Manlio Cancogni
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Manlio Cancogni (Bologna, 6 luglio 1916) è uno scrittore e giornalista italiano.
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[modifica] Biografia
Al tempo degli studi a Bologna fu vicino a Gaetano Arcangeli, Giorgio Bassani, Attilio Bertolucci, Franco Fortini. Da questo gruppo di giovani sarebbe in seguito uscita una serie di scrittori del secondo dopoguerra. A Roma conobbe Carlo Cassola del quale fu grande amico fino alla morte di quest’ultimo. Conobbe anche Carlo Levi, Mario Luzi, Eugenio Montale e molti altri.
Durante la Seconda guerra mondiale fu arruolato nell’esercito. Ha combattuto sul fronte greco-albanese.
Nel dopoguerra scrisse per il Corriere della Sera, la Stampa, La Nazione del Popolo, Il Popolo, L'Europeo, Botteghe Oscure, L'Espresso, e altri giornali e riviste italiani. È stato un giornalista piuttosto attivo e in vista. Alla fine degli anni ’60 diresse la La Fiera Letteraria. Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 accumulò una serie di successi letterari per i suoi romanzi, alcuni dei quali ricevettero premi e riconoscimento di spicco.
Dagli anni ’80 tuttavia la figura di Cancogni andò defilandosi. Continuò sia la sua attività di giornalista che quella di scrittore, ma in una posizione decisamente più in ombra e riservata. Iniziò in questo periodo la sua attività di docente universitario negli Stati Uniti.
[modifica] Narrativa
Una delle problematiche più frequentate (in modo più o meno esplicito) dell’opera di Cancogni è la Verità. E se da un lato Cancogni lavora su un giornalismo pungente, impegnato e controcorrente; dall’altro l’attività di scrittore diviene un’immersione nella storia dell’Italia del Novecento.
Del Cancogni giornalista, fece scalpore un articolo del 1945 in cui perorò la causa di un apprendimento basato sulla memoria e sul nozionismo. Da ricordare anche l’inchiesta svolta nel 1956 per un caso di rapporti troppo stretti tra Vaticano ed affari. [1] È costante nei suoi romanzi un’ironia che oscilla tra il drammatico e il grottesco, accanto a toni pacati e a una generale tendenza all’understatement. La sua opera lascia così intravedere gli eventi della sua epoca sotto una luce diversa e inusuale. La sua narrativa presta inoltre particolare attenzione alla dimensione quotidiana della vita e al senso della memoria. Risalta anche il gusto per il ritratto psicologico; il costante riproporsi di motivi autobiografici; la cura delle geometrie narrative.
Un tema ricorrente è la guerra sul fronte greco-albanese.
Negli anni ’60 pubblicò l’intervista a Bassani intitolata Perché ho scritto l’Airone?. La linea del Tomori è ambientato nell’Italia pre-bellica e nella guerra in Albania. Gli angeli neri narra la storia degli anarchici italiani. Il Mister è dedicato alla figura di Zdenek Zeman.
[modifica] Opere principali
Azorin e Mirò (1968)
- Delitto sullo scoglio (1942)
- Cos'è l'amicizia (1958)
- Parlami, dimmi qualcosa (1962)
- La linea del Tomori (1966)
- Allegri, gioventù (1973)
- Perfidi inganni (1978)
- Nostra Signora della Speranza (1980)
- La coincidenza (1984)
- Quella strana felicità (1985)
- Il genio e il niente (1987)
- Se un gallo canta (1989)
- L'ultimo ad andarsene (1990)
- L'Avanguardia a bocca chiusa (1991)
- Gli angeli neri (1994)
- Il Mister (2000)
- L'impero degli odori (2001)
- Gli scervellati. La seconda guerra mondiale nei ricordi di uno di loro (2003)
- Sposi a Manhattan (2005)
- Caro Tonino (2006)
Nel 1973 vinse il Premio Strega, per il romanzo Allegri, gioventù. Nel 1985 vinse il Premio Viareggio per Quella strana felicità.
[modifica] Critica
Sull’opera di Cancogni hanno scritto: Luigi Baldacci, Geno Pampaloni, Eugenio Montale, Giuseppe De Robertis, Carlo Bo, Enzo Siciliano, Pietro Citati, Walter Mauro, Cesare Garboli.
Il testo di riferimento per quanto riguarda Cancogni e la sua opera è un saggio di Iole Fiorillo.
[modifica] Note
- ^ L'articolo uscì per L'Espresso il 22 gennaio 1956 con il titolo Capitale corrotta = Nazione infetta e denunciò le facilitazioni che la Società Generale Immobiliare, di proprietà del Vaticano, aveva dal Consiglio Comunale ad ottenere varianti ai piani particolareggiati.
[modifica] Collegamenti esterni
Predecessore: | vincitori Premio Bagutta | Successore: |
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Biagio Marin | 1966 | Primo Levi |
Predecessore: | vincitori Premio Strega | Successore: |
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Giuseppe Dessì | 1973 | Guglielmo Petroni |
Predecessore: | vincitori Premio Viareggio | Successore: |
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Gina Lagorio | 1985 | Marisa Volpi |
[modifica] Voci correlate
Scrittori italiani del Duecento · Trecento · Quattrocento · Cinquecento · Seicento · Settecento · Ottocento · Novecento · Duemila |
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