Blaise Cendrars
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Blaise Cendrars visto da Amedeo Modigliani (1917)
Blaise Cendrars, pseudonimo di Frédéric-Louis Sauser (La Chaux-de-Fonds, 1 settembre 1887 – Parigi, 21 gennaio 1961), è stato uno scrittore svizzero naturalizzato francese.
La sua opera è stata da subito caratterizzata dal viaggio e dall'avventura. Nella sua poesia come nella sua prosa (romanzi, corrispondenze, memorie) all'esaltazione della modernità si aggiunge la volontà di cearsi una leggenda dove l'immaginario s'intreccia inestricabilmente al reale .
Attivo nella legione straniera francese, partecipa alla prima guerra mondiale. Il 28 settembre 1915, perde in combattimento l'avanbraccio destro, la sua mano di scrittore. Questa menomazione marca profondamente l'opera di Cendrars facendogli scoprire la sua identità di mancino. Il suo rapporto con la scrittura ne sarà completamente cambiato.
Poeta, scrittore, reporter, realizzatore cinematografico, sceneggiatore, fondatore di riviste culturali, uomo d'affari, Blaise Cendrars avrà una forte influenza su tutte le avanguardie artistiche e letterarie di inizio 20esimo secolo. La sua opera è di grande respiro e un inno alla vita.
Scrisse una delle pagine più sconvolgenti sulla guerra nel romanzo del 1918 "J'ai tué" ("ho ucciso"). Qui in versione originale francese:
Indice |
[modifica] Opere
[modifica] Poesia
- La leggenda di Novgorod 1909
- Pasqua a New york 1912
- La prosa del transiberiano e della piccola Jeanne de france 1913
[modifica] Romanzi
- J'ai tué ("Ho ucciso") 1918
- L'Oro 1925
- Morovagine 1926
- Le confessioni di Dan Yack 1929
- La vita pericolosa 1938
- La mano mozza 1946
- Bourlinguer 1948
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