Bolzaneto
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Bolzaneto, (in lingua ligure Borsanæo o Bòssanæo - pronuncia Bursanèu o Bossaneu) è un quartiere genovese della Val Polcevera ex area industriale, ora contornato da piccole industrie ed imprese artigiane. Nonostante sia situata in una zona periferica, offre la possibilità di interessanti percorsi tra le sue colline.
Fa parte del Municipio V Valpolcevera.
A livello di unità urbanistiche sono comprese in Bolzaneto le unità di Bolzaneto e Morego, le frazioni di Brasile, Cremeno e Geminiano sulle colline alle spalle del centro abitato e Murta, urbanisticamente staccata e situata in collina sulla sponda destra del torrente Polcevera. L'intera circoscrizione ha una popolazione di 15239 abitanti (al 31 dicembre 2006[1]).
I monti della Valpolcevera alle spalle di Bolzaneto, sul lato sinistro della valle, sono caratterizzati dalla presenza dei Forti Diamante e Due Fratelli, che costituiscono parte delle fortificazioni esterne di Genova.
Sul versante destro della Valpolcevera, sul M. Figogna (804 m slm), sorge il Santuario di N.S. della Guardia, dal quale si gode un’ampia vista su tutta la valle. Il Santuario (situato nel comune di Ceranesi) è raggiungibile con la strada provinciale n. 52 che parte da Bolzaneto.
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[modifica] STORIA (vedere nota)
Fino alla metà dell’Ottocento, Bolzaneto era un piccolo borgo sul fondovalle della Valpolcevera, alla sinistra del torrente, in prossimità del punto in cui questo formava un’ampia ansa.
Del borgo, costituito da un gruppo di case attorno alla chiesa di N.S. della Neve, si hanno notizie certe a partire dal 1050.
Il paese era una piccola frazione sottoposta all’autorità civile e religiosa di Brasile e tale rimase fino alla metà dell’Ottocento, quando la sede comunale ed il titolo parrocchiale furono trasferiti a Bolzaneto.
Brasile è ora una piccola frazione collinare, ma nel Medioevo vi risiedevano importanti personalità che ebbero un ruolo attivo nel governo della città di Genova (viene ricordato un certo Ansaldo di Brasile che fu Console di Genova dal 1099 al 1102). Della parrocchia di Brasile, allora dedicata a S. Felice (e in seguito a N.S. del Buon Consiglio) si hanno le prime notizie documentate nel 1143, ma risale certamente ad un’epoca più antica.
A breve distanza dal borgo, ma allora sulla sponda destra del Polcevera, sorgeva isolato il convento di S. Francesco alla Chiappetta, edificato alla fine del Duecento.
Nel 1367, la zona di Bolzaneto fu teatro di una cruenta battaglia fra due eserciti che facevano capo a fazioni guelfe e ghibelline; nel 1380 la Repubblica di Genova fece costruire, poco più a nord del borgo, un fortilizio (castello) a scopi difensivi.
Nel Settecento la Val Polcevera si trovò coinvolta nella guerra di successione austriaca e nel 1746 fu occupata da un esercito austriaco che si accampò nel letto asciutto del Polcevera, poco a valle di Bolzaneto. Il 4 Settembre 1746 un improvviso acquazzone provocò una piena del torrente, causando la morte di oltre mille soldati.
Nel 1747 un altro esercito austriaco, forte di 40.000 uomini, scese nuovamente dal nord e occupò tutta la Valpolcevera, portando saccheggi e distruzioni ed arrivò fino a Genova, da dove poi fu ricacciato in seguito alla rivolta originata da Balilla; alla riuscita dell’insurrezione diedero un importante contributo numerosi contadini polceveraschi.
La topografia del luogo subì grandi modifiche intorno al 1850, quando fu costruita la ferrovia Genova-Torino, inaugurata nel 1853. Si rese necessario rettificare ed arginare il corso del torrente Polcevera (che in questo punto frequentemente straripava, causando allagamenti nella zona della Chiappetta), eliminando l’ansa da questo formata. Fu così scavato, per un tratto di circa 500 m, un nuovo tratto di letto rettilineo che tagliava la base della collina di Murta a monte del convento di S. Francesco (che in tal modo passò dalla destra alla sinistra del torrente) e costruito un argine sul lato sinistro, sul quale corre la ferrovia. Il tratto di greto non più percorso dal torrente e il ponte che l’attraversava furono interrati e l’area progressivamente edificata, dando luogo all’attuale abitato di Bolzaneto; negli stessi anni le sedi del Comune e della parrocchia furono qui trasferite da Brasile (rispettivamente nel 1854 e nel 1855).
