Gordiano I
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Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano (ca. 159 - 12 aprile 238), meglio noto come Gordiano I, fu imperatore romano per pochi mesi nell'anno 238.
Poco si sa sulla precedente vita familiare di Gordiano, anche se dal nome si suppone che la famiglia provenisse dalla Frigia in Anatolia (ove si trovava la città di Gordio). Proveniva comunque da una famiglia di modesta nobiltà equestre, anche se estremamente ricca, e salì la gerarchia fino ad entrare al Senato. Gordiano ebbe almeno due figli: Marco Antonio Gordiano (Gordiano II) ed Antonia Gordiana, la madre di Gordiano III.
La carriera politica di Gordiano I iniziò relativamente tardi nella sua vita e con ogni probabilità i suoi anni giovanili furono spesi negli studi di retorica e letteratura. Come militare, Gordiano comandò la Legio IIII Scythica quando questa era di guarnigione nella provincia di Siria. Ricoprì la carica di governatore in Britannia nel 216 e fu console sotto Eliogabalo.[1] Mentre egli guadagnava una grande popolarità con i magnifici giochi e spettacoli che produceva come edile, la sua prudente moglie si preoccupava di placare i sospetti di Caracalla, in cui onore egli stesso scrisse un lungo poema epico intitolato Gli Antoniniani.
Gordiano certamente curò la sua salute e le relazioni politiche durante i caotici tempi della Dinastia dei Severi, il che suggerisce il suo poco amore per gli intrighi. Durante il regno di Alessandro Severo a Gordiano (che aveva già circa 80 anni) fu affidato il difficile ruolo di proconsole in Africa. Durante il suo proconsolato Massimino Trace uccise nella Germania meridionale l'imperatore Alessandro Severo e salì al trono.
Massimino non fu popolare come imperatore ed il malcontento generale aumentò a causa del suo governo oppressivo culminando con la ribellione in Africa del 238. Gordiano, spinto dal clamore popolare, assunse la porpora, ed il cognomen Africano, il 22 marzo. In considerazione della sua età avanzata, insistette che gli venisse associato suo figlio, Marco Antonio Gordiano (Gordiano II). Pochi giorni più tardi Gordiano entrò a Cartagine con il preponderante appoggio della popolazione e dei leader politici locali. Nel frattempo, a Roma, fu assassinato il prefetto dei Pretoriani e la rivolta sembrò aver successo. Il Senato confermò il nuovo imperatore e la maggior parte delle province si schierarono con Gordiano I.
L'opposizione venne dalla confinante provincia di Numidia. Capeliano, governatore della Numidia e fedele sostenitore di Massimino Trace, riaffermò la sua lealtà all'imperatore ed invase la provincia di Africa con la Legio III Augusta, composta da veterani. Gordiano II venne sconfitto e ucciso nella battaglia di Cartagine: in seguito alla morte del figlio, Gordiano I si suicidò, impiccandosi con una cinta. Avevano regnato per soli venti giorni.
Gordiano I deve la sua buona reputazione al suo carattere amichevole. Si dice che sia lui che il figlio avessero raggiunto una buona fama come letterati, pubblicando alcuni voluminosi lavori. Tuttavia essi non furono altrettanto validi come uomini di governo né ebbero la necessaria mano ferma. Avendo sostenuto la causa di Gordiano, il Senato fu costretto a continuare la lotta contro Massimino, e nominò Pupieno e Balbino coimperatori. Tuttavia per la fine del 238, l'unico imperatore riconosciuto fu Gordiano III, figlio della figlia di Gordiano I.
[modifica] Note
- ^ Essendo proconsole in Africa nel 237-238, Gordiano fu console quindici o sedici anni prima, nel 220-222 (si veda Birley, Anthony Richard, The Roman Government of Britain, Oxford University Press, 2005, ISBN 0199252378, p. 339).
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: | ![]() |
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Massimino Trace | 238 (con Gordiano II) | Pupieno, Balbino |