Teatro San Ferdinando
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San Ferdinando | |
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Indirizzo | Napoli |
Il teatro San Ferdinando è un teatro di Napoli.
Venne costruito alla fine del Settecento a Napoli, nella zona di Ponte Nuovo. Venne inaugurato con l'opera di Domenico Cimarosa "Il falegname". Fin dall'inizio la vita del teatro non fu facile: diverse e infelici amministrazioni lo trasformarono ben presto in un teatro per compagnie minori e per un pubblico poco aristocratico. Il 30 novembre 1843 Marzio Gaetano Carafa dei principi di Colubrano vendette il teatro al signor Enrico del Prete che lo subaffittò poi a Adamo Alberti, capocomico ed impresario del teatro dei Fiorentini. Nel 1886 vi debuttò l'attore Federico Stella portando in scena "Tenebra e amore" di Crescenzo Di Maio. Il tipografo Luigi Bartolomeo e l'impresario Salvatore Golia comprarono una parte del teatro diventandone i nuovi gestori. Nacque la "Compagnia Città di Napoli": l'impresa, diretta da Federico Stella e Michele Bozzo, per quarant'anni fu stabile al San Ferdinando.
Nella stagione 1889-1890 il teatro accolse anche i successi di Eduardo Scarpetta. Salvatore Golia e la moglie Raffaella Bartolomeo (sorella di Luigi), divenuti gli unici proprietari del teatro, ne affidarono la gestione al figlio Giuseppe. Negli anni Trenta i Golia, per cercare di risolvere i problemi di una gestione deficitaria, affittarono lo stabile. Il teatro venne trasformato in "Cinema Teatro Principe". Finché il 3 settembre 1943 le bombe americane e tedesche lo rasero al suolo quasi completamente: restò in piedi solo parte del palcoscenico. Dopo la guerra il vecchio Golia decise di venderlo: lo comprò Eduardo De Filippo, il 25 febbraio 1948, investendo nella ricostruzione del teatro tutti i suoi guadagni e indebitandosi con le banche.
All'indomani dell'acquisto venne costituita la SIT Società Imprese Teatrali che gestì sia il teatro sia le compagnie "Il Teatro di Eduardo" e "La Scarpettiana". Nel 1954 venne costituita una nuova società la "San Ferdinando Film" che, con la partecipazione della RAI realizzerà sei telefilm della serie "Il Teatro di Eduardo": Eduardo continuò a lavorare per pagare le spese della costruzione del teatro. Nel 1956 nacque la società "Il Teatro San Ferdinando s.r.l". ma i debiti ed i pochi aiuti lo costrinsero a sciogliere la Scarpettiana nel 1960 e a chiudere il San Ferdinando nel 1961.
Nel 1964 nacque la "Teatrale Napoletana", società costituita con Paolo Grassi fondatore insieme a Giorgio Strehler del Piccolo Teatro di Milano. Il programma era ambizioso e di grande prestigio: gettare un ponte culturale tra due realtà così diverse, Napoli e Milano; fare della città partenopea una città teatralmente non più da evitare, come era stato fino ad allora. Nel corso della conferenza stampa per la riapertura del teatro, Eduardo ribadì: «L'idea non era soltanto quella di costruire una casa per l'attore e l'autore Eduardo ma era anche e soprattutto quella di costruire un teatro, indipendentemente dall'uomo Eduardo, che creasse una rottura con il vecchio teatro dialettale napoletano; un teatro che potesse continuare il discorso già da me iniziato nel 1922 al Sannazaro». Ma i problemi non diminuirono e nel 1966 si concluse anche l'avventura della "Teatrale".
Agli inizi degli anni Settanta Eduardo aveva in mente di creare al San Ferdinando un Centro studi e un Museo del teatro dialettale, ma dopo alcuni lavori di restauro, il teatro venne dato in gestione all'ETI (Ente Teatrale Italiano) ed inaugurato da Eduardo nell'ottobre del 1971 con "Le bugie con le gambe lunghe".
Chiuso negli anni Ottanta e per lungo tempo rimasto magazzino di memorie e ricordi teatrali oltre che sede di parte dell'archivio storico di Eduardo De Filippo, nel 1996 il teatro è stato donato da Luca De Filippo al Comune di Napoli perché venisse restaurato e ridato al pubblico napoletano.
Il 30 settembre 2007, dopo molti anni di restauri ed ingenti investimenti, il San Ferdinando ha finalmente riaperto i battenti con “La tempesta” di Shakespeare, nella traduzione in napoletano barocco fatta da Eduardo nel 1984. Il teatro appena inaugurato è stato immediatamente incluso fra gli spazi utilizzati dal prologo del Teatro Festival Italia.
[modifica] Bibliografia
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