Galeazzo Marescotti
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Cardinale | |
![]() Galeazzo Marescotti della Chiesa cattolica |
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Nato | 1 ottobre 1627, Vignanello |
Ordinato sacerdote |
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Consacrato vescovo |
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Vescovo | |
Proclamato cardinale |
27 maggio 1675 da papa Clemente X |
Deceduto | 3 luglio 1726, Roma |
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali dati |
Galeazzo Marescotti (Vignanello, 1 ottobre 1627 – Roma, 3 luglio 1726) è stato un cardinale italiano.
[modifica] Biografia
Nacque a Vignanello l'1 ottobre 1627.
Figlio di Sforza Vicino Marescotti e di Vittoria Ruspoli.
"Galeazzo primmegiò negli studi al seminario. Dopo aver conseguito il dottorato in utroque ed essere stato ordinato sacerdote, fu scelto come funzionario della Sede Apostoloca e all età di soli 23 anni nominato protonotario apostolico".[1]
Dal 1661 al 1663 fu governatore di Ascoli Piceno.
Nel 1663 ebbe l'incarico di inquisitore delegato della Congregatio Sancti Officii.
Nel 1665 Fu promosso assessore del Sant'Uffizio da Papa Alessandro VII.
Nel 1668 fu nominato achivescovo di Corinto da Papa Clemente IX e fu inviato in missione diplomatica a Vienna. Fu nominato Nunzio in Polonia, dove si recò senza passare da Roma.
Il 13 agosto 1670 fu nominato Nunzio Apostolico in Spagna da Papa Clemente X. Dopo un breve soggiorno a Roma e Vignanello si imbarco da Civitavecchia per la spagna. Rimase a Madrid come Nunzio Apostolico dal 1670 al 1675.
Papa Clemente X lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 27 maggio 1675.
Con la nomina cardinalizia ebbe il titolo di S. Bernardo alle Terme.
Dal 1676 al 1679 fu governatore pontificio a Ferrara.
Nel 1679 fu nominato Vescovo di Tivoli. Nella chiesa di Tivoli fece costruire a sue spese un coro in noce di rara fattura per canonici, abbellì la cappella di S.Lorenzo in duomo con intarsi di marmi colorati ed altri ornamenti. Riformò il clero con un nuovo sinodo. Donò al duomo la somma di 500 scudi, con l'obbligo di un anniversario in suffragio della sua anima ed eresse alcune cappelle. Nel 1684 rassegnò il vescovado nelle mani di Innocenzo XI. La città gli rimase comunque sempre nel cuore, infatti nel 1705 fondò nella città, a sue spese, un monastero per le monache di Santa Elisabetta, alle quali donò infine nel 1721 tutte le più belle e preziose suppellettili della sua capella privata.[2]
Nel 1681 ebbe il titolo di Ss. Quirico e Giulitta.
Nel 1700 ebbe il titolo di Santa Prassede.
Nel 1708 ebbe il titolo di S. Lorenzo in Lucina.
Morì il 3 luglio 1726 all'età di 98 anni.
[modifica] Note
[modifica] Fonti
- Dati riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]