Gli USA rientrano allora in scena e sostengono la Somalia con circa 100 milioni di dollari di aiuti economici e militari.
Nell'ottobre del 1977 un commando palestinese, con l'aiuto della RAF tedesca, dirotta un aereo della Lufthansa partito da Palma di Maiorca facendolo atterrare a Mogadiscio. Il cancelliere tedesco Helmut Schmidt si trova così a dover negoziare con Siad Barre per far sì che la squadra anti-terrorismo GSG-9 intervenga sull'aeroporto e liberi gli ostaggi.
Verso la fine degli anni Ottanta, a causa di una rapida perdita di consensi, si rafforza l'opposizione interna e Siad Barre è costretto a comportamenti sempre più deliranti. Nel luglio del 1990, in occasione di una partita di calcio allo stadio di Mogadiscio, fa aprire il fuoco sugli spettatori perché questi avevano manifestato rumorosamente il loro dissenso verso il dittatore.
Nel nord del paese si sviluppa un movimento di liberazione somalo grazie anche ai finanziamenti dell'Etiopia: la repressione è spietata e Barre fa strage di civili (più di 50 mila morti fra il 1988 e il 1990, uno dei conflitti più sanguinosi della storia dell'Africa).
Il 26 gennaio del 1991 Siad Barre viene finalmente destituito e ripara nel sud ovest del paese, in una regione controllata da suo genero Mohamed Said Hersi. Da lì tenta due volte di riprendere il potere su Mogadiscio, ma il generale Aidid ne decreta l'esilio nel maggio del 1992. Ripara allora su Nairobi, ma la levata di scudi dell'opposizione al governo keniota fanno sì che Barre si sposti dopo sue sole settimane a Lagos in Nigeria. Qui morirà per una crisi cardiaca il 2 gennaio del 1995. I resti verranno inumati in Somalia nella sua città natale.
Dalla caduta di Siad Barre, in Somalia vi sono stati 13 tentativi di ristabilire un governo efficace, ma a tutt'oggi non è stato raggiunto un accordo nelle conferenze di pace e non si è affermato nessun leader nazionale capace di creare una qualsiasi forma di governo.