Benito Armando Archundia
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Benito Armando Achundia Téllez , conosciuto comunemente come Benito Archundia, (21 marzo 1966) è un arbitro di calcio messicano.
Nella vita è un avvocato specializzato in legislazione economica; parla spagnolo e inglese ed è appassionato di libri e videogame.
È alto 170 cm per un peso forma di 67 kg.
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[modifica] Carriera
Arbitro dal 1 gennaio 1993, nello stesso anno viene impiegato ai mondiali di calcio FIFA under 17 in Giappone, esordendo poi sui palcoscenici maggiori il 28 maggio 1994 arbitrando la partita Stati Uniti-Grecia, finita 1-1.
Nel suo palmares figurano le partecipazioni alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996, al torneo FIFA Confederations Cup del 2001 in Corea del Sud e Giappone, ai mondiali under 20 del 2003 negli Emirati Arabi Uniti e del 2005 in Olanda. Le altre partite importanti arbitrate sono state:
- semifinale del torneo olimpico del 2004 Italia-Argentina 0-3 (24 agosto 2004)
- finale del Mondiale per club 2005 tra San Paolo e Liverpool 1-0 (18 dicembre 2005)
Nel 1999 e nel 2007 è protagonista nella Copa America di calcio (la massima manifestazione per nazioni del Sudamerica).
[modifica] Mondiali 2006
Archundia ha fatto la sua prima apparizione mondiale ai Mondiali 2006 ed ha arbitrato 5 partite, detenendo così il record di maggior partite arbitrate ex aequo con l'argentino Horacio Elizondo e l'italiano Roberto Rosetti):
Brasile -
Croazia 1-0 (13 giugno)
Francia -
Corea del Sud 1-1 (18 giugno)
Repubblica Ceca -
Italia 0-2 (22 giugno)
Svizzera -
Ucraina 0-0 (26 giugno) ottavi di finale
Germania -
Italia 0-2 (4 luglio) semifinale
Ha arbitrato la semifinale dei Mondiali di calcio di Germania 2006 che ha visto i padroni di casa opposti all'Italia, in cui gli azzurri hanno prevalso per 2 a 0 dopo i tempi supplementari con reti di Fabio Grosso e Alessandro Del Piero.
In generale è stato l'arbitro più "buono" del torneo mondiale, estraendo solamente in media 3 cartellini a partita.
[modifica] Curiosità
Durante il secondo tempo supplementare della semifinale mondiale è stato protagonista di un fatto molto singolare: Marco Materazzi, mentre stava esultando per il gol di Fabio Grosso, è corso verso di lui e lo ha abbracciato[1][2].