Venedi
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Venedi o Vendi (in tedesco Wenden; in inglese Wends) è il nome che i germani davano alle popolazioni di slavi occidentali con loro confinanti. Il termine non indicava una tribù definita, bensì tutte le popolazioni "non germaniche" e di origine slava che abitavano la Germania slavica, ovvero i territori ad est rispetto alle terre germaniche, al confine fra le odierne Germania e Polonia. Con questo nome sono citati da Plinio il Vecchio, da Tacito e da Tolomeo. Nella tarda antichità, seguirono le sorti dei popoli vicini, quali goti, unni, avari e alani.
Col tempo, il termine fu usato per riferirsi, in particolare, ai Casciubi ed ai Sorbi (o Sorabi). Questi ultimi si insediarono intorno al V secolo nella Serbia bianca o Sorabia, zona compresa tra il fiume Oder ad est e i fiumi Elba e Saale ad ovest, parzialmente corrispondente a quella che oggi è la Lusazia, nella parte nord orientale della Germania. Procopio di Cesarea nel VI secolo parlava di Sclavi, insediati tra il basso Danubio e le Alpi Orientali. Dall'inizio del VII secolo alcune di queste popolazioni (Abodriti, Sorabi e Pomerani) si insediarono più a nord, nelle zone dell'Elba abbandonate dai Sassoni in seguito alla loro sconfitta contro Carlo Magno.
I territori di influenza slava vennero poi rotti da alcuni grandi eventi, quali la colonizzazione germanica del Danubio, la distruzione del regno avaro, l'immigrazione dei Magiari (di stirpe uralo-altaica).
Nel 1169, durante il periodo delle Crociate del Nord, le forze danesi, guidate dal vescovo Absalon e da Re Valdemaro I, condussero una campagna contro i Venedi al fine di porre fine alla loro incursioni e di convertirli al Cristianesimo: i danesi presero e distrussero la loro più importante roccaforte a Capo Arkona, distruggendo tra l'altro la statua del loro dio Svetovid. Successivamente riuscirono a vincere anche le residue resistenze, sconfiggendo e annettendo definitivamente tale popolazione.