Nel 1869 il territorio comunale si ampliò, inglobando (su richiesta degli stessi abitanti) la frazione collinare di Murta, sulla sponda destra, che fino ad allora dipendeva dal comune di Rivarolo. Nella seconda metà dell’Ottocento la zona, già utilizzata per villeggiatura da ricche famiglie genovesi, da agricola divenne industriale, con l’insediamento di numerose aziende (le più importanti furono le Fonderie Bruzzo, il saponificio Lo Faro, l’oleificio Gaslini), che trovarono collocazione nella zona a nord del Castello (nel frattempo convertito ad ospedale).
Alcune delle ville e dei palazzi di villeggiatura del Settecento e Ottocento sono sopravvissute fino ai nostri giorni, anche se ormai contornate da insediamenti industriali e commerciali e, adeguatamente ristrutturate, sono utilizzate come scuole, uffici o condomini. Tra queste la secentesca Villa Carrega e Villa Garibaldi, sulla sponda sinistra del Polcevera lungo la “Via Nazionale” (ora entrambe utilizzate come scuole materne) e i piedi della collina di [[Murta[[, sulla sponda destra del Polcevera, i Palazzi Rivarola e Pareto. Presso la frazione di Cremeno, al confine con il comune di Sant'Olcese, sorge la Villa Cambiaso, residenza estiva di G.B. Cambiaso, che fu Doge della Repubblica di Genova dal 1771 al 1773.
A Bolzaneto, con il sostegno dell’amministrazione comunale, allora retta dal Sindaco G.B. Custo, nel 1908 fu fondata la “P.A. Croce Bianca” che andava ad affiancarsi elle altre associazioni di mutuo soccorso già esistenti: la “Fratellanza” (di ispirazione socialista) e la “Società Operaia Cattolica” fondate entrambe nel decennio 1880-1890. Il comune di Bolzaneto nel 1926 ha seguito la sorte di altri 18 comuni del genovesato ed è confluito nella Grande Genova.
Dopo la seconda guerra mondiale, la crisi dell’industria siderurgica portò ad un ridimensionamento delle Fonderie Bruzzo (chiuse definitivamente nel 1957) e su alcune aree di queste sorsero la raffineria ERG (poi chiusa nel 1988, anche a seguito della crescente attenzione della popolazione agli aspetti ambientali del territorio) e sulla cui area sorgono ora un grande centro commerciale e un nuovo quartiere residenziale) e la fabbrica di refrattari SANAC (dopo il trasferimento di questa, sulla stessa area è attualmente in fase di completamento il mercato ortofrutticolo di Genova che si trasferirà dalla Val Bisagno alla Val Polcevera.
Analogamente altre aree, dismesse a partire dagli anni '60 a causa della chiusura di molte fabbriche storiche sono ora riutilizzate da imprese artigiane e commerciali.
Presso la località di Morego ha sede dal 2005 l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT).
Nota: informazioni di maggior dettaglio sui fatti descritti sono riportate nei documenti citati al paragrafo “Riferimenti bibliografici”, dai quali sono tratte la maggior parte delle informazioni qui descritte.
[modifica] Castello di Bolzaneto
Il castello fu fatto costruire dalla Repubblica di Genova nel 1380 sulla piccola altura di Montebello, che dominava il corso del Polcevera, come presidio a difesa dalle armate germaniche che scendendo per la Val Polcevera minacciavano Genova.
Il castello, modificato da Filippo Maria Visconti nel ‘400, fu in varie occasioni al centro di fatti d’armi ed ospitò anche la sede del Podestà della valle di Polcevera. Agli inizi del '900, dismesso come presidio militare, fu acquistato dal benestante Pasquale Pastorino e trasformato prima in villa di campagna, poi in ospedale, attivo fino agli anni ’80 del Novecento. Attualmente è adibito a casa di riposo e “hospice” per malati terminali.
[modifica] Chiesa di N.S. della Neve
La chiesa di N.S. della Neve fu edificata nel Trecento come succursale della parrocchia di S. Felice di Brasile, ristrutturata nel sec. XVII e completamente riedificata nel 1855, quando il titolo parrocchiale fu trasferito da Brasile a Bolzaneto. In occasione di questa riedificazione fu abbellita con l’altare, le statue ed i marmi della soppressa chiesa di Santo Spirito in Bisagno.
Allora la chiesa dominava il borgo vecchio di Bolzaneto, raccolto intorno alla Piazza detta “del prione” (ora Piazza E. Savi).
Intorno al 1950 fu costruita una nuova chiesa in stile moderno a poche centinaia di metri di distanza, consacrata dal Card. Giuseppe Siri nel 1960. In questa nuova chiesa sono stati integrati gli altari in stile barocco e le statue provenienti da Santo Spirito. La chiesa conserva due dipinti di Paolo Gerolamo Piola (“Conversione di S. Paolo” e “Abramo che riceve i tre angeli”) e un “Cristo morto” di Giulio Cesare Procaccini.
