Leonardo Marino
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Leonardo Marino (Pastorano, 27 marzo 1946) è stato un attivista italiano, militante di Lotta continua. Si mise in luce politicamente in una assemblea di lavoratori FIAT a Torino. Attivo nell'organizzazione di Lotta Continua, una Organizzazione della Sinistra extraparlamentare a Milano nei primi anni '70. Nel 1972 su mandato dei capi dell'Organizzazione, assieme ad un altro membro dell'Organizzazione, commise un grave fatto di criminalità politica, riuscendo a fuggire senza essere mai identificato.
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[modifica] L'omicidio del Commissario Calabresi
[modifica] Il contesto
Il clima politico a Milano, tra la fine anni '60 e primi anni '70 era assai violento. Nel 1969 esplose una bomba in Piazza Fontana a Milano facendo molte vittime. Nelle indagini successive fu fermato un anarchico, Giuseppe Pinelli che cadde, durante un interrogatorio, da una finestra della questura e morì. La finestra apparteneva all'ufficio del Commissario Calabresi, che non era presente al momento della caduta. Erano presenti e impegnati nell'interrogarorio del Pinelli 5 appartenenti alle forze dell'ordine. Vi furono due inchieste, entrambe scagionarono sia il Commissario Calabresi, di cui fu accertato che non era presente al momento della caduta, sia i 5 presenti. L'inchiesta concluse che il Pinelli era caduto accidentalmente. Vi fu una campagna di stampa assai violenta, diretta non contro i 5 presenti alla caduta, ma contro il Commissario Calabresi, persona nota al mondo extraparlamentare perché aveva l'incarico di seguire i cortei delle organizzazioni extraparlamentari. Nella violenza della campagna di stampa si distinse il giornale dell'organizzazione Lotta Continua, della quale era leader Adriano Sofri. Contro il commissario furono lanciate accuse ingiuriose e minacce. Il giornale fu condannato per tali accuse, anni dopo. Nel 1972 un commando di due killer tese un agguato al Commissario Calabresi, lo attese mentre usciva da casa per andare al lavoro e lo uccise. I due uomini del commando riuscirono a fuggire, eclissandosi. Le indagini, all'epoca, non poterono accertare l'identità dei colpevoli.
[modifica] L'Inchiesta sulle Brigate Rosse
Nel 1974 furono trovati i risultati di una controinchiesta delle Brigate Rosse in un covo delle Brigate Rosse. Indicavano approssimativamente i colpevoli, ma senza indicare i nomi.
[modifica] La confessione
Nel 1988 Leonardo Marino ebbe una crisi di coscienza, e confessò alle autorità la sua partecipazione attiva all'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, insieme ad un altro militante, Ovidio Bompressi, su incarico dei leaders di Lotta Continua, Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani.
Confessò che lui era al volante dell'auto usata per la fuga mentre nell'agguato Ovidio Bompressi aveva sparato al commissario. Confessò di aver ricevuto l'incarico da Giorgio Pietrostefani e da Adriano Sofri.
Marino precisò dove si erano riforniti delle armi, dove si erano procurati l'auto, e molti particolari dell'attentato.
La sua confessione suscitò molta ostilità ed acrimonia negli ambienti vicini a Lotta Continua ed alle persone chiamate in causa come complici e mandanti, correi.
[modifica] I processi
Vi fu una lunga serie di processi. In quanto collaboratore di giustizia, poté godere di una riduzione della pena ad 11 anni di carcere, mentre Ovidio Bompressi, Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani furono condannati a 22 anni di reclusione. Nel 1995 la corte d'Assise d'Appello dichiarò prescritto il reato per Marino, perché le more dei ricorsi del processo fecero scattare la prescrizione. Marino scontò complessivamente alcuni mesi di carcere preventivo e alcuni anni di arresti domiciliari.
[modifica] Elementi attuali
Molti protagonisti del terrorismo degli anni di piombo scrissero dei libri autobiografici sulla loro esperienza di terroristi. Marino diede alle stampe un libro autobiografico intitolato "La verità di piombo" (Ares, 1992), ripubblicato poi nel 1999 con il titolo "Così uccidemmo il commissario Calabresi", nel quale descrisse l'agguato e le motivazioni del suo pentimento.
Nel corso degli anni non ha mai cambiato la sua versione dei fatti.
Attualmente gestisce un chiosco di crepes a Bocca di Magra, nel comune di Ameglia, tra La Spezia e Carrara. É chiamato dagli avventori "il pentito".
[modifica] Voci correlate
- Strage di piazza Fontana
- Giuseppe Pinelli
- Omicidio Calabresi
- Adriano Sofri
- Giorgio Pietrostefani
- Ovidio Bompressi
- Lotta Continua
- Anni di piombo
[modifica] Bibliografia
- Leonardo Marino : "La verità di piombo" (Ares, 1992) ripubblicato 1999
- Leonardo Marino : "Così uccidemmo il commissario Calabresi",