Maria di Cosimo I de' Medici
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Maria de' Medici (Firenze, 3 aprile 1540 - Livorno, 19 novembre 1557) era la figlia primogenita del Granduca di Toscana Cosimo I de' Medici e Eleonora di Toledo.
Sebbene Cosimo avesse avuto prima un'altra figlia illegittima, Bia, Maria fu la prima a nascere dal matrimonio con la nobildonna spagnola, primogenita di una serie di undici figli legittimi.
La discendenza di Cosimo I e Eleonora però, sebbene numerosa, non fu certo toccata dalla fortuna: tre bambini morirono ancora in fasce, quattro, Maria compresa, durante l'adolescenza o la primissima maturità (una dei quali, Lucrezia, forse per avvelenamento propinato dal marito), una figlia assassinata a 34 anni (Isabella), il primogenito Francesco deceduto in circostanze misteriose di febbre terzana (anche qui si parlò di avvelenamento) a 46 anni, con due soli figli che poterono continuare la dinastia. Di questi Don Pietro fu un personaggio discutibile, anche assassino, che lasciò solo figli illegittimi, restando solo a Ferdinando il compito di riscattare l'immagine familiare e continuare la discendenza, cosa che per lo meno gli riuscì benissimo e con duratura gloria.
Maria fu educata da vera e propria principessa assieme ai fratelli, vivendo con i genitori a Palazzo Vecchio, dove venne inaugurata una pompa principesca inusitata per Firenze. Tra i tutori si ricordano Pierfrancesco Riccio, Antonio Angeli da Barga e i cronisti riportano come sapesse parlare spagnolo fluentemente, insegnato dalla stessa madre e perfezionato da maestri iberici.
Già in tenera età si erano predisposte le sue nozze, fidanzandola ufficialmente a Alfonso II d'Este, ma il matrimonio non poté mai avvenire perché nel 1557 Maria moriva a Livorno, probabilmente colpita dalle febbri malariche per via delle paludi infestate che ancora circondavano il piccolo villaggio di pescatori (che divenne un grande porto solo alcuni decenni più tardi). Alfonso sposò poi sua sorella Lucrezia, sulla quale pesano sospetti di avvelenamento da parte di Alfonso stesso.
Di Maria ci rimane un prezioso ritratto di Agnolo Bronzino, eseguito quando aveva 7-8 anni circa, conservato agli Uffizi. Tra i ritratti della famiglia di Cosimo di Bronzino il suo è uno tra i più solenni, dove il prezioso vestito di velluto nero, dello stesso colore dello sfondo, fa risaltare il suo chiaro incarnato e l'espressione attenta e profonda. Magnifico è il corredo di gioielli, soprattutto perle, che sottolineano il suo status principesco e rappresentano oggi una preziosissima testimonianza della moda dell'epoca.
I suoi resti sono sepolti nell'oratorio della Fortezza di Livorno.