La vecchia chiesa fu demolita e sulla sua area costruito un moderno condominio.
[modifica] Convento di S. Francesco
Secondo la tradizione, il sito ora occupato dalla chiesa e dal convento di S. Francesco fu donato dalla nobile famiglia Lercari allo stesso S. Francesco, che transitò da Genova nel 1213 durante un suo viaggio in Francia, ma non esistono documenti certi che attestino questo fatto.
La donazione del terreno è invece documentata da un atto di convenzione per l’erezione del Convento e della Chiesa della Chiappetta, stipulato nel 1280 tra la famiglia Lercari e l’Ordine francescano, al quale fu data esecuzione nel 1291.
Negli anni immediatamente successivi fu edificato il convento con l’annessa chiesa, in stile gotico primitivo.
Nella seconda metà del Seicento fu costruito il chiostro e all’inizio del Settecento la Chiesa e il Convento furono completamente rimaneggiati; questa ristrutturazione viene attribuita a Francesco Muttoni (1668-1747).
All’interno della chiesa, formata da un’unica navata, sono conservati una Madonna lignea di Antonio Maria Maragliano (1644-1741) ed alcuni notevoli dipinti del Seicento: “Stimmate di S. Francesco” di G.B. Carlone (1592-1677), “Assunzione della B.V. Maria” di Pietro Paolo Raggi (XVII sec.), “Estasi di S. Caterina” e “Immacolata Concezione” di Domenico Piola (1627-1703) e “Miracolo di S. Antonio” di Giuseppe Galeotti.
Fino alla metà del Seicento il convento rimase l’unica costruzione nella zona della Chiappetta (nome che deriva da una corruzione del termine latino “Clapeta”, cioè “cappelletta”).
A partire da quell’epoca intorno al convento sorsero alcune case fino a formare un piccolo borgo; parte di queste case sono ancora esistenti, alcune furono demolite nel 1850 durante i lavori di arginatura del Polcevera, poiché si trovavano nell’area ora percorsa dal nuovo letto del torrente.
Nel 1798, a seguito dell’editto napoleonico sulla soppressione degli ordini religiosi, i frati francescani dovettero lasciare il convento e la chiesa fu affidata al clero diocesano fino al 1896, anno in cui poterono farvi ritorno. Nel 1961 la chiesa fu eretta in parrocchia, con decreto del Card. Giuseppe Siri.
[modifica] Forti
I forti detti I Due Fratelli, in origine due fortificazioni vicine, erano detti, in riferimento alla loro posizione, Fratello Maggiore e Fratello Minore.
Furono fatti costruire dal governo sabaudo nella prima metà dell’Ottocento, subito dopo l’annessione della ex Repubblica di Genova al Regno di Sardegna stabilita dal Congresso di Vienna nel 1814.
Il primo, a forma di semplice torrione, fu demolito negli anni ’30 del Novecento per crearvi una postazione antiarea, il secondo è ancora sostanzialmente integro e domina la vallata dal M. Spino (circa 700 m slm).
Il Forte Diamante, posto sulla vetta del monte omonimo, sorge più arretrato rispetto ai Due Fratelli ed è stato costruito nel Settecento, poi completato e trasformato nella prima metà dell’Ottocento.
[modifica] Riferimenti bibliografici
1. L. Persoglio, “Memorie della Parrocchia di Murta in Polcevera”, 1873
2. F. Pittaluga, “Soppressione e ritorno al convento”, 1982
3. M. Lamponi, “Valpolcevera, come eravamo”, 1983
4. T.C.I., “Guida d’Italia – Liguria”, 1982
[modifica] TRASPORTI E VIE DI COMUNICAZIONE
[modifica] Strade
Bolzaneto è attraversata dalla Strada Statale 35 dei Giovi e dall'Autostrada A7, Genova - Milano di cui ospita un importante casello di uscita.
Da Bolzaneto partono diverse strade provinciali che collegano il fondo valle con i centri dell'entroterra, tra queste, come sopra citato, la Strada Provinciale 52 che conduce al Santuario di Nostra Signora della Guardia.
[modifica] Linee ferroviarie
Bolzaneto è dotata di una stazione ferroviaria sulla linea dei Giovi Genova Sampierdarena (Pontedecimo)- Busalla - Ronco Scrivia. Tale linea è percorsa esclusivamente da treni regionali, provenienti da Alessandria, Arquata Scrivia, Novi Ligure e Busalla, diretti a Genova Brignole, e viceversa. I treni a media e lunga percorrenza per Milano e Torino, invece, vengono instradati sulla linea succursale dei Giovi, che attraversa longitudinalmente Bolzaneto, parallela alla linea dei Giovi.
[modifica] NOTE
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