Rinascimento napoletano
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Il Rinascimento napoletano è un'espressione critica relativa all'omonimo stile sviluppatosi a Napoli tra il XV secolo e il XVI secolo. È riconoscibile per le sue decorazioni in piperno e marmo bianco che caratterizza le facciate degli edifici sacri e dei palazzi. Il rinascimento napoletano termina intorno al 1600 con l'avvento del barocco.
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[modifica] Storia e caratteri
[modifica] Il quattrocento
Il rinascimento a Napoli arriva intorno alla seconda metà del quattrocento con la conquista del Regno di Napoli da parte degli aragonesi. Il re Alfonso d'Aragona chiamò a corte numerosi architetti e scultori per erigere la prima opera rinascimentale della captale l'arco di Trionfo progettato dall'architetto dalmata Francesco Laurana, la costruzione dell'arco formò una notevole influenza sull'architettura partenopea del periodo. Dopo Laurana arriva Giuliano da Maiano che progetta principalmente la difesa muraria della capitale del regno con le annesse porte come Porta Capuana e Porta Nolana. Inoltre, secondo alcune fonti, è attribuito il disegno di Palazzo Como e la realizzazione di una cappella nella Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi e il completamento di un'opera iniziata da Bernardo Rossellino e infine vi disegnò il progetto della villa a Poggioreale del re Alfonso II di Napoli. Nel frattempo Giuliano apri anche una scuola dove si formarono architetti regnicoli che propugnarono lo stile rinascimentale in tutto il regno, tra questi Pietro e Ippolito del Donzello che furono i maggiori esponenti dello stile di Maiano. Altri architetti invece si formarono sotto altre scuole tipo quella di Angelo Fiore che "sfornò" architetti del calibro di Novello da San Lucano, questi andò a Roma per poter studiare meglio le architetture antiche per poter meglio propozionare le sue opere come la facciata della Chiesa del Gesù Nuovo realizzandola con un parametro in piperno. Il suo contemporaneo fu Gabriele d'Angelo che fu un'acclamato architetto napoletano, realizzò il Palazzo Gravina progettato alla romana perché compì viaggi a Roma per poter approfondire le tecniche costruttive classiche e realizzo anche Palazzo Carafa di Nocera e riedificò in modi rinascimentali la Chiesa di Santa Maria Egiziaca all'Olmo. Intanto in città arriva anche il Mormando che progetta e ricostruisce vari edifici in stile rinascimentale, egli ebbe l'influenza dell'architettura classica e di Leon Battista Alberti e fece appredistato con Giuliano da Maiano.
[modifica] Il cinquecento
[modifica] Il Primo quarto del cinquecento
Il Primo quarto del cinquecento vede impegnati questi tre architetti regnicoli con varie formazioni culturali a rinnovare il volto della capitale; il San Lucano, come gia detto, progetta il Palazzo Sanseverino e divenne in poco tempo una sorta di emblema architettonico della città rinascimentale stravolgendo i modi di concepire le facciate dei palazzi nobiliari utilizzando per la prima volta il bugnato a punta di diamante, il d'Angelo concepì la realizzazione di un palazzo nobilare secondo i dettami del classicismo romano come è avvenuto in Palazzo Gravina e infine il Mormando che progettò edifici mescolando il rinascimento toscano con quello romano con il risultato di una pregevole opera architettonica napoletana. In città s'incrementano le realizzazioni rinascimentali e arrivano architetti di formazione estranea a quella locale come nel caso nella Cappella Caracciolo di Vico in San Giovanni a Carbonara alcune documentazioni a dicono che il progetto della cappella sia stato realizzato da un architetto della scuola di Bramante. Realizzazione di notevole rilevanza architettonica è la Cappella del Succorpo nel Duomo secondo alcune fonti è stata realizzata dallo stesso Bramante mentre altre definiscono il realizzatore dell'opera il lombardo Tommaso Malvito. Arriva nel secondo decennio del secolo anche il Settignanese Romolo Balsimelli che fu incaricato della realizzazione della Chiesa di Santa Caterina a Formiello con una pianta innovativa rispetto alle precedenti, la realizzazione prevede una pianta a croce inscritta in un quadrilatero in modo da non occupare altro spazio e concedere la costruzione di ulteriori edifici come palazzi o monasteri. Dalla vicina Nola arriva Giovanni da Nola che andò a Roma per poter studiare meglio i classici della scultura e dell'architettura. Egli, come architetto, riesce a progettare due palazzi in stile romano ma con forti influssi meridionali, e infine si forma sotto la guida del Mormando il Di Palma che principalmente contribuisce all' ultimazione delle opere rimaste incompiute del maestro.
[modifica] Il Secondo quarto del cinquecento
Nel secondo quarto la formazione di nuovi architetti avanza, infatti oltre al sopracitato Di Palma compare anche il nome di Ferdinando Manlio che si mise in mostra con la realizzazione della Basilica della Ss. Annunziata Maggiore, il suo nome è stato affiancata anche da un altro eccellente architetto locale Giovanni Benincasa, entrambi realizzarono la trasformazione da castello a tribunale di Castel Capuano e inoltre realizzarono il piano urbanistico (Via Toledo e Quartieri Spagnoli), su commissione del viceré Pedro de Toledo, per l'espansione della città verso la collina del Vomero. Intanto, dopo la Controriforma si relizzano edifici sacri ad aula unica e senza transetti sporgenti, prendendo come modello la Chiesa di Santa Caterina.
[modifica] L'ultimo cinquantennio
Dopo il 1550 l'architettura rinascimentale cade in declino con l'avvento del manierismo da parte di architetti di estranea formazione, i rapporti con l'architettura rinascimentale sono presenti solo i quei edifici del centro antico iniziati nel cinquantennio precedente tipo la Chiesa del Gesù delle Monache dove nella facciata sono presenti notevoli influssi rinascimentali, la struttura si presenta come un arco trionfale. L'edililizia civile subisce notevoli cambiamenti architettonici, la cultura manierista ha cambiato notevolmente la rappresentazione degli spazi delle sturutture. In questo periodo anche le decorazioni sono bianche contrastate dal piperno che evidenzia le cornici di finestre o portali avvolte accompagnati da cromatismi marmorei.
Verso la fine del secolo l'architettura si arricchisce di influssi classici portati dagli architetti Domenico Fontana, Giovanni Antonio Dosio e Gian Battista Cavagni; il primo autore del Palazzo Carafa della Spina, Complesso di Gesù e Maria e Palazzo Reale e il secondo del rimaneggiamento della Certosa di San Martino e della Chiesa dei Girolamini e il terzo della Chiesa di San Gregorio Armeno e del Monte di Pietà di Napoli. Contemporaneamente si formano architetti come il Grimaldi che realizzo la Casa per l'ordine dei Teatini verso la fine del secolo, Giuseppe Valeriano che realizzo la Chiesa del Gesù Nuovo, Giuseppe Nuvolo che fu attivo all'inizio del prossimo secolo e Giovan Giacomo di Conforto. Questi quattro saranno gli artefici del Barocco napoletano insieme ad altri.
L'ultima opera rinascimentale è il rimaneggiamento su progetto di Giovanni Cola Di Franco della Chiesa di Santa Maria la Nova.