Marcello Piacentini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Marcello Piacentini (Roma, 8 dicembre 1881 – Roma, 19 maggio 1960) è stato un architetto e urbanista italiano.
Indice |
[modifica] Vita ed opere
Figlio dell'architetto Pio Piacentini, conobbe ben presto il successo professionale. A soli ventisei anni fu infatti incaricato di risistemare il nucleo storico della città di Bergamo (1907). Operò intensamente in tutta Italia, ma durante il Fascismo fu soprattutto a Roma che ebbe incarichi di particolare rilevanza. Gli edifici e gli interventi urbanistici realizzati da Piacentini nella Capitale non si contano: da una parte ne consolidarono l'immagine di architetto del regime e dall'altra connotarono significativamente l'aspetto della città.
Creò un neoclassicismo semplificato che voleva essere a metà strada tra il classicismo del gruppo Novecento (Muzio, Lancia, Gio Ponti ecc.) ed il razionalismo del Gruppo 7 e M.I.A.R. di Giuseppe Terragni, Giuseppe Pagano, Adalberto Libera ecc.. In realtà Piacentini fu distante da entrambi i movimenti, riuscendo tuttavia a creare uno stile originale, con un'impronta spiccatamente eclettica pur nella ricerca della monumentalità tipica delle tendenze estetiche del tempo. I richiami alla tradizione classica saranno, soprattutto a partire dagli anni '30 numerosi, contribuendo alla fissazione di quello stile littorio così caro a Mussolini ed alle alte gerarchie fasciste. Le sue più ambiziose realizzazioni furono l'ideazione della Città Universitaria di Roma (1932) ed il coordinamento per la progettazione della celebre E42, ovverosia l'Esposizione Universale di Roma che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 e che egli curò sia in qualità di progettista, insieme a Luigi Piccinato e ad altri (1938) sia, successivamente, come commissario generale per volere dello stesso capo del governo.
Nei Piani di risanamento messi a punto per la città di Livorno seguì i principi dell’architettura razionalista italiana, pensando di lasciare nel centro solamente manufatti con funzione commerciale e governativa e attuando un diradamento delle strade per esaltare gli edifici. Piacentini si attestò spesso su posizioni urbanistiche di retroguardia, difendendo alcune discutibili scelte, come gli sventramenti di alcuni centri storici, lo sviluppo delle città a macchia d'olio e l'apertura di vie radiali. Particolarmente criticata fu la demolizione dei Borghi e l' apertura di Via della Conciliazione su progetto elaborato insieme all' architetto Attilio Spaccarelli. Fu membro influente di numerose commissioni, fra cui quelle per il piano regolatore di Roma del 1931 e della relativa variante generale del 1942.
Professore di urbanistica alla facoltà di architettura dell'università La Sapienza di Roma fino al 1955, della quale è stato anche preside. Dopo la caduta del regime fascista subì un'effimera epurazione e tornò ben presto a insegnare. I suoi non pochi progetti del Dopoguerra risentono di una certa stanchezza, che trova il suo acme nella ristrutturazione del Teatro dell'opera di Roma del 1960. Alla sua morte, su di lui cadde l'impietoso giudizio distruttivo di Bruno Zevi, che come architetto lo definì "morto nel 1911". Il tempo e una maggiore riflessione hanno condotto a una rivalutazione di alcune opere di Piacentini successive al 1911. Di recente, è stato sottolineata la riuscita di una delle operazioni urbanistiche da lui realizzate: l'apertura del secondo tratto novecentesco di via Roma a Torino del 1936. Esiste perfino una scuola di pensiero che tende a rivalutare il progetto urbanistico per il quartiere dell'Eur a Roma, cui abbiamo fatto brevemente accenno, ma sul punto prevale un certo scetticismo.
[modifica] Cronologia sintetica
- 1910, Bruxelles: padiglione italiano all’Esposizione Mondiale.
- 1912-1928, Messina: Palazzo di Giustizia
- 1913, Roma: Villetta Rusconi
- 1915-1917, Roma: Cinema Corso
- 1916-1918, Roma: Villa Nobili
- 1922, Firenze: Cinema teatro Savoia (ora Odeon)
- 1926-1958, Roma: Teatro dell'Opera (ristrutturazione)
- 1928, Bolzano: Monumento alla Vittoria
- 1931, Roma: Palazzo delle Corporazioni in via Veneto (oggi sede del Ministero dello Sviluppo Economico)
- 1932-1941, Reggio Calabria: Museo Nazionale della Magna Grecia
- 1933, Milano: Palazzo di Giustizia
- 1936, Roma: Palazzo del Rettorato dell’Università degli studi di Roma "La Sapienza"
- 1938, Livorno: Piano di risanamento del centro storico e Piazza Grande
- 1938-1942, Roma: sistemazione dell'E42 (EUR)
- 1939-1940, Napoli: ristrutturazione del Palazzo del Banco di Napoli
- 1941, Roma: demolizione della "spina di Borgo" per l'apertura di Via della Conciliazione.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- AA. VV., Marcello Piacentini e Roma, Bollettino della Biblioteca della Fac. Di Arch. dell'Univ. degli studi di Roma "La Sapienza" n. 53, 1995
- Francesco Gastaldi, Silvia Soppa, Triennale di Milano-Università degli Studi di Genova, Genova. Piani 1866-1980, Libreria CLUP Milano, 2004, (con annesso CD-ROM), ISBN 88-7090-680-9.
- Mario Lupano, Marcello Piacentini, Editori Laterza, Roma-Bari 1991
- Mario Pisani, Architetture di Marcello Piacentini. Le opere maestre, Ed. Clear, 2004
- Mariano Ranisi, "G. Muzio, M. Piacentini. Le Chiese di Cristo Re e di Santa Maria Mediatrice in Roma", in Costruire in laterizio 50/51, 1996 articolo in pdf
[modifica] Collegamenti esterni
- Marcello Piacentini con 101 illustrazioni, articolo di Antonio Munoz in Rivista d'Arte e di Storia, sett.-ott. 1925
- Il Palazzo di Giustizia di Messina dell'arch. Marcello Piacentini con 25 illustrazioni, in Rivista d'Arte e di Storia, aprile 1929
- Scheda delle opere su Archinfo